Matteo SIMONE
La bravura sta nel trovare una sfida che ti impegni a livello fisico e mentale e che ti permette di trovare gli stimoli giusti per allenarti, per impegnarti a portarla a termine prima mentalmente durante il periodo di allenamento e poi realmente il giorno o i giorni di gara.
Di
seguito Filippo racconta la sua esperienza di ultrarunner rispondendo ad alcune
mie domande.
Gara
di trail cosa significa per te? “Le gare Trail sono sempre un mix di
molti elementi: scoperta di un pezzo di mondo poco conosciuto, competizione con
se stessi e confronto con gli altri.”
Come
decidi obiettivi e strategie di gara, team, famiglia, amici, figure
professionali? “Ma
oramai, sono talmente incasinato che cerco di unire la promozione di Wild Tee
alle gare a cui partecipo.”
Ti
senti ancora di valere un posto in Nazionale? “Assolutamente no, ci sono atleti molto
più forti, preparati e poi largo ai giovani per fare un vero salto di qualità!”
Come
mai la scelta del Quadrifoglio Ultra Trail? “Amo molto gli appennini. Non ero molto soddisfatto
della mia recente The Abbots Way e volevo provare a fare una gara un po’ più
all'attacco (anzi alla cazzomannaggia). Così ho scoperto un pezzo di Appennino
veramente stupendo. Due piccioni con una fava!”
Con
l’esperienza è cambiato il tuo modo di allenarti? “Moltissimo, oramai, diciamo che mi
alleno, quasi esclusivamente, per essere sempre pronto, appena ne ho
l’occasione, a scoprire un luogo nuovo correndoci in mezzo.”
In
che modo curi la preparazione mentale? “Prima, mi preparavo molto di più cercando
di anticipare le difficoltà della gara a cui andavo incontro. Ora, diciamo che
quando riesco a correre (per il poco tempo a disposizione) sono talmente felice
di poterlo fare che mi basta per superare la fatica.”
Coccole
e autoprotezione hanno posto nella tua preparazione o nel post gara? “Purtroppo no! Le gare sono sempre
ritagliate tra lavoro e famiglia e mi capita di arrivare ad una gara già
affaticato e di dovermene andare subito dopo senza poter assaporare la
soddisfazione di avercela fatta. Ma va bene così, anche se a volte vorrei poter
avere un po’ più di tempo per riflettere sull’esperienza appena conclusa.”
Diciamo
che rispondere a queste domande comunque diventa una riflessione sulla pratica
del proprio sport, sulle gare e allenamenti fatti, su quello che si ha in mente
di fare, diventa una elaborazione pensare, riflettere, mettere per iscritto per
far leggere un’altra persona e poi rileggere. Diciamo che diventa una sorta di
allenamento mentale, uno sviluppare di consapevolezza.
Qual
è una tua esperienza che ti dà la convinzione che ce la puoi fare? “Non ho mai la convinzione di potercela
fare...anzi ho imparato che più la sfida è importante più mi stupisco di
avercela fatta.”
Quali
sono le sensazioni sperimentate in precedenti esperienze di successo? “Beh, è innegabile (anche se di solito mi
nascondo e tendo a minimizzarlo) che stare davanti in gara e arrivare sul podio
sia una sensazione bellissima. In quei momenti lì si da veramente il 100%.”
Stare
davanti ed essere inseguito può essere sperimentato in diversi modi, come
primeggiare con le proprie capacità fisiche e mentali, si può anche
sperimentare il temere di essere raggiunti, si può immaginare di essere in fuga
come un ricercato, un animale braccato, insomma l’essere davanti può stimolare
la fantasia, ma la cosa più bella è sentirsi bene, sperimentare benessere e
performance.
Hai
un tuo idolo, modello di riferimento, ti ispiri a qualcuno? “No, però mi piacciono molto le imprese
degli esploratori in terre sconosciute. Le incognite credo siano la base
dell’avventura.”
Vanno
bene le incognite, ma dietro a chi si avventura ci deve essere una enorme esperienza
di viaggio, bisogna aver sperimentato in altri viaggi incognite già
addomesticate che non hanno impedito il proseguo del viaggio.
C’è
una parola o una frase detta da qualcuno che ti aiuta a crederci e impegnarti? “No, ho la memoria corta! Ma ho imparato
che impegnarsi nello sport come nella vita porta a dei risultati commisurati all’impegno
che uno ci mette. In base a questo principio l’essere umano che si impegna a
fondo è capace di cose grandiose.”
Tutto
lì il segreto, devi volere una cosa, ci devi credere, ti devi impegnare e poi
una volta ottenuta ne devi godere, la devi assimilare e devi recuperare per
poter programmare nuove cose grandiose.
Un'intervista
a Filippo è riportata nel libro
"Il piacere di correre oltre".
Sport
& benessere 15 | ed. novembre 2022.
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