Matteo Simone
Proprio nello sforzo enorme e
coraggioso di vincere la fatica riusciamo a provare, almeno per un istante, la sensazione
autentica di vivere. (Murakami, L'arte di correre)
Manfredonia
sempre più città di ultrarunner, complimenti al coraggioso e resiliente
Filippo, le foto del suo arrivo mostrano entusiasmo, sorpresa e soddisfazione,
ecco le sue parole:
"Ciao Matteo, grazie
all'avvocato Mimmo d'Ascanio che mi ha portato a fare una durissima gara a
Mattinata di 80 chilometri con tante salite durissime, con 3 mesi di allenamento,
sono soddisfatto di aver fatto 12 ore e 58 minuti. Ho provato fame, sete,
solitudine e anche voglia di ritirarmi, poi ho sbagliato più volte strada, ma
alla fine dopo tutti gli errori ho raggiunto un obbiettivo inimmaginabile a 50
anni."
Obiettivi
inimmaginabili possono diventare raggiungibili trasformando sogni in realtà,
grazie all'impegno, al duro lavoro, la passione e una buona compagnia come il
team frizzi e lazzi walking e running.
Tra i fattori individuali che promuovono la resilienza vi sono:
autoefficacia, capacità di porsi degli obiettivi e di trovare strategie
adeguate per conseguirli, progettualità futura, ottimismo, senso dell’umorismo.
E’ possibile approfondire l’argomento sul testo Sviluppare
la Resilienza Per affrontare
crisi, traumi, sconfitte nella vita e nello sport.
Di
seguito Filippo ci racconta la sua esperienza rispondendo ad alcune mie
domande.
Complimentissimi, se ti va ho qualche domanda per te, com'è andata?
Soddisfatto?
“Sì moltissimo. Adesso sto incominciando
a rendermene conto di quello che ho fatto in soli tre mesi di allenamento, mi sembra
un sogno sono strafelice Matteo.”
Hai sofferto, momenti critici, problemi, esigenze particolari durante
la gara? “No
solo al settantesimo km quando ho sbagliato strada ho avuto un momento di
scoraggiamento.”
Avevi abbigliamento e integrazione idonei, ti è mancato qualcosa che
non avevi considerato? “No,
non mi è mancato niente, mi sono gestito bene.”
Pensieri, sensazioni, emozioni, prima, durante, dopo la gara? “Prima emozionato dopo le ultime Maratone
fatte Milano 2003 e Bologna 2004.
Sensazioni bellissime nella foresta Umbra, emozioni sui sentieri di baia
delle zagare e Monte Saraceno, sensazioni di pace e di benessere interiore durante
un lungo cammino solitario nella foresta. Dopo la gara tanta voglia di
soddisfazione per essere riuscito per la prima volta a 50 anni a terminare una
grande gara di 80 km di trail.”
Quando
non fai gare importanti per tanto tempo, l’attesa ti nutre di sensazioni
particolari, c’è la voglia di mettersi n gioco, di sperimentarsi dopo tanti
anni, ci può essere insicurezza, timori, ma dopo lo start ci si focalizza
solamente per l’obiettivo gara con tanta attenzione soprattutto al percorso
vario, stando per tante ore con se stessi, facendo un viaggio interiore e
contattando se stessi a contatto con la propria ombra e la propria fatica fino
alla fine nonostante piccoli disguidi o piccole crisi che possono capitare
durante il percorso, al termine c’è la soddisfazione di avercela fatta, la
incredulità di aver compiuto un’impresa, la gioia di essere riusciti dopo tanto
tempo ad affermarsi per se stessi, a dimostrare a se stessi che si può ancora
fare che l’allenamento paga, che l’impegno produce frutti importanti, è quello
che ha sperimentato Filippo.
Hai scoperto ancora qualcosa di nuovo in te stesso, negli altri atleti?
“Sì ho scoperto
di avere tanta forza mentale e sopportazione fisica. Negli altri molta voglia
di stare insieme.”
In
questo tipo di sport di endurance è la mente che la fa da padrone, che comanda
il corpo, che si allea con la propria passione per condurre il fisico alla meta
attraversando percorsi duri e impervi e superando prove impegnative.
Come dico
spesso “Together is much better”, insieme è molto meglio, importante coltivare la
passione e partecipare a gare estreme coinvolti da amici facendo tratti di gara
insieme condividendo fatiche e insicurezza in modo da saper gestire al meglio
le situazioni che si presentano. Filippo insieme ad altri ha preparato questa
gara, insieme a Michele Spagnolo lungo percorsi e camminate nei monti del
Gargano, a volte mi sono trovato anch’io in queste lunghe uscite a contatto con
la natura, così come altri amici quali Michele Pergolese, insieme ci si allena
e si prepara e costruisce le nostre mete, cercando di trasformare piccoli sogni
in grandi realtà. Si inizia dal cammino, insieme si fanno grandi cose per la
salute, il benessere e performance.
Organizzata bene la gara, percorso, ristori, premiazioni? “Sì tutto bene specialmente vedendo un
gruppo di organizzatori tutti giovani e molto accoglienti.”
Per
la riuscita di queste gare gli organizzatori devono mettere gli atleti e gli
accompagnatori di sperimentare accoglienza e benessere, devono coccolare gli
atleti e organizzare eventi collaterali per amici e familiari, gli atleti si
devono sentire a casa loro, per affrontare fatica e impegno pagando il costo di
iscrizione in cambio vogliono ottenere riconoscimento e gratitudine e tante
coccole.
Tifo, sostegno, famiglia, amici, com'era? “Sì bellissimo, tutta la mia famiglia e
il mio caro amico di fiducia stavano tutti all’arrivo ad aspettarmi.”
Dopo
tante ore e tanti km di fatica e impegno, vedere all’arrivo volti familiari e
amichevoli contribuisce al benessere e a sperimentare sensazioni e emozioni di gioia
e felicità a coronamento di un’impresa molto ardua e difficile.
Cambia qualcosa dopo questa prova? “Sì ho acquistato tanta sicurezza, fiducia
e forza di sofferenza in me stesso che non pensavo di avere più.”
A
volte si attraverso momenti e periodi bui e cupi, è importante fare leva sull’autoefficacia,
sul fidarsi di se stesso, sul ricordare buoni momenti, buone esperienze in passato
di competenza e successo, questa conferma serve a ricomporre e costruire l’autoefficacia,
a continuare sull’onda del cambiamento vedendo nuove direzioni e cercando nuove
mete e obiettivi che ora sono abbordabili.
Prossime gare, obiettivi a breve, medio, lungo termine? “A fine maggio c’è la 100 km del Passatore.”
Un’intervista a Filippo è riportata nel libro La 100km del Passatore. Una gara fra coraggio e resilienza.
La 100km del Passatore. Una gara fra coraggio e resilienza: Cosa significa correre una gara di 100km? Quali meccanismi psicologici aiutano ad allenarsi e gareggiare con coraggio e resilienza? La 100km del Passatore è una classica e famosa gara di corsa a piedi da Firenze a Faenza. È un libro che racconta di atleti di livello nazionale e internazionale ma anche di atleti che hanno la passione della corsa di lunga distanza e la lettura delle interviste aiuta a vedere con occhi diversi questa pratica sportiva, una pratica da avvicinarsi con cautela, attenzione, preparazione.
Sono trattati aspetti della psicologia dello sport quali lo sviluppo della consapevolezza delle proprie capacità e limiti; il grande e importante lavoro della definizione oculata degli obiettivi chiari, difficili, sfidanti ma raggiungibili; il lavoro dell'autoefficacia, il graduale fare affidamento su se stesso.
Matteo SIMONE
Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR
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