Matteo Simone
La 100km del Passatore da Firenze a Faenza diventa sempre più una gara obiettivo di tanti runner e ultrarunner. Si corre ogni anno l’ultima domenica di maggio da oltre 40 anni, sempre Italiani protagonisti, decine di anni fa i protagonisti erano i fratelli Gennari che arrivavano sempre a podio, altro protagonista Vito Melito che l’ha vinta, ultimamente protagonista è il Re della 100km, Giorgio Calcaterra che ha vinto possiamo dire quasi tranquillamente e con il sorriso 12 edizioni consecutive, ed è anche pluricampione al mondo di 100km .
Insomma
il pensiero di fare una 100km si innesta su alcuni atleti anche se gli
allenatori li scoraggiano perché dispiace vederli rallentare i ritmi di corsa,
dispiace vedere atleti che fanno 33’ sui 10.000 metri, 1h13’ sulla mezza e 2h40’
sulla maratona dedicarsi a gare di 100km che diventano stancanti, e i ritmi per
forza di cosa devono rallentare.
Ma l’essere umano è strano cerca sfide interne con se stesso, cerca viaggi nell’immensità della fatica, vuole esplorare il mondo che lo circonda ma anche il suo mondo interno.
Ma l’essere umano è strano cerca sfide interne con se stesso, cerca viaggi nell’immensità della fatica, vuole esplorare il mondo che lo circonda ma anche il suo mondo interno.
A
volte si diventa poco razionali, poco calcolatori e più impulsivi e istintivi,
mi piacerebbe, lo vorrei fare, non mi importa, mi alleno, mi iscrivo e vado.
Per tanti è un ingresso nel mondo delle ultramaratone.
Di seguito alcune testimonianze di atleti che si dedicano o si vogliono dedicare alle lunghe distanze e in particolare con l’obiettivo Passatore.
Si impara sempre, si apprende dalla propria esperienza, si apprende dagli altri, importante avere sempre una direzione, un obiettivo difficile, sfidante da poter mobilitare le energie occorrenti per trasformare sogni in realtà.
Per alcuni come Patrizio Di Antonio il passatore resta ancora un sogno, ecco cosa dice a proposito: “Per me correre è una delle cose più belle che si può fare nella vita. Prima per me era solo un sogno (fino a 39 anni). Sogno un giorno di fare la 100 km del passatore.”
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Di seguito alcune testimonianze di atleti che si dedicano o si vogliono dedicare alle lunghe distanze e in particolare con l’obiettivo Passatore.
Matteo
Nocera è un atleta che si è affacciato nel mondo delle ultramaratone e
in particolare ha partecipato a tre gare di 6 ore vincendo le prime due ed ecco
cosa dice rispetto al Passatore: “Mi sto preparando per il
Passatore…. finalmente ci siamo quasi! Dopo il Passatore chiuderò
la stagione l’8 giugno con la 100miglia di Policoro. Proverò a lottare per la maglia di Campione Italiano
assoluti… ci proverò. Sarò molto
regolare al Passatore non partirò come
al solito! L’ultima gara (Corato) mi ha migliorato tanto! E’ stata la mia gara
più importante! Adesso posso iniziare a correre sicuramente in modo più
completo. Se per assurdo avessi vinto anche questa … di sicuro sarei rimasto
indietro poi! P.S. L'equilibrio e la serenità in effetti le impari dopo le
tempeste! Concentrato sul Passatore! Ti saluto con affetto a presto Matteo
Simone.”
Si impara sempre, si apprende dalla propria esperienza, si apprende dagli altri, importante avere sempre una direzione, un obiettivo difficile, sfidante da poter mobilitare le energie occorrenti per trasformare sogni in realtà.
Anche
per Alberto Cervo tra gli obiettivi c'era il Passatore, di seguito le sue
parole in risposta alla domanda sui prossimi obiettivi e i sogni da
realizzare: “Il prossimo obbiettivo è chiudere la 100km del
passatore, sogno di chiudere una maratona sotto le tre ore."
Anche
i quasi neofiti della corsa vogliono
fare questo passo da gigante e cioè correre una 100km, di seguito le parole di Alessandro
Reali che ha maturato la sua decisione di partecipare al Passatore: “Ho iniziato a correre circa 5 anni fa, dopo aver conosciuto un gruppo
di persone del mio quartiere con le quali ogni mattina condividiamo qualche ora
di sport e sane risate tra il nostro parco, il bar e la palestra.
Da lì ho
iniziato a fare gare di 10 km, per poi avventurarmi nelle mezze maratone, mi
sono appassionato sempre di più e ora corro circa 4 maratone l’anno. Quest’anno
proverò un’altra esperienza, la 100 km del Passatore insieme
al mio amico Massimiliano i prossimi 27 e 28 maggio.”
Nel 2016 si è disputata la 44^ edizione del Passatore e la squadra Barletta Sportiva ha vinto il primo posto come squadra con
maggior numero di partecipanti all’arrivo, felicissimo il suo presidente Enzo
Cascella, di seguito le sue parole: “È sicuramente il risultato
più importante del nostro 2016, proprio perché è stato ottenuto
nell'ultramaratona più importante d'Italia e tra le più prestigiose al mondo.
Sono fiero ed orgoglioso dei nostri atleti.”
E’
importante la partecipazione di ognuno ed è importante sentirsi parte di una
squadra con obiettivi ben definiti. Le squadre con atleti che ci credono e si
impegnano ottengono sicuramente buoni risultati e riescono a compiere delle
imprese grandi.
Degli
atleti della squadra Barletta Sportiva, ottima la prestazione di Giuseppe Mangione, di seguito le sue parole all’alba di un nuovo
giorno all’arrivo del Passatore: “Qui a Faenza è l’alba di
un bellissimo giorno, tantissimi atleti che ancora arrivano, sono contentissimo
e sono come il vino buono, la 100km passatore 1996 chiusa in 10ore e 59min, passatore
2016 dopo 20 anni chiusa in 10ore e 30 minuti, un sincero grazie ad Antonio Termite
per avermi prestato una maglia termica lungo il percorso, un sincero grazie a
Samuele Fabrizio per avermi dato 2 gel per integrarmi, questo quinto posto di
categoria in una gara di alto spessore Internazionale mi ripaga molto, questa
gara è per 2 carissime amiche che ho sempre nel cuore Mary Moor e Lucrezia Di Benedetto,
e poi ai miei tifosi la mia famiglia, e a tutta la grande Barletta sportiva, un
saluto a tutti i componenti del gruppo g.a.r.a di Corato, al suo fondatore cui
ringrazio per il suo interessamento, il grande Riccardo Blasi e consorte, è
andata bene Rik, poi ti racconto ma un caldo micidiale, un abbraccio a tutti a
presto.”
Giuseppe
Mangione, un grande atleta, molto performante quando vuole, una bella
prestazione sulla distanza di 100km ed a fine gara si può rilassare e sono
d’obbligo i ringraziamenti e le dediche. In una gara lunghissima superiore alle
10 ore c’è bisogno di assistenza, supporto, sostegno, e dopo una impresa del
genere le dediche sono d’obbligo a due atlete che sono coccolate un po’ da tutti
gli atleti, soprattutto dagli atleti locali Pugliesi e dalla fortissima squadra
Barletta Sportiva sempre presente nelle competizioni più dure ed importanti.
Enrico Vedilei è stato un Campione come atleta e come
coordinatore della Nazionale Ultratrail e continua a divertirsi correndo, più corre e più
si diverte, ecco come racconta la sua gara: “Anche il decimo Passatore
è in saccoccia. Avevo dichiarato che lo avrei corso/camminato con mia moglie e
Alberto Naldoni (amico e sponsor dell'Ultramaratona della pace sul Lamone) e
cosi è stato. Tra una battuta e l'altra, tra una birra e l'altra, il tempo è
volato senza accorgercene e come diceva l'amico e ottimo ultramaratoneta
Antonio Mazzeo, anche Domenica è sorto il sole e noi da Brisighella a Faenza
c'è lo siamo gustati per benino. 16 ore e 28 minuti di ‘spasso’, decimo finisher per me.
Voglio solo fare i complimenti a Re Giorgio Calcaterra che ha trionfato per
l'11° volta consecutivamente e alla croata Nikolina Šustić che oltre ad aver
vinto la gara femminile (bissando il successo del 2015), per la prima volta ha
portato una donna sul terzo gradino del podio in assoluto.”
Anche tra i sogni di Maddalena vi era
il Passatore, ecco come rispose alla domanda sui prossimi obiettivi e sui sogni da realizzare: “Per ora il Passatore. Io sono
sempre alla ricerca di stimoli non mi fermo mai, gli stimoli danno forza alla
mia vita! Mio marito dice che sono duracell mentre i miei amici mi chiamano
wonder woman spero di esserlo ancora per molti anni anche perché ho scoperto
questo sport tardi per cui ora voglio viverlo appieno.”
Il sogno del Passatore ora è realtà per Maddalena, ha raggiunto il
suo obiettivo, è felicissima e lo esprime con le seguenti parole al termine
della gara: “Eccomi qui felice e
contenta finalmente ce l'ho fatta un sogno avverato che mai più prima di 3 anni
fa pensavo. Testa e cuore c'erano, ci son sempre stati alla grande...la
preparazione anche, ho cercato di fare quel che potevo ma come ben sappiamo
100km sono un'infinità, poi di quel calibro, in più il caldo straziante ha
massacrato tantissimi, io sono partita piano come mi ero ripromessa dovevo
stare su alla colla in 6h30' non prima, così è stato (anche perché non avendo
mai fatto più di 60km non potevo sapere la reazione del mio corpo). Correre di
notte al buio non è semplice... Ma la mia testa non ha mai mollato era lì che
pensava a quel traguardo...l'ho corsa da sola volevo farla sola così è stato
anche se per strada ho conosciuto e conoscevo tanta tanta gente...grinta a
tutti e per tutti anche perché 100km dovevano passare. La mia salvezza è stata
l'acqua ogni 3/4 km e il non aver avuto nessun problema muscolare unica paura
che mi disturbava mentalmente. Per questo ci tengo a ringraziare un grande
Allenatore e soprattutto una grande persona 'Sergio Benzio' ha fatto
sì che i miei problemi muscolari non mi potessero dare problemi! Grazie ancora
di tutto Sergio Benzio!”
Per alcuni come Patrizio Di Antonio il passatore resta ancora un sogno, ecco cosa dice a proposito: “Per me correre è una delle cose più belle che si può fare nella vita. Prima per me era solo un sogno (fino a 39 anni). Sogno un giorno di fare la 100 km del passatore.”
Patrizio mi ha rivelato che la 100km del Passatore non è più un suo sogno. Continua a correre e allenarsi al Parco di Tor Tre Teste e facendo uscite in compagnia al centro di Roma e come ultramaratone predilige la 50km del Gran Sasso.
La
prima 100km è importante e bisogna esserci con corpo, cuore e testa, di seguito
Pasquale Artuso racconta la sua prima esperienza:
“Erano almeno due anni che
coltivavo l’idea di partecipare a questo evento, chiamarla gara sarebbe troppo
riduttivo, ma per affrontare questo tipo di sfide bisogna essere pronti e
preparati soprattutto con la testa oltre che con le gambe. La
partenza è molto lenta, siamo indietro nel gruppo, all’inizio si cammina ma non
siamo nervosi, fa molto caldo, il sole picchiai. A
2km dalla fine si entra nel paese, spengo la frontale e la metto in tasca,
ormai è fatta, 98km e corro ancora, sono appena passate le 4:00 del mattino, è
ancora buio, ho vinto la scommessa col sole, arriverò prima io del suo sorgere. L’ultimo
km è qualcosa che non si può descrivere, un misto di gioia, soddisfazione e
sofferenza. Alzo le braccia al cielo, ce l’ho
fatta, contro il ginocchio, contro il piede, sono fiero di me mentre una
ragazza mi mette la medaglia al collo e mi dice “bravo”! Dedico
questo traguardo a mia moglie che mi ha sempre sostenuto, ai miei figli ai
quali spero di aver insegnato che “volere è potere”, ai numerosi amici che mi
hanno sempre incoraggiato e a me, bravo ad averci creduto fin dall’inizio.”
Durante la gara del Passatore si fanno
incontri straordinari, di seguito Marco Stravato racconta una sua esperienza: “All’ultimo passatore prima incontrai la vincitrice di una 100 km del
Sahara, stava attraversando una crisi pazzesca, l’ho incoraggiata a non
mollare, a camminare che la crisi prima o poi passa, ed è passata, poi ho
incontrato un ultra che aveva corso la settimana prima la nove colli e correva
per defaticamento la 100 km del Passatore, invece intorno all’80° km sorpasso
un podista, vedo che si mette in coda, gli dico vai avanti e lui mi risponde
non ti preoccupare vai avanti tu che hai la luce, percepisco dall’accento che è
un ciociaro, gli chiedo ma di dove sei? e lui mi risponde, di Cassino ed io,
allora sei Antonio Di Manno e lui con stupore mi risponde di si, e tu sei Marco
Stravato allora? Ci eravamo sempre scambiato delle battute su FB, ma non ci
eravamo mai conosciuti di persona, così abbiamo condiviso molti km di quel
Passatore, poi negli ultimi 5 km lui stava meglio ed ha accelerato.”
Per
Valentina Spano, il Passatore è come un viaggio anche dentro se stessi, ecco cosa risponde alla domanda: Che
significa per te partecipare a una gara estrema? "E’ un'avventura, un gioco. Spesso vedo posti bellissimi (come nei
trail) oppure vado in città che altrimenti non avrei visitato. Spesso, come nel
caso del Passatore, la gara diventa un viaggio. Sempre, la gara è un viaggio
dentro se stessi.”
Questo è il sorprendente, bizzarro, straordinario mondo degli ultrarunner,
incontri, saluti, abbracci, condivisione dell’esperienza.
Per approfondimenti è
possibile consultare il mio libro “La 100km del Passatore. Una gara fra coraggio e resilienza”, Edizione Psiconline.
La 100km del Passatore. Una gara fra coraggio e resilienza: Cosa significa correre una gara di 100km? Quali meccanismi psicologici aiutano ad allenarsi e gareggiare con coraggio e resilienza? La 100km del Passatore è una classica e famosa gara di corsa a piedi da Firenze a Faenza. Lo stesso autore ha partecipato a questa gara sperimentandosi e comprendendo cosa significa fare sport per tante ore, andando incontro a crisi da superare, mettendo in atto strategie per andare avanti e portare a termine la competizione. È un libro che racconta di atleti di livello nazionale e internazionale ma anche di atleti che hanno la passione della corsa di lunga distanza e la lettura delle interviste aiuta a vedere con occhi diversi questa pratica sportiva, una pratica da avvicinarsi con cautela, attenzione, preparazione.
Sono trattati aspetti della psicologia dello sport quali lo sviluppo della consapevolezza delle proprie capacità e limiti; il grande e importante lavoro della definizione oculata degli obiettivi chiari, difficili, sfidanti ma raggiungibili; il lavoro dell'autoefficacia, il graduale fare affidamento su se stesso.
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