Matteo SIMONE
A volte lo sport fa conoscere nuove modalità di essere al mondo, a volte lo sport ti rimette al mondo, ti rende libero, ti fa scoprire mondi da vedere e da calpestare ma anche mondi interni da approfondire soprattutto quando sei in solitudine e in difficoltà.
Di
seguito Marco racconta la sua esperienza e le sue esperienze da ultrarunner
rispondendo ad alcune mie domande.
Qual è stato il tuo percorso nella pratica sportiva? “Sono un amante della
montagna e ho cominciato a corricchiare per tenermi in forma nel 2012, nel 2013
esordio in gare ufficiali in maratona e poi da buon montanaro di risaia perché non osare l’iscrizione al Tor des Geants? Wow mi presero…e da li incominciò
veramente tutto fino a oggi con oltre 30 tra maratone e ultra.”
Quali fattori contribuiscono al benessere e
performance nello sport? “Benessere e ultramaratone non vanno molto
d’accordo…per pensare al benessere non
bisognerebbe consumare un paio di scarpe ogni mese ma uno all’anno.”
C’è qualcuno che contribuisce al tuo benessere e performance
nello sport? “Nominare qualcuno in particolare sarebbe un torto
verso altri. Ho una vita super intensa frenetica e molto piena ma
fortunatamente serena e sono circondato da persone stupende che mi vogliono
molto bene.”
Cosa
pensano familiari e amici della tua attività sportiva? “Che sono un folle..ma è
solo perché non comprendono il piacere della solitudine di cui puoi godere solo
quando sei chiuso in te stesso e in piena difficoltà.”
Un episodio curioso o divertente della tua attività sportiva? “Ultima notte al Tor…potrei
arrivare per le 22,00 ma la mia famiglia e i miei amici arriveranno il sabato
mattina verso le 7.00 a
Courmayeur allora che faccio…passo la notte gironzolando per il monte Bianco
facendo amicizia con chiunque ne avesse voglia e arrivai a Courmayeur ancor
prima di loro allora per aspettarli mi sedetti su una panchina alle porte del
paese aspettando di far passare un po' di tempo…forse troppo che arrivarono a
cercarmi gli addetti dell’organizzazione ahahaha.”
La bellezza dello sport fatto con passione a contatto con la natura è
che ti fa perdere il punto di vista della competizione ma si tratta di
occasioni per approfondire la conoscenza di se stessi e anche degli altri, in
condizioni difficili e negli orari più diversi, dall’alba al tramonto, di notte
con diversa visibilità e condizioni atmosferiche, è un mondo che cattura, che
coinvolge, che rapisce, si rischia di perdere la cognizione del tempo.
Cosa
hai scoperto del tuo carattere nel praticare sport? “Quanto amo le piccole
cose…ho passato molto tempo ad impegnarmi per il denaro…oggi penso
all’indispensabile per l’ordinaria amministrazione, poi a vivere.”
Quali caratteristiche e qualità ti aiutano nel praticare il tuo
sport? “La testa dura come un paracarro e un fisico che mi ha dato pochi
problemi con infortuni o cose simili.”
Che
significato ha per te praticare il tuo sport? “Il tempo che gli dedico e
il tempo che dedico a me…mi chiudo nei miei sacrifici nelle mie fatiche per
potermele assaporare con piacere.”
Quali sensazioni sperimenti nello sport? “Nelle ultra passi come si suol dire, dalle stelle
alle stalle…cerco sempre di gustarmi l’arrivo nelle stelle.”
Vero, nelle ultra
si sperimenta tanto e intensamente, si sperimenta deprivazione del sonno,
stanchezza, fatica, ma la gioia dell’arrivo è immensa, si arriva sempre
saltando, fieri, con le braccia alzata, le energie per esultare sono sempre
disponibili.
Quali condizioni fisiche o ambientali ti ostacolano
nella pratica del tuo sport? “Personalmente patisco molto il caldo e quindi cerco
di evitare di scegliere gare importanti in quel periodo anche se non sempre è
possibile…il Passatore è praticamente in estate e non ci si può
rinunciare…vorrà dire che soffrirò.”
Cosa ti fa continuare a fare attività fisica? Hai rischiato
di mollare di fare sport? “A oggi no, però mi piace tanto guardarmi in
giro…mollare no ma cambiare o trasformare in altro non lo escludo.”
E’
importante sempre farsi trovare pronti a cavalcare l’onda del cambiamento,
tutto passa tutto cambia, possono cambiare passioni e motivazioni, e allora
diventa importante rimodulare mete e obiettivi e organizzarsi per nuove
direzioni.
Un messaggio rivolto ai ragazzi per avvicinarli al tuo sport? “C’è un mondo da scoprire, perché
stare fermi…correte, correte e con le
ultra si fa molta più strada.”
Ritieni
utile lo psicologo dello sport? Per quali aspetti e in quali
fasi? “Mentalmente sono abbastanza forte, e nelle difficoltà bastano 2
parole per convincermi a non mollare…penso comunque che ci si possa lavorare
sulla psicologia e non è tempo sperperato.”
Diciamo che alcuni ultrarunner potrebbero diventare testimonial di
psicologi per illustrare l’importanza del fattore mentale nelle difficoltà
dello sport e della vita, come un ultrarunner supera momenti di crisi e di
difficoltà, come porta a termine le sue ardue imprese, così come altri
ultrarunner soccombono, rischiano di farsi male, vivono momenti di sconforto.
Prossimi obiettivi? Sogni realizzati e da realizzare? “Di sogni ne ho un carretto
pieno e ci devo ancora capire parecchio, ma riuscire a fare una 24 ore di
livello interessante è una delle mie principali ambizioni.”
Eccolo scovato un altro atleta con ambizioni elevate, lo
sport permette di sperimentare, vivere intensamente, impegnarsi grazie
a motivazioni e passioni e l'atleta vuole sperimentare anche la performance per avere la sua parte di gloria.
Sei
consapevole delle tue possibilità, capacità, limiti? “Assolutamente no…alcune
volte penso di sottovalutarmi e altre di sopravvalutarmi….ma, non ci capisco
molto neppure io.”
Nelle ultramaratone è difficile testarsi proprio perché non c’è solo la
componente fisica, non ci sono solo le tabelle di allenamento da rispettare, ma
c’è una gran fetta di fattore mentale che permette di centuplicare le energie
e le forze nell’atleta, la testa decide come e quando ottenere un certo
risultato, su cosa far leva, quale è il bisogno del momento, come alimentarla.
Quanto
ti senti sicuro? Quanto credi in te stesso? “Regola numero uno …credere
nel tuo prodotto per poterlo valorizzare al meglio. Non mi sento sempre sicuro
ma credo molto in me stesso.”
Un buon punto di partenza aver fiducia in sé che si può incrementare
volta per volta, gara per gara, riuscendo un po’ per volta a fare sempre
qualcosa di più e un po’ meglio.
Quale tua esperienza ti dà la convinzione che ce la puoi fare? “Alla 100 km di Seregno sono
partito influenzato, dal 50° km è stato un calvario, non riuscivo né a mangiare né a bere, 100 km con solo 3 bustine di zucchero, fortunatamente cose così non
capitano spesso ma ti insegnano il livello di sofferenza a cui puoi arrivare e
perlomeno nel mio caso ti fanno crescere molto.”
Per crescere, maturare, migliorare bisogna incontrare stress ogni tanto
e conoscerlo, accoglierlo, gestirlo, superarlo, diventa una palestra per la
vita e lo sport è questo che offre soprattutto attraverso le ultramaratone ti
fa incontrare situazioni assurde, bizzarre, sconvenienti, che ogni volta devi
trovare la strada giusta, il metodo, le condizioni per andare avanti, per
uscirne sempre fuori.
Hai un modello di
riferimento? Ti ispiri a qualcuno? “C’è una persona molto umile che ho avuto la
fortuna di conoscere facendo ultra che ha fatto grandi cose con tanto lavoro…un
esempio Luca Sala.”
Luca
Sala è nominato un po’ da tutti, soprattutto dai più giovani delle
ultramaratone, una persona che si interessa a loro, si prende cura di loro, li
osserva, è presente, li accompagna al traguardo preparandoli in tempo molto
prima. Il mondo ultra è ricco di persone umili.
Come hai superato
eventuali crisi, infortuni, sconfitte, difficoltà? “Non prendendo decisione quando si è delusi o
feriti…non ho mai cercato il riscatto immediato dopo un fallimento, ho sempre
preferito ragionare e ponderare e pianificare con calma nuove occasioni.”
Per
approfondimenti sul mondo degli ultrarunner è possibile consultare il libro
Maratoneti e ultrarunner.
Aspetti psicologici di una sfida, edizioni-psiconline, 2017
https://www.edizioni-psiconline.it/anteprime/maratoneti-e-ultrarunner-aspetti-psicologici-di-una-sfida.html
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