Matteo Simone
Molti considerano anomalo correre tanti km, considerano anomalo correre in circuiti di circa un km per 6 ore consecutive, ma a volte l’anomali e il bizzarro attrae più di tutto, diventa una sfida, scoprire se si è in grado di fare cose difficili e sfidanti, gare lunghissime e difficilissime.
Quello che si
sperimenta attrae più di ogni cosa, ci si innamora.
Di
seguito l’esperienza raccontata da Manuel rispondendo a un mio questionario.
Ti puoi definire ultramaratoneta? “Credo proprio di si...anche perché ho
una vera e propria repulsione per le corse brevi.”
Cosa significa per te essere ultramaratoneta? “Significa riuscire a spingere il
proprio corpo al limite superando difficoltà e crisi fisiche e mentali.”
Qual è stato il tuo percorso per
diventare ultramaratoneta? “Piuttosto anomalo...ho sempre fatto
sport che c'entravano poco con la corsa. Poi siccome facevo palestra in modo
abbastanza serio ho iniziato a corricchiare le FIASP la domenica per definirmi.
Un giorno un amico mi chiese se volevo fare con lui la 6 ore di Buttrio. Io
nonostante non avessi mai corso più di 20 km accettai. In quella corsa feci
58 km. Ci misi un mese per recuperare ma mi innamorai di questo tipo di gare e
da lì non mi sono più fermato.”
Il 9 settembre 2012, Manuel corse la quinta 6 ore città di Buttrio, corsa su strada, totalizzando 58,468 km e classificandosi dodicesimo assoluto e secondo categoria M23. Il vincitore assoluto è stato Mirco Recchi 73,067 km, precedendo Antonio Margiotta 71,608 km e Sergio Ruzzier 66,429 km. Tra le donne vinse Italia Dalla Torre 63,.862 km, precedendo Alessia Epis 54,544 km e Lia Toscan 53,818 km.
Cosa ti motiva ad essere ultramaratoneta? “Riuscire a spostare il mio limite
sempre più in là.”
Sempre
più lunghe le gare, in Italia si è arrivati a organizzare una gara di corsa
della distanza di 285 km da percorrere nel tempo massimo di 48 ore da Milano a
Sanremo e il primo arrivato nel 2017 è stato un Portoghese che ha impiegato poco
più di 30 ore.
Hai mai pensato di smettere di essere ultramaratoneta? “Assolutamente no.”
Hai mai rischiato per infortuni o altri problemi di smettere di essere
ultramaratoneta?
“Di smettere no...ma ho dovuto star fermo 3 mesi per una brutta sciatalgia ed è
stata durissima.”
A volte ci sono degli infortuni che ti fanno fermare e bisogna aspettare il tempo opportuno e fare le adeguate terapie per ripristinare uno stato di forma ottimale per riprendere la pratica della corsa a piedi e riprendere a gareggiare.
Cosa ti spinge a continuare? “Intanto il fatto che la corsa è una
"droga". Appena ho finito una corsa penso già alla successiva. E poi
il clima di amicizia e solidarietà che trovi in questo mondo e che per esempio
se vai a fare una mezza maratona non trovi.”
Vero
confermo si respira un buon clima nel mondo degli ultrarunner, tutti vicini e
amici, incontri e abbracci, si raccontano aneddoti e imprese, si scherza e si
mangia in compagnia senza stress.
Hai sperimentato l’esperienza del limite nelle tue gare? “Si...ti direi quasi sempre. Essendo io
un tipo molto competitivo cerco sempre di dare il massimo e questo chiaramente
ti spinge al limite.”
Quali meccanismi psicologici ti aiutano a partecipare a gare estreme? “Un
ego molto elevato. Una forte determinazione al conseguimento del risultato. Una
buona testardaggine.”
La tua gara più estrema o più difficile? “Asolo 100 km 2015. Partenza con 40 gradi. Io col caldo spesso soffro di problemi di stomaco. Già a metà salita del ‘Grappa’ (quindi verso il trentacinquesimo km) avevo nausea e stomaco chiuso. Sono riuscito a finirla dando di stomaco circa una quindicina di volte senza mangiare e bere per più di nove ore. Sono arrivato disidratato che non mi reggevo nemmeno in piedi con una perdita di peso (liquidi) di circa 6 kg. Però ce l'ho fatta.”
"Però
ce l’ho fatta", è questo che conta per molti ultrarunner, fatica, dolori,
sofferenza, malessere, ma si arriva al traguardo portando a termine una grande
impresa, un’esperienza intensa e forte che consolida autoefficacia e incrementa
la resilienza, si diventa più sicuri e convinti nelle proprie possibilità e
capacità, si ricordano questi episodi con fierezza.
Il 18 luglio 2015, Manuel ha corso l’Asolo 100 km corsa su strada in 15h03’56”. Il vincitore assoluto è stato Loris Fanton 8h46’57”, precedendo Federico Borlenghi 940’44” e Raffaello Villa 9h41’40”. Tra le donne vinse Rossella Verzeletti 12h04’41”, precedendo Sonia Lutterotti 12h30’39” ed Elisa Miotto 13h12’17”.
Quale gara estrema ritieni non poter mai riuscire a
portarea termine?
“Avendo una grande autostima ti direi nessuna...però obbiettivamente se non
riesco a risolvere completamente i miei problemi di stomaco col caldo ti direi
la Bad Water. Correre con oltre 50 gradi per 217 km e 4400 d+ non è una
passeggiata.”
E’
importante aver cura di se, essere consapevole delle proprie potenzialità ma
anche dei propri limiti, tutto è fattibili, tutto è raggiungibile ma con
estrema attenzione.
C’è una gara estremi che non faresti mai? “Una famosa corsa a tappe in un famoso
deserto perché ritengo offensivo il costo spropositato dell'iscrizione..in
parole povere secondo me quello è solo business.”
Cosa ti spinge a spostare sempre più in avanti i limiti fisici? “La curiosità di vedere fin dove posso
arrivare.”
Cosa pensano familiari e amici della tua partecipazione a gare
estreme?
“Bisogna distinguere...frequentando questo mondo inevitabilmente si fanno delle
amicizie all'interno. Quindi gli amici che ne fanno parte mi capiscono mi
aiutano e mi supportano. Gli altri mi sopportano e no che sia in pazzoide
svitato.”
Davvero
divertente e bizzarro il mondo degli ultrarunner, si diventa un componente di
una grande famiglia, ci si sente a distanza, si partecipa a gare e si rincontra
con gioia e aiutandosi in gara.
Che significa per te partecipare a una gara estrema? “Significa sfida! Ma non con gli
altri...sfida con me stesso. Dimostrarmi che posso farcela.”
Ti va di raccontare un aneddoto? “100 miglia del Magredi. Già 30 ore di
gara e quasi 2 notti che non dormo. Buio pioggerellina e nebbia. Siamo io e una
ragazza. A un certo momento sentiamo in una boscaglia a 2 metri da noi un
grugnito. Ci blocchiamo dalla paura pensando a un cinghiale. Passiamo con il
cuore in gola...scopriremo solo in seguito che era il russare di un concorrente
che esausto si era messo a dormire.”
Garantisco
che questi racconti sono veri, ne succedono e se ne vedono di tutti i colori,
perfino deliri uditivi e visivi, miraggi, di tutto di più, si ascoltano e si
vedono lupi e orsi e a volte sono pure veri.
Il 2 ottobre 2015, Manuel ha corso il ‘Magredi Mountain Trail 100 Mile’ in 38h36’17”. Il vincitore assoluto è stato lo slovacco Frantisek Kana 25h05’24”, precedendo Denis Treu 25h21’59” e Danilo Braghini 28h04’44”. Tra le donne vinse la svizzera Barbara Götz 29h38’48”, precedendo Stella Fuccenecco 37h27’58”.
Cosa hai scoperto del tuo carattere? “Una fortissima determinazione nel
conseguire il risultato. Uno spirito di rivalsa quando le cose vanno male
(succede).”
Come è cambiata la tua vita? “Ti direi che non è cambiata perché ho
sempre fatto sport. Quindi il tempo che prima dedicavo alla palestra e al
calcio ora lo dedico alla corsa.”
Se potessi tornare indietro cosa faresti o non faresti? “Rifarei esattamente tutto quello che
ho fatto. Penso che i rimpianti siano inutili.”
Usi farmaci, integratori? “Solo integratori nelle gare. Sali e
gel.”
Ai fini del certificato per idoneità attività agonistica, fai indagini più
accurate?
“Sinceramente no. Faccio la classica visita annuale.”
E’ successo che ti abbiano consigliato di ridurre la tua attività
sportiva?
“Solo quando ero infortunato.”
Hai un sogno nel cassetto? “Certo, la corsa che ogni
ultramaratoneta sogna di correre...Spartathlon. Spero in un paio d'anni di
poterci provare.”
Questa
intervista risale al 20 luglio 2016,nel frattempo
Manuel ha raggiunto il suo sogno di correre la Spartathlon (GRE) 246km il 28 settembre 2018
in 35h20'23" e l’anno successivo, il 15 novembre 2019, ha raddoppiato la distanza
correndo l’Authentic Phidippides Run Athens-Sparta-Athens 490 km (GRE) in 99h17'41".
Matteo SIMONE
Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR
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