domenica 14 maggio 2017

Lo sport di endurance aiuta a sviluppare la resilienza

Matteo Simone   
                                                           

Chi sperimenta le lunghe distanze nello sport sa che per arrivare al traguardo bisogna essere creativi, allenati e pazienti ma anche molto resilienti, saper cercare dentro se stessi le risorse necessarie per percorrere anche gli ultimi metri e arrivare al traguardo. 

Le esperienze di corsa di lunga distanza poi ti danno la consapevolezza che nella vita i problemi diventano più gestibili, affrontabili, risolvibili.
Lo sport di endurance aiuta a sviluppare la resilienza, interessante la testimonianza di un atleta di lunghe distanze Roberto D’Uffizi
Ho scoperto che riesco a trasformare gli aspetti negativi in positivi, o al limite, a ragionare costruttivamente per la risoluzione di un problema. Quando hai un filo di forza e ti devi ingegnare per arrivare al traguardo, puoi tranquillamente avere la resilienza necessaria per affrontare altre problematiche quando sei in condizioni di relativo equilibrio psicologico e fisico.

Ciò che distingue un campione da un atleta comune è la resilienza, il cui significato è: “mi piego ma non mi spezzo”, che sta a significare che il vero campione esce fuori dalle sconfitte con più voglia di far meglio, di migliorare gli aspetti in cui ha mostrato carenza. Chi è resiliente, esce rafforzato da una sconfitta, analizza i suoi errori e trova le soluzioni per essere vincente.
Il talento non basta per raggiungere l’eccellenza, l’impegno è di rilevanza fondamentale. Fissare obiettivi limitati, raggiungibili e progressivamente più ambiziosi è uno dei modi migliori per aumentare l'autoefficacia dell'atleta.
Ci vuole convinzione, grinta, forza, determinazione per dedicarsi ad un periodo di preparazione atletica. Il percorso per raggiungere obiettivi può richiedere sacrifici enormi, rinunce, spese, difficoltà, rischi, infortuni e non tutti sono disposti a questi impegni. 
Quindi, la cosa importante è decidere le priorità negli obiettivi e impegnarsi per il raggiungimento. Da soli è difficile, più è alto l’obiettivo, più è alto l’impegno. 
Si lavora poi sull’autoefficacia personale attraverso la ricerca di passate prestazioni positive, di individuazione di modelli vincenti, di ricerca di feedback positivi.
Anche Trabucchi Pietro spiega come incrementare l’autoefficacia nel suo libro Resisto dunque sono, Corbaccio, a pag. 63: “Bisogna creare delle esperienze in cui l’atleta padroneggi delle difficoltà progressive: sempre più sfidanti ma raggiungibili.”

Come rafforzare le convinzioni di autoefficacia? 
Ricorda un evento, episodio, prestazione, dove sei riuscito, quali erano le sensazioni? 
Cosa ha contribuito alla tua riuscita? 
Quali tue caratteristiche sono state determinanti? 
Chi ha contribuito al tuo successo?
Si definisce chiaramente l’obiettivo temporale e le risorse per raggiungerlo. 
E’ importante riuscire a vedersi con l’obiettivo raggiunto, indossare l’obiettivo raggiunto. 
Per approfondimenti è possibile consultare il libro "O.R.A. Obiettivi, Risorse, Autoefficacia. Modello di intervento per raggiungere obiettivi nella vita e nello sport", Aras Edizioni, 2013.
https://www.ibs.it/obiettivi-risorse-autoefficacia-modello-di-libro-matteo-simone/e/9788896378991


Per approfondimenti sul mondo degli ultrarunner è possibile consultare il libro Maratoneti e ultrarunner. Aspetti psicologici di una sfida.
https://www.edizioni-psiconline.it/anteprime/maratoneti-e-ultrarunner-aspetti-psicologici-di-una-sfida.html

Matteo SIMONE  
380-4337230 - 21163@tiscali.it   
Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR 

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