Matteo Simone
Senza fretta, avanza sempre con attenzione e distrazione, recupera ogni tanto soprattutto ai ristori approfitta a camminare ingurgita sempre qualcosa, gioca di anticipo nel conservare energie fino alla fine, nota e osserva respiro e sensazioni corporee dentro e fuori di te, metro per metro, chilometro per chilometro, ristoro per ristoro, avanza sempre, non pensare alla fine, vivi ora-
La
100km del Passatore da Firenze a Faenza diventa sempre più una gara obiettivo
di tanti runner e ultrarunner. Si corre ogni anno l’ultimo fine settimana di
maggio da oltre 40 anni, decine di anni fa i protagonisti erano i fratelli
Gennari che arrivavano sempre a podio e Vito Melito che l’ha vinta.
Ultimamente
protagonista indiscusso è Giorgio Calcaterra il Re della 100km, pluricampione
al mondo di 100km, vinicitore delle ultime 11 edizioni consecutive.
Il
pensiero di fare una 100km si innesta in alcuni atleti come un virus anche se
gli allenatori li scoraggiano perché lapreparazione è lunga, dura e faticosa e dispiace
vederli rallentare i ritmi di corsa, i ritmi per forza di cosa devono
rallentare. Ma l’essere umano è strano cerca sfide con se stesso, vuole
esplorare il mondo che lo circonda ma anche il suo mondo interno.
Importante
avere sempre una direzione, un obiettivo difficile, sfidante da poter
mobilitare le energie occorrenti per trasformare sogni in realtà. Per tanti è
un ingresso nel mondo delle ultramaratone. Di seguito alcune testimonianze di
atleti che si dedicano o si vogliono dedicare alle lunghe distanze, in
particolare con l’obiettivo Passatore.
Marco D’Innocenti: “Nel 2013 mi sono ritirato al 96esimo chilometro del Passatore, quando ero in quinta posizione ed avevo una proiezione finale di 7h10’.”
Roberto D’Uffizi della società La Sbarra & I Grilli Runners: “La 100km del Passatore dello scorso anno, senza dubbio.”
Anche
Alessandro Reali, da pochi anni nel mondo della corsa, ha maturato la sua
decisione di partecipare al Passatore, di seguito le sue parole: “Ho iniziato a correre circa 5 anni fa, dopo aver conosciuto un gruppo
di persone del mio quartiere con le quali ogni mattina condividiamo qualche ora
di sport e sane risate tra il nostro parco, il bar e la palestra. Da lì ho
iniziato a fare gare di 10 km, per poi avventurarmi nelle mezze maratone, mi
sono appassionato sempre di più e ora corro circa 4 maratone l’anno. Quest’anno
proverò un’altra esperienza, la 100 km del PASSATORE insieme al mio amico
Massimiliano i prossimi 27 e 28 maggio.”
La
prima 100km è importante e bisogna esserci con corpo, cuore e testa, di seguito
Pasquale Artuso racconta la sua prima esperienza: “Erano
almeno due anni che coltivavo l’idea di partecipare a questo evento, chiamarla
gara sarebbe troppo riduttivo, ma per affrontare questo tipo di sfide bisogna
essere pronti e preparati soprattutto con la testa oltre che con le gambe. A
2km dalla fine si entra nel paese, spengo la frontale e la metto in tasca,
ormai è fatta, 98km e corro ancora, sono appena passate le 4:00 del mattino, è
ancora buio, ho vinto la scommessa col sole, arriverò prima io del suo sorgere. L’ultimo
km è qualcosa che non si può descrivere, un misto di gioia, soddisfazione e
sofferenza. Dedico questo traguardo a mia
moglie che mi ha sempre sostenuto, ai miei figli ai quali spero di aver
insegnato che “volere è potere”, ai numerosi amici che mi hanno sempre
incoraggiato e a me, bravo ad averci creduto fin dall’inizio.”
Durante la gara del Passatore, dove i partecipanti sono migliaia, si
fanno incontri straordinari, di seguito Marco Stravato racconta una sua esperienza:
“All’ultimo passatore prima incontrai la vincitrice
di una 100 km del Sahara, stava attraversando una crisi pazzesca, l’ho
incoraggiata a non mollare, a camminare che la crisi prima o poi passa, ed è
passata, poi ho incontrato un ultra che aveva corso la settimana prima la nove
colli e correva per defaticamento la 100 km del Passatore, invece intorno
all’80° km sorpasso un podista, vedo che si mette in coda, gli dico vai avanti
e lui mi risponde non ti preoccupare vai avanti tu che hai la luce, percepisco
dall’accento che è un ciociaro, gli chiedo ma di dove sei? e lui mi risponde,
di Cassino ed io, allora sei Antonio Di Manno e lui con stupore mi risponde di
si, e tu sei Marco Stravato allora? Ci eravamo sempre scambiato delle battute
su FB, ma non ci eravamo mai conosciuti di persona, così abbiamo condiviso
molti km di quel Passatore, poi negli ultimi 5 km lui stava meglio ed ha
accelerato.”
Per
Valentina Spano, come tante altre gare, il Passatore è come un viaggio, un
viaggio anche dentro se stessi: "E’ un'avventura, un gioco.
Spesso vedo posti bellissimi (come nei trail) oppure vado in città che
altrimenti non avrei visitato, spesso, come nel caso del Passatore, la gara diventa
un viaggio. Sempre, la gara è un viaggio dentro se stessi.”
Il
Passatore è nella testa di tanti runner, ecco
cosa dice Vincenzo Santillo: “Ma l'unica cosa che conta
è "sabato", arrivare e godersi il percorso perché il passatore non si
corre ma bisogna goderselo. Ricordo bene finita la 100 km dopo aver riposato,
che praticamente non ho chiuso occhio, alle 7 del mattino uscendo dal bed &
breakfast vedevo le persone del posto che uscivano a correre e pensavo 'beati
loro, ma facess nà corsa', Chest è!”
A volte su invito di amici, parenti o medici ci dedichiamo ad attività
per noi sconosciute o che non abbiamo mai avuto modo o occasione di praticare o
di interessarci e come per magia gradualmente ci accorgiamo di diventare quasi
dipendenti, ci accorgiamo che tali attività, tali interessi per qualche motivo
ci procurano benessere, ci fanno sperimentare situazioni piacevoli.
Anche
Gianluca Achille è orientato e proiettato verso il Passatore e lo scorso
giovedì ha avuto l’opportunità di essere presente alla serata Purosangue presso
LMB dove ho tenuto il workshop sull’aspetto mentale e psicologico in
ambito sportivo, di seguito le sue parole di apprezzamento: “Ciao sono Gianluca, volevo ringraziarti ancora per la lezione sulla
100km quasi privata di giovedì scorso, spero di riuscire a mettere a frutto
tutti i consigli.”
Carlo
Ascoli e anche lui è pronto per affrontare sabato prossimo la 100km del
passatore, dice di averla preparata bene e quindi proiezione finale sotto le 9
ore, vedremo. Carlo ha una bella carriera, con un bel podio, a partire proprio
dal Passatore chiuso la prima volta sotto le 13 ore, di seguito racconta la sua
gara della vita cono straordinarie sensazioni ed emozioni rispondendo alla
domanda Qual è stata la gara della tua vita, dove
hai dato il meglio di te o dove hai sperimentato le emozioni più belle? “La
100 km delle Alpi 2012 dove ho fatto il mio personale (8ore e 5 minuti) e dove
sono salito la prima volta sul podio in una gara del genere (3°). Ho avuto
tante fortune in quella gara: Ho corso lunghi tratti di quella gara insieme
alla grandissima Monica Casiraghi, ad un altro grande come Nerino Paoletti
arrivandogli appena dietro e subito dopo di me c’era un altro fortissimo atleta
come Marco Lombardi agli inizi. Ciliegina sulla torta all’arrivo della gara chi
mi mette la medaglia al collo? Giorgio Calcaterra. Cosa deve chiedere di più un
ultramaratoneta? Pensare che 6 anni prima esordivo nella 100 km del Passatore
con oltre 13 ore.”
Anche
per Ernesto Venditti il passatore fa parte delle gare più belle della sua vita,
ecco come risponde alla domanda Qual è stata
la gara della tua vita, dove hai sperimentato le emozioni più belle? “La
marathon des sable e la 100km del passatore”.
Oltre ad essere una gara ambita e desiderata, il
passatore si dimostra anche una gara dura per la lunghezza, per le lunghe salite,
per l’eventuale clima variabile che puoi trovare, di seguito alcuni atleti raccontano
la loro difficile esperienza rispondendo alla domanda Quale è stata la tua gara più
estrema o più difficile?
Ernesto Venditti: “100Km del passatore, oltrepassato il 65° km,
pensavo che la gara fosse finita lì, tanta stanchezza, uno sforzo mentale
incredibile.”Marco D’Innocenti: “Nel 2013 mi sono ritirato al 96esimo chilometro del Passatore, quando ero in quinta posizione ed avevo una proiezione finale di 7h10’.”
Roberto D’Uffizi della società La Sbarra & I Grilli Runners: “La 100km del Passatore dello scorso anno, senza dubbio.”
Il Passatore è presente costantemente nei pensieri di
Matteo Nocera, da
poco nel mondo delle ultramaratone con due vittorie in gare di 6 ore, di seguito le
sue recenti parole: “Ormai manca poco…! Sembrerà strano (non a te…) ma invece di essere
un po’ teso per la gara sono molto rilassato e felice. Il solo fatto di poter
correre il Passatore a avere la consapevolezza di poter stare anche
(probabilmente) tra i primi 20 mi fa essere molto rilassato. Conosco i miei
ritmi so che se parto regolare 4.40 circa è un ritmo che posso tenere e che può
proiettarmi in una posizione interessante. I tuoi consigli sulla e di mia
moglie... sulla gestione mentale della gara sono stati fondamentali. Allenare
la mente (come diceva Velatta...) è stato più importante degli allenamenti
fisici in se. Ti saluto con affetto e ti auguro un buon fine settimana.”
Per Sara
Valdo è si è trattato di realizzare un sogno, di seguito la sua risposta alla
domanda Quali sono i sogni che hai
realizzato? “Correre la 100km del Passatore, indossare la maglia
azzurra e correre la Nove Colli. Da realizzare il Giro del lago di Balaton.”
Per Patrizio
Di Antonio resta ancora un sogno il passatore: “Per me correre è una delle cose più belle
che si può fare nella vita. Prima per me era solo un sogno (fino a 39 anni).
Sogno un giorno di fare la 100 km del passatore.”
Segnalo il mio libro La 100km del Passatore. Una gara fra coraggio e resilienza.
La 100km del Passatore. Una gara fra coraggio e resilienza: Cosa significa correre una gara di 100km? Quali meccanismi psicologici aiutano ad allenarsi e gareggiare con coraggio e resilienza? La 100km del Passatore è una classica e famosa gara di corsa a piedi da Firenze a Faenza. Lo stesso autore ha partecipato a questa gara sperimentandosi e comprendendo cosa significa fare sport per tante ore, andando incontro a crisi da superare, mettendo in atto strategie per andare avanti e portare a termine la competizione.
È un libro che racconta di atleti di livello nazionale e internazionale ma anche di atleti che hanno la passione della corsa di lunga distanza e la lettura delle interviste aiuta a vedere con occhi diversi questa pratica sportiva, una pratica da avvicinarsi con cautela, attenzione, preparazione. Sono trattati aspetti della psicologia dello sport quali lo sviluppo della consapevolezza delle proprie capacità e limiti; il grande e importante lavoro della definizione oculata degli obiettivi chiari, difficili, sfidanti ma raggiungibili; il lavoro dell'autoefficacia, il graduale fare affidamento su se stesso.
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