domenica 23 gennaio 2022

Delia Mastrorosa, atletica: Lavorerò per migliorare i miei personali su pista

 Correrò non solo per me stessa ma anche per la mia squadra 
Matteo SIMONE 

Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR 
 

Per ottenere qualcosa di importante bisogna guadagnarsela, faticare, pianificare e programmare sedute di allenamento in vista della gara obiettivo. 

Di seguito, Delia Mastrorosa (CUS Bari – ex Atletica Monopoli) racconta la sua esperienza rispondendo ad alcune mie domande. 
Quando ti sei sentita campionessa nello sport? Non sono una “campionessa nello sport” così come definizione testuale, non ho mai vinto grandi titoli per potermi sentire tale, ma mi sento “campionessa” ogni giorno quando con pioggia, vento, sole, 0°, +40°, dopo 9 ore di lavoro, a orari impensabili, quasi sempre da sola, non salto mai un allenamento e lavoro rigorosamente per poter raggiungere un obiettivo 

La pratica di uno sport prevede allenamenti impegnativi e con qualsiasi condizioni atmosferiche prima o dopo l’attività lavorativa per cercare di trasformare sogni in realtà, partecipando a gare sfidanti, difficili ma non impossibili. 
Qual è stato il tuo percorso nello sport? Ho iniziato a 3 anni a muovere i miei primi passi nella ginnastica ritmica, sono cresciuta nell’agonismo, ma a 14 anni ho abbandonato ogni tipo di sport, dai 14 ai 31 anni non ho più fatto alcun tipo di sport dinamico, solo tiro a segno, a 31 anni per un problema di ipotiroidismo sotto consiglio del mio endocrinologo ho iniziato a corricchiare con un mio amico, fino a quel momento avevo sempre pensato che la corsa non mi piacesse e che fosse noiosa. Contrariamente quel giorno ho indossato le mie scarpette e ho scoperto una parte di me che fino a quel momento era celata.  

La pratica di uno sport permette di scoprire se stessi, apprendere dall’esperienza, fare amicizie preziose condividendo, gioia, fatica, soddisfazioni, risultati, premi, risultati, primati. 
Nello sport cosa e chi contribuisce al tuo benessere e/o performance? Essenzialmente il benessere mentale, prima che fisico… lo sport mi emoziona e smuove i miei tumulti interiori ed è questa la scintilla che innesca in me la passione. Ho obiettivi ben precisi e lavoro duramente per ottenerli, la determinazione e la tolleranza alla fatica sono indispensabili e il supporto del mio allenatore è fondamentale e determinante nell’approccio e nella riuscita di ogni impresa. 
Una parola o una frase che ti aiuta nei momenti difficili? Può sembrare una frase banale, ma nella testa echeggia solo la voce del mio coach “fino alla fine”. 

Belle le parole di Delia, lo sport produce un benessere mentale prima che fisico, fa emozionare, fa scoprire se stessi e gli altri, fa sperimentare sensazioni uniche e preziose, mettendosi in gioco giorno dopo giorno.  
Bisogna aver chiaro in mente quello che si vuole fare e ottenere, sviluppare la consapevolezza delle proprie capacità e potenzialità e mettersi all’opera da soli o con l’aiuto di persone che possano consigliare, suggerire, sostenere. 
Un'esperienza che ti dà la convinzione di potercela fare? L’argento ai campionati italiani master 2019, la mia prima esperienza in un campionato italiano e l’inconsapevolezza totale di poter salire su quel podio.  
L'evento sportivo dove hai sperimentato le emozioni più belle? Indubbiamente i campionati italiani master a Campi Bisenzio. 

Ottima prova per Delia, il 6 luglio 2019 è arrivata sul secondo gradino del podio categoria SF35 correndo un 1.500 metri in 5’02”68 a Campi Bisenzio, prova valida come Campionato Italiano Individuale su pista Master, la vincitrice è stata Luisa Manigas (A.S.D. Cagliari Aletica) in 4’50”58”, mentre sul terzo gradino è salita Chiara Giachi (Atletica 2005) in 5’02”99. 
Cosa pensano familiari, amici, colleghi della tua attività sportiva? Nella loro recidiva affermazione “chi te lo fa fare?”, in realtà c’è tanto supporto emotivo.  

In effetti, è sottinteso che malgrado si tratti di uno sport non remunerativo, dietro c’è una forte passione e un grande benessere che si sperimenta. 
Un episodio curioso, divertente, triste, bizzarro della tua attività sportiva? In una gara facevo la pacemaker, portai al traguardo con il tempo prestabilito un uomo che più volte provò a fermarsi durante la gara e io tornai a riprenderlo ogni volta e lo “costrinsi” a continuare, a fine gara scoppiò in lacrime, mi raccontò che 1 anno prima pesava 40 kg in più e che quella gara l’aveva corsa per una promessa fatta alla figlia, non smetteva di piangere e di ringraziarmi, fu per me toccante, perché inconsapevolmente avevo fatto qualcosa che per quell’uomo valeva tantissimo 

Un bel e delicato compito quello dei pacemaker che si mettono a disposizione degli organizzatori e degli atleti nel tenere un ritmo costante di gara di un tempo prefissato per concludere la gara e chi vuole può seguirli con serenità affidandosi a loro. 
Lo sport fa incontrare persone che si mettono in gioco cercando di portare avanti un sano stile di vita per sentirsi persone migliori. 
Quali capacità, risorse, caratteristiche possiedi nel tuo sport? L’incessante costanza, la determinazione, la semplicità di riconoscere i miei limiti e la voglia di provare a superarli.  

Sono tanti gli ingredienti del successo, crederci tanto e sempre, impegnarsi duramente e costantemente, inseguire sogni, mete, progetti. 
Nella pratica del tuo sport quali sono le difficoltà e i rischi? La mia difficoltà maggiore è la carenza di pista di atletica nella mia città (la più vicina è a 30’ di macchina). I rischi maggiori sono correre per strada tra le auto e gli ipotetici e immancabili infortuni a cui ogni sportivo è esposto.  

La carenza di piste di atletica è un problema di tante cittadine del sud, anche a Manfredonia che sta diventando sempre più la città dello sport manca una pista che favorirebbe la pratica dello sport a tanti ragazzi e adulti che da tanto tempo la richiedono fortemente ma poco ascoltati dalle istituzioni locali. 
Cosa e chi ti ostacola nella pratica dello sport? Se c’è un ostacolo, cerco una soluzione per far sì che non lo sia.  
Cosa hai scoperto di te stessa nel praticare sport? Che l’essere testardi nello sport non ha un'accezione negativa. 

Delia sembra avere un approccio molto resiliente, sa il fatto suo, sa quello che vuole e si mette sotto per ottenerlo, e se ci sono avversità, ostacoli, criticità, imprevisti lungo il percorso non si arrende, non si dispera ma cerca di intravedere, un piano B, una via di fuga, cerca di rimodulare piani e programmi andando sempre avanti verso i suoi obiettivi, mete, sogni da trasformare in realtà. 
Ritieni utile lo psicologo nel tuo sport? Per quali aspetti e fasi? Non ho mai chiesto il supporto psicologico, ma ritengo che possa essere utile per vari fattori, esempio la ripresa da un infortunio o gestire l’ansia da gara.  
La tua situazione sportiva più difficile? Il mio infortunio più grave, la lacerazione del gemello mediale nel 2019. 
Come hai superato eventuali crisi, sconfitte, infortuni, covid? Non è stato semplice, tutto il 2020 è stato determinato dalla voglia di riprendermi dall’infortunio e il continuo timore di infortunarmi nuovamente, accompagnato da una forte determinazione in allenamento e un atteggiamento arrendevole in gara, l’ho superato gareggiando, il mio allenatore mi ha “obbligata” ad approcciarmi a nuove distanze e a tipologie di gare che non mi piacciono, ma… il riuscire, lì dove io personalmente non vedevo possibilità alcuna, mi ha “sbloccata” e mi ha fatto ritrovare la consapevolezza delle mie capacità.   

In effetti ci possono essere momenti o fasi in cui l’atleta è in difficoltà per diversi motivi, per uno stop dovuto a infortuni e bisogna gestire questo momento difficile che può destabilizzare le abitudini e la vita dell’atleta in cerca di una risoluzione immediata, così come la gara potrebbe provocare un’attivazione elevata nell’atleta che potrebbe perdere energie preziose e viverla malissimo da compromettere la prestazione nonostante in allenamento abbia dimostrato di valere tantissimo. 
Utilizzi allenamenti mentali? Metodi di respirazione e/o visualizzazioni? Nulla di quanto elencato, ma alcuni allenamenti, sono volti prettamente ad allenare la mente più che il corpo. 

È importante simulare la fatica di gara o realmente in allenamento o attraverso visualizzazioni e immaginazioni per arrivare pronti alla gara e avere una minima idea di ciò che ci si può aspettare e come si potrebbe gestire, affrontare, superare nel migliore dei modi. 
Un messaggio per invogliare uomini, donne e ragazzi a praticare sport? “Chi non arde, non incendia”. 
Ti ispiri a qualcuno?
 Sono da sempre stata affascinata della donna prima ancora che dell’atleta Alice Milliat 

Alice Milliat è stata una nuotatrice, canoista e dirigente sportiva francese, pioniera dello sport femminile in Francia e nel resto del mondo. Il 31 ottobre 1921 fondò la Fédération Sportive Féminine Internationale (FSFI; federazione sportiva femminile internazionale). Alice Milliat fu a capo del comitato organizzatore dei Giochi olimpici femminili, da lei ideati per opposizione ai Giochi olimpici, fin dalla loro prima edizione riservati esclusivamente agli uomini. 
I primi Giochi olimpici femminili si svolsero a Parigi nel 1921 e videro la partecipazione di 77 atlete provenienti da cinque Paesi. Per la terza edizione il Comitato Olimpico Internazionale convinse Alice Milliat a cambiare il nome della manifestazione internazionale in cambio dell'apertura alle donne dei Giochi olimpici. La richiesta fu accolta e i Giochi femminili assunsero la denominazione ufficiale di Giochi mondiali femminili e ai Giochi olimpici di Amsterdam 1928 furono introdotte cinque gare riservate alle donne, alle quali presero parte dieci squadre nazionali. 
Prossimi obiettivi? Sogni realizzati e da realizzare? Lavorerò per migliorare i miei personali su pista, nel 2022 ho cambiato società per scoprire nuovi entusiasmi e per la prima volta correrò non solo per me stessa ma anche per la mia squadra e ritengo che questo possa essere molto stimolante. Ho realizzato molto più di quello che erano i miei sogni, ho iniziato a correre per una carenza fisica, ma essendo una persona che vive di emozioni forti e che non si accontenta di “sopravvivere”, non avrei mai potuto proseguire (solo per imposizione medica), è nell’atletica che ho scoperto quelle forti emozioni, è diventata parte della mia quotidianità, la mia “droga”, non avrei mai e poi mai immaginato di provare delle vibrazioni così totalizzanti e di raggiungere dei risultati impensabili. Sogni ne ho, ma sono ben poggiati per terra. 

Bisogna avere sempre obiettivi chiari e sfidanti e avere il coraggio, la determinazione, la grinta di volerli perseguire e raggiungerli lavorando duramente per se stessi e per l’intera squadra di cui si fa parte che protegge, sostiene, contribuisce al benessere e alla performance dell’atleta. 
Cosa c'è prima, durante e dopo una gara?
 Sono molto ansiosa prima di una gara, divento nervosa, irritabile ho ripercussioni gastrointestinali, ma appena lo starter preme il grilletto ho una vera e propria trasformazione e tutti i timori mutano in forza. Il dopogara ovviamente è determinato dal risultato della gara stessa.  

Il pre-gara può essere ansiogeno ma si possono trovare le strategie da mettere in pratica per sostenere i momenti precedenti la gara, con la consapevolezza che poi tutto passa e si trasforma in energia, forza, resistenza entrando nel flow dove tutto riesce come si vorrebbe tralasciando ogni ansia e tensione. 
Quali sono gli ingredienti del successo? Motivazione, costanza, allenamento e sacrificio. 

Matteo SIMONE 

Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR 

Contatti: 380.4337230 - 21163@tiscali.it  

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