Matteo Simone
Chi sperimenta le lunghe distanze nello sport sa che per arrivare al traguardo bisogna essere creativi, allenati e pazienti ma anche molto resilienti, saper cercare dentro se stessi le risorse necessarie per percorrere anche gli ultimi metri e arrivare al traguardo.
Le esperienze di corsa di lunga distanza poi ti danno la consapevolezza che nella vita i problemi diventano più gestibili, affrontabili, risolvibili.
Lo sport di endurance aiuta a sviluppare la resilienza, interessante la
testimonianza di un atleta di lunghe distanze Roberto
D’Uffizi:
“Ho scoperto
che riesco a trasformare gli aspetti negativi in positivi, o al limite, a
ragionare costruttivamente per la risoluzione di un problema. Quando hai un
filo di forza e ti devi ingegnare per arrivare al traguardo, puoi tranquillamente
avere la resilienza necessaria per affrontare altre problematiche quando sei in
condizioni di relativo equilibrio psicologico e fisico.”
Ciò che distingue un campione da un atleta comune è la resilienza, il cui significato è:
“mi piego ma non mi spezzo”, che sta a significare che il vero campione esce
fuori dalle sconfitte con più voglia di far meglio, di migliorare gli aspetti in
cui ha mostrato carenza. Chi è resiliente, esce rafforzato da una sconfitta,
analizza i suoi errori e trova le soluzioni per essere vincente.
Il
talento non basta per raggiungere l’eccellenza, l’impegno è di rilevanza
fondamentale. Fissare obiettivi limitati, raggiungibili e progressivamente più
ambiziosi è uno dei modi migliori per aumentare l'autoefficacia dell'atleta.
Ci vuole convinzione, grinta, forza,
determinazione per dedicarsi ad un periodo di preparazione atletica. Il
percorso per raggiungere obiettivi può richiedere sacrifici enormi, rinunce,
spese, difficoltà, rischi, infortuni e non tutti sono disposti a questi
impegni.
Quindi, la cosa importante è decidere le
priorità negli obiettivi e impegnarsi per il raggiungimento. Da soli è
difficile, più è alto l’obiettivo, più è alto l’impegno.
Si lavora poi sull’autoefficacia personale attraverso
la ricerca di passate prestazioni positive, di individuazione di modelli
vincenti, di ricerca di feedback positivi.
Anche Trabucchi Pietro spiega come
incrementare l’autoefficacia nel suo libro Resisto
dunque sono, Corbaccio, a pag. 63: “Bisogna creare delle esperienze in cui
l’atleta padroneggi delle difficoltà progressive: sempre più sfidanti ma
raggiungibili.”
Come rafforzare le convinzioni di
autoefficacia?
Ricorda un evento, episodio, prestazione, dove sei riuscito,
quali erano le sensazioni?
Cosa ha contribuito alla tua riuscita?
Quali tue
caratteristiche sono state determinanti?
Chi ha contribuito al tuo successo?
Si definisce chiaramente l’obiettivo temporale e le risorse per raggiungerlo.
E’ importante riuscire a vedersi con l’obiettivo raggiunto, indossare l’obiettivo raggiunto.
Per approfondimenti è possibile consultare il libro "O.R.A. Obiettivi, Risorse, Autoefficacia.
Modello di intervento per raggiungere obiettivi nella vita e nello sport",
Aras Edizioni, 2013.
https://www.ibs.it/obiettivi-risorse-autoefficacia-modello-di-libro-matteo-simone/e/9788896378991
Per approfondimenti sul mondo degli ultrarunner è possibile consultare il libro Maratoneti e ultrarunner. Aspetti psicologici di una sfida.
https://www.edizioni-psiconline.it/anteprime/maratoneti-e-ultrarunner-aspetti-psicologici-di-una-sfida.html
https://www.ibs.it/obiettivi-risorse-autoefficacia-modello-di-libro-matteo-simone/e/9788896378991
Per approfondimenti sul mondo degli ultrarunner è possibile consultare il libro Maratoneti e ultrarunner. Aspetti psicologici di una sfida.
https://www.edizioni-psiconline.it/anteprime/maratoneti-e-ultrarunner-aspetti-psicologici-di-una-sfida.html
Matteo SIMONE
Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR
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