domenica 7 maggio 2017

Lo sport che ti fa emozionare, senza lepri, senza pretese, senza premi milionari


 
Lo sport che ti fa emozionare, senza lepri, senza pretese, senza premi milionari, sempre avanti con il sorriso, condividendo fatica e passione. Questo è lo sport che vogliamo.

La fatica condivisa non pesa e non stanca, si fatica divertendosi e condividendo esperienze, sensazioni ed emozioni che ti legano nello sport e nella vita quotidiana.

Lo sport rischia di diventare davvero mostruoso, ci trasforma in macchine, in esseri viventi d'allevamento per la performance, per stupire, solo motivazioni esterne, di ricchezze, annulla i veri valori della pura sfida con gli altri, la fatica condivisa. Questo non è lo sport che vogliamo.

A volte lo sport ti fa sperimentare di riuscire in qualcosa, ti fa incrementare l’autoefficacia, senti di riuscire in qualcosa, di avere delle capacità, risorse, caratteristiche che ti permettono di fare sport in modo continuativo con passione.

Il benessere comprende quello fisico e mentale, lo sport permette di scaricare tensione e stress, ti permette di trovare un tempo tutto tuo dedicato a te stesso da solo o in compagnia per fare qualcosa che diventa piacevole, lo sport ti fa sperimentare sensazioni ed emozioni, e comporta anche fatica ed impegno per raggiungere obiettivi e trasformare sogni in realtà.

Attraverso lo sport si sperimenta anche benessere relazionale condividendo esperienze di allenamento e di gara, facendo parte di una squadra di sportivi che si iscrivono a competizioni da portare a termine confrontandosi tra di loro e dandosi consigli sui miglior allenamenti e su come aumentare al performance.

Siamo noi che possiamo decidere lo sport che vogliamo, non lasciamo che le grandi marche scelgano per noi, quanto meno chiediamo cosa c’è dietro questi esperimenti di laboratorio, quali sono gli aspetti positivi e gli aspetti negativi per gli atleti che vengono reclutati.

Atleti tolti dalle competizioni nazionali e internazionali per essere allevati alla performance, atleti che forse vengono usati per il commercio, cosa ne sarà di loro se falliscono? Saranno accantonati o dimenticati, potranno tornare sul mercato? Non è tanto chiaro quello che sta succedendo e il prezzo da pagare da parte dei vari attori.

C’è un comitato etico che tutela gli alteti? Sembra trattarsi di un gioco d’azzardo, provare a utilizzare dei campioni per testarli in laboratorio, forse per sfinirli fisicamente, mentalmente, dal punto di vista motivazionale. Saranno in grado di continuare a trovare gli stimoli per competere dopo le prove di laboratorio o cercheranno sempre più performance o premi sempre più alti?

Rimane tutto un mistero, uno studio per tutelare solo interessi economici e non persone, non famiglie, non sembra che lo sport con i suoi valori venga tutelato.

Lo sport per abbassare i limiti ha sempre fatto male alle persone e allo stesso sport, velocità sempre più elevate vengono chieste ai ciclisti, sempre più partite per gli interessi televisivi, proteggiamo lo sport chiedendo spiegazioni chiare e tutela.

Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR
380-4337230 - 21163@tiscali.it
http://www.psicologiadellosport.net

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