La corsa mi era stata sconsigliata dal dottore per problemi di schiena
Matteo SIMONE
Il Vigile del fuoco Oliviero Bosatelli vince la prima edizione del Tor des Chateaux, ultratrail di 170 chilometri con 4 mila metri di dislivello positivo, con partenza venerdì sera ore 20.00 e tempo di percorrenza 17h28’.
Di seguito la classifica maschile podi della 170km. 1° Oliviero Bosatelli, 2° Mikael Mongiovetto, 3° Enzo Benvenuto, 4° Cesare Clap, 5° Matteo Grassi, 6° Pablo Criado, 7° Bruno Brunod, 8° Andrea Rossi, 9° Paolo Scatolini, 10° Tracisio Fresia.Per quanto riguarda le donne la vincitrice è 1° Marina Plavan e a seguire 2° Ana Bustamante Velez, 3° Stefania Albanese, 4° Jenn Gaskell, 5° Claudine Bosio, 6° Morgana Rege, 7° Maria Ilaria Fossati, 8° Rosanna Goggi.
Oliviero ci racconta la sua passione per lo sport rispondendo ad alcune domande un po’ di tempo fa.
Quali fattori hanno contribuito al tuo benessere e/o performance?
“I fattori sono stati vari, uno di questi è stato quando un cliente mi ha
guardato, io avevo indossato una maglietta abbastanza aderente mi disse ‘vedo
che ti stanno venendo anche a te le maniglie della amore’ non pesavo poi tanto,
sui 80 kg. E mi sono reso conto che mi piace mangiare e il metabolismo non era
più quello di una volta, e quindi ho ripreso a fare delle camminate in montagna
con la moglie, perché la corsa mi era stata sconsigliata dal dottore per
problemi di schiena.”
Mi
sa che Oliviero dovrebbe ringraziare quel cliente che con una semplice
affermazione gli ha permesso di essere consapevole maggiormente rispetto al suo
aspetto fisico e tale consapevolezza gli ha permesso di passare da una fase
precontemplativa a quella dell’azione e poi al mantenimento, iniziando e
continuando a fare attività fisica per il suo benessere e poi, perché no, per
la performance forse inaspettata.
Quale alimentazione segui prima, durante e dopo una gara? Usi farmaci,
integratori? Per quale motivo? “L'alimentazione che seguo una
settimana prima di una gara lunga prevista è normalissima, mangio di tutto e
bevo di tutto cercando comunque di assumere dei sali, magnesio e potassio dopo
gli allenamenti. Nell'ultima settimana elimino caffè, e limito al minimo
alcolici (vino) ma non la birra, elimino quasi tutto i carboidrati e mangio
proteine e negli ultimi tre giorni inverto. Facendo parecchio sport, e quindi
utilizzando parecchie energie, ritengo che qualche integratore vada preso tipo
quelli menzionati prima. Dopo la gara per due giorni l'appetito è scarso ma poi
recupero rimangiando di tutto.”
Nello sport chi ha contribuito al tuo benessere e/o performance? “Ha contribuito al mio benessere sicuramente
me stesso, e alla performance in parte la moglie, dato che servono parecchi
sacrifici, anche di tempo e quindi a volte sacrifichi un po' la moglie col
benestare...mentre i figli sono già grandi e quindi il problema non sussiste.”
Lo
sport per passione e hobby diventa performante se sei sereno, ti impegni e hai
talento, i familiari possono contribuire al benessere e alla performance con il
sostegno e apprezzando i tuoi sforzi.
La gara della tua vita, dove hai sperimentato le emozioni
più belle?
“Quando vinci le emozioni sono sempre belle e tante. La gara della Mi vita? Per
ora la aut Orobie 2016 se verranno altre meglio ancora, ma avranno lo stesso
valore. Vincere in casa non ha prezzo. Perché ti conoscono in tanti e hai un
buon riscontro mediatico anche se non sei un fuori classe.”
Questa
risposta l’ha data prima del la vittoria del Tor des Geants, partecipare al tor
è il sogno di tanti ultrarunner,
figuriamoci vincerla e Oliviero il 2016 vinse proprio il Tor des Geants.
Cosa pensano familiari e amici della tua attività? “I familiari ormai si stanno abituando
a queste mie avventure anche se prima e un po’ anche adesso mi danno del matto.
Invece per quanto riguarda gli amici tanti quelli che non sono del giro delle
corse, non concepisco neppure che esistano gare di questo tipo, distanza e
difficoltà e quindi restano stupefatti.”
Chi
è del settore considera veramente Oliviero un Gigante, importante avere vicino
la famiglia che fa il tifo.
Un episodio curioso della tua attività
sportiva?
“L'anno scorso, all'Orobie Ultra-Trail, quando sono arrivato (2°) e neppure si
erano accorti che ero arrivato, ho dovuto fare la replica dell'arrivo perché
mi aspettavano un bel po' di minuti dopo o mentre facevo la gara si domandavano
chi fossi, visto che prima di allora ero un perfetto sconosciuto a livello di
ultra trail.”
Ora
che Oliviero ha vinto il Tor è marcato a vista dai suoi avversari ed è sotto
l’osservazione di fotografi, organizzatori, tecnici e tanti altri.
Cosa hai scoperto del tuo carattere praticando sport? “Ho scoperto quello che sapevo già, la
tenacia e non mollare mai, il stare da solo per ore e ore e ho scoperto di
avere tanti amici veri e virtuali, una parte di quelli nuovi ti
dimenticheranno quando non sarai più vincente, quelli veri ti staranno sempre
vicino.”
Quali capacità, risorse, caratteristiche, qualità hai
dimostrato di possedere?
“Concludendo le ultra Trail, mi sono reso conto di avete una buona resistenza sia
fisica che morale, rinforzando in me la convinzione che con la determinazione
si possono ottenere degli obbiettivi insperati. E da parte della gente il fatto
che mi considerino umile e timido.”
Che significa per te partecipare a una gara? “Dipende che gara è, se devo difendere un titolo, se è solo per la presenza o se
è goliardica. In base a queste situazioni le gare le faccio in modo competitivo
o no.”
Hai sperimentato l’esperienza del limite nelle tue gare? “Non essendomi mai ritirato fino ad ora
non saprei dire quale sia il mio limite. Che il mio corpo si rifiutasse di
proseguire per crampi o per stanchezza mi è successo solo due volte ma la mia
volontà o testardaggine ha avuto il sopravvento.”
Quali sensazioni sperimenti facendo sport: allenamento, raduni,
pre-gara, gara, post-gara?
“Se il fisico non risponde in modo positivo a determinati allenamenti e se sei
ancora lontano da una competizione non mi influisce emotivamente, al contrario
se manca poco ciò mi mette in apprensione. Per i raduni (il giorno prima della
gara) quei pochi che ho fatto è un modo per stare in compagnia, durante la gara
dipende che tipo di gare e come si evolve, si può essere contenti anche se non
si arriva prima, sapendo che comunque sei stato bene e hai dato ciò che potevi
dare, consapevole che lo fai per il piacere di divertirsi e non come
professione. Dopo gara se sono gare estreme, ovviamente si cerca di recuperare
in modo veloce la fatica e i vari acciacchi senza diventare matti. A livello
emotivo se si ottiene un risultato come la out Orobie ti lascia una ricarica e uno
stimolo altissimo che serve per proseguire negli obbiettivi che uno ha
prefissato, uno di questi è anche solo di riuscire a finire una gara di lunga
distanza, perché si sa che finire è già una vittoria.”
Quali sono i tuoi pensieri in allenamento, in gara? “Pensieri durante un allenamento un po’
di tutto, e anche nulla perché sono talmente lunghe le uscite. In gara se sono
da podio penso a cosa dire all'arrivo.”
La tua gara più estrema o più difficile e quale ritieni
non poter riuscire a portare a termine? “La gara più difficile finora fatta è
quella che a livello fisico ti fa soffrire, crampi, energie finite ecc. ecc. e
non la lunghezza. La mia gara limite non saprei, finora quelle che volevo fare
e che ho fatto le ho sempre portate a temine.”
Quali sono le difficoltà, i rischi, a cosa devi fare attenzione nella
tua disciplina sportiva?
“Le difficoltà e i rischi nella mia disciplina, trovare il tempo per allenarsi
ed essendo un sport di usura, si spera sempre di non incorrere a eventuali traumi
cercando di prevenire nel limite del possibile.”
Quali condizioni fisiche e/o ambientali ti hanno indotto a
fare una prestazione non ottimale? “Soffro parecchio il freddo che mi
induce a non aver voglia di fare allenamenti e i problemi cronici del mio
fisico mal di schiena e crociato laterale interno.”
Cosa ti ha fatto mollare o cosa ti fa continuare a fare sport? “Ci sono stati momenti della mia vita
dove veniva prima la famiglia, e quindi lo sport veniva messo in parte, e in
altri momenti mi allenavo quasi tutti i giorni dalla serie stacchiamo un po' la
spina. Mi fa continuare questo sport le gratificazione personali e quelle che
vengono dall'esterno e il benessere fisico salvo acciacchi.”
Come hai superato eventuali crisi, sconfitte, infortuni? “Crisi vanno e vengono, sconfitte fan
parte dello sport, infortuni rallentamento attività fisica, e fisioterapisti e
prevenzione.”
Ti hanno consigliato di ridurre la tua attività sportiva? Hai mai
pensato di smettere di essere atleta? “Sì mi hanno consigliato di smettere di
correre qualche anno fa, per discopatia degenerativa 4 5 6 anello. Domanda, e
con la corsa? Risposta, attacchi pure le scarpe da corsa al chiodo. E così ho
fatto per qualche anno dato che avevo anche altri impegni familiari, ho cercato
di mantenermi in forma e rinforzare la parte debole con ginnastica specifica
alla schiena risolvendo per ora il problema.”
Quale può essere un tuo messaggio rivolto ai ragazzi per avvicinarsi
allo sport?
“Che tutti dovrebbero cimentarsi in qualsiasi sport nel limite del possibile, soprattutto
quando si è giovani. Riuscendo così fin da piccoli a comprendere cosa vuoi dire
fare sacrifici per degli obbiettivi ovviamente. Se si è bambini deve essere più
un gioco. La differenza è non poca tra sport di gruppo o sport singolo, con
tutte le loro caratteristiche d'allenamento e psicologiche, e il benessere
fisico.”
Ritieni utile la figura dello psicologo nello sport, se si per quali
aspetti ed in quali fasi?
“La figura del psicologo è sicuramente utile, per tutte quelle persone che non
rendendosi conto o non riuscendo a farne a meno, mettono la loro passione al di
sopra di tutto il resto, con conseguenze gravi, sia fisiche che sentimentali, e
equilibrio mentale.”
C’è stato il rischio di incorrere nel doping nella tua carriera
sportiva?
“No, mai, perché se arrivano i risultati bene altrimenti pace. Non me ne faccio
una malattia esistenziale.”
Qual è un messaggio che vorresti dare per sconsigliare l’uso del
doping?
“Doping è barare con noi stessi e con gli altri. Penso che a lungo andare ci
siano anche conseguenze negative per il nostro fisico e il rischio di essere
scoperti, con la conseguenza di passare dalle stelle alle stalle, tutto ciò che
ne consegue a livello psicologico, qui sì che poi servirebbe lo psicologo.”
Se potessi tornare indietro cosa faresti o non faresti? “Attualmente
mi trovo bene così. Non ho nulla da recriminare. Anche perché lo sport che io
faccio, sicuramente non potrei farlo da professionista ma solo come hobby e non
deve prevalere troppo su altre soddisfazioni della mia vita.”
Un'intervista
a Oliviero è riportata nel libro "Il piacere di correre oltre".
Sport & benessere 15 | ed. novembre 2022.
In
linea di massima, la passione della corsa permette alle persone di mettersi
alla prova, di condurre un sano stile di vita, di salire su un treno fatto di
fatica e gioie, di relazioni, di mete e obiettivi da costruire, di situazioni
da sperimentare.
Bisogna sviluppare consapevolezza delle proprie risorse e
capacità, ma anche dei propri limiti: è necessario consolidare questi concetti
per mantenere un buon equilibrio. Nel nuovo libro di Matteo Simone Il piacere
di correre oltre, l’autore riprende la sua consuetudine di parlarci di sport
soprattutto attraverso il dialogo con gli atleti.
Leggere
il testo di Matteo Simone ci permette di conoscere alcune dinamiche
psicologiche che forse ignoriamo o per lo meno di cui non siamo consapevoli.
L’autore nota che ciascuno di noi, se lo vuole, può riuscire a raggiungere i
propri obiettivi nello sport come nella vita, e così diventano più
addomesticabili e gestibili, la fatica e la paura; al contempo si rafforza la
mente, si eleva l’autoefficacia personale e si sviluppa la resilienza.
Matteo SIMONE
Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR
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