Matteo
Simone
Calcaterra vince la 100km del Passatore da Firenze a Faenza per la 12^ volta consecutiva.
Tanti gli inseguitori, tra i quali Denis Capillo,
Carlo Agostinetto, il francese Seitz, la prima donna Nikolina Sustic, i vari
gruppetti che seguivano formati d diversi atleti tra i quali Andrea Zambelli che farà un’eccellente
progressione arrivando 2° a pochi minuti da Calcaterra, inoltre ci provano a
stare al passo dei più forti Laura Gotti, Marco D’Innocenti, Marija Vrajic,
Stefano Velatta, Dominique Herzet, Mirco Gurioli e Alessio Bozano.
Come
al solito Calcaterra corre sereno, non deve dimostrare niente a nessuno e solo
a Borgo San Lorenzo (km 31,5), transitando in 2h9’25”, prende il comando della
gara seguito da Seitz, Agostinetto e Zambelli.
Di
seguito approfondiamo la conoscenza di Giorgio Calcaterra e Andrea Zambelli attraverso risposte a un mio questionario di un po’ di tempo fa.
Cosa significa per te essere ultramaratoneta? ”Per me l'ultramaratoneta è chi ha voglia di superare
la classica distanza dei 42 km, e visto che corro anche per 100km mi sento
ultramaratoneta a tutti gli effetti!”
Qual è stato il tuo percorso per diventare un ultramaratoneta?
Giorgio: “Sono diventato ultramaratoneta
con molta gradualità, quindi non me ne sono quasi accorto, dopo aver corso
decine di maratone è stato per me normale e semplice superare la distanza.”
Andrea: “Mi sono avvicinato al podismo nel 2009 per puro caso. Allora andavo in
bici e nel periodo invernale spesso correvo, quindi mi è venuta l’idea di
provare una maratona. Dopo qualche mese di allenamento il mio esordio alla
maratona di Reggio Emilia (2h50’). Da quel momento mi sono innamorato di questo
sport. Dopo varie maratone ho provato a correre qualche 50 km fino ad arrivare
al passatore.”
Hai
mai rischiato per infortuni o altri problemi di smettere di essere
ultramaratoneta?
Giorgio: “Si, infortuni ne ho avuti, e la sicurezza
di riprendere non ce l'hai mai.”
Andrea: “3 anni
fa, dopo tre mesi di preparazione per una maratona, a circa 20 giorni
dall’evento mi sono infortunato e in un momento di sconforto avevo pensato di
tornare al ciclismo. Nel giro di qualche settimana mi sono ritornati gli
stimoli e la voglia di correre.”
Cosa
ti spinge a continuare a essere ultramaratoneta?
Giorgio: “Niente, è una cosa che mi va di fare e che
faccio, ma non mi spinge niente se non la passione.”
Andrea: “Il piacere e la gioia che ti dà questo
sport.”
Emerge
una motivazione interna a continuare a fare questo sport che comporta tante ore
di allenamento, di fatica, il motore sono le emozioni e la semplice passione.
Cosa hai scoperto del tuo carattere nel
diventare ultramaratoneta?
Giorgio: “Conoscevo già il mio carattere, che a volte sono un po' testardo non l'ho scoperto facendo l'ultramaratoneta ma sicuramente l'essere ultramaratoneta me lo ha confermato.”
Andrea: “Non avrei mai immaginato di riuscire a sopportare tanta fatica. Sono
molto tenace e determinato.”
La pratica dell’ultracorsa diventa un investimento
emotivo, qualcosa che sperimenti ora e ti fa star bene per sempre, anche in
momenti meno felici, basta ritornare a questi momenti e riprendi a vivere o
trovi le soluzioni a problemi che sembrano irrisolvibili. Quello che motiva
tanti ultramaratoneti è l’aria che si respira in questo tipo di competizioni,
il pre-gara, la gara, il post-gara. Inoltre constatare di riuscire in allenamenti
duri dà coraggio e sicurezza nell’affrontare gare tantissimo impegnative.
Non si finisce mai di imparare e l’esperienza
diretta è la scuola migliore non bisogna trascurare nulla né in gara ma
soprattutto durante la preparazione all’obiettivo ritenuto importante, è
necessario non solo l’allenamento fisico ma anche un’adeguata preparazione
mentale, nutrizionale e tanta autoprotezione e coccole che consistono in
massaggi, sani recuperi con attenzione e presenza.
Importante
nelle gare estreme da una parte avere tanta sicurezza in se stessi e quindi
elevata autoefficacia, inoltre è importante conoscersi bene, sapere fin dove ci
si può spingere e automonitorarsi durante la gara.
“La 100km del Passatore. Una gara fra coraggio e resilienza”,
Edizione Psiconline.
Matteo
SIMONE
380-4337230
- 21163@tiscali.it
Psicologo,
Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR
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