Da soli le persone con disabilità hanno difficoltà a fare sport o sono quasi impossibilitate, ed allora perché non offrire un po’ del nostro tempo per dedicarci a questa attività?
Insieme si ottengono risultati importanti, un
miglioramento della prestazione sportiva e diventa anche una messa alla prova
per le guide, per sperimentarsi accanto agli altri, provare a guidare un’altra
persona, stargli accanto, sintonizzarsi sui suoi ritmi, il benessere oltre che
individuale diventa duale e poi di gruppo.
Di seguito, Federica racconta la sua
esperienza di atleta rispondendo a un mio questionario.
In che modo lo sport ha
contribuito al tuo benessere?
“In passato mi ha aiutato a superare momenti difficili, a credere di nuovo in
me stessa e nelle mie capacità quando, in particolare nell’equitazione e nel
volteggio (due discipline del cavallo) ho raggiunto risultati importanti. In
generale lo sport, anche attualmente, mi fa bene al fisico e alla mente, ne
beneficio molto, ad esempio, dopo otto ore di lavoro dietro la scrivania. Se
una cosa ti fa stare bene la fai con piacere e tendi (anche inconsapevolmente)
a migliorare.”
Lo
sport ti rimette al mondo in modo diverso, si riparte sempre con quello che c’è
nel momento presente per nuove mete e obiettivi, per cavalcare l’onda del
cambiamento. I benefici sono enormi a livello fisico e mentale, con lo sport
c’è la possibilità di vivere la quotidianità, di sperimentarsi con il fisico e
con la mente, di provare, mettersi in gioco, cercare di apprendere e riuscire.
Lo sport è anche un veicolo di aggregazione, di incontro con persone, culture e
mondi.
Come
hai scelto il tuo sport?
“Nel corso della mia vita ho praticato molti
sport e discipline: il cavallo (equitazione e volteggio) è quello che ho fatto
per più anni (undici), ho fatto nuoto da piccola (l’ho ripreso ora),
ginnastica, danza moderna, pilates, baseball per non vedenti, judo e spero di
non averne dimenticato nessuno. La motivazione che mi ha spinto ad iniziarli è
stata spesso la curiosità di provare una cosa nuova. Lo sport al quale sono
affezionata di più è il cavallo, che ho smesso per gli impegni della vita in
quanto i maneggi spesso sono fuori città e ci vuole tempo ( ed una macchina che
io non ho) per raggiungerli. Attualmente gli sport che pratico sono il nuoto e
la corsa. Il nuoto l’ho incominciato perché è uno sport completo e poi volevo
vedere se era realmente noioso com’ero convinta, ma anche e soprattutto perché
volevo vincere una sfida contro me stessa: nuoto è uno sport che io già praticai
prima di avere il tumore (prima dei cinque anni), una volta guarita, ho avuto
il rifiuto di nuotare e soprattutto di andare nell’acqua dove non toccavo. La
sfida l’ho vinta perché ora nuoto e vado anche nell’acqua alta, inoltre ho
constatato che il nuoto non è uno sport noioso. La corsa invece l’ho
incominciata perché prima di conoscere Achille’s non pensavo che chi avesse
problemi di vista potesse correre, quindi anche questa seconda è stata una “sfida”
per vedere se riuscivo a correre.”
Nuove sfide per sperimentarsi e mettersi in gioco, per
dimostrare a se stessi e agli altri che i limiti sono solo mentali, si può
provare tutto e decidere se si tratta di qualcosa di stimolante.
Cosa ti fa continuare a fare sport? “La voglia di fare sempre di più, di migliorare, senza eccedere, però.”
Cosa ti fa continuare a fare sport? “La voglia di fare sempre di più, di migliorare, senza eccedere, però.”
Chi ha contribuito al tuo benessere e alla riuscita della
gara? “Gare vere e
proprie ne ho fatte solo con l’equitazione ed il volteggio, ne ho fatte
diverse, regionali e nazionali, raggiungendo sempre ottimi risultati.
Sicuramente il merito è stato delle mie istruttrici che hanno creduto in me e
hanno saputo prepararmi al meglio. In particolare ricordo la mia prima
istruttrice, Miriam, che sapeva insegnarmi con leggerezza ed insieme, quando ci
voleva, con un po’ di severità, questo credo grazie anche alla sua giovane età
(aveva soltanto una decina d’anni in più di me). Tra gli altri, ricordo
l’ottima preparazione per il saggio di fine anno di judo per il quale avevamo
addirittura affittato un teatro. A judo andavo tre volte a settimana e il
maestro credeva molto in me, ero l’unica sua judoka con problemi di vista, l’ho
lasciato perché, avendo una derivazione in testa, non posso fare sport di
contatto.”
Importante avere fiducia in se stessi, credere di poter
fare, credere di essere capaci di fare, altrettanto importante è la fiducia da
parte di persone di riferimento come familiari o istruttori, se gli altri
credono in te, aumenta l’autoefficacia, aumentando l’autoefficacia aumenta
anche l’impegno.
La gara della tua vita dove hai sperimentato
le emozioni più belle? “Ogni gara o saggio che sia mi ha dato emozioni e
soddisfazioni diverse, ogni volta ho talmente tanta emozione che ho paura di
sbagliare, ma in realtà tutta l’emozione sparisce al momento dell’esibizione.”
Come
descrivi gli atleti, accompagnatori, allenatori, genitori? “Gli atleti di
solito si impegnano al massimo per migliorare sempre più ed avere determinati
risultati, ma non bisogna dimenticare che l’attività sportiva è anche
divertimento, quindi credo non sia buono entrare troppo in competizione con gli
altri. Gli allenatori e gli accompagnatori sono persone preparate che hanno
molta pazienza nell’insegnare e nel supportare gli atleti, pazienza che
sfoggiano in particolare con gli atleti disabili. Senza gli accompagnatori determinate
attività sportive non si potrebbero praticare, perciò sono di fondamentale
importanza. I genitori sono solitamente coloro che supportano l’atleta, hanno
un ruolo molto importante nell’incoraggiarlo a fare sempre meglio, a non
perdersi d’animo.”
Achilles
International ha partecipato, con una rappresentativa di atleti con disabilità visiva e
relative guide, martedì 20 giugno 2017 alla “Roma Running
Style”, presso lo Stadio delle Terme di Caracalla, dalle ore 20,00 a
tarda sera, a una sessione gratuita di training run
al ritmo di musica, organizzata dal Comitato Regionale FIDAL Lazio con la
collaborazione della ASD Purosangue e della ASD LBM SPORT.
Inizio alle 20.00 con mezz’ora di fitness per riscaldarsi, poi mezz’ora di esercizi specifici per il running, tra riscaldamento, stretching e allunghi, e alle 21.00 è iniziato l’allenamento di un’ora, al termine del quale c’è stato il terzo tempo. L’ingresso e la partecipazione gratuiti. I partecipanti sono stati invitati a portare dolci e bevande per condividere insieme il terzo tempo.
Inizio alle 20.00 con mezz’ora di fitness per riscaldarsi, poi mezz’ora di esercizi specifici per il running, tra riscaldamento, stretching e allunghi, e alle 21.00 è iniziato l’allenamento di un’ora, al termine del quale c’è stato il terzo tempo. L’ingresso e la partecipazione gratuiti. I partecipanti sono stati invitati a portare dolci e bevande per condividere insieme il terzo tempo.
Un’intervista a Federica è riportata nel mio libro Correre Con La Mente Perché correre? Come iniziare? Superare le avversità, raggiungere obiettivi, realizzare sogni.
https://www.mondadoristore.it/Correre-mente-Perche-Matteo-Simone/eai978883356330/
+393804337230
Psicologo, Psicoterapeuta
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