Sarebbe stato bello fare le olimpiadi ma purtroppo il treno è passato
Matteo SIMONE
La passione e la motivazione diventano il motore per ogni cosa, non si ottiene niente se non c’è vera passione, qualsiasi cosa si intende fare ha bisogno di essere alimentata da tanta passione che diventa il carburante per impegnarsi, per essere costante e determinato, per voler raggiungere mete e obiettivi.
Giovanni Gualdi racconta la sua esperienza di atleta rispondendo ad alcune mie
domande.
Ti sei sentito campione nello sport almeno un giorno della tua vita? “Ci sono state, fortunatamente, molte
occasioni in cui mi sono sentito Campione, però come in tutti gli sport sono
più le sconfitte che le vittorie, ma lo stimolo per continuare dopo una brutta
prestazione è l'amore per lo sport che ti spinge a continuare e non mollare.”
Nella
carriera di un atleta ci sono tanti allenamenti, tante gare, tante vittorie e
tante sconfitte, si impara sempre, ci sono anche tanti infortuni, importante è
coltivare sempre la passione, la voglia di continuare a mettersi in gioco, ad
allenarsi duramente e a gareggiare seriamente.
Qual è stato il tuo percorso nella pratica dell'attività fisica? “Ho cominciato molto giovane, all'età
di 8 anni cercando di trovare uno sport alternativo al calcio, e con la corsa è
stato amore al primo incontro.”
Tanti
si innamorano di uno sport, tanti si innamorano della corsa che diventa come
una droga, una droga benefica, che ti fa sposare uno stile di vita salutare
senza eccessi, senza stravizi, sempre pensando di fare bene, di alimentarsi
bene, di allenarsi bene, di curare la forma fisica per fare buone prestazioni
per ambire a un titolo italiano, per ambire a un posto in nazionale, per andare
a premi, per vincere, ci vogliono tante ore di allenamento, dicono 10.000 per
diventare campioni.
Nello sport quali fattori e persone hanno contribuito al tuo benessere e/o performance ?
“Quello che mi dà lo stimolo tutt'ora è la spinta che la mia famiglia mi dà a
continuare e vedere i loro volti sempre orgogliosi, anche nelle sconfitte, non
mi fa perdere lo stimolo di continuare a correre.”
A
volte la famiglia diventa una risorsa, inizialmente i genitori possono
diventare una risorsa che ti accompagnano ai campi di gioco o di atletica, che
ti accompagnano alle gare, che fanno il tifo, poi si diventa grandi e possono diventare una risorsa il partner e i figli che vogliono vederti
faticare, sudare, sfidare, battere gli avversari sempre pronti a fare il tifo,
ad aspettarti all’arrivo o a casa, a preoccuparsi, a essere apprensivi, a
tirarti su di morale.
Un'esperienza che ti può dare la convinzione di potercela fare nello sport e nella vita? “Superare le crisi che si incontrano in
una maratona è molto simile a quello che puoi incontrare sul percorso della
vita.”
Quando
corri da ragazzo non sempre pensi alla maratona, è una cosa forse di fine
carriera, ci si pensa quando sii perde di potenza e forza, quando ci arrivi
tocca allenarsi duramente non solo fisicamente ma anche mentalmente per
superare l’eventuale muro di cui tutti parlano e molti ci sono passati, quando
superi il muro della maratona impari a gestire qualsiasi muro di questo mondo
che puoi incontrare nella quotidianità, al lavoro, in famiglia, tra amici, la
maratona insegna tanto.
Cosa pensano familiari e amici della tua attività sportiva? “Ne vanno molto fieri per la convinzione
e l'impegno con cui lo faccio.”
Un episodio curioso o divertente della tua attività
sportiva?
“Forse ne accadono tutte le volte che esco a correre.”
Quali capacità, risorse, caratteristiche, qualità possiedi nella pratica del tuo sport? “Penso l'abnegazione.”
Che significa per te praticare attività fisica? “Benessere e sorriso sempre e comunque.”
Se
nello sport non sperimenti benessere è meglio smettere, non si può solamente
faticare senza sentirsi bene, diventa un lavoro demotivante significa che vai
incontro al cosiddetto burnout, ti senti bruciato, lo sport va bene se continui
a sentirlo parte vitale, se riesce a nutrirti per le sensazioni che sperimenti,
se continua a farti emozionare, a farti fare esperienze dove si apprende
sempre.
Quali sono le difficoltà e i rischi? A cosa devi fare attenzione nella
pratica del tuo sport?
“A non strafare, mantenere la calma in qualsiasi situazione.”
Nello
sport non si gestisce solo infortuni e sconfitti ma è importante gestire anche
la vittoria, la superbia, l’esuberanza, bisogna stare sempre con i piedi per
terra, sempre umili, trasmettere serenità e socievolezza, non sentirsi mai
arrivato, sempre disposti ad imparare dagli altri.
Quali condizioni fisiche o ambientali ti ostacolano nella
pratica dell'attività fisica? “Quando ero giovane sarei uscito a correre
in qualsiasi momento, ora soffro le condizioni avverse, come pioggia e neve.”
C’è
un’età dove non si ha paura di niente, ci si butta a capofitto nelle cose, si
osa, ci si sente invincibili e imbattibili, poi arriva l’età della
responsabilità, della maturità, della genitorialità, della consapevolezza,
dove ci si sente più equilibrati, più attenti, più cauti.
Cosa ti fa continuare a fare attività fisica? Hai rischiato di mollare? “Più volte ho cercato di smettere, ma
il bisogno di fare attività fisica ha avuto la meglio.”
Importante
è avere la consapevolezza del momento presente, delle proprie qualità e
capacità e dei propri limiti, ogni momento sappiamo cosa vogliamo e cosa
possiamo fare e sappiamo quale può essere la nostra direzione verso mete e
obiettivi da raggiungere, se sono passati dei treni vuol dire che non era il
nostro momento.
Ritieni utile lo psicologo nel tuo sport? “Non ho mai provato.”
La gara della tua vita dove hai dato il meglio o hai
sperimentato le emozioni più belle? “La maratona di Torino del 2011 dove ho
vinto il titolo italiano.”
Nel
2011 si laurea campione italiano di maratona con il tempo di 2h14'01”,
giungendo al traguardo 8º assoluto nella Maratona di Torino. Il titolo Italiano
è un titolo ambito soprattutto in maratona dove ci può essere un muro da
scavalcare, da incontrare, gestire.
Giovanni
vanta otto presenze nella Nazionale di atletica leggera dell'Italia dal 2001 al
2008. Ha corso per le Fiamme Gialle. Ha fatto parte del terzetto comprendente
Carmine Buccilli e Ahmed Nasef, che hanno vinto l'edizione 2015 della
Monza-Resegone. Ha vinto due volte, nel 1998 e 1999, la Cinque Mulini juniores.
Nel 2000 ha vinto la Corrida di San Silvestro, 11 km - 32'05"
Come
hai superato eventuali crisi, sconfitte, infortuni? “Mi sono operato tre volte
ai tendini d'Achille e sono sempre tornato, più forte di prima… la passione
per questo sport penso sia la chiave.”
Se
c’è passione non si molla, si è resilienti sapendo aspettando il tempo giusto
senza fretta, gradualmente, avendo fiducia in se stessi.
Un messaggio rivolto ai ragazzi per avvicinarli allo
sport?
“Lo sport è vita e rende la vita molto più facile che sfogarsi con droghe e
altre varie.”
Lo
sport ti mette in riga nel senso che se ti appassioni ti dedichi con costanza e
impegno pretendendo da te stesso, lo sport diventa un giocattolo che a volte si
può rompere così come si può riaggiustare, lo sport ti dà e ti toglie, diverte
e ti fa soffrire, dà soddisfazioni come ti procura incidenti, importante è
sviluppare tanta consapevolezza, incrementare autoefficacia e sviluppare
resilienza per essere campioni non solo nello sport ma anche nella vita
quotidiana.
C'è stato il rischio di incorrere nel doping nella tua carriera
sportiva?
“Si... ma con me quel discorso non attacca, quello che ho fatto è per quello
che valevo.. io dormo e ho voluto dormire sereno".
Un messaggio per sconsigliarne l'uso? “Che bisogna riuscire a farcela con i
propri mezzi e senza aiuti che potrebbero un giorno nuocere a se stessi ed ai
propri cari e non solo a livello di salute.”
Il
prezzo dello doping è carissimo prima e dopo, ti annulla come persona, come
atleta, diventa un cancro difficile da debellare, lo porti sempre con te, non
riesci a nasconderlo.
Cosa hai scoperto di te stesso nel praticare attività fisica? “La testardaggine nel volere una cosa.”
Hai un modello di riferimento, ti ispiri a qualcuno? “Ai miei Genitori.”
Una parola o frase che ti aiuta a crederci e impegnarti? “La
potenza è nulla senza controllo.”
Prossimi obiettivi e sogni realizzati e da
realizzare? “Sarebbe
stato bello fare le olimpiadi ma purtroppo il treno è passato.. il mio sogno
sarebbe un giorno poter fare qualche km di corsa con le mie figlie.”
Un’intervista
a Giovanni è riportata nel libro “Sogni olimpici. Aspetti, metodi e strumenti mentali di
competenza dello psicologo per trasformare il sogno olimpico in realtà”. Autore:
Matteo SIMONE.
Presentazione
di: Isabel FERNANDEZ. Prefazione di: Sonia DE LEONARDIS.
Data
di pubblicazione: 31 dicembre 2021.
Matteo SIMONE
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