domenica 7 maggio 2017

Laura Ravani, 2^ donna al Big Rock Morenic 100 miglia 160km trail 2024

Correre in equilibrio con il proprio corpo e la propria psiche 
Matteo SIMONE 


Si può fare tutto, importante è trovare il proprio equilibrio tra bisogni ed esigenze personali, motivazioni interiori, intrinseche e motivazioni esterne, estrinseche.

Importante decidere la direzione per raggiungere mete e trasformare sogni in realtà, ma tutto con equilibrio, attenzione, sempre presenti a se stessi. Il 28 settembre 2024, si è svolta la “Big Rock Morenic 100 miglia”, 160km trail e la vincitrice è stata Antea Pellegrino in 20h55’25”, precedendo Laura Ravani 22h46’44” e Monica Francesca D’Urso 23h22’19”. 
Il vincitore assoluto è stato Davide Ambrosini 17h2929”, precedendo Alessandro Cominelli 17h58’03” e Fabio Di Giacomo 18h0217”. 

Lo sport fa emozionare condividendo fatica e passione

Matteo SIMONE 

Lo sport fa emozionare condividendo fatica e passione, sempre avanti con il sorriso, . 

Questo è lo sport che vogliamo.
La fatica condivisa non pesa e non stanca, si fatica divertendosi e condividendo esperienze, sensazioni ed emozioni che ti legano nello sport e nella vita quotidiana.
Lo sport rischia di diventare davvero mostruoso, ci trasforma in macchine, in esseri viventi d'allevamento per la performance, per stupire, solo motivazioni esterne, di ricchezze, annulla i veri valori della pura sfida con gli altri, la fatica condivisa.

Andrea Boni Sforza: Ho dovuto trovare energie fisiche e mentali eccezionali

Matteo Simone
Psicologo, Psicoterapeuta

Nello sport ci vuole grande e forte motivazione intrinseca per fare cose grandi e importanti, per abbattere muri mentali e record personali.

E' importante essere guidati e motivati da se stessi, motivazioni interne, una grande passione, non esistono premi in denaro o qualsiasi compenso per voler faticare nello sport e per raggiungere mete e obiettivi importanti, questo è lo sport che vogliamo. 
Di seguito Andrea racconta la sua esperienza di atleta ultrarunner rispondendo un po’ di tempo fa a un mio questionario.
Cosa significa per te essere ultramaratoneta?Quando supero il 42°km, inizia la mia gara.”
Qual è stato il tuo percorso per  diventare ultramaratoneta?Dopo anni di attività sportiva, dopo aver corso un buon numero di maratone, dopo essermi costruito una buona esperienza e maturità, all’età di 38 anni, con una buona conoscenza di me stesso, con una struttura fisica e atletica ben definita, ho deciso di intraprendere una strada nuova, affascinante, a ai più inesplorata.”

sabato 6 maggio 2017

La sconfitta fa male ma serve per portare a casa grandi insegnamenti


                                                                                    “Ciò che non mi uccide mi rende più forte”                                                                                                                           Friedrich Nietzsche


Nello sport così come nella vita si sperimentano sconfitte ma la cosa importante è quello che ci si fa con la sconfitta, perché serve tutto, serve vincere per aumentare fiducia in sé ma serve anche perdere per conoscerti meglio e apprendere sia dai propri errori che dalla bravura dell’avversario, di seguito l’esperienza di Sara Errani dopo la sconfitta nei quarti agli Us Open di settembre 2014, quand’era n.14 del mondo:: “E’ stata più forte di me soprattutto fisicamente, questa è stata la differenza più grande. Lei è una giocatrice intelligente, solida, ordinata, spinge sempre la palla e non fa mai errori. Se gioca così penso possa vincere il torneo. Ho cercato di cambiare qualcosa nel secondo set, ho provato ad essere più aggressiva a cercare più la rete ma non ci sono riuscita. Sapevo che era molto in forma, ma non così tanto… speravo sbagliasse qualcosina invece oggi non ha fatto neanche un errore. Io ho sbagliato all’inizio a giocarle troppo sul rovescio, ho provato a cambiare ma ero già un po’ cotta. C’era tanto vento, ma c’era per tutte e due. Lei non ha problemi con il vento, è intelligente e sa gestirlo. E’ stata brava anche sotto quell’aspetto. E’ stato un buon torneo, ho fatto belle partite, ho avuto buone sensazioni. Fa male perdere, ma lei è stata superiore. Spero comunque di continuare con queste sensazioni ci sono ancora tanti tornei in stagione. Ora andrò a Tokyo, Wuhan e Pechino”.

Fa male perdere ma importante è rimettersi al lavoro, non perdersi d’animo, pianificare e programmare nuove mete e obiettivi da raggiungere con più consapevolezza ed essendo resilienti.
La resilienza, il cui significato è: “mi piego ma non mi spezzo”, sta a significare che il vero campione esce fuori dalle sconfitte con più voglia di riscattarsi, di far meglio, di migliorare gli aspetti, le aree in cui ha mostrato carenza. Chi è resiliente, infatti, non si lascia abbattere da una sconfitta ma ne esce rafforzato, analizza i suoi errori e trova le giuste soluzioni per tornare a vincere. È grazie a questa dote del carattere che si diventa campioni: alcuni ci nascono altrimenti la si può allenare.

Lino Lorenzo Nazzaro: Il bisogno di correre va oltre tutto seriamente


Lo sport quando lo conosci impari a praticarlo, ad approcciarti un po’ per volta apprendendo, poi man mano che vai avanti ti accorgi che si tratta da un lato di un’opportunità di svago e condivisione e dall’altra parte ti accorgi che si tratta di una cosa seria, ti da delle regole da rispettare per sentirti meglio, per sperimentare benessere, per andare più forte, per modellare il corpo, per risolvere problemi. Diventa una pratica quotidiana di benessere.

Di seguito Lorenzo ci racconta la sua esperienza di atleta rispondendo ad alcune domande di un po’ di tempo fa.
Ti sei sentito campione nello sport almeno un giorno della tua vita ? Si, mi è capitato di arrivare 1° nella mia categoria e una volta 3° assoluto in una gara.
Quali fattori hanno contribuito al tuo benessere o performance? La sensazione di avere sempre 'gli occhi aperti' ed essere sempre propositivo. Avevo problemi di reflusso e frequenti emicranie. Spariti. Ho cominciato anche a mangiare in maniera più bilanciata. Tutti questi benefici fisici mi hanno permesso di sentirmi meglio con il mio corpo.

giovedì 4 maggio 2017

Pisano Romualdo, ultramaratoneta: Volere è potere e la testa decide il tutto

Matteo SIMONE 

Approfondendo il mondo delle ultramaratone sto conoscendo sempre più atleti che utilizzano degli ingredienti per sperimentare sia benessere che performance in corse di lunghe distanze. 

Di seguito riporto l’esperienza di Romualdo che racconta il suo percorso di atleta.
Ti sei sentito campione nello sport almeno un giorno della tua vita?Mi sento un campione ogni giorno che corro e finisco i miei allenamenti.”
Qual è stato il tuo percorso nella pratica sportiva? Ho giocato a calcio fino all'età di 18 anni circa poi il buio più totale. Poi un bel giorno a circa 34 anni da fumatore accanito ho deciso di dire basta e voltare pagina iniziando prima a correre per non ingrassare. Pesavo circa 80kg ed in pochi anni sono riuscito a mettermi in competizione alle ultramaratone Italiane più ambite.”

Aurelia Rocchi, seconda donna all’Ultramaratona Milano Sanremo 285km


Una gara non per tutti, una gara per gente abituata ad andare avanti nonostante le avversità, persone che dimostrano di essere resilienti e determinati nel raggiungere il loro obiettivo, di seguito l’esperienza raccontata da Aurelia rocchi rispondendo ad alcune mi domande.
Ciao, complimentissimi, se ti va ho qualche  domanda per te, com'è andata? Soddisfatta? “Andata bene. Soddisfatta anche se sono arrivata con 48 minuti di ritardo. Ultime ore ha diluviato forte e il freddo e la stanchezza ci hanno bloccato.”
Hai sofferto, momenti critici, problemi, esigenze particolari durante la gara? “Sì, ho un po’ sofferto ma è normale correre per 49 ore non è uno scherzo ma ho ormai imparato a superarli tutti i momenti di crisi che mi vengono, mi ricordo sempre le parole di Gianni Miniego: se riesci a superare quei momenti arriverai al traguardo sempre. Grande Gianni!”
Aurelia Rocchi, ha incontrato la corsa per caso grazie a un atleta della squadra Villa De Sanctis, e da lì non si è più fermata, ha iniziato a macinare chilometri a più non posso, partecipando a gare sempre più lunghe e più dure, gare a circuito, gare di lunga distanza, ultimamente anche trail e ultratrail. Gianni Miniego, un atleta e uomo di riferimento di molti ultrarunner, non poteva che dare consigli utili e preziosi ad Aurelia così come li ha dati al sottoscritto e a tanti altri atleti.

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