È appena trascorso un anno 2021 in cui tutto sport italiano ha ottenuto enormi soddisfazioni, e in particolare le Olimpiadi e le Paralimpiadi di Tokio ci hanno regalato momenti esaltanti.
Per inciso, abbiamo visto come tante persone con disabilità fisiche e psichiche abbiano mostrato la capacità di superare i loro apparenti limiti e le loro serie disavventure, e testimoniato un’identità non di eroi o di vittime risarcite, ma di atleti, e prima ancora, appunto, semplicemente, di persone.
Anche la sola presenza ai Giochi olimpici può costituire il coronamento della vita di uno sportivo.
Matteo Simone, atleta e psicologo dello sport, ci propone il suo Sogni olimpici, presentato da Isabel Fernandez, Presidente dell’Associazione EMDR Italia, e prefato dalla psicoterapeuta, psicologa e coach Sonia De Leonardis.
Con la sua feconda e coinvolgente vena divulgativa, Matteo ci porta nel cuore del sogno, al periodo che precede l’impresa sportiva, raccontando, attraverso colloqui a cuore aperto con sportivi di varie discipline, anche molto diverse fra loro, come nasce e può realizzarsi il “sogno olimpico”, il progetto di tentare la partecipazione ai Giochi.
Il ruolo dello psicologo e mental coach in queste circostanze è tutt’altro che marginale, anzi può essere determinante perché l’atleta sia messo in grado di esprimere tutto il suo potenziale, come ha messo in risalto lo stesso Marcell Jacobs, l’uomo più veloce del mondo, in occasione della sua vittoria alle Olimpiadi di Tokio. Nelle interviste del libro viene costantemente sottolineata la rilevanza della componente mentale, insieme a quella fisica.
E la forza mentale si può allenare, a volte fa la differenza tra la vittoria e la sconfitta, tra il raggiungimento del traguardo atteso anche per anni e il ritiro, tra il lasciarsi andare e il continuare ad allenarsi con costanza e disciplina nonostante tutto.
Una vittoria non è mai solo del singolo atleta, ma di tutti coloro che hanno contribuito alla sua riuscita; è sempre un gioco di squadra, in qualunque ambito.
Diversi sono gli strumenti di cui dispone lo psicologo. Come afferma Matteo, la chiave del successo è nell’acronimo CAR, consapevolezza, autoefficacia, resilienza, che racchiude tre aspetti: consapevolezza di sé stessi, delle proprie risorse, capacità e limiti; autoefficacia, fiducia in sé stessi; resilienza, per gestire e superare momenti difficili. Questo vale in tutti gli aspetti della vita e, nello sport, anche per gli amatori, ma quando si vuole fare dello sport un lavoro, si accettano tutte le implicazioni che ciò comporta.
Diventare un atleta olimpico è un sogno che si può avverare, vale la pena di tentarlo, sempre consapevoli che si può anche non riuscire.
Non tutti gli intervistati nel libro, infatti, lo hanno realizzato. Oltre il fatto sportivo, lo sport è cultura, i suoi valori vanno appresi, condivisi e vissuti. Le storie che emergono dalle interviste condotte da Matteo mostrano vissuti di perseveranza, resilienza, obiettivi e sogni che lo sport può insegnare, nel successo e nell’insuccesso, e sono utili per la vita. Di ciò nella nostra società c’è realmente bisogno.
Uno degli intervistati definisce Matteo Simone “profeta dello sport”. In effetti è sempre piacevole e gratificante leggere i suoi libri, al di là della formula apparentemente ripetitiva dell’intervista, innanzitutto perché ogni sportivo che si racconta ha una storia di vita a sé che arricchisce comunque, e poi perché alla competenza dello psicologo Matteo unisce “la grande esperienza di chi vive lo sport quotidianamente” e perciò la può raccontare con ancora maggior cognizione di causa.
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