Correre
in natura su sentieri ti fa imbattere nell’autenticità, la naturalezza, la
bellezza della natura, ti viene voglia di approfondire questa conoscenza, si
diventa ingordi vuoi prendere il massimo dall’aria che si respira, dai luoghi,
dagli odori, dalle luci che cambiano nel corso delle ore e dei luoghi che si
attraversano.
Di
seguito l’esperienza di Cinza Sonsogno che ha corso 103 km di gara cross trail
in Toscana, in Val d’Orcia, di seguito risponde ad alcune mie domande.
Ciao Cinzia, complimentissimi, se ti va ho qualche domanda per te,
com'è andata?
Soddisfatta? “Buon pomeriggio Matteo,
mi ci è voluto qualche giorno per mettere in fila tutte le emozioni e i
pensieri che hanno attraversato la mente in questo viaggio lungo 103 km
chiamato Tuscany Crossing della Val d'Orcia. Già lo scorso anno avrei voluto
parteciparvi, non era più rimandabile questa full immersion nelle colline
senesi, che da turista automunita avevo negli anni scorsi avuto modo di
apprezzare; ma è risaputo il trail, la corsa in natura, offre la possibilità di
scoprire scorci segreti non concessi agli occhi di tutti...., non si tratta
solo dei paesaggi, dei profumi, dei colori, ma soprattutto il rapporto e
l'adattamento che il tuo corpo opera man mano che passano i km e le ore di corsa, ad instaurare una simbiosi
e la consapevolezza di essere io stessa
natura.”
Come si fa a non essere soddisfatti in questo lungo viaggio paradisiaco, qui non conta la prestazione atletica, ma il contatto con se stessi e con la natura, il lungo viaggio introspettivo con se stessi, un turismo sensoriale, sperimentale e volto a sviluppare consapevolezza.
Pensieri, sensazioni, emozioni, prima, durante la gara? Hai
sofferto, momenti critici, problemi, esigenze particolari ? “Per me questo viaggio è incominciato già
dal pomeriggio del venerdì. Aperte le porte della palestra, luogo volutamente
scelto per la notte precedente lo start scorgo lo sguardo incredulo dei miei
carissimi amici per questa scelta, individuo poi il posto dove piazzare il
materassino e il sacco a pelo, non siamo in tanti, mi sono detta, ad aver fatto
questa scelta! Salvo rientrare dopo
qualche ora e trovarla gremita in ogni spazio....E' bello condividere ansie,
scambiarsi consigli a poche ore dalla partenza. Ed ecco lo start ore 5:15 tutti
pronti zaini in spalla e lampada frontale a rischiarare una notte dove una
falce di luna poco illumina gli ambienti circostanti. Da Castiglione d'Orcia
giù verso la bassa....il gelo notturno, malgrado avessi i guanti mi crea non
pochi disagi alle mani, le sento gonfie, comincio a scuoterle energicamente
per cercare di riscaldarle, intanto è già l'alba in un gioco di toni scuri
delle colline, guardo all'orizzonte ecco si tinge di tonalità di viola, la
falce di luna in pochi minuti cede il posto al sole, caldo e accogliente che
illumina la natura circostante regalandoci alla vista lussureggianti verdi
brillanti, sono dentro un quadro, più volte resto smarrita di quanta bellezza
mi circonda.”
http://www.unilibro.it/libri/f/autore/simone_matteo
https://www.ibs.it/ultramaratoneta-analisi-interminabile-libro-vari/e/9788898615872
Non
si fa la gara a chi arriva prima, ma c’è una gara a chi scopre più
in se stesso e nell’ambiente circostante, c’è una gara all’adattamento
creativo, alla convivenza con altri, una corsa verso l’ignoto, verso
temperature calde e fredde, verso gli opposti, luce e buio, salite e discese.
C’è una gara a chi diventa più resiliente, a chi è più creativo e poetico, si
torna a casa con sensazioni ed emozioni cariche e dense di significato. E’ possibile approfondire l’argomento
della resilienza sul mio testo Sviluppare la Resilienza Per affrontare crisi, traumi, sconfitte nella vita e
nello sport. http://www.mjmeditore.it/autori/matteo-simone
Avevi abbigliamento e integrazione idonei, ti è mancato qualcosa che
non avevi considerato? Organizzata bene la gara, percorso, ristori? "I km passano, in un'alternanza di
saliscendi, entro nei piccoli borghi dove trovano collocazione i ristori,
ricchi di ogni alimento utile, tutto è stato previsto dagli organizzatori in
modo eccellente. Di tanto in tanto guardo la cartina altimetrica,
fortunatamente la sera ne avevo fatto stampare una copia, è utile a rendermi
conto in quale punto del percorso mi trovo, è importante averne contezza, di
fatti questo è un suggerimento che ho dato a fine gara agli organizzatori, e
cioè di prevedere un pettorale maggiormente personalizzato nella misura in cui
preveda oltre che al numero anche il grafico altimetrico, e poi se ci fosse il
nome sarebbe il massimo, perchè vedi Simone, il pettorale non è un semplice
pezzo di carta, ma è il testimone della gara, assorbe il tuo sudore, vive con
te paure e fatiche, indosserò lo stesso abbigliamento in altre gare ma il
pettorale rimarrà per sempre l'unico testimone del mio viaggio. Un suggerimento
é quello di prevedere almeno dal 70esimo km in poi dei cartelli che indichino
di tanto in tanto a quale km si è giunti, perchè quando la tecnologia ti
abbandona per le tante ore di gara, o fosse pure per un guasto, quando la
stanchezza si fa spazio nel tuo carpo, le percezioni negative si amplificano
nella tua mente, è importante avere contezza di dove si è e di quanto manca al
traguardo, ma questa è mia opinione chiaramente. Gli organizzatori mi hanno
chiesto se penso di ritornarci nel 2018 ....ho risposto un secco no, ma solo
legato al fatto che personalmente vivo queste gare di ultra distanza come
viaggi alla scoperta di emozioni, che voglio restino avvenimenti unici, il
ripetere lo stesso tracciato credo non mi potrebbe suscitare lo stupore della
prima volta.”
Premiazioni? Tifo, sostegno, famiglia, amici, com'era? Cambia qualcosa
dopo questa prova?
“Personalmente ci tengo tantissimo ci tengo tantissimo alla medaglia,
regalo quando capita i premi, anche quello ricevuto in questa occasione è
rimasto in terra toscana, regalato al mio amico Antonio e alla sua famiglia,
che mi hanno stretta all'arrivo nel loro abbraccio e coccolata per tutta la mia
permanenza in Toscana, il pettorale e la medaglia li custodisco gelosamente.
A
fine gara è importantissimo coccolare gli atleti di lunghe fatiche, con
abbracci, urla, saluti, sorrisi e diventano importanti i riconoscimenti di
quello che sono riusciti a fare dal primo arrivato agli ultimi che vanno più
coccolati e attenzionati di tutti. Diventa importante ricevere una medaglia da
portare a casa come simbolo di riuscita da tenere custodita, ma quello che più
conta e custodire tutte queste sensazioni ed emozioni nel cuore e sentirle
addosso come fossero tatuaggi.
Prossime gare, obiettivi a breve, medio, lungo termine? “Mi divido tra la strada e i trail, a
fine maggio sarò ad Edimburgo per la maratona, questa passione per la corsa di
distanza la vivo anche in funzione della possibilità di visitare luoghi e città
che non conosco. Poi spazio a due gare siciliane per me imperdibili, la 0-3000
gara in salita che dalla spiaggia di Marina di Cottone mi porterà in 43km c.a
fin su in vetta al cratere centrale dell' Etna, e a fine Luglio parteciperò
all'ultra trail dell'Etna di 94 km con 6000 mt di dislivello. L'Etna, tra i
boschi, le colate laviche, la sabbia nera, il paesaggio è così mutevole e
variabile che ogni volta sembra di correre su un tracciato diverso e lo è,
perchè Carmelo Santoro e lo staff organizzativo si inventano sempre varianti
mozzafiato. L'Etna è come l'Africa una volta che la percorri in lungo e in
largo accarezzi e scali i suoi fianchi ti entra nell'anima, soffro irrimediabilmente
di Mal di Etna.”
Veramente
bizzarro, simpatico, straordinario e affascinante questo mondo di ultrarunner
di strada e di trail, uomini e donne alla scoperta di mondi diversi paralleli
al mondo ordinario. Per approfondimenti del fantastico, straordinario,
sorprendente e bizzarro mondo degli ultrarunner è possibile consultare il mio
libro dal titolo "Ultramaratoneti e gare estreme", Prospettiva
editrice.
Matteo SIMONE
http://www.mjmeditore.it/autori/matteo-simonehttp://www.unilibro.it/libri/f/autore/simone_matteo
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