Matteo SIMONE
La
Ultra Maratona Milano-Sanremo è una gara di corsa a piedi della distanza di 285 chilometri con un
tempo massimo di percorrenza di 48 ore.
La partenza della gara è prevista sabato
29 aprile ore 10.
Di seguito William Da Roit ci racconta il suo pre-gara
rispondendo ad alcune mie domande.
Ciao William, se ti va ho qualche domanda per te, com'è il tuo percorso
per la Milano San Remo?
“Eccomi, rispondo volentieri: dopo il
ritiro a metà percorso dell'anno scorso e dopo i 350 km del 4 K in Val d'Aosta
mi sono allenato bene per tutto l'inverno in modo molto regolare approfittando
anche delle condizioni meteo favorevoli, qui sulle Dolomiti dove vivo non ha
mai nevicato. Ho partecipato, a fine febbraio, al Marco Olmo
desert training nel Sahara, lì sono stato a stretto contatto con
Marco correndo con lui tutti i giorni, ho imparato molto.”
William
è un atleta che non molla, non si abbatte dopo una sconfitta, ma va avanti
apprendendo dagli eventuali imprevisti. Disposto ad andare fuori nazione per
formarsi alle ultra distanze con persone considerate Giganti delle lunghe
distanze come Marco Olmo.
Ti senti pronto? Come pensi di affrontare questa gara impegnativa? Stai
valutando abbigliamento e integrazione idonei? “Fisicamente sto bene e mentalmente
sono pronto, non resta che correre! Partirò tranquillo cercando di rimanere
concentrato su me stesso e sulle mie sensazioni. Il mio obbiettivo è arrivare a
Sanremo in meno di 48 ore che è il tempo limite. Ho tutto pronto, abbigliamento
e integrazione saranno sull'auto guidata da mio figlio che mi seguirà come
assistenza.”
Tutto
pronto, non resta che mettersi in moto e partire per un lungo viaggio eretto
sulle proprie gambe, avanzando un passo alla volta con una velocità adeguata
tale da permettere di arrivare ai cancelli stabiliti nel tempo ultimo
prefissato.
Di solito sono i genitori che accompagnano i propri figli agli
allenamenti o alle gare, che si preoccupano per loro, che sono apprensivi, che
gli danno i consigli, che gli dicono di non preoccuparsi se qualcosa non va
come previsto.
In
questo tipo di sport di endurance, dove conta la responsabilità e la maturità,
sono gli adulti di una certa età che vogliono osare e allora si invertono le
parti, i figli si preoccupano, diventano apprensivi, temono per la loro salute
e sono disposti a seguirli per occuparsi di loro, per coccolarli, ma anche per
fare il tifo per loro, per aspettarli all’arrivo complimentandosi per la lor
testardaggine, per la loro determinazione, per aver superato momenti difficili
anche questa volta, che diventano un esempio per loro per come affrontare la
vita quotidiana, senza buttarsi giù alla prima difficoltà. Insomma genitori e
figli diventano una squadra un team organizzato per il benessere e la
performance, lo sport fa da collante a volte.
Pensieri, sensazioni, emozioni, prima, della gara? “Manca poco alla partenza e sono un po'
teso, mi chiedo se avrò fatto tutto il possibile per essere così resistente e
determinato per riuscire a correre tutti i 285 km di questa prestigiosa
ultramaratona, la più lunga in Europa.”
In
gare così lunghe è normale un po’ di timore, già alla maratona si mette in
conto che nonostante una preparazione adeguata e certosina, il muro potrebbe
creare problemi dopo il 30°km, quindi 285 km corrispondono a 7 maratone
continuative, figuriamoci se un atleta anche il più forte al mondo fosse
sicurissimo della sua riuscita e performance. Il fisico è lì che ti aspetta al
varco per segnalarti il minimo fastidio muscolare, tendineo, cartilagineo,
intestinale, ma solo un approccio meditativo e resiliente ti permette di
presentarti comodo e pronto alla partenza per fare quello che puoi.
E’ possibile approfondire l’argomento della resilienza sul mio testo Sviluppare la Resilienza Per affrontare crisi, traumi, sconfitte nella vita e nello sport.
Avrai sostegno, famiglia, amici? “In gara avrò come detto mio figlio e
poi molti amici fra i runner, più chi mi seguirà da casa attraverso i social o
il programma internet di tracciabilità. Speriamo bene… in una maratona se hai
dei problemi riesci a gestirli, in una 100 km li sopporti, dopo i 200 non devi
averne!”E’ possibile approfondire l’argomento della resilienza sul mio testo Sviluppare la Resilienza Per affrontare crisi, traumi, sconfitte nella vita e nello sport.
Si
diventa protagonisti, gare fatte per uomini che accettano sfide, che sono
disposti a faticare e avanzare e sperimentare condizioni difficili ed estreme,
buio, caldo, freddo, salite ma che portano a casa sempre esperienze forti e
intense.
William è menzionato nel mio libro: Maratoneti e ultrarunner. Aspetti psicologici di una sfida, Edizioni Psiconline, Francavilla al Mare (CH), giugno 2019.
La Resilienza e l’Autoefficacia sono concetti importanti nella psicologia dello sport, ma anche nella vita in generale, per raggiungere i propri obiettivi in qualsiasi campo.
Gli atleti sentono di valere, di avere forza mentale, di saper prendere decisioni, di sentirsi leader, in sostanza aumenta l’autoefficacia personale nell’ambito sportivo, si sentono riconosciuti dagli altri, scoprono di possedere capacità insospettate: l’ultracorsa diventa una palestra di vita.
Si impara a valutare che per ogni problema c’è almeno una soluzione; tale soluzione ti porterà al traguardo finale, ti permetterà di superare gli imprevisti e tollerare le sofferenze.
Matteo SIMONE
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