Matteo SIMONE
Ti sei sentita campione nello sport almeno un giorno della tua vita? “Si spesso nonostante abbia avuto una carriera amatoriale.”
Qual è stato il tuo percorso per diventare un Atleta? “Sono stata sempre un atleta amante
di sport “estremi” (Facevo immersioni in apnea in Sardegna da ragazza). Dopo il mio trasferimento negli USA, stato
necessario per me ritornare all'attività fisica per motivi di salute sia fisica
che mentale (stavo ingrassando tantissimo)."
Quali sono i fattori che hanno contribuito al tuo
benessere o alla tua performance? “Il
benessere psicologico viene raggiunto attraverso la conquista delle mete che si
pone un individuo. Per me queste mete sono
state raggiunte in modo progressivo.
Iniziai a correre a ‘tarda’ età` (avevo 28 anni) e avendo sempre
detestato la corsa, i miei goal erano di natura molto semplicistica, per
esempio, riuscire a correre mezzo Km il lunedì aumentare in progressione ed
eventualmente raggiungere una meta realistica di 5km in due settimane. Questi primi passi che io chiamo ‘baby steps’
sono essenziali per lo sviluppo dell'atleta sono un poco come l' ABC.”
Come tutte le cose bisogna iniziare a piccoli e passi e crederci e gradualmente si può sperimentare benessere e successivamente anche è possibile sperimentare successo.
Nello sport chi ha contribuito al tuo benessere o alla tua performance? “Libri di testo, riviste sportive, articoli, video, altri atleti (sia agonistici che amatoriali) che ammiravo e a cui chiedevo spiegazioni e consigli, ma ultimamente sono convinta che tutti noi da soli siamo il fulcro maggiore di ispirazione. Io stessa.”
E’ importante partire da se
stessi, comprendere quali possano essere i propri bisogni, esigenze, necessità
ed una volta compreso cosa ci possa interessare allora è importante mobilitare
le energie per andare incontro a ciò che ci piace, partendo da soli ma poi
facendosi aiutare da persone competenti, esperti, amici, famigliari, professionisti.
Qual è stata la gara della tua
vita, dove hai dato il meglio di te o dove hai sperimentato le emozioni più
belle? “Ce ne sono state varie. Sicuramente la prima maratona nel 1993. Poi la mia prima ultra-maratona. Ma la
soddisfazione maggiore e avvenuta nel dicembre del 2009 quando sono riuscita a
rompere il record maschile di scalinata di un edificio. Una gara di endurance durissima ma molto
emozionante dal punto di vista di
soddisfazione come donna che riesce a conquistare una meta maschile.”
Diana riesce ad andare più forte
degli uomini e questo per lei diventa una grande soddisfazione, ha fatto tanta
strada, tanto impegno, tanta formazione professionale, ma sono anche tanti gli obiettivi ragiunti ed anche tanto
prestigiosi, la prima maratona, la prima ultramaratona ed anche il record per
coronare i suoi impegni e la sua determinazione.
Qual è una tua esperienza che ti
possa dare la convinzione che ce la puoi fare? “Mai
fare paragoni con la performance degli altri, concentrarsi esclusivamente sul
raggiungimento della meta propria.
L'allenamento serve a questo. Per me i duri allenamenti che mi
permettevano di sapere che sarei riuscita a finire la gara. Oppure le
esperienze di altre gare.”Cosa pensano i tuoi famigliari ed amici della tua attività sportiva? “Non capiscono che questo e` uno stile di vita. Coloro che sono atleti a vita senza l'esercizio fisico non considerano la vita come gli altri. Questo diventa molto difficile con il passare degli anni quando la gente ti dice che ti devi fermare, perche` tu non ti fermi fino a che non sei morto/a. I famigliari si abituano alle routine ma non capiscono i sacrifici.”
Quando sperimenti benessere nella
fatica dello sport è difficile fermarsi, si arriva alla consapevolezza che il
senso della vita è un’attività in movimento e performante per sperimentare
sensazioni ed emozioni, sfidare se stessi e altri ed alzare un po’ per volta
l’asticella dimostrando che sei in gamba, che se vuoi puoi.
Ti va di descrivere un episodio
curioso o divertente della tua attività sportiva? “Facevo
la maratona di Cleveland, Ohio, mi sembra nel 1999...non ricordo la data
precisa. Quella mattina le previsioni
del tempo avevano annunciato pioggia, ma dopo una breve pioggerellina era uscito
un sole africano. Come passava il tempo
aumentava la temperatura. Le stazioni di
rinfresco dell'acqua stavano esaurendo le scorte. Io stavo un po' male incominciavo ad avere mal
di testa. Ricordo che cercavo una farmacia che miracolosamente ho trovato nel
percorso. Quindi ho fatto una fermata e ho comprato dell'analgesico (si! mi
portai i soldi!!) Generalmente questa è
una cosa inaudita. I podisti non si mettono a fare queste deviazioni dalla
gara. Però io dovevo affrontare altri
20 km e sinceramente sapevo che un analgesico mi avrebbe fatto affrontare la
gara meglio.”
Se c’è un problema si trova
sempre una soluzione, questi sono insegnamenti di vita che ti da lo sport,
soprattutto lo sport di endurance.
Cosa hai scoperto del tuo
carattere nel praticare sport? “La
tenacia e la forza di volontà. Sono
molto tenace in situazioni dove molti si arrendono.”
Quali sono le tue capacità,
risorse, caratteristiche, qualità che hai dimostrato di possedere? “Creativita`
negli allenamenti di sicuro. Metodologia
di allenamenti non strutturata e applicata ‘ad orecchio’ se si puo dire
cosi`. Ovvero non esiste una formula
sicura di allenamento ma svariate formule che devono essere modificate a
secondo delle necessita`. Questa è una
capacità che ho io che cerco anche di trasmettere ad altri atleti quando
faccio la trainer. La creatività e
molto importante negli atleti perchè consente di cambiare una situazione sia
in gara che in allenamento. Questa è una cosa che molti allenatori non
capiscono, applicano formule di allenamento generiche a tutti. Per esempio non tutti gli atleti che fanno
fondo necessitano della classica corsa lunga e della
diminuzione del chilometraggio con l'avvicinamento della gara. Non tutti gli
atleti necessitano del assunzione dei carboidrati prima della gara per la migliore
performance. Creatività- Sperimentazione-Voglia di imparare.”
Molto creativa ed indipendente
Diana, ha dalla sua parte l’enorme esperienza nei lunghi anni di vita e di
sport, è vero che non bisogna generalizzare con i programmi di allenamenti ed i
consigli che si danno agli altri, ognuno deve conoscersi bene e capire cosa può
essere meglio per lui confrontandosi con allenatori, tecnici, ed amici atleti
più esperti.
Che significa per te partecipare
ad una gara sportiva? “Significa
divertirmi. E` un esperienza dove uno si
misura con gli altri ma deve sempre rimanere nel pensiero di misurarsi con se
stessi.” Hai sperimentato l’esperienza del limite nelle tue gare? “Si molte volte. Alle volte il limite era scaturito all'inizio di una gara. Quando è così la questione è brutta. Facendo ultramaratone il limite si scavalca varie volte. Nel 2009 ho avuto molti limiti. Ad un certo punto il corpo diceva ‘BASTA!!!!’.
Ascoltare, ascoltare, ascoltare
proprio corpo, proprie sensazioni corporee, e fare molta attenzione prima di
incorrere in problemi seri e piuttosto gravi.
Quali sono o sono state le sensazioni che sperimenti facendo sport: pregara, in gara, post gara? “Compiacimento con se stessi in tutti gli
aspetti del prima, durante e dopo. Essere in controllo della situazione ad ogni
momento qualunque sia il risultato. Sensi di superiorità e di inferiorità
(intercambiabili) quando come atleta uno inizia a fare paragoni con gli altri. Questa è la natura umana, è inevitabile. Raggiungimento
di meta e completamento di un lavoro.
Forse questo e quello più interessante soprattutto tra atleti amatori dove non esiste un premio
finanziario.”
Dalle parole di diana si evince tutto quello che ci può essere dietro
la pratica dello sport, prima, durante e dopo una gara, tante sensazioni
piacevoli o spiacevoli e tant’altro in base a come è andata l’esperienza
sportiva.
Quale è stata la gara più estrema
o più difficile? “Nel
2009, La scalinata del grattacielo fatta 102 volte. Quella gara è durata ben 23 ore. Ad un certo punto avevo la diarrea, i lombi e
i reni stavano cedendo....non mi era mai successo prima.”
Quali sono le difficoltà, i
rischi, a cosa devi fare attenzione nel tuo sport? “Non
faccio fondo da circa 3 anni ma iniziai a fare Bodybuilding nel 2001. Questo è uno sport con un altro genere di
ostacoli, decisamente molto più complesso e difficile della corsa, ultramaratona o il
triathlon. Una delle difficoltà più grandi
e di sicuro quella di mantenere i livelli alimentari, aerobica, incremento
muscolatura (difficilissimo per le donne) a livelli di competizione. Per me
questa è un area eccitante tutta da esplorare soprattutto per le donne della
mia età.”Quali sono le condizioni fisiche o ambientali che più spesso ti hanno indotto a fare una prestazione non ottimale? “Dico condizioni fisiche. Quando sono malata tipo il corpo non ha energia perchè non si può muovere anche se vuoi muoverti. E se ti muovi e fai i tuoi esercizi hai una fiacca tipo da uno che si è preso l'influenza e che non si può muovere. L'uomo si adatta all'ambiente. Ho fatto gare con sole, neve, pioggia che all'inizio sono difficili ma poi il corpo si adatta. La malattia invece, tipo un virus....ti distrugge il corpo e poi viene la depressione.”
Cosa ti ha fatto mollare o cosa ti fa continuare a fare sport? “Ho diminuito la corsa di fondo, ma ho incrementato i pesi (bodybuilding). Non potrei immaginarmi il mio mondo senza nessuno sport oppure attività fisica. Per me è necessaria per il mio benessere mentale. E` una delle poche cose che ci danno controllo quasi assoluto (meno le malattia di virus) di noi stessi.”
Come hai superato eventuali
crisi, sconfitte, infortuni? “Non ci
sono crisi nello sport, non ci sono sconfitte, e gli infortuni fisici avvengono
spesso perchè ci si è spinti troppo veloci, troppo in fretta, troppo a lungo
oppure gli allenamenti hanno lacune.
Nello sport esistono ostacoli che servono ad affrontare le crisi
successive. Le sconfitte sono solo con te stesso, quindi in effetti non sono
sconfitte ma fanno parte dell'evoluzione dell'atleta. Se vuoi essere atleta per sempre devi capire
che hai bisogno di evolverti a molti livelli :kinestetico, mentale, e
nutrizionale.”
Tante sono le componenti del
benessere e che contribuiscono ad una prestazioni mentali.
Quale può essere un messaggio
rivolto ai ragazzi per avvicinarsi allo sport? “Lo
sport, l'attività migliora l'essere umano sia dal punto di vista mentale che
fisico. Quello che semini da giovane lo raccoglierai nel futuro.”
Lo sport diventa un investimento
continuo che da frutti già quotidianamente nel qui e ora ma maggiormente da’ i
suoi frutti nel futuro facendoti sentire sempre atletico ed in grado di
affrontare problemi in modo sereno e creativo.
C’è stato il rischio di incorrere
nel doping nella tua carriera sportiva? “MAI. Non a i miei livelli. Nel bodybuilding però il doping....e normale
per il 75% degli atleti (steroidi e anabolizzanti). Io mi sento sempre a grande
svantaggio non facendo uso nemmeno di integratori alimentari proteici. Colpa mia perchè cado nella trappola
classica : il paragone con gli altri.”Quale può essere un messaggio per sconsigliare l’uso del doping? “A parte gli orribili effetti collaterali fisici direi che coloro che fanno doping o fanno uso di varie droghe non sanno veramente a che livello potranno mai spingere il corpo perchè assumono questa situazione fisica mutata. Il successo di un atleta dipende molto dalla relazione cervello-corpo, ma l'assunzione di sostanze anaboliche, steroidi o doping falsifica questa relazione. Mi ricorda un po` la cintura protettiva che si mette per fare pesi. Io non ho mai indossato quella cintura perchè come diceva Arnold Schwarzenegger da un falso senso di sicurezza. Infatti è vero....il discorso è che se stai utilizzando la cintura ti stai facendo affidamento troppo di questa protezione e tendi a sollevare più peso e a non concentrarti troppo sul posizionamento. Le cose non cambiano con il doping. Poi c'è un altro aspetto del doping.. distrugge il fisico nel tempo. Se uno vuol star bene negli anni futuri deve dimenticarsi le 'pastiglie magiche'.”
Ritieni utile la figura dello psicologo dello sport? Per quali aspetti ed in quali fasi dell’attività sportiva? “Non saprei rispondere a questa domanda. Posso dire che forse potrebbe aiutare alcuni atleti oppure coloro che vogliono diventare atleti ad attraversare quelle barriere psicologiche che spesso gli individui si pongono (le donne soprattutto al livello di indottrinamento sociale).”
Quali sono i sogni che hai
realizzato e quali quelli da realizzare? “A
lungo termine riuscire a fare l'atleta fino alla fine dei miei giorni. A
termine corto...sicuramente ritornare a competere in bodybuilding nella
categoria physique master. Non facile a
questo punto all'età di 50 anni con una serie di ostacoli non indifferenti che
sto attraversando. Spero che la mia esperienza possa
aiutare altre donne (ma anche uomini). Ti ringrazio di avermi dato la
possibilità` di esprimermi sotto forma di questionario. Diana Marongiu OYA Project www.oyaproject.org Founder
& Life Coach
Educating People to End Obesity Through Lifestyle Changes."
http://www.prospettivaeditrice.it/index.php?id_product=357&controller=product
Matteo SIMONE
Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDREducating People to End Obesity Through Lifestyle Changes."
Questo è
il sorprendente, bizzarro, straordinario mondo degli ultrarunner, incontri,
saluti, abbracci, condivisione dell’esperienza. Per approfondimenti è possibile
consultare il libro "Ultramaratoneti e gare estreme", Prospettiva
Editrice. Collana: Sport &
Benessere. Anno edizione: 2016. Pagine: 298 p. , Brossura. EAN: 9788874189441.
4° nella
classifica Bestseller di IBS Libri - Sport - Atletica e sport da campo e da
pista - Maratona e corsa campestrehttp://www.prospettivaeditrice.it/index.php?id_product=357&controller=product
Matteo SIMONE
www.psicologiadellosport.net
Nessun commento:
Posta un commento