domenica 11 giugno 2017

Sonia Lutterotti, 48 ore running: Centrato l'obiettivo del primo posto


Correre una gara di corsa a piedi della durata di 48 ore in quasi estate significa avere grande coraggio e solo persone con tante esperienza possono osare ed esprimersi in queste distanze ultra, una gara che valeva il titolo Italiano, ma nessuna donna ha il coraggio di cimentarsi quest’anno in questa competizioni, solo donne straniere e agguerrite, ma per la verità una donna c’è ed è Sonia Lutterotti che prende il treno con il suo compagno Roldano e da Arco si spingono fino a Policoro per partecipare a questo festival degli ultrarunner dove portano a casa Sonia la vittoria assoluta della gara all’età di 56 anni, e Roldano un terzo posto anche lui over 55, si può dire che si tratta della coppia di ultrarunner esperta e performante.

Di seguito Sonia racconta le sue sensazioni e impressioni a seguito della sua prestigiosa e coraggiosa vittoria duplice Campionessa Italiana 48 ore, e vincitrice della gara Internazionale.

Ciao, com'è andata? Soddisfatta? Avuto problemi, difficoltà? È andata così così...ho avuto diversi problemi fisici concatenati in parte dovuti anche al gran caldo. Obiettivi raggiunti solo in parte...volevo migliorare il personale ma non ce l'ho fatta. Diventare campione italiano femminile iuta era un obiettivo impossibile da mancare in quanto ero l'unica italiana  iscritta alla 48 h. Centrato invece l'obiettivo del primo posto. In questa gara ritrovavo l'atleta argentina Gabriela Cotugno. Con lei avevo battagliato, a suon di km, per il terzo posto alla 6 giorni di Ungheria. In quell'occasione l'avevo spuntata io...ma stavolta non ero proprio sicura. Inizialmente l'ho lasciata davanti poi alla sua prima crisi ho approfittato per prendere un discreto vantaggio che non è più riuscita a colmare. Naturalmente nemiche in gara ma un abbraccio sportivo e una foto ricordo a gara finita.”

Ghilardelli Marco: Perchè non osare l’iscrizione al Tor Des Geant? Wow mi presero

Matteo SIMONE
 

A volte lo sport fa conoscere nuove modalità di essere al mondo, a volte lo sport ti rimette al mondo, ti rende libero, ti fa scoprire mondi da vedere e da calpestare ma anche mondi interni da approfondire soprattutto quando sei in solitudine e in difficoltà.

Di seguito Marco racconta la sua esperienza e le sue esperienze da ultrarunner rispondendo ad alcune mie domande.
Qual è stato il tuo percorso nella pratica sportiva?Sono un amante della montagna e ho cominciato a corricchiare per tenermi in forma nel 2012, nel 2013 esordio in gare ufficiali in maratona e poi da buon montanaro di risaia perché non osare l’iscrizione al Tor des Geants? Wow mi presero…e da li incominciò veramente tutto fino a oggi con oltre 30 tra maratone e ultra.”
Quali fattori contribuiscono al benessere e performance nello sport?Benessere e ultramaratone non vanno molto d’accordo…per pensare  al benessere non bisognerebbe consumare un paio di scarpe ogni mese ma uno all’anno.

sabato 10 giugno 2017

Sara Paganucci, ultrarunner: Ho condiviso emozioni forti, pure e sincere


Le gare ultra non è tutto rose e fiori, si tratta di attraversare chilometri e chilometri di percorsi, in questo caso di deserto con tutto ciò che comporta: sabbia, sole, arsura, miraggi, orientamento. Le difficoltà possono essere tante, l’obiettivo è una sfida da portare a termine, una gara da terminare nel miglior modo possibile, il coronamento di un sogno che si innesca nella mente di alcuni runner definiti estremi, che cercano il limite, per quale motivo? Per approfondire la propria conoscenza, per incontrare se stessi di fronte alle difficoltà, per vedere se riescono a cavarsela anche quest’altra volta, perché ogni gara è un’altra occasione per mettersi in gioco, per sperimentarsi, lo racconto nei miei libri, uno di questi è Ultramaratoneti e gare estreme, tante testimonianze e racconti di atleti amanti dello sport di endurance, felici e resilienti.

venerdì 9 giugno 2017

Damiano Murolo, Gara 100km: Sensazione di intimo e profondo appagamento

Matteo Simone 

Si fatica tanto ma poi a volte si gode tanto, si sperimenta un’immensa sensazione di appagamento, ognuno sperimenta la sua propria sensazione di fine gara, di riuscita, di essere stato finisher di una luna traversata di corsa a piedi con partenza di Firenze e arrivo a Faenza attraversando un passo della Colle a 1.000 metri circa di altitudine.

Tanta preparazione, tanti allenamenti tanti dubbi e ansie, ma poi ce l’hai fatta, stai a posto per tanto tempo.
Di seguito l’esperienza di Damiano che racconta le sue impressioni intime e profonde rispondendo ad alcune mie domande.
Ciao, com'è andata?Direi benissimo, così come speravo e desideravo che andasse.”

Matteo Nocera, ultrarunner: H capito quanto fa la testa…. veramente....incredibile

Matteo SIMONE 
Psicologo, Psicoterapeuta 

Alcuni giorni fa sperava di essere competitivo e ora può godere questo momento di gloria dopo tanta fatica, dopo sconfitte e vittorie, con tanta umiltà e fatica è arrivato il giorno tanto desiderato.

Di seguito le sue parole e alcune sensazioni in risposta ad alcune mie domande: “Matteo sono molto felice, ho vinto il titolo di Campione italiano assoluti 100miglia. Ho vinto la gara e in gara ho avuto l’onore di correre con Giuseppe Mangione (un grande uomo....e un grande atleta) e Fabio Costi. grandi ultrarunner.

Matteo Nocera il giorno della sua vittoria che fa? Si complimenta con ii suoi diretti avversari. Questo è lo sport che vogliamo, avversari che diventano amici di gara, atleti che condividono la nostra stessa fatica e le nostre stesse speranze e attese. Ora Matteo Nocera per questa grandissima e voluta vittoria avrà gli onori meritati e avrà tanto da raccontare.

Pisano Romualdo, ultrarunner: E’ solo la testa che può portarti al traguardo

Matteo SIMONE 

Importante avere sempre mete e obiettivi, una direzione da seguire.

Quando una persona ha un obiettivo, una meta, una direzione poi si tratta di organizzarsi, pianificare, mobilitare le energie per il conseguimento dei propri obiettivi, del raggiungimento della meta prefissata seguendo sempre la propria direzione e se nel percorso ci sono inciampi, problemi, difficoltà, crisi, si fa sempre in tempo a riorganizzarsi, a rimodulare i propri obiettivi, a cavalcare l’onda del cambiamento senza arrendersi ma avanzando sempre, andando sempre avanti per la propria strada.
Di seguito l’esperienza e le impressioni di Romualdo, rispondendo ad alcune mie domande.
Prossimi obiettivi, sogni da realizzare? “Ciao Matteo a metà 2017 è arrivato il momento di tirare le somme e mi sento di dire apertamente che uno dei miei obiettivi principali in questo momento è finire una 100 km. Come per un maratoneta la distanza di 42,195 rappresenta la distanza regina, per un ultramaratoneta una 100km è uguale e purtroppo a marzo il ritiro della 100km di Seregno mi ha segnato molto, ma dopo avere metabolizzato a dovere l'accaduto ho deciso di ripartire da dove mi sono fermato.”

Michele Belnome: Autogestione è il principale punto di forza di ogni atleta

Matteo Simone 

Lo sport ti rimette al mondo, di seguito Michele ci racconta la sua esperienza da obeso e sedentario ad atleta delle lunghe distanze, se vuoi puoi e il meglio deve ancora venire, di seguito approfondiamo la sua conoscenza attraverso risposte a un mio questionario.

Come va? Qual è stato il tuo percorso come atleta? “Tutto bene. Tutto è cominciato quindici anni fa. Ero prossimo ai 34 anni, pesavo circa 93 kg, mangiavo tanto, cioè ero il classico tipo casa-lavoro-famiglia. Un giorno, durante le ore di lavoro, dovetti salire un bel po’ di scale; all’improvviso il fiatone, cercavo aria per riprendermi.

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