Dott. Matteo Simone
Non è resiliente chi arriva al traguardo a tutti i costi ma chi reagisce bene alle frustrazioni, chi sa riconoscere se si tratta di una crisi mentale o una vera crisi fisica, chi non si preoccupa di fermarsi quando mancano solo due chilometri, meglio ritirarsi da vivo e vegeto e non concludere con problemi vari di salute.
A volte il fisico ti inganna, bisogna
pazientare, rallentare e ripartire alla grande, sembra che tutto è finito, hai
raschiato il barile ed invece riesci a trovare altre risorse nascoste con
l’aiuto della mente, con l’autoefficacia, bisogna conoscersi bene per fare bene.
E’
l’esperienza di molti atleti di endurance, ultrarunnner, ironman, di seguito
l’esperienza raccontata da Franco Varesio.
Ti sei sentito campione nello sport almeno un giorno della tua vita o
sempre un comune sportivo?
“Sempre un comune sportivo o meglio un grandissimo appassionato di sport.”
Come ha contribuito lo sport al tuo benessere e performance? “Lo sport mi rilassa e mi diverte
moltissimo, anche perché condivido questa passione con amici goliardici.”
Ebbene
sì, lo sport anche se può sembrare duro, pesante, stancante, diverte tanto se
hai passione e diverte condividere la passione e gli aneddoti con gli amici che
si trovano a sperimentare esperienze simili, di fatica, di crisi, di riuscita,
aneddoti vari, visioni ma anche esperienze di finisher.
Come hai scelto il tuo sport? “La corsa per praticità, basta poco
tempo per allenarsi, lo sci e il triathlon mi piacciono ancora di più ma
praticarli richiede molto più tempo.”
La
corsa è comoda, i corridori hanno sempre una paio di scarpe in valigia, nello
zaino, al lavoro, in auto, ed una corsetta ci può sempre scappare.
Nella tua disciplina quali sono le difficoltà e i rischi? A cosa devi
fare attenzione? Cosa conta? “Soprattutto la testa per le
ultramaratone e gli Ironman. In generale sto attento a non strafare e a non
rischiare troppo.”
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L’attenzione
per questo tipo di sport è importantissima, sia a se stesso, ai propri segnali
corporei che all’esterno, più si è stanchi per i tanti chilometri percorsi e
più bisogna fare attenzione, a tutto, alle indicazioni stradali, a dove si
mettono i piedi, alle condizioni climatiche all’integrazione opportuna, fare
tanta attenzione a prevenire qualsiasi difficoltà, crisi, disguido.
Quale alimentazione segui prima, durante e dopo una gara? “Cerco sempre di alimentarmi in modo
naturale con le cose che mette a disposizione l’organizzazione di gara e
privilegiando gli alimenti più digeribili prima durante ma anche dopo.”
E’
importantissimo anche il dopo, c’è tanto bisogno di integrare quanto speso dal
punto di vista energetico, in genere l’organismo sa quello che vuole, cibi
diversificati da prediligere liquidi, cereali, proteine e tanto altro per
alcuni giorni a volte.
Quali condizioni ti hanno
indotto a fare una prestazione non ottimale? “Quando non mi sento bene preferisco
sempre mollare per non rischiare, anche se inevitabilmente poi subito dopo mi
pento.”
Cosa ti ha fatto mollare o cosa ti fa continuare a fare sport? “Lo sport lo mollo solo quando ne sono
costretto per motivi di salute o di impegni troppo gravosi.”
Nello sport quali persone hanno contribuito al tuo benessere o performance?
“Mi ispiro agli amici più esperti, ascolto con attenzione i loro consigli.”
Questa
è astuzia, lo faccio anch’io, mi arricchisco dai racconti e dalle esperienze
dei più esperti, quelli che ci sono già passati, quelli che hanno già toppato o
sbagliato o che hanno fatto bene e si traggono notevoli insegnamenti. Diventano
libri aperti.
Qual è stata la gara della tua vita, dove hai sperimentato le emozioni
più belle?
“Ultra Trail Mont Blanc 2007 e Ironman Zurich 2010.”
Il 24-26 agosto 2007, Franco h a corso l’Ultra Trail Tour du Mont Blanc (UTMB) (FRA) 163km in 42h27’45”. Il vincitore fu Marco Olmo (aveva quasi 59 anni) 21h31’58”, precedendo di quasi 1 ora il tedesco Jens Lukas 22h23’55” e il francese Nicolas Mermoud 22h30’51”. Tra le donne vinse la statunitense Nikki Kimball 25h23’45”, precedendo la spagnola Monica Aquilera Viladomiu 27h18’17” e la Karine Herry francese Karine Herry 29h06’03”.
Il 29 luglio 2010, Franco ha concluso l'Ironman di Zurigo in 13h10’59” (nuoto 3,8km 1h26’47”; bici 180km 6h25’49”, maratona 5h07’40”). Il vincitore fu lo svizzero Ronni Schildknecht 8h12’40” (50’29”, 4h29’09”, 2h51’03”), precedendo il tedesco Swen Sundberg 8h29’18” (50’24”, 4h36”, 3h00’39”) e lo svizzero Mike Aigroz 8h34’24” (50’22”, 4h29’08”, 3h13’00).
Sicuramente
sono due gare toste, ci si arriva con preparazione oculata senza improvvisare e
in ottima salute fisica e mentale, ed il segno che ti lasciano è come una
cicatrice emozionale positiva, resta sulla pelle a vita e fa bene, quando c’è
maltempo o situazioni non tanto positive si risveglia la cicatrice e ti dice
che hai sperimentato tanto benessere, tante capacità ti ricorda che sei stato
grande che se vuoi ce la fai a superare tutto.
C’è un’esperienza che ti può dare la sicurezza di potercela fare nello sport o nella vita? “Nelle due gare sopra elencate è stata
la resilienza a portarmi al traguardo e lo è spesso anche nella vita nelle
situazioni difficili con le quali purtroppo spesso mi imbatto.”
Lo
sport, soprattutto quello di endurance, incrementa autoefficacia e sviluppa
resilienza. Se avete problemi con qualcuno a casa o al lavoro mandatelo a
correre, a fare sport, fategli sperimentare la fatica ma anche la gioia, le
sensazioni collegate all’impegnarsi, all’essere determinati, fategli nascere
una passione, la voglia di essere, di sperimentare, di essere presente, di
occupare spazio. Ritornerà a casa o al lavoro più responsabile, più maturo, più
collaborativo, più persona. La palestra dello sport forgia e costruisce non
uomini duri ma sensibili, rispettosi e collaborativi.
Cosa
pensano familiari e amici della tua attività sportiva? “Qualche anno
fa mi giudicavano fanatico di sport, poi quasi tutti (mia moglie resiste
ancora) hanno capito che per me è principalmente un piacevole svago.”
Ti va di descrivere un episodio curioso o divertente della tua attività
sportiva?
“Ai campionati del mondo di 24 ore di Torino 2015 anno ho gareggiato nella gara
open e, per via della mia passione per le foto, in molti mi hanno scambiato per
un giornalista e prima durante e dopo la gara continuavano a rilasciarmi
dichiarazioni stampa.”
Il 16-17 ottobre 2010, Franco ha corso la 24 ore di Torino (gara open), totalizzando 133,680 km. Il vincitore fu Diego Di toma 232,642 km, precedendo il francese Stephane Leroux 228,546 km e Stefano Montagner 223,704 km. Tra le donne vinse Annemarie Gross 179 km, precedendo Monika Moling 167,307 km e Adele Di Lorenzo 150,.860 km.
Cosa hai scoperto del tuo carattere nel praticare attività fisica? “Che sono molto resiliente, resistente,
motivato e divertito.”
L’essere
resistente, motivato e divertito è la strada per la resilienza. E’ possibile
approfondire l’argomento della resilienza sul testo Sviluppare
la Resilienza Per affrontare
crisi, traumi, sconfitte nella vita e nello sport, Edito da Prospettiva Editrice https://www.amazon.it/Sviluppare-resilienza-affrontare-traumi-sconfitte/dp/8894995917
Hai sperimentato l’esperienza del limite nelle tue gare? “In tutte le ultramaratone e ultratrail
vedo chiaramente il mio limite e cerco di starci appena appena sotto.”
Quali sensazioni sperimenti facendo sport:
pre-gara, in gara, post-gara? “Pre-gara attenzione maniacale ai
particolari logistici e organizzativi, in gara concentrazione e divertimento,
post-gara condivisione esperienze e foto e tanta birra con gli amici.”
Più
è intensa l’attività fisica, più le competizioni sono prolungate nel tempo, più
si tratta di sport di endurance e più le esperienze sono intense, ricche di
emozioni.
Quali sono i tuoi pensieri in gara? “Soprattutto arrivare al traguardo in
condizioni accettabili.”
Quale è stata la tua gara più difficile? “UTMB2006.”
Hai dovuto scegliere di lasciare uno sport a causa di una
carriera scolastica o lavorativa? “Ho dovuto abbandonare totalmente lo
sport per lunghi periodi quando ho avuto le due figlie, quando ho lavorato in
consulenza, quando ho avuto la lombosciatalgia e ora che mi è venuta una
patologia autoimmune.”
C’è un messaggio che vorresti dare per sconsigliarne l’uso di doping ?
“Doparsi è da sfigati, è un danno che prima di tutto uno fa a se stesso.”
Come hai gestito eventuali crisi, sconfitte, infortuni? “Con la consapevolezza che prima o poi
passa a con il lavoro si ritorna come prima o meglio di prima.”
Bisogna
essere pazienti e fiduciosa ed a volte è importante fermarsi, riposarsi,
recuperare.
Hai mai pensato di smettere di essere atleta?
“Facendo sport amatoriale se non ne sarò nuovamente costretto non smetterò mai
volontariamente.”
Ritieni utile lo psicologo nello sport? Per quali aspetti? “È sicuramente fondamentale per gli
atleti professionisti e molto importante per gli amatori che ambiscono a
esplorare i propri limiti.”
Un tuo messaggio ai ragazzi per avvicinarli a questo
sport?
“Lo sport è vita!”
Prossimi obiettivi lungo, medio, breve termine? Quali sono i sogni da
realizzare?
“Mi piacerebbe continuare a fare ogni anno almeno una gara lunga
(ultramaratona, ultratrail o Ironman) e qualche gara nuova in una bella località.”
Una
l’anno e continuare a viaggiare si augura Franco e perché no.
Dott. Matteo Simone
Psicologo,
Psicoterapeuta Gestalt ed EMDRhttp://www.unilibro.it/libri/f/autore/simone_matteo
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