Matteo Simone
Continua la 6° edizione della Move Week: settimana di mobilitazione dedicata alla promozione dello sport per tutti e di stili di vita attivi, che si svolge ogni anno in tutta Europa.
La campagna è
promossa dall'ISCA - International Sport
and Culture Association, con l’obiettivo di incrementare del 20% il numero
di europei fisicamente attivi entro il 2020.
In Italia la campagna è coordinata
dall’Uisp-Unione Italiana Sport Per tutti e gode del patrocinio del Ministero
della Salute e dell’ANCI-Associazione Nazionale Comuni d’Italia.
Quasi 200 gli eventi registrati in
moltissime città italiane, torna a Roma
il 1 giugno presso il parco degli acquedotti alle ore 18.30, l’allenamento con
Achilles International per persone con disabilità visiva che vogliono
correre e camminare.
- Corri e
cammina guidando persone con disabilità visiva di Achilles International, Roma,
Parco degli Acquedotti, Piazza Aruleno Celio
Sabino, 50. Unisciti ad Achilles, il programma che in
tutto il mondo permette di correre e camminare insieme, guida e non vedente.
L’attività fisica non solo quale sport per
raggiungere prestazioni eccellenti, non solo sport come performance ma anche
come promozione della salute, prevenzione e aggregazione sociale.
Di seguito alcune testimonianze di atleti non
vedenti e ipovedenti che rispondono ad alcune domande.
In che
modo lo sport ha contribuito al tuo benessere?
Sandro Mille: “Lo sport per me
si è rivelato il miglior antidepressivo naturale, mi ha aiutato a distrarmi
dalle preoccupazioni e ad allontanare i pensieri negativi.”
Federica
Carbonin: “In
passato mi ha aiutato a superare momenti difficili, a credere di nuovo in me
stessa e nelle mie capacità, mi fa bene al fisico e alla mente, ne beneficio
molto, ad esempio, dopo otto ore di lavoro dietro la scrivania.”
Come hai scelto il tuo sport?
Federica Carbonin: “Nel corso della mia vita ho praticato molti sport e discipline: il
cavallo (equitazione e volteggio) è quello che ho fatto per più anni (undici),
ho fatto nuoto da piccola (l’ho ripreso ora), ginnastica, danza moderna,
pilates, baseball per non vedenti, judo e spero di non averne dimenticato
nessuno.
La motivazione che mi ha spinto ad iniziarli è stata spesso la
curiosità di provare una cosa nuova. Attualmente gli sport che pratico sono il
nuoto e la corsa. Il nuoto è uno sport che io già praticai prima di avere il
tumore (prima dei cinque anni), una volta guarita, ho avuto il rifiuto di
nuotare e soprattutto di andare nell’acqua dove non toccavo. La sfida l’ho
vinta perché ora nuoto e vado anche nell’acqua alta. La corsa invece l’ho
incominciata perché prima di conoscere Achilles non pensavo che chi avesse
problemi di vista potesse correre, quindi anche questa seconda è stata una “sfida”
per vedere se riuscivo a correre.
Sandro Mille: “Volevo
intraprendere un'attività sportiva che richiedesse uno sforzo moderato ma
costante e, grazie alla generosità degli atleti dell'associazione sportiva La Sbarra , ho iniziato a
praticare la corsa. Essendo io un ipovedente ho grande difficoltà nel muovermi
in autonomia per cui era impensabile correre per me.”
Ada
Nardin: “A scuola ed in palestra all’inizio, soprattutto per
migliorare la forma fisica in generale, e poi la pratica di alcune discipline
sportive specifiche: Oltre alla corsa, ho sempre nuotato e pattinato ma sono
anche stata velista ed da qualche anno gioco a baseball.”
Nella pratica del tuo sport quali
sono le difficoltà e i rischi? A cosa devi fare attenzione ?
Sandro Mille: “Nella mia
condizione di ipovedente per correre ho bisogno di affidarmi al 100x100 ad un
atleta guida. Ciò significa che, prima di tutto, devo sviluppare da subito un
principio di intesa col mio accompagnatore. Devo essere sempre attento alle
segnalazioni che mi vengono comunicate relative a variazioni di
terreno, deviazioni di percorso, ostacoli improvvisi. Per cui prima
del fisico ho bisogno di allenare l'affiatamento con la persona che mi guida
per trovare una buona sintonia.”
Ada
Nardin: “Devo certamente stare attenta a non cadere o farmi
male. Dal momento che non vedo ho bisogno di non inficiare le mie altre
funzionalità.”
Quali
sono le condizioni fisiche o ambientali che ti ostacolano nella pratica
dell'attività fisica?
Sandro
Mille: “La
mia determinazione a correre può essere ostacolata solo da condizioni
climatiche particolarmente avverse: freddo intenso, pioggia molto forte. Non mi
preoccupa il caldo e tanto meno una lieve pioggia. Ho corso col caldo ma devo
bere tanto. Ho corso anche sotto una leggera pioggia e mi sono divertito di più.
Mentre a livello fisico solo un infortunio può fermarmi, devo sentire dolore
per fermarmi, finché si tratta di fastidio o risentimento io corro sempre.”
Ada
Nardin: “Quelle fisiche sono il peso eccessivo che devo diminuire,
mentre quelle ambientali sono l’umidità e il vento freddo che mi crea problemi
agli occhi.”
Cosa
ti fa continuare a fare attività fisica, haì rischiato di mollare?
Sandro Mille: “Non ho mollato,
sto continuando gli allenamenti, adoro le sensazioni che mi trasmette il mio
corpo quando è in buona forma fisica.”
Federica Carbonin: “La voglia di fare sempre di più, di migliorare,
senza eccedere, però.”
Ada
Nardin: “Non ho mai pensato di mollare anche se l’agonismo mi
spaventa abbastanza.”
Quali persone hanno contribuito al tuo benessere nello sport
o alla riuscita della gara?
Sandro Mille: “Fortunatamente
sono venuto a conoscenza del progetto Achilles International ed eccoci qua: atleti
volontari dell'Associazione Sportiva La
Sbarra che aiutano atleti non vedenti e ipovedenti a correre. Sia in
allenamento che in gara Atleta Guida e Atleta non vedente procedono affiancati,
uniti polso a polso attraverso un cordino. Ci vuole accortezza e
sensibilità e i ragazzi de La Sbarra
riescono a compiere l'impresa di guidare un atleta disabile per mano fino al
traguardo. E' una cosa molto impegnativa ma sanno farla con naturalezza
e delicatezza.”
Federica Carbonin: “Gare vere e proprie ne ho fatte solo con
l’equitazione ed il volteggio, ne ho fatte diverse, regionali e nazionali,
raggiungendo sempre ottimi risultati. Sicuramente il merito è stato delle mie
istruttrici che hanno creduto in me e hanno saputo prepararmi al meglio. In
particolare ricordo la mia prima istruttrice, Miriam, che sapeva insegnarmi con
leggerezza ed insieme, quando ci voleva, con un po’ di severità.”
Sandro Mille: “La mia gara della
vita è stata di certo la mia prima gara. Eravamo sulla pista di atletica a Terme
di Caracalla per correre una staffetta molto avvincente, la 12 x 30 minuti. Molto
divertente. Ero emozionato per essere dentro un evento simile… E già ero proprio
io, dentro una gara… Incredibile, stavo correndo in pista, in una frazione di
gara ufficiale e il mio amico Matteo mi guidava e mi incoraggiava. Era
esaltante, ricordo che c’erano molte persone tra gli spalti ma anche molti
atleti in pista. Dopo soli 10 min. ero già esausto, forse avevo corso ad un
ritmo per me troppo elevato. Da dietro arrivavano periodicamente atleti più
veloci che mi doppiavano. La cosa mi dava troppo fastidio, ma in quel momento
pensavo solo al traguardo, con loro avrei avuto la rivincita in futuro dopo un
paio di anni di allenamento.
Non so bene come ho fatto ma ho corso anche i
restanti 20 minuti, sarà stato il supporto di Matteo che mi incitava e mi
motivava, sarà stato l’orgoglio e la tenacia ma riuscito a trovare le forze per
giungere a quel benedetto traguardo. Ero stremato ma mi sentivo dentro di me un
campione. Ero riuscito a centrare l’unico obiettivo che mi ero prefissato: 'concludere la gara'.”
Federica Carbonin: “Ogni gara o saggio che
sia mi ha dato emozioni e soddisfazioni diverse, ogni volta ho talmente tanta
emozione che ho paura di sbagliare, ma in realtà tutta l’emozione sparisce al
momento dell’esibizione.”
Ada
Nardin: “Forse la hope and possibility a New York, per ora la
più lunga della mia vita.”
Cosa
hai scoperto di te stesso nel praticare attività fisica?
Sandro Mille: “Ho scoperto che di
possedere una sana e buona tenacia. Qualità che mi consente di dire a me
stesso: ‘Se voglio, io posso!’
Ada
Nardin: “Una testardaggine ed una resistenza alla fatica
maggiori di quanto credessi.”
Quali
sono o sono state le sensazioni che sperimenti facendo?
Sandro Mille: “Pre-gara:
Agitazione, ansia, tensione. Non vedo l’ora di iniziare. In gara: Finalmente
sono dentro l’evento, cerco di gestire le mie forze, sperando di non sbagliare.
Nei primi istanti di gara soffro il confronto con gli altri atleti, molto più
allenati di me e molto più veloci di me. Provo ammirazione per loro, ma mi
danno una rabbia, ma poi subito ritorno a concentrarmi su me stesso e ascolto
il mio corpo. Dopo gara: innanzitutto profonda ammirazione per me stesso. Poi
una bella sensazione di benessere che proviene da un misto di rilassamento e
soddisfazione.”
Ada
Nardin: “Quando corro o nuoto avverto sempre una forte
sensazione di libertà e di piacere.”
Quale
può essere un messaggio rivolto ai ragazzi per avvicinarsi allo sport?
Sandro Mille: “Citius!, Altius!, Fortius! E’ il
motto olimpico che tradotto dal latino significa: ‘Più veloce! Più in alto! Più forte!’ Ragazzi lasciatevi coinvolgere da
un’attività sportiva e godetevi poi le sensazioni che un corpo allenato può
donarvi.”
Ada
Nardin: “Mettetevi in gioco praticando sport e non guardando
sempre gli altri giocare e vincere.”
Affidarsi e fidarsi, è quello che si può sperimentare
nello sport, è quello che si sperimenta correndo e camminando con gli atleti
con disabilità visiva.
Matteo SIMONE
Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR
Nessun commento:
Posta un commento