Silvia Rampazzo partecipa al Mondiale
Trail Running a Badia Prataglia e arriva terza delle donne vincendo il bronzo
Mondiale in una gara di 49 km con quasi 6000 metri di dislivello totale all’interno
del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi.
Vince la gara femminile Adeline Roche in
5h00'44" che precede la connazionale Amandine Ferrato 5h00'47", il
bronzo va alla nostra Silvia Rampazzo in 5h11'07" ma otteniamo anche un argento
nella classifica femminile per nazioni classificandoci dietro
la Francia e davanti la Spagna, grazie alle altre atlete Italiane, in particolare
Gloria Giudici che arriva 12^ in 5h25:36 e Barbara Bani 15^ con 5h28:25.
Ora Silvia è inondata di messaggi e
contatti da parte di persone che vogliono sapere chi è lei, cosa e come ha
fatto a ottenere questo podio Mondiale.
Io sono uno degli stalker di Silvia che gentilmente si è resa disponibile a una breve
intervista telefonica. Quello che emerge dal colloquio con Silvia è che lo
sport ti rimette al mondo in modo diverso come dico sempre, Silvia ha la
passione dello sport a contatto con la natura, prima si appassiona al trekking e all’arrampicata e poi al Trail Running, una disciplina della
corsa che contempla il correre liberi a contatto con la natura in sentieri
anche per ore.
Forse ci vorrebbe più pace e serenità per rendersi conto di quello che è successo, per metabolizzare la vittoria e ritornare gradualmente alla quotidianità. Molti si chiedono ma ora che farà Silvia, sarà la donna da battere, dovrà confermare la sua prestazione eccellente.
www.psicologiadellosport.net/eventi.htm
http://www.ibs.it/libri/simone+matteo/libri+di+matteo+simone.html
Silvia riesce bene in questa attività
senza bisogno di allenatori, di tabelle di allenamento, lo fa naturalmente, è
un’appassionata di questo sport e ogni tanto gareggia riuscendo bene fino ad
arrivare ad essere di interesse della Nazionale Italiana, viene convocata per
merito di una delle due gare di selezione e partecipa al raduno con gli
altri atleti, si conoscono tra di loro e quello che si respira nel premondiale
è un’aria serena e piacevole.
La gara Mondiale ha luogo a Badia Prataglia
e in partenza Silvia non ha buonissime sensazioni, qualcosa non torna, è diverso dal solito, in ogni caso
riesce ad arrivare terza donna al Mondiale ed è gioia immensa, qualcosa di
inaspettato finché non ci riesci.
Silvia ora è sui giornali, si parla del Trail Running, della Nazionale Italiana,
delle donne Italiane che fanno Trail,
la chiamano, la contattano, si congratulano con lei, aveva già un contratto con
una marca di scarpe, era già una Top
Running Trail.
Forse ci vorrebbe più pace e serenità per rendersi conto di quello che è successo, per metabolizzare la vittoria e ritornare gradualmente alla quotidianità. Molti si chiedono ma ora che farà Silvia, sarà la donna da battere, dovrà confermare la sua prestazione eccellente.
Importante sarebbe in questi casi, ritornare gradualmente alla
quotidianità, agli allenamenti, certo le resta il titolo del bronzo ma senza stravedere, senza pretendere, alle gare si gareggia normalmente
con le altre atlete e vince chi in quel giorno è più forte, chi riesce meglio.
Silvia non è un atleta professionista,
ha il suo lavoro, le piace correre ed allenarsi, le piace anche mangiare e
prendersi cura di sé. Silvia non ha un team che si occupa di lei, non è una
professionista, non ha massaggiatori, all’occorrenza ha il suo fisioterapista
di fiducia da raggiungere.
Silvia è consapevole delle sue capacità
e qualità, al momento sa quello che vuole e quello che può fare, per il momento
le sue gare non superano i 60 km, Silvia ha bisogno di recuperare e di
nutrirsi.
Silvia è una di noi, le piace la vita,
le piace lo sport, le piace mangiare e divertirsi, correre e stare con gli
amici. Questo è lo sport che vogliamo. Senza pretese, senza pressioni.
Interessanti le sue parole sul sito La Scarpa:
“Di recente ho scoperto la corsa, la
corsa in montagna. Un connubio meraviglioso tra le sensazioni fisiche
rigeneranti che mi dona la corsa e le emozioni mentali e spirituali che provo
in montagna. Fatica, leggerezza, viaggio, incontri, cieli, rocce, bosco, sono
diventati la parte spensierata della mia vita. Non sono molto competitiva ma
amo la fatica e la soddisfazione che premia al raggiungimento di un obiettivo,
la sfida contro me stessa e i miei limiti, con la montagna complice e maestra,
nel più assoluto timoroso rispetto.”
Una grande Silvia che ha onorato la maglia
azzurra, ma ancor di più ha contribuito con tutti gli altri atleti a creare un
buon clima di squadra e coesione con tutto il Team, di seguito alcune sue considerazioni
riportate sui social: “Qui c’è una maglia
azzurra, c’è una squadra stupenda di atleti e tecnici (unita, compatta e così
complice…da non credersi vista la sua formazione un solo mese prima del
mondiale), c’è il popolo del trail che si appassiona, ci sono i nostri affetti
a sostenerci, c’è il paese di Badia Prataglia addobbato col tricolore…perché,
diciamocelo, un mondiale in casa è qualcosa di indescrivibile! Tanta tensione,
il panico per le possibili aspettative esterne ma…finalmente lo start! Si parte
e sento che non ci sono, non è il mio solito incedere, la corsa è pesante e
faticosa fin dai primi km. Si punta non tanto al traguardo quanto al ristoro
successivo: piccoli obiettivi e via, a racimolare energie qua e là dalla
gente. Distrutta, svuotata, felice di aver dato tutto! Bronzo individuale e
argento a squadre...W l'Italia del Trail!”
Questo è lo sport che vogliamo, passione,
fatica, condivisione, coesione, grande Italia. E’ in uscita il libro Maratoneti e ultrarunner. Aspetti psicologici
di una sfida, edizioni-psiconline, 2017.
https://www.edizioni-psiconline.it/anteprime/maratoneti-e-ultrarunner-aspetti-psicologici-di-una-sfida.htmlwww.psicologiadellosport.net/eventi.htm
http://www.ibs.it/libri/simone+matteo/libri+di+matteo+simone.html
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