Matteo
Simone
A volte lo sport rimette al mondo, fa risperimentare entusiasmo e vitalità.
Succede ad esempio che la corsa permette di sentirti utile e capace, da un senso
a una vita che sta attraversando un periodo difficile. Di seguito l’esperienza di
Vincenzo Santillo che si racconta rispondendo ad alcune mie domande.
Qual è stato il tuo percorso nella pratica dell’attività fisica? “Il mio percorso è cominciato così,
avevo un edicola che ho chiuso per fallimento e mi sono trovato senza lavoro.
Mangiavo sempre, fumavo e non ero mai stanco, così decisi di andare a camminare
un po' di mattina presto.
Da lì ho conosciuto tantissimi amici che mi hanno
portato a iscrivermi a una società e a partecipare a gare. Sono stato per più
di due anni senza lavoro e posso dire la corsa mi ha aiutato tantissimo a
sopravvivere , a volte mi domando, chissà se non cominciavo a correre che fine
avrei fatto.”
Qual è una tua esperienza che ti possa dare la convinzione che ce la
puoi fare?
“Il Passatore, è stata la gara che mi ha regalato mille emozioni.”
Il Passatore è una gara di corsa a piedi della distanza di 100 km con partenza da
Firenze ore 15 e arrivo a Faenza con un tempo massimo di percorrenza di 20 ore
dove il primo arrivato ci impiega meno di 7 ore e da 11 anni a questa parte c’è
l’unico vincitore che è Giorgio Calcaterra.
Cosa hai scoperto del tuo carattere nel praticare attività fisica? “Ho scoperto che con la testa si può
arrivare dovunque e i dolori che possono comparire durante una gara o un
allenamento vanno risolti di testa.”
A
volte si e a volte no, a volte i dolori sono sabotatori, ce li cerchiamo noi, siamo
indecisi, siamo negativi, siamo svogliati e stiamo lì ad attendere un dolore per
poterci fermare e allora diventa importante un lavoro mentale di confronto di nostre
diverse polarità opposte per trovare un compromesso, un accordo per continuare la nostra esperienza sportiva fino al traguardo.
Altre volte il dolore
può indicarci una vera sofferenza e allora si è forti se ci si
ferma, se si è troppo ostinati si continua senza considerare i messaggi di aiuto del
corpo.
Quali capacità, risorse, caratteristiche, qualità hai
dimostrato di possedere?
“Ho capito che divertendomi affronto le gare con facilità, questo l'ho capito
dopo che avevo preparato una maratona, feci 3 mesi di preparazione, ripetute,
fartlek, alimentazione controllata, e niente arrivai benissimo alla maratona ma
al km 22 crampi e da che volevo fare sotto le 3 ore feci sotto le 4 ore, da
allora ho abbandonato tutti i tipi di allenamenti, esco tutte le mattine alle
5, due ore di corsa solo a sensazioni.”
A
volte la competizione non è salutare, a volte è importante sentirsi liberi da tempi
e orari, diventa più salutare sperimentare il gesto atletico, l’avanzare nel percorso
di allenamento o di gara, notare il nostro mondo interno e anche ciò che ci circonda,
notare la fatica che si sente ma non crea problemi, il sudore che ci inumidisce
ma che ci appartiene, fa parte della nostra esistenza.
Che significa per te praticare attività fisica? “Significa scaricare tutti i problemi
lavorativi che ho. I problemi lavorativi sono tanti, anche oggi ho un lavoro
che non mi permette di vivere serenamente, ma la corsa mi aiuta tantissimo e
ringrazio Dio di avermi fatto scoprire questo sport.”
Lo
sport e la corsa in particolare a volte diventa terapeutico, ti fa scaricare
tensioni legate ai problemi quotidiani, ti permette di elaborare situazioni che
stazionano nella mente perché non hanno al momento una valida soluzione.
Quali sensazioni sperimenti facendo attività
fisica?
“La mattina mi piace uscire presto e ascoltare il silenzio mattutino, mi
ricarica per la giornata che affronterò.”
Questo
è il bello dello sport e della corsa in particolare provare sensazioni ed
emozioni, sperimentare, uscire a ore insolite e notare che effetto fa vedere
colori dell’alba, il fresco della mattina, il silenzio ed altro.
Quali sono le difficoltà, i rischi? A cosa devi fare attenzione nella
pratica della tua attività fisica? “Il rischio più forte è reale è la
maledetta sigaretta, non riesco a smettere, la odio quando corro, prometto di
non fumare più, ma dopo corso non è più così.”
Per
ora Vincenzo è in una fase contemplativa, è consapevole che la sigaretta fa
parte di uno stile di vita non proprio salutare ma ancora non ha la forza, il
coraggio, la spinta motivazionale per passare nella fase successiva che è
quella dell’azione e cioè cestinare le sigarette. Quando farà un primo passo
verso il non fumare il passo successivo sarà la fase del mantenimento e cioè non
comprare più sigarette o comprarle e non fumarle.
Quali condizioni fisiche o ambientali ti ostacolano nella
pratica dell’attività fisica? “Il caldo, perché uscendo sempre alle 5
non sono abituato a correre col sole.”
Cosa ti ha fatto mollare o cosa ti fa continuare a fare attività
fisica?
“Mollare per adesso mai, continuare sempre perché sto appena all'inizio e ce ne
sono ancora a migliaia di gare che voglio fare, tanto nella corsa c'è sempre
tempo, si può correre ad ogni età ed io ho appena 37 anni.”
La
corsa ti permette di fare sport liberamente con diverse modalità, puoi correre
velocissimo o a bastanza veloce, puoi rallentare e recuperare, puoi fare soste
e camminare, in base alla forma, al periodo che stai attraversando, alla
motivazione è possibile esprimersi in diverso modo.
Ritieni utile lo psicologo dello sport nella pratica
dell’attività fisica?
“Mio fratello prima del Passatore mi fece leggere una frase del libro, resisto
dunque sono, penso che alcune frasi dette da persone competenti aiutino molto.”
Come
nella vita, nello studio, nel lavoro è importante l’apprendimento
dall'esperienza diretta ma anche diventa importante l’aiuto di persone
competenti che per quanto riguarda l’allenamento fisico sono allenatori e
preparatori atletici e per quanto riguarda l’allenamento mentale che forse
passa in primo piano in gare di endurance può essere importante il confronto
con uno psicologo per gestire diversi aspetti che vanno dall'insicurezza, dalla
gestione dell’ansia di prestazione, dal superare infortuni e sconfitte, dal
gestire la pretesa di riconfermarsi o il fine carriera.
Sogni realizzati e da realizzare? “Quello realizzato è il Passatore, ma
come ho detto prima, c'è tempo e voglio godermi questa passione senza strafare,
ma un poco alla volta.”
"Un
poco alla volta" è un buon approccio e diventa anche un’ottima strategia di gara
soprattutto per quelle lunghissime, un po’ alla volta si riesce a ottenere
grandi risultati e a fare grandi cose.
Un’intervista a Vincenzo è riportata nel libro La 100km del
Passatore. Una gara fra coraggio e resilienza.
La 100 km del Passatore. Una gara fra coraggio e resilienza: Cosa
significa correre una gara di 100 km? Quali meccanismi psicologici aiutano ad
allenarsi e gareggiare con coraggio e resilienza? La 100 km del Passatore è una
classica e famosa gara di corsa a piedi da Firenze a Faenza.
È un libro che
racconta di atleti di livello nazionale e internazionale ma anche di atleti che
hanno la passione della corsa di lunga distanza e la lettura delle interviste
aiuta a vedere con occhi diversi questa pratica sportiva, una pratica da
avvicinarsi con cautela, attenzione, preparazione.
Sono trattati aspetti della
psicologia dello sport quali lo sviluppo della consapevolezza delle proprie capacità
e limiti; il grande e importante lavoro della definizione oculata degli
obiettivi chiari, difficili, sfidanti ma raggiungibili; il lavoro
dell'autoefficacia, il graduale fare affidamento su se stesso.
Matteo
SIMONE
380-4337230
- 21163@tiscali.it
Psicologo,
Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR
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