Matteo Simone
Resilienza ed autoefficacia per non arrendersi mai e per raggiungere i propri obiettivi.
Gli
atleti sperimentano sicurezza nel riuscire a portare a termine tali
competizioni estenuanti, sentono di valere, di avere forza mentale, di saper
prendere decisione, di sentirsi leader, aumenta autoefficacia nell’ambito
sportivo, si sentono riconosciuti dagli altri, si scopre di possedere capacità
insospettate.
Di
seguito alcune testimonianze, per esempio Alberto Ceriani, atleta non vedente
capace di portare a termine un Ironman ecco come risponde alla domanda Cosa ti spinge a spostare sempre più in avanti i limiti fisici?
“La soddisfazione di vedere che nonostante i miei
impedimenti fisici posso farcela.”
Si
riconoscono i limiti mentali, e quindi la possibilità di andare avanti
superando i blocchi mentali, e percorsi non solo lungo strade e sentieri ma
anche dentro se stessi, una ricerca interiore attraverso la lunga corsa, le
lunghe distanze.
Marco
Dori, ultrarunner e Ironman, racconta le sue impressioni: “Significa
misurarmi con i miei limiti soprattutto mentali. Non ho una corporatura da
maratoneta; sono alto 1,94 mt e peso intorno ai 95 kg e negli anni passati già
la maratona per me era una misura limite. Poi ho scoperto le ultra e ciascuna
di esse è stato un percorso dentro me fatto di sfida, difficoltà, solitudine,
contatto con la natura, rispetto, voglia di mettermi alla prova. Quando parto
so che vivrò un’esperienza irripetibile e unica.”
Gli
atleti sperimentano di saper soffrire, di riuscire, di superare momenti
difficili, per esempio il veterano Vincenzo Luciani dichiara: “Un motivo di orgoglio e di autostima; l’acquisizione di una mentalità
da ultramaratoneta nel senso di capacità di autoregolazione delle proprie
energie fisiche e di autocontrollo psichico sperimentato sulla lunga durata
della prestazione sportiva; una capacità di saper ‘soffrire’, tener duro e
saper resistere ad uno sforzo prolungato.”
Si
impara a superare qualsiasi ostacolo, per ogni problema c’è almeno una
soluzione. Di fronte a sconfitte traggono insegnamenti.
Matteo
Nocera vince la prima 6 ore all’esordio, vince la seconda 6 ore, ma alla sua
terza 6 ore è costretto a fermarsi ma ne trae un grande insegnamento
complimentandosi con il vincitore, di seguito
le sue parole: “E’ stata la mia gara più
importante...! Adesso posso iniziare a correre sicuramente in modo più
completo. Se per assurdo avessi vinto anche questa … di sicuro sarei rimasto
indietro poi! P.S. L'equilibrio e la serenità in effetti le impari dopo le
tempeste…! Concentrato sul Passatore! A presto Matteo Simone. “
Con
la forte passione e giusta motivazione si può avere la capacità di gestire
momento per momento eventuali imprevisti o crisi ed andare avanti nello sport e
nella vita.
La passione è un motore potente lo spiega Simona Morbelli rispondendo
alla domanda Quali meccanismi psicologici ti
aiutano a partecipare a gare estreme? “La
motivazione credo sia la componente principale. Fare qualcosa che ti piace e
farlo con degli obiettivi porta ognuno di noi a migliorarsi e non mollare.
Forza, determinazione, costanza, resilienza, nel momento stesso in cui sei
realmente motivato il tuo corpo aiutato dalla tua mente ti può portare ovunque.”
Essere
resilienti implica il percepire al tempo stesso il dolore e il coraggio,
affrontando le difficoltà grazie alle proprie risorse personali e relazionali. La
pratica dell’ultramaratona permette di conoscere e scoprire delle risorse interne
che in situazioni ordinarie sono insospettabili.
Tenacia,
determinazione, resilienza accrescono la forza mentale per andare avanti, per
raggiungere un obiettivo prefissato, per superare eventuali crisi lungo il duro
percorso. Il non fermarsi davanti a imprevisti, il non mollare, il “piegarsi ma
non spezzarsi”, l’essere resilienti permette di rialzarsi più forti e
determinati di prima permette di ricominciare con più entusiasmo di prima, con
più coraggio, con più esperienza, con più sicurezza.
L’essenza
della vita è sperimentare le proprie capacità personali misurarsi con
l’impossibile, l’incerto, sfide continue, un viaggio interiore alla ricerca di
se stessi, conoscere se stessi, rialzarsi quando si casca, ci si infortuna.
Gli
atleti sono disposti a mettersi alla prova, a misurarsi con le difficoltà, di seguito
alcune testimonianze.
Ad esempio Susanna Forchino così risponde alla domanda Cosa ti spinge a spostare sempre più in avanti i limiti fisici?
“Il fatto di potermi misurare con i miei limiti, di
constatare ogni volta che ‘volere é potere’ e di provare ogni volta una
felicità immensa nel portare a termine un’impresa.”
Mentre
per Iolanda Cremisi è una continua ricerca, una continua scoperta di risorse interne,
le più nascoste: “La forza che ho trovato in me stessa, capire che, se si vuole, qualsiasi obiettivo
può diventare raggiungibile, aver scoperto risorse interiori finora
inesplorate, entrare in contatto con me stessa.”
Anche
per Federico Crotti si tratta di scoprirsi, misurarsi, di sfidare se stesso:
“Scoprire i miei limiti. Dove può arrivare la forza
di volontà. Inoltre sto imparando a conoscere veramente il mio corpo, le mie
risorse fisiche”
E’
importante essere consapevoli nel “qui e ora” di quello che si fa, momento per
momento, facendo ogni cosa con la massima attenzione e concentrazione, non
lasciando niente al caso, curando i minimi particolari, senza distrazioni.
Ecco
cosa hanno scoperto molti ultramaratoneti del loro carattere.
Franco Draicchio:
“Di essere più forte di quanto pensassi, affronto
meglio le difficoltà della vita di tutti i giorni.”
Ciro Di Palma: “Ho solo avuto conferme. Se
voglio, posso fare tutto.”
Monica Casiraghi:
“Del mio carattere le ultra mi hanno insegnato a
essere sicura e determinata e a superare le paure della vita.”
Laura Ravani: “Che posso smettere di
avere paura inutilmente. Che se rimango concentrata sulla realtà e su quello
che sto vivendo in genere riesco a capire come devo comportarmi.”
Alcuni atleti introducono tecniche e metodi di allenamento mentale come la
psichiatra Laura Ravani ecco cosa risponde alla domanda Quali i
meccanismi psicologici ritieni ti aiutano a partecipare a gare estreme?
“La capacità di andare facilmente in auto ipnosi e
il meccanismo di autoefficacia. Poi il preparare una gara mentalmente durante
le settimane prima, attraverso visualizzazioni. Sono talmente abituata che se
non lo faccio mi trovo impreparata e faccio flop.”
Per
alcuni c’è un riscoprirsi diversi, più socievoli per esempio, è il caso di Enrico
Vedilei: “Sembrerà strano ma ho scoperto di essere molto
socievole e stare bene in mezzo alla gente, cosa che da piccolo non mi riusciva
bene.”
E’ anche il caso di Silvio Cabras:
“Avendo un carattere molto timido e introverso,
socializzando mi ha dato la possibilità di aprirmi!”
Si
scopre di possedere capacità insospettabili, e questo serve da insegnamento
anche nella vita oltre che dallo sport, si impara a superare qualsiasi
ostacolo. Per ogni problema c’è almeno una soluzione, è possibile trovare tale
soluzione che ti porterà al traguardo finale a superare gli imprevisti le
sofferenze che comunque diventano passeggere.
Tutto
quello che si apprende nelle gare di endurance poi viene trasferito nella quotidianità,
ecco cosa ha scoperto Marco Zanchi: “La capacità di affrontare
i problemi e difficoltà in gara ti possono essere d’aiuto anche nella vita
quotidiana!” Simile scoperta l’ha fatta anche Matteo Colombo: “Ho imparato a gestire e a controllare le mie emozioni e miei stati
d’animo soprattutto nei momenti di difficoltà e debolezza… per me correre
significa anche migliorarmi in qualità di persona nel mio quotidiano e nella
mia vita privata, lavorativa, sociale, famigliare ecc.”
Si
diventa più forti, questa è una scoperta di Giuliano Cavallo: “Diventare più forte caratterialmente ed essere sempre ottimista.”
Simile scoperta l’ha fatta anche Iolanda Cremisi: “Ho trovato
in me stessa una forza incredibile, e anche nella vita di tutti i giorni ho
imparato ad avere pazienza e riuscire sopportare situazioni difficili.”
Insomma
si cambia in meglio, una sorta di autoterapia, di seguito l’esperienza di Maria
Moramarco: “Ho scoperto di avere tanta pazienza e
determinazione. Correre è un po’ come fare terapia, scopri te stesso e
riconosci debolezze, pregi e difetti, hai una visione di vita diversa da quella
che hai vissuto prima.”
Gli
atleti sperimentano più sicurezza nel riuscire a portare a termine tali
competizioni estenuanti, inoltre sentono di valere, di avere forza mentale, di
saper prendere decisione, di sentirsi leader. In sostanza aumenta l’autoefficacia
personale nell’ambito sportivo, si sentono riconosciuti dagli altri ma prima di
tutto da se stessi.
L’ultracorsa
diventa l’attività che ti permette di andare avanti anche nella vita, più vai
avanti nelle distanze e nelle difficoltà delle ultracorse e più sei in grado di andare avanti nelle difficoltà
della vita quotidiana, lavorative, famigliari.
La Resilienza e l’Autoefficacia sono concetti importanti nella psicologia dello sport, ma anche nella vita in generale, per raggiungere i propri obiettivi in qualsiasi campo.
Si impara a valutare che per ogni problema c’è almeno una soluzione; tale soluzione ti porterà al traguardo finale, ti permetterà di superare gli imprevisti e tollerare le sofferenze.
Psicologo, Psicoterapeuta, Terapeuta EMDR
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