venerdì 29 marzo 2013

Prevenire l’infortunio e aiutare l’atleta infortunato


Relazione fra stress ed incidenti sportivi
Tamorri, Benzi, Reda(1) hanno analizzato la relazione fra stress ed incidenti sportivi per proporre interventi che possono ridurre il rischio.

Andersen e Williams (2) hanno ipotizzato che l’aumento della tensione muscolare, la riduzione del campo visivo e l’incremento dalla distrazione, siano le principali cause della associazione tra stress ed infortunio. Infatti la contrazione simultanea non richiesta di gruppi muscolari agonisti ed antagonisti è una risposta comune negli stati di stress. Questa tensione generalizzata del muscolo può portare ad affaticamento, riduzione della flessibilità articolare, difficoltà nella contrazione motoria e inefficienza muscolare. Il risultato finale è un maggior rischio di incidenti come distorsioni, stiramenti, strappi.

Incrementare il grado di consapevolezza del consumo di bevande alcoliche

Incrementare il grado di consapevolezza del consumo di bevande alcoliche
Matteo SIMONE

La dipendenza dall’alcool

La dipendenza dall’alcool causa problemi alle persone e alle famiglie, quali la perdita del posto di lavoro, separazioni, crimini.
E’ difficile uscrirne fuori, è difficile vivere con questa dipendenza che non permette di avere una vita serena. Le persone che soffrono di questa dipendenza possono arrivare alla consapevolezza di farsi aiutare e documentandosi, direttamente o per loro lo fanno i famigliari o gli amici, alcuni approdano nei gruppi di alcolisti anonimi.
Gli alcolisti anonimi hanno interesse a far conoscere la loro attività, per loro aiutare gli altri significa aiutare se stessi e questo lo fanno sia diffondendo le loro modalità di incontrarsi, di fare gruppo, di aiutarsi, sia facendo conoscere agli addetti ai lavori il loro operato e per questo motivo organizzano anche delle riunioni aperte per permettere la partecipazione sia degli alcolisti anonimi, sia dei famigliari ed amici, sia dei cosìddetti “professionisti” e cioè medici, psicologi e questo è molto utile per queste figure che hanno modo di entrare in questo mondo, conoscere queste persone, le loro realtà, le loro difficoltà, ma anche le loro risorse, le loro qualità, le loro sensazioni ed emozioni.
Eventi gratuiti di Psicologia dello sport e del benessere


Giovedì 18 aprile 2013 ore 19.00 (evento gratuito)
Una serata di “Psicologia dello Sport e non solo” presso la Libreria “Pagine di Sport”
Si terrà giovedì 18 aprile 2013 ore 19.00, presso la libreria Pagine di Sport situata tra lo Stadio Olimpico, l'università del Foro Italico, il Coni e lo Stadio Flaminio, la presentazione del libro “Psicologia dello Sport e non solo”.

Interviene l'autore, Matteo Simone, psicologo, psicoterapeuta, maratoneta.

Modera il giornalista della Gazzetta dello Sport, Valerio Piccioni, nonché podista ed ideatore della “Corsa di Miguel”.

Libreria “Pagine di Sport” via dei TADOLINI 7/9 Roma
(150 mt. da piazza Mancini/ ponte Duca D'Aosta)

Argomenti del libro sono lo sport, la psicologia dello sport, la psicoterapia della Gestalt, la psicologia dell’emergenza, l’EMDR, l’incontro, la maratona, il doping.


martedì 13 novembre 2012

Presentazione del libro

Presentazione del libro


Psicologia dello sport e non solo



giovedì 22 novembre 2012, ore 17:30
Biblioteca Penazzato
via Dino Penazzato, 112
00177 Roma

Intervengono:
Matteo SIMONE, autore, psicologo e psicoterapeuta
Gaetano BUONAIUTO, psicologo, psicoterapeuta in formazione presso
l'Istituto Gestalt e Analisi Transazionale di Napoli
Francesco CARBONI, direttore tecnico della Fispes, federazione paralimpica
di atletica, tiro a segno e sport sperimentali
Vincenzo LUCIANI, giornalista
Leonardo MAGALOTTI, psicoterapeuta della Gestalt, Comicoterapeuta,
Costellatore Famigliare
Marco SANTINI, istruttore di scherma

Modera:
Silvia ZACCARI, psicologa e psicoterapeuta Associazione Il cortile colorato

Ci saranno degli intermezzi musicali con Toque di Berimbau e Pandreo a
cura di Capoeristi:
Barbara STRIDI, sociologa e capoerista Thiago, istruttore Capoeira
Regional del Gruppo Raca

Per chi vorrà

domenica 26 agosto 2012

Il corpo esprime ciò che la mente reprime


Il filosofo greco Anassagora (500-426 a.C) immaginò un principio, chiamato mente, in grado di fornire alla materia il suo peculiare ordine. Secondo la sua visione, infatti, tutta la realtà è dualistica, costituita da mente e materia.
René Descartes, il filosofo e matematico francese del diciassettesimo secolo che affermò, “Penso, dunque sono” (in latino “Cogito, ergo sum”), fece di più: tracciò una netta distinzione tra mente e corpo. Per Descartes, la mente era una sostanza immateriale responsabile del pensiero razionale, dell’immaginazione, del sentimento e della volontà. Il corpo era legato alla sfera materiale. Tutta la materia era completamente soggetta alle leggi della fisica, tranne il corpo che era influenzato anche dalla mente umana, o volontà, anche se è un’entità distinta. Il dualismo mente-corpo di Descartes costituì per il pensiero occidentale il lavoro di preparazione alla separazione tra teologia e scienza, materialismo e spiritualismo, corpo e mente. Egli sostenne la distinzione, nell’ambito della scienza, tra fenomeni fisici o malattie e quelle di natura mentale o emotiva. Sfortunatamente, questa concezione ha segnato il pensiero occidentale nei secoli a venire portandoci a concentrare le nostre attenzioni sulla parte per noi più nobile, ovvero la nostra mente, scindendola e separandola dal mezzo che la nostra mente ha per interfacciarsi con il mondo esterno, ovvero il nostro corpo. La maggior parte delle persone sembra essere in grado di riferire su idee e pensieri ma fatica a riconoscere e descrivere sensazioni, dà alle prime una dignità e un ruolo che non riesce ad attribuire alle seconde, concepisce il corpo come qualcosa che possiede, ma non come parte integrante del sé. La nostra cultura continua a ribadirci che il sé non è corporeo ma mentale e che l’“Io” non si riferisce all’esperienza corporea. Anche nel nostro vivere quotidiano, continuamente diciamo il “mio corpo” e ciò che è mio, per definizione, è un oggetto al di fuori di me. Il corpo diventa un non-sé perché l’identificazione avviene con gli aspetti ritenuti superiori: la mente, la psiche, la personalità.
Sia la cultura sia i nostri processi di pensiero ci inducono verso un processo di desensibilizzazione che ci allontana sempre di più dalle nostre sensazioni corporee: tuttavia la nostra esperienza

martedì 17 luglio 2012

"Ferro 3 - La casa vuota". Un esempio di integrazione.



Su consiglio di un mio amico e collega ho visto questa stupenda produzione cinematografica dal titolo “Ferro 3 – La casa vuota”: questa favola del regista coreano Kim Ki-Duk mi ha incuriosito moltissimo. Ma al di là del grande valore artistico che una pellicola del genere può avere (rimando ai siti specializzati e a critici più esperti di me in questo settore per una analisi dettagliata), quello che mi piacerebbe condividere con voi in questa sede è una chiave di lettura più “gestaltica” che ha reso questo film, per me studioso del settore, un esempio fiabesco di una piena integrazione della personalità, obiettivo auspicato in ambito psicoterapeutico da cliente e terapeuta.

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