sabato 1 aprile 2017

Tavolo Tecnico Nazionale per la Psicologia dello Sport

 

Dopo la specializzazione in psicoterapia presso l’Istituto Gestalt di Firenze con sede a Roma ho deciso di iscrivermi al master di psicologia dello sport. 

La passione nasce dal voler integrare due passioni, due competenze, lo sport in qualità di atleta, di podista, runner, maratoneta, e la passione della psicologia per cercare di approfondire alcuni aspetti della psicologia delLo sport e dell’esercizio fisico, inizialmente, la motivazione, il goal setting, la motivazione, la gestione dello stress, concentrazione e poi  nel continuare parallelamente sia cOn la pratica dello sport che con l’approfondire altri aspetti quali l’autoefficacia, l’autoconsapevolezza, la resilienza, concetti ed aspetti molto utili soprattutto per gli sport di endurance, per le ultramaratone.
 Approfondendo gli studi, facendo sport, conoscendo persone, ho iniziato a scrivere articoli e poi libri di psicologia dello sport e dell’esercizio fisico ed anche di sport di endurance.
Il 17 febbraio 2017, presso la sede del Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi, si è tenuta la seconda riunione del Tavolo Tecnico Nazionale per la Psicologia dello Sport. Il prof. Lucidi e la prof.ssa Bortoli hanno illustrato i campi di applicazione e di studio in cui è possibile operare occupandosi di Psicologia dello Sport. Si è giunti così a individuare i seguenti ambiti applicativi:
Agonismo e Top Level: in tale ambito rientra il lavoro di preparazione mentale e di preparazione alla gara degli atleti di alto livello; lo psicologo lavora principalmente sull’allenamento delle abilità mentali dello sportivo (attenzione, concentrazione, gestione dell’arousal e delle emozioni, visualizzazione, self talk, definizione degli obiettivi).
Sport individuali e sport di squadra: nei primi lo psicologo lavora con le abilità mentali individuali degli atleti e, nei secondi, presta particolare attenzione anche alla comunicazione, al team building e alla leadership.
Settori Giovanili: lo psicologo agisce come facilitatore della comunicazione tra gli adulti di riferimento che ruotano intorno al contesto sportivo (allenatori, genitori, dirigenti, società), ponendosi come obiettivo quello di creare un clima favorevole affinché il bambino possa vivere l’esperienza sportiva nel modo più sereno possibile. Lo psicologo, inoltre, si rivela una figura professionale cruciale per l’accompagnamento alla crescita di bambini e ragazzi sia nello sviluppo delle abilità mentali sia nella formazione della personalità, prevenendo fenomeni quali il bullismo e il drop out precoce.
Disabilità e integrazione sociale
: lo psicologo conduce progetti e programmi di integrazione delle persone disabili e delle fasce deboli della popolazione ma anche di adattamento degli sport alle diverse situazioni delle persone coinvolte.
Benessere, esercizio fisico e terza età: lo psicologo fornisce supporto a tutti coloro che praticano attività fisica per il proprio benessere e per la forma fisica. In questo ambito rientrano lo sviluppo di politiche di promozione dello sport praticato dai cittadini delle varie classi d’età, l’intervento su motivazione e definizione degli obiettivi, la prevenzione dell’overtraining, etc.
Post-infortunio e riabilitazione: lo psicologo interviene sul trauma, sulle paure, sull’ansia da prestazione e sulla perdita di autostima che spesso rendono difficile il ritorno all’attività, ben oltre i tempi fisiologici della riabilitazione fisica.
Ricerca scientifica: lo psicologo è impegnato a svolgere l’importante compito di comprendere le modifiche che avvengono nei processi cognitivi e nelle relative funzioni cerebrali dell’atleta.
Psicologia clinica dello sport: lo psicologo integra il lavoro di preparazione mentale dell’atleta con aspetti più tipicamente clinici, con lo scopo di lavorare su aree di difficoltà della persona che interferiscono con lo svolgimento della prestazione sportiva ottimale.

La cosa che mi colpisce di più è l’interesse dei media nei record, nell’economia dello sport, nei contratti e il meno interesse alle persone, al benessere dell’atleta, si cerca di sfruttare l’atleta fino all’osso, spremerlo al massimo, farlo scendere sotto le due ore in maratona, ma poco attenzione al proprio benessere, al post carriera, al prevenire il doping.
Qualcosa sta cambiando, si sta dando più importanza alle paralimpiadi, e così dovrebbe essere, i campioni servono per trascinare le masse, per essere di esempio per i più pigroni, per essere da modello agli allievi delle scuole di ogni tipo. Infatti ultimamente si stanno facendo progetti con le scuole da parte del CONO e della FIDAL. Così come tante associazioni investono in progetti per uno sport salutare che aggrega, che vince il doping come l’associazione Flames Gold o anche l’associazione Progetto Purosangue.
Inoltre anche a livello Internazionale qualcosa si muove come la campagna MOVE WEEK che dedica una settimana all’anno per il movimento fisico, coinvolgendo persone a fare sport, a provare soprattutto gli sport minori.
E’ bello vedere i campioni fare record, ma è anche bello vedere masse di persone che fanno sport ad ogni età ognuno con le proprie modalità, in ogni orario ed in ogni luogo.
Importante creare spazi per l’esercizio fisico, piste ciclabile, non solo creare stadi per le Olimpiadi che poi diventano musei .
Mi sono trovato ad approfondire il mondo degli ultrarunner, contattando e conoscendo tanti runner e praticando io stesso l’ultracorsa con la partecipazione ad alcune gare di 100km e portandola termine anche un Ironman. Libri sulle ultramaratone ne ho scritto due ed un terzo libro sarà pubblicato a breve. Il primo si chiama Ultramaratoneta: un’analisi interminabile, scritto a quattro mani con l’atleta Daniele Baranzini, pubblicato da Aracne a febbraio 2016. Il secondo libro Ultramaratoneti e gare estreme pubblicato a novembre da prospettiva editrice. Il terzo dovrebbe intitolarsi Maratoneti e ultrarunner. E’ stata una bella esperienza scrivere questi libri perché mi ha permesso di conoscere direttamente o indirettamente tanti atleti ognuno con proprie caratteristiche, chi predilige asfalto, chi sentieri di montagna, chI ghiaccio e neve, chi si sperimenta nel deserto o nelle prove di multisport, insomma un mondo speciale, straordinario, non ordinario.
Quello che emerge è un estremo piacere a praticare l’ultradistanza ed a mettersi in gioco nelle circostanze più estreme ed impreviste alla scoperta di se stessi, di come si superano eventuali crisi o difficoltà ed anche il piacere della condivisione di questa modalità di fare sport.
Continuo a promuovere un sano sport direttamente con la pratica e continuando a scrivere articoli e libri, di prossima uscita oltre a Maratoneti e ultrarunner, sono Benessere, Sport e Performance; e anche Lo sport delle donne, sì perché approfondendo il mondo dello sport ho avuto modo di conoscere tante donne determinate, forti, resistenti e resilienti che vogliiono andare avanti per dimostrare di essere capaci e forti ed a volte anche più forti delgi uomini.
 
Matteo SIMONE
Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR
380-4337230 - 21163@tiscali.it
http://www.ibs.it/libri/simone+matteo/libri+di+matteo+simone.html

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