Matteo SIMONE
Qual è stato il tuo percorso per diventare un ultramaratoneta? “La passione per la natura e per la
corsa mi ha portato a scoprire questo fantastico mondo (ultratrail) che mi
permette di unire le due cose.”
Hai mai pensato di smettere di essere ultramaratoneta? “No, mai.. nemmeno per un momento….
Nemmeno nei momenti più duri.”
Hai mai rischiato per infortuni o altri problemi di smettere di essere
ultramaratoneta?
“No, mai.. Forse perché non “tiro” mai al 100% delle mie possibilità. A me
piace arrivare alla fine di una gara e dire…ecco se devo rifarla ora, ho ancora
forze sufficienti.”
Cosa ti spinge a continuare ad essere ultramaratoneta? “La voglia di scoprire le possibilità,
le potenzialità del mio corpo, il vivere la natura, la montagna, giorno e notte.”
Hai sperimentato l’esperienza del limite nelle tue gare? “No, mai.. Non è qualcosa che cerco.”
Quali i meccanismi psicologici ritieni ti aiutano a partecipare a gare
estreme?
“La voglia di misurarsi, di capire “cosa” può darti il tuo corpo.”
Quale è stata la tua gara più estrema o più difficile? “Non c’è una gara in particolare. Ogni
percorso ha le sue difficoltà e le sue bellezze.”
Quale è una gara estrema che ritieni non poterci mai riuscire a portarla a termine? “Penso che se si affrontano nel modo giusto, non ci siano gare impossibili.”
Cosa ti spinge a spostare sempre più in avanti i limiti fisici? “E’ sempre un grande piacere e
soddisfazione verificare “cosa “ si è in grado di fare e scoprire che spesso i
limiti sono più mentali che fisici.”
Cosa pensano i tuoi famigliari ed amici della tua partecipazione a gare
estreme?
“I miei famigliari mi seguono (anche se un po preoccupati…in particolar modo la
moglie) e sono fieri di me.”
I
familiari, soprattutto i partner non possono che giudicare estremi e
spericolati gli ultrarunner, il rischio di consumarsi, di sottomissione alle
tempeste e intemperie, di incidenti vari in percorsi ardui ci può essere, ma la
passione è passione, fa parte del gioco del vivere.
Che significa per te partecipare ad una gara estrema? “Vuol dire imparare a conoscermi
meglio, a sapere in ogni momento cosa posso richiedere al mio corpo, vuol dire
confrontarsi con altri atleti per imparare.”
Cosa hai scoperto del tuo carattere nel diventare ultramaratoneta? “La lucidità mentale in ogni situazione.”
In
gare di endurance è importante la lucidità mentale, altrimenti c’è il rischio
di perdersi nei sentieri di montagna, o peggio ancora di mettere il piede in
fallo e farsi male.
Bisogna
essere in grado in ogni momento di capire se bisogna fermarsi per far riposare
corpo e mente o se è sufficiente distrarsi (magari canticchiando una canzone)
per riacquistare la lucidità mentale necessaria.
Come è cambiata la tua vita famigliare, lavorativa? “Sono molto più rilassato e
felice....questo si riflette anche nell’ambiente famigliare e lavorativo. Una
persona serena e felice trasmette serenità e sicurezza”
Se potessi tornare indietro cosa faresti? O non faresti? “Sicuramente comincerei prima
l’esperienza dei trail. Purtroppo questa disciplina l’ho scoperta solo a metà
2012.”
Usi farmaci, integratori? Per quale motivo? “No non uso nulla. Anzi la cosa che mi
preoccupa un po’ è che nelle ultra mangio pochissimo, dovrei trovare il modo
per alimentarmi nella maniera corretta.”
Non
ci si può nutrire solo di amore o di passioni, lo sport ci fa consumare
tantissimo carburante, ci fa azzerare le scorte di glicogeno, ci fa intaccare i
grassi e a volte anche i muscoli, diventa importante una buona integrazione,
anzi l’allenamento nutrizionale diventa importante quanto quello fisico e
mentale così come diventano importanti gli opportuni recuperi e riposi o
coccole.
Ai fini del certificato per attività agonistica, fai indagini più
accurate? Quali?
“Cerco centri dove gli esami mi sembra che vengano svolti nella maniera più
accurata e professionale possibile.”
E’ successo che ti abbiano consigliato di ridurre la tua attività
sportiva?
“No, visto che io praticamente corro solo la domenica....anzi dovrei allenarmi
di più.”
Sogni realizzati e da realizzare? “L'anno scorso a Luglio ho portato a
termine la Dolomiti Sky Run di 130km con 11500D+ gara che mi ha dato tanto
sotto tutti i punti di vista...e anche se può sembrare strano...sono gare che
mi rilassano...mi "riposano"...Spero un giorno di riuscire a coronare
il mio sogno.... partecipare ad un edizione del TOR!”
Potresti raccontare un po', che significa mi ha dato tanto sotto tutti
i punti di vista? “Quando
partecipo a queste gare, non le vivo dal punto di vista agonistico, ma le vivo
come un viaggio di esperienze. Io sono contento quando una gara mi fa crescere
come persona, quando mi lascia "qualcosa" dal punto di vista umano.
Il fatto di arrivare al traguardo è un aspetto secondario.”
Potresti dettagliare? “Sicuramente il fatto di passare molto
tempo immerso nella natura, aiuta a rilassarsi, a ritrovare equilibri persi
nella frenetica vita quotidiana. Poi mi piace tantissimo sentire come il mio
corpo si adatta e mi asseconda portandomi a coprire distanze e difficoltà che
possono sembrare incredibili...ma li in quelle condizioni tutto sembra più
semplice e naturale. Si è più consapevoli dei propri limiti, delle proprie
debolezze, dei propri punti di forza. In quelle circostanze mi capita di
emozionarmi e di piangere...solo per la felicità di "esistere", di
provare sensazioni di gioia solo per il fatto di essere li, in quel momento.”
Momenti critici, difficili, problemi? “Può sembrare strano ...tutti pensano
che si provi fatica e sofferenza...ma in realtà i momenti difficili non sono
dovuti alla sofferenza fisica ma a momenti di difficoltà emotiva. Queste
difficoltà vengono superate anche grazie al rapporto umano che si instaura con
altri corridori che si trovano sul percorso. Magari stai con loro poche
ore...ma sono intense...si instaura un feeling che in città sarebbe
inimmaginabile. A
conferma di ciò, capita che in prossimità del traguardo quando mi rendo conto
che il mio viaggio è terminato.... provo una sorta di tristezza.”
Ci stai provando a iscriverti al tor? “Il TOR... mi piacerebbe
tantissimo...devo prima convincere la moglie...lei è molto apprensiva e già
quando faccio queste gare che durano 45-50 ore non dorme e fisicamente ne
risente più di me!!...ad un TOR dove sarei in giro in montagna per 150
ore....penso che sarebbe troppo per lei! Vedremo…. Comunque non
è detta l'ultima parola.”
Interviste,
racconti e testimonianze di atleti di sport di endurance mi hanno permesso di
scrivere il libro dal titolo "Ultramaratoneti e gare
estreme", Prospettiva Editrice, Civitavecchia, Collana: Sport
& Benessere, anno 2016, pagine 298, Brossura.
https://www.ibs.it/ultramaratoneti-gare-estreme-libro-matteo-simone/e/9788874189441
Matteo SIMONE
https://www.retedeldono.it/it/iniziative/a.p.s-spiragli-di-luce/matteo.simone/di-corsa-per-spiragli-di-luce
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