giovedì 27 aprile 2017

William Da Roit, ultrarunner: Mentalmente sono pronto, non resta che correre!

Matteo SIMONE 

La Ultra Maratona Milano-Sanremo è una gara di corsa a  piedi della distanza di 285 chilometri con un tempo massimo di percorrenza di 48 ore. 
La partenza della gara è prevista sabato 29 aprile ore 10. 
Di seguito William Da Roit ci racconta il suo pre-gara rispondendo ad alcune mie domande.
Ciao William, se ti va ho qualche domanda per te, com'è il tuo percorso per la Milano San Remo?Eccomi, rispondo volentieri:  dopo il ritiro a metà percorso dell'anno scorso e dopo i 350 km del 4 K in Val d'Aosta mi sono allenato bene per tutto l'inverno in modo molto regolare approfittando anche delle condizioni meteo favorevoli, qui sulle Dolomiti dove vivo non ha mai nevicato. Ho partecipato, a fine febbraio, al Marco Olmo desert training nel Sahara, lì sono stato a stretto contatto con Marco correndo con lui tutti i giorni, ho imparato molto.”

William è un atleta che non molla, non si abbatte dopo una sconfitta, ma va avanti apprendendo dagli eventuali imprevisti. Disposto ad andare fuori nazione per formarsi alle ultra distanze con persone considerate Giganti delle lunghe distanze come Marco Olmo.
Ti senti pronto? Come pensi di affrontare questa gara impegnativa? Stai valutando abbigliamento e integrazione idonei?Fisicamente sto bene e mentalmente sono pronto, non resta che correre! Partirò tranquillo cercando di rimanere concentrato su me stesso e sulle mie sensazioni. Il mio obbiettivo è arrivare a Sanremo in meno di 48 ore che è il tempo limite. Ho tutto pronto, abbigliamento e integrazione saranno sull'auto guidata da mio figlio che mi seguirà come assistenza.”

Tutto pronto, non resta che mettersi in moto e partire per un lungo viaggio eretto sulle proprie gambe, avanzando un passo alla volta con una velocità adeguata tale da permettere di arrivare ai cancelli stabiliti nel tempo ultimo prefissato. 
Di solito sono i genitori che accompagnano i propri figli agli allenamenti o alle gare, che si preoccupano per loro, che sono apprensivi, che gli danno i consigli, che gli dicono di non preoccuparsi se qualcosa non va come previsto.
In questo tipo di sport di endurance, dove conta la responsabilità e la maturità, sono gli adulti di una certa età che vogliono osare e allora si invertono le parti, i figli si preoccupano, diventano apprensivi, temono per la loro salute e sono disposti a seguirli per occuparsi di loro, per coccolarli, ma anche per fare il tifo per loro, per aspettarli all’arrivo complimentandosi per la lor testardaggine, per la loro determinazione, per aver superato momenti difficili anche questa volta, che diventano un esempio per loro per come affrontare la vita quotidiana, senza buttarsi giù alla prima difficoltà. Insomma genitori e figli diventano una squadra un team organizzato per il benessere e la performance, lo sport fa da collante a volte.
Pensieri, sensazioni, emozioni, prima, della gara?Manca poco alla partenza e sono un po' teso, mi chiedo se avrò fatto tutto il possibile per essere così resistente e determinato per riuscire a correre tutti i 285 km di questa prestigiosa ultramaratona, la più lunga in Europa.”

In gare così lunghe è normale un po’ di timore, già alla maratona si mette in conto che nonostante una preparazione adeguata e certosina, il muro potrebbe creare problemi dopo il 30°km, quindi 285 km corrispondono a 7 maratone continuative, figuriamoci se un atleta anche il più forte al mondo fosse sicurissimo della sua riuscita e performance. Il fisico è lì che ti aspetta al varco per segnalarti il minimo fastidio muscolare, tendineo, cartilagineo, intestinale, ma solo un approccio meditativo e resiliente ti permette di presentarti comodo e pronto alla partenza per fare quello che puoi.
E’ possibile approfondire l’argomento della resilienza sul mio testo Sviluppare la Resilienza Per affrontare crisi, traumi, sconfitte nella vita e nello sport. 
Avrai sostegno, famiglia, amici?
In gara avrò come detto mio figlio e poi molti amici fra i runner, più chi mi seguirà da casa attraverso i social o il programma internet di tracciabilità. Speriamo bene in una maratona se hai dei problemi riesci a gestirli, in una 100 km li sopporti, dopo i 200 non devi averne!

Si diventa protagonisti, gare fatte per uomini che accettano sfide, che sono disposti a faticare e avanzare e sperimentare condizioni difficili ed estreme, buio, caldo, freddo, salite ma che portano a casa sempre esperienze forti e intense.
William è menzionato nel mio libro: Maratoneti e ultrarunner. Aspetti psicologici di una sfida, Edizioni Psiconline, Francavilla al Mare (CH), giugno 2019. 
La Resilienza e l’Autoefficacia sono concetti importanti nella psicologia dello sport, ma anche nella vita in generale, per raggiungere i propri obiettivi in qualsiasi campo.   
Gli atleti sentono di valere, di avere forza mentale, di saper prendere decisioni, di sentirsi leader, in sostanza aumenta l’autoefficacia personale nell’ambito sportivo, si sentono riconosciuti dagli altri, scoprono di possedere capacità insospettate: l’
ultracorsa diventa una palestra di vita.  
 
Si impara a valutare che per ogni problema c’è almeno una soluzione; tale soluzione ti porterà al traguardo finale, ti permetterà di superare gli imprevisti e tollerare le sofferenze.  

Matteo SIMONE  
380-4337230 - 21163@tiscali.it  

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