venerdì 28 aprile 2017

Cinzia Sonsogno, ultrarunner: Ore 5:15 pronti zaini in spalla e lampada frontale


Correre in natura su sentieri ti fa imbattere nell’autenticità, la naturalezza, la bellezza della natura, ti viene voglia di approfondire questa conoscenza, si diventa ingordi vuoi prendere il massimo dall’aria che si respira, dai luoghi, dagli odori, dalle luci che cambiano nel corso delle ore e dei luoghi che si attraversano.
Di seguito l’esperienza di Cinza Sonsogno che ha corso 103 km di gara cross trail in Toscana, in Val d’Orcia, di seguito risponde ad alcune mie domande.
Ciao Cinzia, complimentissimi, se ti va ho qualche domanda per te, com'è andata? Soddisfatta? “Buon pomeriggio Matteo, mi ci è voluto qualche giorno per mettere in fila tutte le emozioni e i pensieri che hanno attraversato la mente in questo viaggio lungo 103 km chiamato Tuscany Crossing della Val d'Orcia. Già lo scorso anno avrei voluto parteciparvi, non era più rimandabile questa full immersion nelle colline senesi, che da turista automunita avevo negli anni scorsi avuto modo di apprezzare; ma è risaputo il trail, la corsa in natura, offre la possibilità di scoprire scorci segreti non concessi agli occhi di tutti...., non si tratta solo dei paesaggi, dei profumi, dei colori, ma soprattutto il rapporto e l'adattamento che il tuo corpo opera man mano che passano i km  e le ore di corsa, ad instaurare una simbiosi e la consapevolezza di essere  io stessa natura.”


Come si fa a non essere soddisfatti in questo lungo viaggio paradisiaco, qui non conta la prestazione atletica, ma il contatto con se stessi e con la natura, il lungo viaggio introspettivo con se stessi, un turismo sensoriale, sperimentale e volto a sviluppare consapevolezza.
Pensieri, sensazioni, emozioni, prima, durante la gara? Hai sofferto, momenti critici, problemi, esigenze particolari ? “Per me questo viaggio è incominciato già dal pomeriggio del venerdì. Aperte le porte della palestra, luogo volutamente scelto per la notte precedente lo start scorgo lo sguardo incredulo dei miei carissimi amici per questa scelta, individuo poi il posto dove piazzare il materassino e il sacco a pelo, non siamo in tanti, mi sono detta, ad aver fatto questa scelta!  Salvo rientrare dopo qualche ora e trovarla gremita in ogni spazio....E' bello condividere ansie, scambiarsi consigli a poche ore dalla partenza. Ed ecco lo start ore 5:15 tutti pronti zaini in spalla e lampada frontale a rischiarare una notte dove una falce di luna poco illumina gli ambienti circostanti. Da Castiglione d'Orcia giù verso la bassa....il gelo notturno, malgrado avessi i guanti mi crea non pochi disagi alle mani, le sento gonfie, comincio a scuoterle energicamente per cercare di riscaldarle, intanto è già l'alba in un gioco di toni scuri delle colline, guardo all'orizzonte ecco si tinge di tonalità di viola, la falce di luna in pochi minuti cede il posto al sole, caldo e accogliente che illumina la natura circostante regalandoci alla vista lussureggianti verdi brillanti, sono dentro un quadro, più volte resto smarrita di quanta bellezza mi circonda.”

Non si fa la gara a chi arriva prima, ma c’è una gara a chi scopre più in se stesso e nell’ambiente circostante, c’è una gara all’adattamento creativo, alla convivenza con altri, una corsa verso l’ignoto, verso temperature calde e fredde, verso gli opposti, luce e buio, salite e discese. C’è una gara a chi diventa più resiliente, a chi è più creativo e poetico, si torna a casa con sensazioni ed emozioni cariche e dense di significato. E’ possibile approfondire l’argomento della resilienza sul mio testo Sviluppare la Resilienza Per affrontare crisi, traumi, sconfitte nella vita e nello sport. http://www.mjmeditore.it/autori/matteo-simone
Avevi abbigliamento e integrazione idonei, ti è mancato qualcosa che non avevi considerato? Organizzata bene la gara, percorso, ristori? "I km passano, in un'alternanza di saliscendi, entro nei piccoli borghi dove trovano collocazione i ristori, ricchi di ogni alimento utile, tutto è stato previsto dagli organizzatori in modo eccellente. Di tanto in tanto guardo la cartina altimetrica, fortunatamente la sera ne avevo fatto stampare una copia, è utile a rendermi conto in quale punto del percorso mi trovo, è importante averne contezza, di fatti questo è un suggerimento che ho dato a fine gara agli organizzatori, e cioè di prevedere un pettorale maggiormente personalizzato nella misura in cui preveda oltre che al numero anche il grafico altimetrico, e poi se ci fosse il nome sarebbe il massimo, perchè vedi Simone, il pettorale non è un semplice pezzo di carta, ma è il testimone della gara, assorbe il tuo sudore, vive con te paure e fatiche, indosserò lo stesso abbigliamento in altre gare ma il pettorale rimarrà per sempre l'unico testimone del mio viaggio. Un suggerimento é quello di prevedere almeno dal 70esimo km in poi dei cartelli che indichino di tanto in tanto a quale km si è giunti, perchè quando la tecnologia ti abbandona per le tante ore di gara, o fosse pure per un guasto, quando la stanchezza si fa spazio nel tuo carpo, le percezioni negative si amplificano nella tua mente, è importante avere contezza di dove si è e di quanto manca al traguardo, ma questa è mia opinione chiaramente. Gli organizzatori mi hanno chiesto se penso di ritornarci nel 2018 ....ho risposto un secco no, ma solo legato al fatto che personalmente vivo queste gare di ultra distanza come viaggi alla scoperta di emozioni, che voglio restino avvenimenti unici, il ripetere lo stesso tracciato credo non mi potrebbe suscitare lo stupore della prima volta.”
Premiazioni? Tifo, sostegno, famiglia, amici, com'era? Cambia qualcosa dopo questa prova? “Personalmente ci tengo tantissimo ci tengo tantissimo alla medaglia, regalo quando capita i premi, anche quello ricevuto in questa occasione è rimasto in terra toscana, regalato al mio amico Antonio e alla sua famiglia, che mi hanno stretta all'arrivo nel loro abbraccio e coccolata per tutta la mia permanenza in Toscana, il pettorale e la medaglia li custodisco gelosamente.
A fine gara è importantissimo coccolare gli atleti di lunghe fatiche, con abbracci, urla, saluti, sorrisi e diventano importanti i riconoscimenti di quello che sono riusciti a fare dal primo arrivato agli ultimi che vanno più coccolati e attenzionati di tutti. Diventa importante ricevere una medaglia da portare a casa come simbolo di riuscita da tenere custodita, ma quello che più conta e custodire tutte queste sensazioni ed emozioni nel cuore e sentirle addosso come fossero tatuaggi.
Prossime gare, obiettivi a breve, medio, lungo termine? “Mi divido tra la strada e i trail, a fine maggio sarò ad Edimburgo per la maratona, questa passione per la corsa di distanza la vivo anche in funzione della possibilità di visitare luoghi e città che non conosco. Poi spazio a due gare siciliane per me imperdibili, la 0-3000 gara in salita che dalla spiaggia di Marina di Cottone mi porterà in 43km c.a fin su in vetta al cratere centrale dell' Etna, e a fine Luglio parteciperò all'ultra trail dell'Etna di 94 km con 6000 mt di dislivello. L'Etna, tra i boschi, le colate laviche, la sabbia nera, il paesaggio è così mutevole e variabile che ogni volta sembra di correre su un tracciato diverso e lo è, perchè Carmelo Santoro e lo staff organizzativo si inventano sempre varianti mozzafiato. L'Etna è come l'Africa una volta che la percorri in lungo e in largo accarezzi e scali i suoi fianchi ti entra nell'anima, soffro irrimediabilmente di Mal di Etna.”
Veramente bizzarro, simpatico, straordinario e affascinante questo mondo di ultrarunner di strada e di trail, uomini e donne alla scoperta di mondi diversi paralleli al mondo ordinario. Per approfondimenti del fantastico, straordinario, sorprendente e bizzarro mondo degli ultrarunner è possibile consultare il mio libro dal titolo "Ultramaratoneti e gare estreme", Prospettiva editrice.

Matteo SIMONE
http://www.mjmeditore.it/autori/matteo-simone
http://www.unilibro.it/libri/f/autore/simone_matteo
https://www.ibs.it/ultramaratoneta-analisi-interminabile-libro-vari/e/9788898615872

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