mercoledì 12 aprile 2017

Valerio Massimo Rocchi, ultrarunner: Sopporto bene la solitudine e la fatica


Mondo fantastico, speciale e bizzarro nonché sorprendente quello degli ultrarunner, l’obiettivo principale diventa portare a termine la gara, l’impresa, dimostrare a se stessi di riuscire, senza tempi, senza competizioni.

Di seguito l’esperienza di Valerio che racconta del suo sport di endurance rispondendo ad alcune mie domande.
Ti sei sentito campione nello sport almeno un giorno della tua vita?Si, ogni volta che taglio il traguardo, chiudendo la mia fatica.”
Qual è stato il tuo percorso nella pratica sportiva?Ho iniziato a correre più per smaltire qualche chilo che per velleità agonistiche, col passare del tempo ho partecipato alle prime gare come sfida per vedere dove arrivavo, per trovare il mio limite ed ho continuato così nel tempo senza preoccuparmi troppo dei tempi che facevo.”
Quali fattori contribuiscono nello sport al benessere e performance ?Per il benessere il fattore è semplicemente il saper di aver lavorato bene qualsiasi sia il risultato, per la performance i fattori sono il buon allenamento, la fatica e una buona alimentazione.”
Cosa pensano familiari e amici della tua attività sportiva?Rimane un po’ incompreso il motivo di fondo per cui cerco di alzare l’asticella.
Un episodio curioso della tua attività sportiva?Ero alla Grande Corsa Bianca, edizione 2016, in cima al Passo del Tonale, arrivo alla malga per il ristoro alle 2.30 ca del mattino con vento a raffica e temperature polari, avevo i guanti da sci e non mi sentivo le mani, erano ca 10 ore di gara, entro nella malga, mi tolgo lo zaino dalle spalle e il primo strato di vestiti, mi pare che fa caldo all’interno, giro la testa e noto un termometro dava -19 all’interno!
Cosa hai scoperto del tuo carattere nel praticare sport?Che sopporto bene la solitudine e la fatica a patto di avere uno scopo!
Quali capacità, caratteristiche, qualità ti aiutano nel praticare il tuo sport?Il sapersi adattare, la resistenza, la caparbietà anche se con gli anni mi rendo conto che le gare non portate a termine stanno lentamente logorando la voglia di continuare a mettersi in gioco.”

Certo non si possono scegliere solo gare impossibili, è importante sviluppare un’elevata consapevolezza delle proprie capacità e risorse e dei propri limiti.
Che significato ha per te praticare il tuo sport?Cerco di fare cose che altri non sono capaci di portare a compimento.” 
Quali sensazioni sperimenti nello sport?Benessere principalmente.“ 
Quali sono le difficoltà e i rischi? A cosa devi fare attenzione nella pratica del tuo sport?Io faccio essenzialmente lunghe distanze, sul breve sono lento, quindi se corro su asfalto pochi rischi, se trail, i rischi sono passi falsi in alta montagna e rimanere sveglio la notte!

Con i trail non si scherza, soprattutto con gli ultratrail dove si sta per tante ore in natura a contatto con l’ambiente naturale montano e c’è sempre un imprevisto dietro l’angolo che sia una radice, una pianta, un animale, quindi sempre vegli e attenti, osservare se stessi e l’ambiente circostante.
Quali condizioni fisiche o ambientali ti ostacolano nella pratica del tuo sport? “Stanchezza, sonno, percorsi accidentati e le lunghe distanze, ma altrimenti non mi diverto!

Si tratta di sfide con se stessi che mettono in circolo adrenalina, fanno sperimentare competenza e voglia di riuscire nelle cose sempre più difficili, per sentirsi capace e in gamba, per dimostrare a se stessi di valere in uno sport che non ha tempi cronometrici ma solo conta portare a termine la gara che diventa un’impresa, partire per terminare.
Hai rischiato di mollare di fare sport? Cosa ti fa continuare a fare attività fisica? Di mollare di fare sport in generale no, di mollare a fare gare su lunga distanza si, continuo a praticare sport perché mi fa stare bene.

Un messaggio rivolto ai ragazzi per avvicinarsi al tuo sport?Al mio in particolare no, ci arrivi piano piano alle lunghe distanze, per farli avvicinare in generale allo sport, il senso di benessere che provi nel praticarlo e il divertimento che si trova nell’ambiente stesso.”

Ritieni utile lo psicologo dello sport? Per quali aspetti ed in quali fasi?Non ci ho mai pensato, le motivazioni le devi trovare dentro te stesso, quando fai lunghe distanze e ti ritrovi spesso da solo, magari di notte in posti che non conosci, sei stanco e hai ancora molti km davanti, se non hai una tua tranquillità interna, certe cose non le fai, lo psicologo credo che possa essere utile a chi non ha molta motivazione o pecca di sicurezze interne.”
Prossimi obiettivi? Sogni da realizzare?Continuare a divertirmi nel fare quello che faccio, poi se riesco a terminare alcune gare che mi sono prefissato sarò ancora più contento.”
Sei consapevole delle tue possibilità, capacità, limiti?Credo di sì.”
Quanto ti senti sicuro? Quanto credi in te stesso?Parecchio.”
Una tua esperienza che ti dà la convinzione che ce la puoi fare?Mi sono trovato in difficoltà in diverse gare, ed ero solo, e sono arrivato al traguardo, questo basta.

L’esperienza di ultrarunner in gare estreme e provanti portate a buon fine ti fa sperimentare di essere in grado di trovare risorse e soluzioni utili e quindi incrementa autoefficacia e resilienza.
Quali sono le sensazioni relative a precedenti esperienze di successo?Benessere e motivazioni per le prossime gare.
Come hai superato eventuali crisi, infortuni, sconfitte, difficoltà?Continuando a credere in me stesso, quando fallisci una gara, ritirandoti, il ritrovarti l’anno successivo alla partenza della stessa gara è già un confrontarsi con se stesso, poi non sempre riesci dove hai fallito la prima volta.”

Quando non riesci si può sorridere e riprovare in modo diverso.

Psicologo, Psicoterapeuta
380-4337230 - 21163@tiscali.it
http://www.psicologiadellosport.net/eventi.htm
http://www.ibs.it/libri/simone+matteo/libri+di+matteo+simone.html

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