Matteo Simone
Lo sport ti rimette al mondo, di seguito Michele ci racconta la sua esperienza da obeso e sedentario ad atleta delle lunghe distanze, se vuoi puoi e il meglio deve ancora venire, di seguito approfondiamo la sua conoscenza attraverso risposte a un mio questionario.
Come va? Qual è stato il tuo percorso come atleta? “Tutto bene. Tutto è cominciato quindici anni fa. Ero prossimo ai 34 anni, pesavo
circa 93 kg, mangiavo tanto, cioè ero il classico tipo casa-lavoro-famiglia. Un
giorno, durante le ore di lavoro, dovetti salire un bel po’ di scale;
all’improvviso il fiatone, cercavo aria per riprendermi.
Quell’episodio fece
scattare in me la molla, dovevo fare qualcosa perché a 34 anni non era
possibile essermi ridotto in quelle condizioni. Cominciai a correre (si fa per
dire) 2-3-5-7 fino ad arrivare a 10 km, imparai a correre tutti i giorni. Mi
iscrissi presso la società podistica del mio paese (Mola di Bari) partecipando
a numerose gare della Corripuglia.
Nel 2012 avvenne il salto di qualità, ma non
perché voluto, partecipai senza ambizione a una 6 ore, di cui non conoscevo
l’esistenza, percorrendo poco più di 54 km. Da allora è stato un susseguirsi di
6 ore, maratone, 100 km, 24 ore e pochi giorni fa 202,400 km cioè la Nove Colli
Running (il sogno di ogni ultramaratoneta) conquistata in poco più di 30 ore.”
Si fa sempre
in tempo a prendere in mano le redini della propria vita, ad accorgersi di
quello che si fa e come lo si fa e decidere se apportare piccoli cambiamenti o
fare finta di niente e continuare ad essere in una fase precontemplativa dove
non mi accorgo di niente o contemplativa dove so che mi devo attivae in qualche
modo ma aspetto ancora un po’ prima di passare all’azione.
Come decidi
obiettivi e strategie di gara? "Non so se
è strategia di gara, so soltanto che devo pensare a solo correre, non curandomi
degli altri, ascoltando il mio corpo, il mio passo, attento a non spingere, ma
soprattutto autogestione che a mio avviso è il principale punto di forza di
ogni atleta. Non devi emulare ma devi essere sostanzialmente te stesso.”
Com’è il tuo modo
di allenarti? “Non faccio ripetute,
faccio tre uscite settimanali percorrendo lunghe distanze che possono oscillare
dai 25 ai 35-40 km. Non bado alla velocità perché cerco essenzialmente la
resistenza, il passo, ma su tutti la connessione della mia testa, perché è
quella che rende possibile l’impossibile e che mi consentirà di affrontare
tanti chilometri. E’ il mio modo di essere ultramaratoneta.”
La testa è che decide dove portarti, il resto segue,
bisogna allenare la testa a volere, a crederci e il corpo ad obbedire, a
godere, ma meglio sarebbe un sano equilibrio, volere senza pretendere, osare
senza strafare, senza fretta, un passo alla volta, rispettando limiti con la
consapevolezza delle proprie capacità si fanno grandi passi e si ottengono
traguardi ambiti e realizzazione di sogni.
Curi la
preparazione mentale? In che modo? “Tantissimo.
Essenzialmente lo scopo che voglio raggiungere, la Nove Colli Running è testimonianza di ciò
che ho voluto a tutti i costi. Volevo riuscirci a tutti i costi, giungere al
traguardo e conquistare quella medaglia dal peso di 750g era tutto per me. La
notte le condizioni climatiche sono peggiorate con tanta pioggia, vento e
scarsa visibilità. Non mai pensato un attimo di abbandonare, tanto comunque,
come spesso dico, a un inizio c’è sempre la fine.”
E’ quello che
si apprende praticando l’ultramaratona o comunque lo sport di endurance,
crisi vengono come il freddo, la pioggia che ti procura preoccupazione ma se
vuoi riesci a trovare un modo per ripararti, per riscaldarti, per trovare
energie sufficienti e occorrenti per avanzare.
Qual è una tua
esperienza che ti dà la convinzione che ce la puoi fare? “Ho prestato servizio nel Battaglione San Marco e ti posso
garantire che di esperienza ne ho fatta: barbettone, corda doppia da 30 m in
elicottero, corsa di 50 km (con anfibi, mimetica, zaino riempito di effetti
personali nonché un sacca di sabbia, fucile ed elmetto). Dal punto di vista
podistico, la 100 km del Passatore, edizione 2013, quella è l’esperienza che mi
ha fatto capire che nulla può impedirmi di raggiungere il mio obiettivo.
Sappiamo benissimo che la gara si svolge l’ultimo sabato di maggio, quindi
caldo, partendo da Firenze per arrivare a Faenza. Bene, in quell’anno tutto era
tranne che una giornata quasi estiva. C’erano 5°C, vento, pioggia e temporali
cioè era quella situazione che ti avrebbe spinto ad abbandonare la gara. Partii
e la portai a termine.”
C’ero anch’io il 2013 e presi tant’acqua e tanto freddo ma
portai a termine anch’io la mia prima 100km affrontando crisi.
Quali sono le
sensazioni sperimentate in precedenti esperienze di successo? “L’autostima, sicuro di poter affrontare qualsiasi problema
con razionalità.”
C’è una parola o
una frase detta da qualcuno che ti aiuta a crederci ed impegnarti? ”Ho trovato questo pensiero nel gruppo Facebook “Il meglio deve ancora venire” mi ci
ritrovo in pieno: ‘Non esistono obiettivi impossibili da raggiungere, tutte le
cose sono difficili prima di diventare facili. Esistono obiettivi molto ambiziosi ma se si creano circostanze idonee e se esistono le giuste
potenzialità, non esistono obiettivi impossibili. Ci sono dei blocchi, quelli
nella nostra mente e noi sappiamo come rimuoverli, oppure ci sono alibi, quelli
che nascono dalla pigrizia, dalla incapacità di vedere in grande, dalle paure,
dai pregiudizi. Anche questo tutti noi lo sappiamo bene e se domani dovessero,
anche per un solo momento, penetrare nei nostri pensieri, sappiamo come
cacciarli’.”
Corrado Mazzetti ha creato questo gruppo Facebook come
sostegno e supporto a tanti runner e no solo, nel mio libro Ultramaratoneti e
gare estreme riporto a pagina 90 un’intervista a Corrado dove racconta le sue
tante vicissitudini e come si è sempre rialzato mostrandosi molto resiliente.
Quali sono i rapporti con gli organizzatori e gli
altri atleti? ”Ho ottimi di
amicizia con Pasquale Giuliani organizzatore dell’Ultramaratona del Gargano
nonché della 2^ edizione della 100 Km del Gargano, dove nella precedente
edizione ci siamo conosciuti. Con gli altri atleti i rapporti sono fantastici,
ci intendiamo a vista d’occhio. L’umiltà è quella forza che rende uniti e con i
piedi per terra.”
La
partecipazione a gare permette di fare tante conoscenze, io stesso conobbi
Michele in occasione della 1^ edizione della 100 Km del Gargano, una gara
spettacolare in un parco spettacolare con vista mare tra i tornanti di Vieste e
Peschici.
Quale risultato individuale e di squadra hai
ottenuto fino a questo momento? “Quest’anno ho portato a termine la Nove Colli Running e
dopo una settimana il mio 5° 100 km del Passatore consecutivo. Come risultato
di squadra stiamo lottando per arrivare almeno tra le prime dieci squadre del
GP Iuta 2017 Ultramaratona.”
Pugliesi e squadre pugliesi sempre più proiettate
nell’ultramaratona con piazzamenti prestigiosi sia a livello individuale che di
squadre e anche come organizzazione di gare di lunga distanza.
Quali sono i fattori che contribuiscono alla
performance? ”Fiducia in me
stesso, l’affetto della mia società 'ASD Sei
Sport di Monopoli', l’incoraggiamento dei miei compagni di squadra e
dei miei amici e la serenità.”
Qual è stata la gara della tua vita? “Senza ombra di dubbio la Nove Colli Running corsa
quest’anno, il mio esordio in una 202,400 km. Affrontare quelle salite e
discese, la notte affrontando un diluvio pazzesco che ha decimato gli atleti
per ipotermia o perché la testa-convinzione è venuta a mancare.”
Vero lo
riconosco, io stesso ho dovuto abbandonare la gara il 2015 al 57° km per
pioggia e freddo, mi sono mostrato un po’ fragilino ma comunque avevo in mente
l’obiettivo Iron Elbaman, riuscito a concluderlo alla mia prima gara di
triathlon, bisogna avere sempre un piano B.
Un episodio
curioso o divertente nella pratica dello sport? ”Alla maratona
di Milano di quest’anno è successo che proprio in prossimità dell’arrivo invece
di imboccare il corridoio dei maratoneti ho imboccato quello degli
staffettisti. Dopo aver percorso un centinato di metri sono stato costretto a
tornare indietro, non potevo fare altrimenti, pazienza.”
Quali sensazioni sperimenti facendo
sport (pre-gara, in gara, post-gara)? ”Fascino, incognita, ignoto, pace e benessere.”
A cosa devi fare
attenzione? "All'approccio alla gara, a non pretendere di più cioè ad andare
oltre le mie capacità.”
Cosa ti fa continuare a fare sport? “Sicuramente per la salute, per il benessere del mio corpo e
soprattutto inquadrare determinate situazioni con un ottica diversa. Riflettere
prima di agire cioè essere meno impulsivo.”
Come hai superato eventuali crisi? “Con pazienza, riflessione, metodologia.”
Un messaggio per invitare a fare sport? “Fare sport significa avere rispetto del prossimo e rispetto delle regole. Il fine si raggiunge lavorando in gruppo, altruismo ma
soprattutto facendo emergere l’umiltà.”
Sogni realizzati e da realizzare? “Correre, correre, correre e continuare a correre, correre e correre.”
Un'intervista a Michele è riportata nel libro "Il piacere di correre oltre".
Sport & benessere 15 | ed. novembre 2022.
Nel nuovo libro di Matteo Simone Il piacere di correre oltre, l’autore riprende la sua consuetudine di parlarci di sport soprattutto attraverso il dialogo con gli atleti.
Leggere il testo di Matteo Simone ci permette di conoscere alcune dinamiche psicologiche che forse ignoriamo o per lo meno di cui non siamo consapevoli.
L’autore nota che ciascuno di noi, se lo vuole, può riuscire a raggiungere i propri obiettivi nello sport come nella vita, e così diventano più addomesticabili e gestibili, la fatica e la paura; al contempo si rafforza la mente, si eleva l’autoefficacia personale e si sviluppa la resilienza.
Michele è menzionato nel libro “Maratoneti e Ultrarunner. Aspetti psicologici di una sfida”, edito da Edizioni Psiconline.
Matteo SIMONE
Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR
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