Bella doppietta di Alexander, due
vittorie prestigiose in due gare di Ultra Trail, il 2 giugno Alexander vince la
prima edizione dell’Ultra Trail Via
degli Dei, gara di corsa a piedi di 125 chilometri con un dislivello positivo
di 5.100 metri da Bologna a Fiesole.
Dopo due settimane Alexander vince anche
La Mozart 100, gara di 105 km e 4700 metri di dislivello positivo, con il tempo
di 10h26’ precedendo il gallese Harry Jones e l’ungherese Csaba Nemeth, tra le donne
la vincitrice è Cecilia Flori in 12h03’ che precede Simona Morbelli e l’australiana
Kath Caty.
Di seguito Alexander ci racconta delle sue
ultime due gare rispondendo ad alcune mie domande.
Ciao,
com'è andata? Soddisfatto? “Benissimo direi, due gare in due
settimane non le avevo mai fatte - non pensavo che in Austria alla gara del
Ultra Trail World Tour potessi fare questo risultato - sia come tempo
realizzato e come piazzamento.”
Avuto problemi, difficoltà? “Nella prima gara potevo gestire il ritmo di gara avendo un vantaggio di circa 1/2 mezz'ora a metà gara. Nella seconda gara (Mozart100) il ritmo sin dall'inizio era altissimo e non ero certo di arrivare in fondo.”
Sensazioni,
emozioni? “Contentissimo per i due risultati.”
Prossimi
obiettivi, sogni realizzati o da realizzare? “Prossimo
obiettivo grande sicuramente è fare una bella gara al Tor de Geants.”
Hai
scoperto qualcosa di stesso? “Sì, mi sono reso
conto che una buona parte è "solo" questione mentale, senza quella
non si ottengono questi risultati.”
Gara
di trail cosa significa per te? “Direi che è il mio
sport preferito perchè ogni gara ha la sua caratteristica e storia.”
Come
decidi obiettivi e strategie di gara, team, famiglia, amici, figure
professionali? “Le gare le decido con la famiglia, se
è possibile mi accompagnano. Alla partenza di ogni gara ho in testa sempre una
strategia ma purtroppo in gara tante volte è meglio essere flessibile.”
Sarebbe meglio sapere e immaginare quello
che si può aspettare in una gara lunga e impegnativa, ma è proprio il momento della
gara quello dove si è davvero nel momento in cui bisogna agire e decidere la condotta
di gare in base alle sensazioni e circostanze del momento.
Con
l’esperienza è cambiato il tuo modo di
allenarti? “L'allenamento faccio più o meno come gli anni
passati però con l'esperienza riesco a gestirmi molto meglio in gara.”
Curi
la preparazione mentale? “Non faccio nessuna preparazione
specifica mentale, però so che quando la situazione diventa dura con la mente
riesco a proseguire e fare passare la crisi.”
Hai
un tuo idolo, ti ispiri a qualcuno? “Al momento ammiro gli
atleti americani perchè loro sembrano sempre molto spensierati però dopo in
gara riescono a dare il massimo.”
Approfondiamo ancora la conoscenza di
Alexander attraverso risposte a un mio questionario di alcuni anni fa.
Cosa
significa per te essere ultramaratoneta? “Mi piace andare al
limite delle mie possibilità.”
Qual
è stato il tuo percorso per diventare un ultramaratoneta?
“Ho iniziato con una maratona, volevo vedere se riuscivo a stare sotto le 3
ore, poi sono passato per il triathlon
e l’ironman, ho quindi capito che le
lunghe distanze sono la mia specialità.”
E’ una questione di consapevolezza, sperimentarsi,
passione e motivazione, lo sport porta a conoscerti, a capire possibilità,
potenzialità, talento e anche permette di sfidare te stesso e gli altri,
avvicinandoti il più possibile al limite che può essere sempre spostato più in
là, apprendendo dall’esperienza, conoscendosi meglio e migliorando sempre gli
aspetti eventualmente critici.
Cosa
ti motiva ad essere ultramaratoneta? “Mi piace lo sport in
generale e con questa disciplina riesco ad allenarmi in montagna, altra mia
grande passione.”
La montagna e la passione sono
ingredienti che nutrono la persona, non ci si nutre solo di cibo e bevande ma
anche di passione, hobby, esperienze di successo e competenza e lo sport di
endurance così come i l multisport ti permette di sperimentare sensazioni forti
e intense, ti fa mettere alla prova in allenamenti e gare apprezzando sempre la
fatica e il riuscire in quello che ci si prefigge.
Cosa
ti spinge a continuare ad essere ultramaratoneta?
“La passione.”
La passione ti permette di muovere
montagne, di fare cose incredibili, di trovare tempi e mezzi per allenarsi e
gareggiare nelle condizioni più ostili e difficili.
Hai
sperimentato l’esperienza del limite nelle tue gare?
“In tutte le gare sono vicino al limite.”
Vincere due gare ultratrail di circa 100km l’una con dislivelli di circa 5.000 metri
positivo significa stressare muscoli e organi, significa testare il proprio
fisico e la propria mente, ma ciò è possibile se si fa un percorso iniziato da
anni di gare e allenamenti sempre più sostenuti con l’aiuto dell’aspetto
mentale e nutrizionale, muscoli e fisico si nutrono con cibo e aspetti mentali
quali positività, fiducia, autoefficacia, resilienza, umorismo.
Quali
i meccanismi psicologici ritieni ti aiutano a partecipare a gare estreme?
“Arrivare al traguardo ti fa dimenticare la fatica.”
La fatica non è per sempre e non è
bloccante, la fatica si può trasportare fino al traguardo, basta aver fiducia e
pensare che tutto passa, che si è preparati per farlo, per faticare, per
accogliere la fatica e ospitarla fino al traguardo, dopo si può godere di
quanto riuscito, per quello che si è sperimentato, per quello che si è riuscito
a fare con tutte le sensazioni esperite.
Quale
è stata la tua gara più estrema o più difficile?
“Adamello Ultra Trail 2014.”
C’è
una gara estremi che non faresti mai? “Yukon Arcitc Ultra – soffro troppo il freddo.”
Cosa
ti spinge a spostare in avanti i limiti fisici?
“La soddisfazione di migliorare me stesso.”
Il cercare di migliorarsi ti fa stare al
mondo con interesse, ti fa essere sempre un ragazzo che vuole imparare, che
vuole conoscere, cercare di far meglio apprendendo dall’esperienza, senza
arrendersi in partenza, con apertura mentale alle novità, al cambiamento.
Cosa
pensano i tuoi famigliari ed amici della tua partecipazione a gare estreme?
“All’inizio erano un po’ preoccupati, ma poi, capendo la mia passione, sono
orgogliosi e contenti dei miei risultati e mi danno anche il sostegno
necessario.”
Il sostegno dei familiari diventa una
marci in più, ti dà più serenità nelle cose che fai.
Che
significa per te partecipare ad una gara estrema?
“Confrontarmi con altri atleti.”
Cosa
hai scoperto del tuo carattere nel diventare ultramaratoneta?
“Ho scoperto che oltre al fisico ho anche “la testa” per superare i momenti di
crisi.”
Se
potessi tornare indietro cosa faresti? O non faresti?
“Inizierei 10 anni prima a fare gare trail.”
Usi
farmaci, integratori? Per quale motivo? “Uso solo integratori
per ovvi motivi.”
Hai
un sogno nel cassetto? “Mi sarebbe piaciuto diventare
professionista ma sono consapevole che ormai sono troppo vecchio.”
E’ in uscita il libro Maratoneti e ultrarunner. Aspetti psicologici di una
sfida, edizioni-psiconline.
https://www.edizioni-psiconline.it/anteprime/maratoneti-e-ultrarunner-aspetti-psicologici-di-una-sfida.htmlwww.psicologiadellosport.net/eventi.htm
http://www.ibs.it/libri/simone+matteo/libri+di+matteo+simone.html
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