Matteo SIMONE
Conferme sono sempre gradite soprattutto con l’avanzare degli anni di carriera, dove diventa importante trovare sempre nuovi e diversi stimoli per proseguire negli allenamenti e nella programmazione e pianificazione di gare dove mettersi in gioco e misurarsi anche con gli altri.
Francesca
conclude la gara in 23h34’27” davanti alla Slovena Alenka
Pavc, terza l'Austriaca Ulrike Striednig.
Per
quanto riguarda gli uomini, il vincitore è Dylan Bowman in 17h51’50” che
precede il Vigile del Fuoco Oliviero Bosatelli in 18h54’31”, al terzo posto si
classifica lo Scozzese Paul Giblin.
Ciao Francesca, complimentissimi per la tua vittoria com'è andata?
Soddisfatta?
“Ciao Matteo, grazie per le domande, soddisfattissima direi. Questa volta è
andato tutto secondo il piano che mi ero prefissata, ed è una delle rarissime
volte in cui succede.”
Hai sofferto? Momenti critici, problemi, esigenze particolari durante
la gara?
“Fino alla notte, diciamo intorno al km 50, tutto perfetto. Poi ho sofferto un
po' il freddo su alcuni tratti più esposti al vento, mentre durante la giornata
di sabato, immancabilmente, ho patito il caldo come al solito. Il caldo è uno
dei fattori ambientali che riesce a darmi più problemi, non solo qui, ma in
generale.”
Avevi abbigliamento e integrazione idonei? Ti è mancato qualcosa che
non avevi considerato?
“Mhmm, bella domanda! Ecco, questa volta avevo effettivamente portato da casa
tutto il necessario, ma poi ho lasciato in albergo tutto quello che avrebbe
potuto servirmi, tipo una maglietta asciutta di ricambio, i manicotti, una
maglia più calda a manica lunga. Però avevamo ben 2 giacche, un piumino e 2
paia di guanti…. il punto è che quando arrivavo da Renato non riuscivamo a
rimediare granché bene agli intoppi perché avevo dimenticato gli 'accessori',
quella roba cioè che di per se non è fondamentale ma a volte è più utile e
pratica di quella obbligatoria che ti tiri dietro per tutto il viaggio.”
In
gare dove le condizioni di percorso e di clima sono imprevedibili, tutto ha un
senso, anche il minimo dettaglio, bisogna vere un’accortezza minuziosa nel considerare
tutto e di più, anche il superfluo, soprattutto se si punta oltra al benessere
anche a una prestazione elevata.
Comunque la notevole esperienza compensa e
questo sembra non mancare a Francesca che da anni nell’ambito soprattutto
ultratrail si è affermata sia a livello Nazionale che Internazionale e continua
a essere un avversario molto difficile, direi che a volte anche gli atleti
uomini la temono.
Pensieri, sensazioni, emozioni, prima, durante, dopo la gara? “Prima della partenza, come sempre, la
sensazione prevalente era sonno, stanchezza, malessere diffuso. Tutto svanito
allo sparo, quando ho cominciato a sentire le gambe leggere, il cuore rilassato
e lo spirito fiducioso. Dopo un paio di km ho preso il comando e da lì tutto è
stato bellissimo, proprio perché fisicamente ero a posto e il cervello è
rimasto sul pezzo. Dopo la gara sono stata stupita, e veramente soddisfatta e
fiera, di non avere nè stanchezza nè alcun tipo di dolore. Significa che ho
fatto tutto bene, in gara ma soprattutto prima. Significa che il corpo sta bene
ed è pronto per questo.”
Conosco
questo tipo di stanchezza pre gara ed è importante conoscersi bene per non
temere la partenza, mi è successo che prima di un ciclo pellegrinaggio di 330km
con partenza all’una di notte avevo sonno ma poi salito in bici è passato tutto
e ho continuato fino alla sera, così come conosco l’adrenalina dell’arrivo dopo
ore e ore di gara, mi è capitato dopo l’Iron Elbaman di fare lo sprint
all’arrivo e di saltare felicemente per aver terminato la gara senza sentire
stanchezza.
Pertanto comprendo quello che dice Francesca e più gareggi e più
conosci te stesso e come funzioni e meno temi la gara, sai che fa parte del
gioco, l’esperienza paga sempre di più di ogni cosa. Inoltre come dice
Francesca è importante stare non solo sulle sensazioni corporee ma anche sulla
testa che ti fa andare avanti senza distrarti troppo dalla direzione e
dall’obiettivo.
Hai scoperto ancora qualcosa di nuovo in te stessa, nelle altre atlete? “Ho scoperto che se mi concentro sul
mio corpo e un po' anche sul paesaggio, le cose funzionano meglio. Che alla
fine la gara è effettivamente un percorso e quello che conta è il modo in cui
lo vivi, che poi concorre a determinare il risultato finale. Se uno riesce a
godersi il viaggio è abbastanza probabile che poi possa anche trovarsi
soddisfatto di ciò che ne esce fuori in termini cronometrici. Sulle altre
atlete… non saprei, non ho scambiato molto essendo sempre stata da sola, ma
ricordo di aver pensato che il punto non è che siamo avversarie: siamo tutte
nella stessa barca. Questa considerazione mi ha fatto stare bene, ho pensato
che tutte dobbiamo solo fare quello che sappiamo fare per arrivare in fondo.”
La
gara per chi ha passione per il trail è prima di tutto un lungo viaggio in un
bel percorso e poi c’è anche la competizione, quindi motivazioni intrinseche ed
estrinseche.
Organizzata bene la gara? Percorso, ristori, premiazioni? “Dal punto di vista organizzativo
questa gara di Istria è perfetta in ogni aspetto. Tracciatura, ristori,
logistica, tutto.”
Tifo, sostegno, famiglia, amici, com'era? “Ah beh, il tifo e il sostegno in
Croazia sono sempre incredibili. In ogni angolo trovavo qualcuno con una parola
gentile o pronto a farmi un video o una foto, è favoloso. Poi ho tutti gli
amici da casa, i miei genitori e ovviamente Renato che veglia su di me passo
dopo passo, quindi è semplicemente bellissimo.”
Avere
sostegno e Angeli pronti a intervenire in caso di bisogno costituisce una sorta
di imbracatura di sicurezza, ci si sente più sicuri di osare, c’è più
entusiasmo, più carica.
Cambia qualcosa dopo questa prova? “Beh dopo questa prova mi sento più
leggera e fiduciosa, ho avuto la conferma che il lavoro fatto funziona bene e
che posso semplicemente continuare a fare questa cosa che mi piace senza
preoccuparmi più di risultati o opinioni altrui sul mio conto. Quello che
importa è apprezzare il privilegio di essere in grado di correre così a lungo e
scoprire nuovi posti e nuove emozioni.”
Prossime gare? Obiettivi a breve, medio, lungo termine? “Penyagolosa
UTWT, Mozart 100 UTWT, Scenic trail ISF World Series, Maxi Race Annecy 110 km.”
Riporto un’intervista a Francesca Canepa nel libro ‘Lo sport delle donne’.
Francesca è menzionata nel libro Maratoneti e ultrarunner.
Francesca ha scritto il libro: “UTMB. Ultra Trail du Mont Blanc. La mia olimpiade” – 1° luglio 2019, Valeria Straneo (Prefazione).
Matteo SIMONE
Autore di libri di psicologia e sport
Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR
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