I miei familiari sono i
miei primi tifosi e così i miei amici
Il 9 gennaio 2022 si è
svolta a Traversara di Bagnacavallo (RA) la 13^ edizione della “RaidLight Ultramaratona della
Pace sul Lamone”, 45km su circuito di 6,4km, organizzata da Enrico Vedilei.
Tra le donne la vincitrice è stata Ilaria
Bergaglio (Atletica Novese) con il crono di 3h19’57’‘, che ha
preceduto Francesca Rimonda (Podistica Valle Varaita) e Francesca Ferraro
(Emozioni Sport Team).
Il vincitore assoluto è stato Stefano
Emma, con il crono di 2h51’21’’, cha ha preceduto Stefano Velatta 2h51’57’’ e
Gabriele Turroni 2h56’34’’.
Di seguito, approfondiamo la conoscenza
di Ilaria attraverso risposte ad alcune mie domande.
Quando ti sei sentita campionessa nello
sport? Se devo essere sincera, non mi sono mai sentita
una campionessa. Lo sport, in particolare la corsa, mi fa stare bene, quindi in
questo senso potrei dire che mi sento campionessa ogni volta che posso correre,
perché sto bene. Certo, ci sono stati momenti belli anche in termini
agonistici, ad esempio il secondo posto al campionato italiano della 100km a
Imola nel Maggio 2021, un risultato tanto più bello perché inaspettato.
L'evento sportivo dove hai sperimentato
le emozioni più belle? Imola, ma anche Il Giro Dei
Colli Novesi, una delle gare storiche della mia zona.
Prossimi obiettivi? Sogni realizzati e
da realizzare? Salire sul podio in un Campionato
Italiano è qualcosa che non ritenevo possibile, invece è successo. A volte
penso che sia un sogno. Il prossimo obiettivo, visto che oggi ho già corso, è
andarmi ad allenare domani al meglio delle mie capacità, poi vedremo che cosa
mi riserverà il destino.
Piano piano, impegnandosi e ottenendo
risultati si riesce a fare sempre meglio ed ecco che un giorno si riesce a fare
l’impresa, andare a podio in un campionato italiano 100km, davvero un grande
giorno per Ilaria, un buon trampolino per le prossime gare e campionati alla
ricerca della conquista della maglia azzurra.
Ilaria Bergaglio, il 22 maggio 2021 ha
partecipato al Campionato italiano 100 km su strada (100 km del Passatore
Special Edition) classificandosi al secondo posto in 8h28’59”,
preceduta da Denise Tappata 8h07’23”.
Ilaria ha migliorato il crono sulla
100km in occasione della 45^ Run Winschoten 100 km portata a termine in
8h25’41”.
Qual è stato il tuo percorso nello
sport? Abbastanza causale nel senso che a scuola, nei
classici sport di squadra, come la pallavolo, non ero molto portata. Mi piaceva
andare in bici, in mountain bike, sfruttando i percorsi collinari intorno a
casa, poi un giorno ho iniziato a correre quasi per caso.
La consapevolezza di come si è, cosa si
vuole, cosa piace, cosa sarebbe meglio, aiuta a fare scelte sagge e
responsabili, a decidere cosa è meglio per noi, a prendere direzioni e sentieri
che possono fare sperimentare sia benessere che performance.
Nello sport cosa e chi contribuisce al
tuo benessere e/o performance? Dal punto di vista
della performance, sicuramente il mio allenatore, per quanto riguarda il
benessere, il fatto di poter condividere gli allenamenti con chi ha gli stessi
obiettivi, rende meno pesanti anche le sedute più faticose.
Ritieni utile lo psicologo nel tuo
sport? Per quali aspetti e fasi? Non ci ho mai
pensato in tutta sincerità. Posso però dire che allenarsi con qualcuno di cui
si ha fiducia, parlare delle sensazioni e scambiarsi le esperienze è molto
importante.
Una parola o una frase che ti aiuta nei
momenti difficili? “Prendi una goleador così ti
addolcisci”. E’ una frase che mi dice Fabrizio quando ci alleniamo passandomi
una caramella alla coca cola che lui porta sempre con se. Di solito me la passa
nei momenti difficili di allenamenti e gara ed è un rito che serve ad allentare
un po’ la tensione.
Insieme è molto meglio nell'affrontare e
condividere sedute impegnative e faticose di allenamenti, soprattutto quando si
vuole preparare una maratona di tantissimi chilometri dove bisogna allenarsi
per ore e ore in strada e soprattutto se si vuole cercare di indossare la
maglia azzurra per rappresentare l’Italia in contesti internazionali.
Un'esperienza che ti dà la convinzione
di potercela fare? Più che un’esperienza, direi un
allenamento in particolare, il Giro del Brisco. Sono circa 40km collinari con
partenza ed arrivo nei pressi di casa mia. Lo faccio ogni volta che devo
affrontare una ecomaratona o una gara lunga su percorso mosso, come la Ultra K
di Salsomaggiore. Di regola, tre settimane prima della gara: se quell'allenamento viene bene, mi ritrovo con tante certezze in vista
dell’impegno vero e proprio.
Questo è molto interessante, infatti è
utilissimo trovare percorsi che possano simulare il contesto di gara, e se si
fa bene in allenamento ci si presenta sulla linea di partenza più sicuri e
sereni di poter affrontare al meglio la gara.
Cosa pensano familiari, amici, colleghi
della tua attività sportiva? Sicuramente che
sono un po’ pazza per tutti i chilometri che faccio, ma alla fine i miei
familiari sono i miei primi tifosi e così i miei amici.
Come hai superato eventuali crisi,
sconfitte, infortuni, COVID? Con l’aiuto di
familiari, amici e del mio allenatore Vittorio Polvani.
La tua situazione sportiva più
difficile? Trovarmi a decidere se operarmi o meno ai
tendini di achille per risolvere un problema di calcificazione.
C’è sempre un po’ di apprensione e di
stupore per chi si dedica a una disciplina dura e faticosa come
l’ultramaratona, soprattutto quando si prepara a gare di 100km, oppure quando
anche il clima è avverso come domenica 9 gennaio dove c’era freddo, fango e
neve. Ma poi si è contenti per quello che riesce a fare e soprattutto a come si
sente dopo aver compiuto tali imprese.
Un episodio curioso, divertente, triste,
bizzarro della tua attività sportiva? Episodi bizzarri ce
ne sarebbero diversi. Sono fondamentalmente sbadata, quindi il più delle volte,
quando apro il borsone per cambiarmi prima di un allenamento o di una gara,
scopro che manca qualcosa. I calzini sono il mio incubo, di regola li ho
spaiati, a volte ne trovo tre, altre volte uno solo.
Un aneddoto divertente invece è successo
nel 2019 alla 50km del Gran Sasso, eravamo a metà gara con Fabrizio, un
compagno di squadra con cui condivido tante gare e allenamenti, stavo bene e a
un certo punto mi è uscita una frase “Che bello oggi, non si fa fatica, sembra
quasi di essere in vacanza”. Peccato che fossimo lungo i tornanti di una salita
durissima, Fabrizio mi guarda e dice “Non t’ammazzo solo perché sono troppo
stanco”.
Episodi tristi legati alla corsa non me
ne vengono in mente, forse perché come ho detto, quando posso correre sono
sempre contenta. Ecco, quindi dico i periodi di infortunio, proprio perché non
posso fare ciò che amo.
Nella pratica del tuo sport quali sono
le difficoltà e i rischi? La difficoltà più grande è
incastrare gli impegni di lavoro. I rischi possono essere gli infortuni, ma
fanno parte del gioco.
È proprio vero che lo sport rende
felici, consapevoli e resilienti, si fatica, ci sono salite da fare, ma i
benefici sono tanti, dall'esperienza ricca e intensa con amici ai risultati che
si ottengono dopo periodi di preparazione e fatica. La corsa diventa un bel
giocattolo a disposizione e quando manca o si rompe si è tristi e se ne sente
la mancanza e il bisogno.
Conosco la salita della 50km del Gran
Sasso, è una gara che ho corso un paio di volte e il panorama è davvero molto
bello e quindi ben venga la fatica se ti permette di essere lì su.
Quali capacità, risorse, caratteristiche
possiedi nel tuo sport? La passione per la corsa prima
di tutto. Se uno fa ciò che ama, lo fa volentieri. Dovendo dire una
caratteristica tecnica: sicuramente la resistenza alla fatica.
Cosa e chi ti ostacola nella pratica
dello sport? Non mi ostacola nessuno, anche
perché nessuno può impedirmi di uscire a correre.
Cosa hai scoperto di te stessa nel
praticare sport? Ho scoperto che se faccio ciò che mi
piace, tutte le incertezze scompaiono e che quando corro ho una forza di
volontà importante.
Quando c’è una forte passione, si riesce
a trovare tempo e spazio per allenarsi, si riescono a trovare equilibri tra
studio, lavoro e famiglia per star bene facendo sport e tornare a casa
soddisfatti e pronti ad altro.
Un messaggio per invogliare uomini,
donne e ragazzi a praticare sport? Penso che ognuno
debba fare ciò che si sente. Certamente fare sport aiuta la qualità della vita.
Cosa c'è prima, durante e dopo una gara?
Prima c’è la giusta tensione, durante c’è determinazione, e dopo la
tranquillità di aver fatto il meglio che si poteva.
Mi piace “giusta tensione”, non è ansia
pre-gara ma attivazione ottimale per quello che ci si appresta a fare che può
essere ritenuto importante e quindi bisogna essere, pronti, focalizzati,
concentrati, attenti e un po’ tesi ma non ansiosi. Dopo ci si può rilassare e
guardarsi indietro per capire cosa è successo, rendersi conto di cosa si è
fatto. Durante sempre avanti convinti e determinati con grinta, forza,
resistenza, resilienza.
Quali sono gli ingredienti del successo?
Ognuno di noi deve trovare la propria ricetta, anche cucinando piatti
indigesti.
I piatti indigesti aiutano a capire che
la prossima volta bisogna essere più attenti nel fare le coese se si vuole
ottenere una prelibatezza.
Psicologo,
Psicoterapeuta, Terapeuta EMDR
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