Matteo Simone
Per preparare, pensare, partecipare ad una gara impegnativa e dura di 100km sono importantissime le coccole, la cura di sé, fisica e mentale, durante tutto il percorso di avvicinamento, in qualche modo anche durante la gara e poi soprattutto nel post gara.
Antonio
ci racconta la sua impresa di portare a termine una 100km, lui che più che corridore
è un camminatore spedito.
Gara di 100km del Passatore, cosa significa per te? “Ciao Matteo, è andata bene. E' un modo
di sentirmi in salute e da condividere questo stato fisico e psichico mentale con gli altri.”
La
condivisione è importantissima sia dei progetti e degli allenamenti, sia delle
fatiche della gara e della soddisfazione di averla portata a termine, una
scommessa, una sfida contro tutti.
Hai avuto particolari problemi, difficoltà, momenti critici? “Ho avuto dei crampi in 'embrione' che alla fine non mi hanno bloccato.”
Antonio
è uno che si allena tantissimo soprattutto sulle salite che portano da
Manfredonia a Monte Sant’Angelo, e gli sono già note le crisi che possono
capitare durante i lunghi tragitti e percorsi a piedi e di corsa compreso
crampi e sa come anticiparli, come assecondarli, come ovviare.
E
certo, Antonio sa che non può imitare il Re Giorgio, ma perché non rubare qualche
piccolo segreto, e Giorgio è avvicinato da tutti, fotografato con tutti,
sempre disponibile a uno sguardo, un sorriso, un consiglio, un incoraggiamento
che trova accoglimento da parte di tutti.
Come decidi strategie di gara? Team, famiglia, amici,
figure professionali?
“Soprattutto allenamento costante e continuo durante l'anno,
in parte condiviso col gruppo di amici che hanno le tue stesse aspettative.”
Antonio
è un martellatore del cammino, sempre in strada e per sentieri tra Manfredonia e
Siponto, tra Manfredonia e Monte Sant’Angelo per la strada normale asfaltata ma
anche per campi e tratturi, giorni e giorni di allenamento, sabato e domenica a
camminare, passione e fatica condivisa da tanti suoi amici e anche
moderatamente da sua moglie.
Con l’esperienza è cambiato il
tuo modo di allenarti?
“Certo, devi imparare una postura che ti faccia respirare e correre meglio,
perdere un po' di peso perché almeno un quarto dei chilometri li devi
correre, per poi camminare spedito.”
Ne
ha persi forse decine di chili Antonio, ha faticato tanto all’inizio, ma
silenziosamente sempre dietro al gruppo riusciva ad arrivare in cima, alla
fine, ed ora è più coraggioso, più fiducioso, più consapevole, più resiliente.
Se prima camminava solamente, poi ha imparato a camminare spedito e ora anche a
corricchiare per non rischiare di trovare cancelli chiusi o arrivare fuori
tempo massimo.
Curi
la preparazione mentale? “Devi spogliarti di tutti i problemi, li devi 'congelare',
per poi riprenderli, dopo la gara, e portarli a regime per risolverli, uno
alla volta.”
Coccole
e autoprotezione hanno posto nella tua preparazione o nel post gara? “Coccole e
autoprotezione sono necessarie nella preparazione, durante e dopo la gara, se
no non rimarrebbe niente, sarebbe deserto.”
Le sensazioni prima, durante e dopo la gara? “Di speranza, che le ipotesi e le
strategie che mi sono posto, trovino riscontro.”
E’
consapevole Antonio che l’impresa è molto ardua per lui, ma non demorde, mette
in atto le sue strategie apprese nel corso degli anni e delle gare, l’ho visto
partecipare anche a gare di 24 ore, sempre a camminare silenziosamente pensando
a proseguire, andare avanti, con il suo passo.
Hai un tuo idolo, modello di riferimento, ti ispiri a qualcuno? “L'idolo è un uomo che io vedo sempre
umile e rispettoso, che da consigli a tutti, si chiama Giorgio Calcaterra,
tassista di Roma, che stimo come un eroe, consapevole dei miei limiti.”
C’è una parola o una frase detta da qualcuno che ti aiuta a crederci ed
impegnarti?
“Le parole che si condividono per caso durante la gara qualsiasi parola o
frase, ti fa sentire che stai facendo qualcosa che serve a te e, forse, a tutta
l'umanità. Ciao, Matteo.”
Dice
bene Antonio, forse le sue imprese servono all’umanità più di quelle di
Giorgio, l’esempio di un padre, marito e lavoratore sovrappeso che decide di
mettersi in cammino e sperimentare benessere fisico e mentale attraverso
l’esercizio fisico costante e intenso diventa un esempio per tutti, per la
salvaguardia della salute, per prevenire tante patologi correlate all’essere in
sovrappeso.
Un'intervista ad Antonio è riportata nel libro "Cosa spinge le persone a fare sport?".
Matteo SIMONE
Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR
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