Matteo SIMONE
Più è lunga la distanza e meno si è competitivi con gli altri ma si tratta di sfide con se stessi, diventa importante non più il cronometro quanto portare a termine la gara e se stai a pensare ai ritmi che saltano, ai minuti al chilometro diventi nervoso, si tendono i muscoli, ti viene mal di pancia, ti viene da vomitare, e allora meglio buttare gli orologi per gli amatori e vivere l’esperienza sentendo le sensazioni di gioia e fatica condivisa.
Di
seguito Francesco che non avevo riconosciuto a Roma nel corso della maratona,
racconta le sue impressioni rispondendo ad alcune mie domande.
Gara di 100km del Passatore, cosa significa per te? “La 100 km del Passatore è una
bellissima festa, un luogo di incontro con
tantissimi amici.”
E’
un appuntamento da non mancare, è una fiera delle ultra, ognuno si presenta con i
propri amici e la propria squadra per far parte di questa carovana di persone
che attraversa paesi e città, salendo e scendendo per strade, fermandosi a ristori
e a cambiarsi per il caldo o il freddo.
Hai avuto particolari problemi, difficoltà, momenti critici? “Quest'anno la prima parte di gara è
stata caratterizzata dal caldo estremo, ma l'ho gestita tenendo un ritmo
inferiore a quello che l'allenamento mi avrebbe permesso di mantenere sino alla
Colla, cosa che mi ha permesso dopo di finire la gara in scioltezza, arrivando
un quarto d'ora prima (dodici ore e cinquantacinque) di quanto mi ero
immaginato.”
In
scioltezza sembra essere un parolone ma rispetto a persone che si trascinano,
arrivare correndo significa essere ancora sciolti, avere ancora energie
residue da consumare fino allo striscione del traguardo poi ci sarà sempre
qualcuno pronto a raccogliere gli atleti dopo aver varcato il traguardo.
Come decidi obiettivi e strategie di gara, team, famiglia, amici,
figure professionali?
“Gli eventi a cui partecipo li scelgo in base alla bellezza del percorso in cui
si svolgono, o per accompagnare amici che intendono parteciparvi.”
Diventa
una festa la partecipazione a gare lunghissime, una festa dei sensi che vedono
e osservano prati e montagne, città e paesi, gente e animali lungo i lunghi
percorsi, in compagnia diventa molto meglio, ci si incontra, si scambiano
abbracci e racconti e si condividono bevande e cibi pregara ma anche durante e
dopo la gara.
Con l’esperienza è cambiato il
tuo modo di allenarti?
“L'esperienza ha cambiato totalmente il mio modo di allenarmi, ma non solo, ha
cambiato il mio modo di vivere questo sport. Da tempo ho abbandonato l'orologio
e mi alleno e faccio le gare badando solo alle sensazioni che il mio corpo mi
trasmette, aumentando il ritmo quando mi sento di farlo, camminando quando mi
va di camminare, nella concezione che questo nostro sport è innanzitutto un
passatempo in cui salute e divertimento devono incontrarsi.”
Quando
ti accorgi che non riesci ad andare alle Olimpiadi, non riesci a vincere un
titolo Mondiale o Italiano, non riesci a salire sul podio di categoria allora
si butta tutto ciò che serve a contare alla perfezione i metri e i secondi,
meglio vivere intensamente l’esperienza presente.
Curi la preparazione mentale? “Per quanto riguarda la preparazione
mentale, io corro perché correre mi diverte e mi rilassa, permettendomi di
"staccare la spina" dai problemi quotidiani, più lunga è la distanza
più la corsa mi rilassa e diverte, questa condizione mi permette di non avere
"cadute" mentali durante le lunghe distanze.”
La
filosofia di Francesco è di non avere nulla da perdere, la strada di corsa piace
e rilassa, lontano dal lavoro e dai problemi, si vive sulle gambe, con la
passione che alimenta il motore e la testa che dirige verso traguardi sempre più
sfidanti e ambiti.
Coccole
e autoprotezione hanno posto nella tua preparazione o nel post gara? “Per
quanto riguarda le 'coccole e l'autoprotezione', cerco sempre di non
esagerare negli allenamenti e di curare il riposo dopo la gara al fine di non arrivare
troppo stanco a lavoro.”
Importante
avere anche tanta attenzione verso se stessi, la gara è gara, ma dopo la gara
riposo e coccole sono ben accolte.
Quali sensazioni sperimenti prima, durante e dopo la gara? “Le sensazioni di questo sport sono
sempre molto positive, permettendoti di vedere il mondo da una prospettiva che
solo i corridori possono conoscere e regalandoti momenti di vera serenità e allegria.”
La
prospettiva degli ultrarunner è privilegiata e anche incompresa.
Hai
un tuo idolo, modello di riferimento, ti ispiri a qualcuno? “Non ho un idolo o
un modello sportivo, perché il mio modo di fare sport è troppo personale per
potersi conformare a modelli ho alcuni punti di riferimento nella vita.”
C’è
una parola o una frase detta da qualcuno che ti aiuta a crederci e impegnarti?
“La vita io l'ho castigata vivendola, sin dove il cuore resse, arditamente mi
spinsi"... questa frase (si tratta della prima strofa della poesia 'Alla deriva' di Cardarelli)
rappresenta ciò che vorrei si possa raccontare di me.”
Francesco è menzionato nel libro La 100km del Passatore. Una gara fra coraggio e resilienza Copertina flessibile – 27 ottobre 2021, di Matteo Simone (Autore).
Matteo SIMONE
Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR
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