La
fatica dello sport è una ‘bella fatica’; ti lascia felice, soddisfatto,
contento
Matteo Simone
Nella pratica di uno sport si impara a stabilire e raggiungere obiettivi, a faticare, impegnarsi cercando di non mollare per arrivare a traguardi difficili, sfidanti, impensabili ma possibili con consapevolezza, fiducia e resilienza.
Di
seguito, Sebastiano (ASD Palombella Running) racconta la sua esperienza
rispondendo ad alcune mie domande.
Qual
è stato il tuo percorso nello sport? Nel 2010 ho smesso di fumare perché era nato il mio
terzo figlio, poi son dovuto partire per diversi mesi per un corso militare e
la vita da ‘scapolo catapultato’ mi ha fatto prendere diversi chili… così alla
fine dell’anno ho iniziato a corricchiare qualche km, per rimettermi in forma.
Ho sentito l’esigenza di continuare a farlo anche una volta rientrato a casa
perché stavo bene con me stesso e di conseguenza con gli altri. 2km poi 5, 10,
15 e nel 2013 la mia prima gara: la maratona di Roma.
Da lì al 2017 due
maratone all’anno, che altro non erano che due fine settimana di coppia. I
bambini rimanevano con i nonni e io e mia moglie ci ritagliavamo un weekend
romantico all’interno del quale inserivo anche la mia garetta, senza che questo
comportasse alcun tipo di problema. Nel 2017 la decisione di tentare la mia
prima 100 km … e questo sì che ha comportato qualche problema; mia moglie
temeva per la mia salute, gli allenamenti diventavano più lunghi e stavo più
tempo fuori casa….
La tua gara più estrema o più
difficile? La gara più difficile non è stata
quella più estrema anzi è stata la mia prima piccola ultra ‘la extreme del
vulcano’ versione dimezzata di 50 km. Alla fine della gara dissi: questa gara
mi è servita per capire che non correrò mai una 100 km! …due mesi dopo la mia
prima 100 km, la fantastica 100 km del
Val di Noto (della quale porto nel cuore ogni km ma soprattutto l’abbraccio di
mia moglie all’arrivo e il mio pianto).
Lo
sport a volte fa rinascere le persone che riescono a seguire un sano stile di
vita e sperimentano benessere fisico, psichico e relazionale.
La
preparazione per la maratona richiede tanti allenamenti dei quali alcuni di un
lunghissimo chilometraggio e della durata di alcune ore e a maggior ragione la
preparazione di gare di 100km dove si arriva ad allenarsi per diverse ore
almeno qualche volta nel corso della preparazione.
Il
10 settembre 2017, Sebastiano ha corso la 50 km del Vulcano, corsa su strada, classificandosi 8° assoluto e 5°
uomo in 5h48’57”. La gara è stata vinta da Massimiliano Buccafusca 3h57’41”,
precedendo Francesco Cesare 4h46’20”, Laura Emmi 5h28’43”, Laura La Pera 5h29’27”.
Il
4 novembre 2017, Sebastiano ha esordito in una gara di 100km con l’ottimo crono
di 10h39’01”, alla 100 km del Val di Noto, corsa su strada, dove vinse Enrico
Maggiola in 7h37’12”, precedendo Massimiliano Buccafusca 7h50’08” e Francesco
Cesare 9h12’33”. Tra le donne vinse Lara La Pera in 9h54’14”, precedendo Rita
Carrotta 11h17’48” e Melissa Lionti 11h33’.
La
gara dove hai sperimentato le emozioni più belle? Ogni gara mi ha regalato emozioni
speciali. Mi porto nel cuore le tre edizioni della ‘100 km Hybla Major’ perché
oltre alle emozioni della corsa e i paesaggi bellissimi, ho avuto la possibilità
di toccare con mano la passione e la gioia di chi le ha organizzate, la
gratuità e l’amicizia di chi ha voluto assistermi con sacrifici incredibili ma
con tanta gioia ed energia; questo mix di emozioni le ha rese magiche.
Sebastiano
ha corso tre edizioni della Hybla Major 100km: 17 luglio 2021 – 10h51'53”; 16
luglio 2022 - 10h36’23”; il 21 ottobre 2023 la gara è dominata dalle
donne, infatti vinse la garfa assoluta Federica Moroni 7h52’45”, precedendo
Eleonora Rachele Corradini 8h19’57” e Salvatore Sessa 8h43’04”. A seguire Elena
Fabiani 9h30’57” (terza donna), Lisa Borzani 10h03’11”, Agostino Nicosia
10h09’52” (secondo uomo), Sebastiano Di Paola 10h26’28” (terzo uomo) ma Campione SM50 ACSI).
Cosa
pensano familiari e amici della tua attività sportiva? Mi
dicono scherzando: sei matto! Ma scherzando scherzando si dice ciò che si pensa.
Chi
e cosa contribuisce al tuo benessere e performance? La corsa deve avere un suo giusto
posto, importante, ma non deve occuparne altri. In famiglia abbiamo trovato il
giusto equilibrio: stabiliamo insieme e in una giusta proporzione le gare in
modo da sapere quali weekend saranno dedicati al mio hobby; cerco di allenarmi,
quando è possibile, nei tempi ‘morti’ in modo da non essere assente da casa: la
corsa è bella e ci fa stare bene ma non dimentichiamo mai di essere coniugi,
genitori, lavoratori, amici etc. etc. Ribadisco l’importanza di collocare
ciascuna cosa in un posto preciso. Questo mi consente di vivere serenamente
tutto e dunque benessere e performance possono solo guadagnarne.
Bisogna
far sempre attenzione all’equilibrio, a gestire impegni familiari e lavorativi.
Cosa hai scoperto di te stesso
praticando sport? Ho una equilibrata autostima e una
buona fiducia in me stesso. Aver affrontato e superato difficoltà, crisi e aver
raggiunto obiettivi inizialmente impensabili con la costanza, il sacrificio mi
hanno insegnato che non bisogna mollare mai…nella corsa e così nella vita.
Hai sperimentato l'esperienza del
limite nelle tue gare? Che sia una maratona, una 100 km o
una 24 h sperimento spesso il mio limite; ma non lo vivo come una cosa negativa
poiché dopo la gara cerco di fare tesoro di tutto ciò che è successo, in bene e
in male, in modo da confermare il positivo e rivedere ciò che non è andato
bene. Poi è importante saper ascoltare il proprio corpo.
Ogni
gara è un test, una prova, una sfida, un punto di arrivo e di ripartenza per
capire se si è lavorato bene, se si può far meglio, credendoci sempre e
cercando di continuare a seguire sogni sfidanti ma possibili in ascolto sempre
delle proprie sensazioni corporee, osando senza strafare con a consapevolezza
che si può fare.
Quali sensazioni sperimenti nello
sport? In senso lato sappiamo che lo sport stimola la produzione di
endorfine e serotonina che favoriscono il buon umore e di conseguenza mi da
serenità e di conseguenza sto bene nel mondo… e questo è fantastico; poi la
fatica dello sport è una ‘bella fatica’ ti lascia felice, soddisfatto, contento
e paradossalmente ti lascia una grande energia per il resto del tempo… non
saprei come spiegarlo ma non è una fatica di cui faresti a meno. Nello specifico della corsa, e in particolare
delle ultramaratone, le sensazioni non sono quelle legate a te stesso ma anche
quelle legate al rapporto con gli altri: condividere per tante e tante ore
entusiasmo, fatiche, crisi, difficoltà, gioia ti fa sentire parte di qualcosa
di più grande, ti fa entrare in empatia con le persone. Per questo non è raro
sapere di ultramaratoneti che si conoscono bene anche se si vedono due o tre
volte all’anno e di altri legati da una grandissima amicizia, stima e affetto
che si consolida anche al di fuori dello sport.
Bellissima,
interessante, utilissima questa considerazione di Sebastiano della fatica che
anche io considera amica e dello sport come veicolo di aggregazione e amicizia,
ricca di belle relazioni che non fanno sentire soli ma accomunati da una
filosofia di vita di benessere psicofisico, emotivo, relazionale.
Un messaggio per avvicinare i
ragazzi allo sport? Cosa dà e cosa toglie lo sport? Ragazzi
praticate sport, qualsiasi sport. Fare sport
è importante per stare bene con sé stessi e con gli altri; lo sport
aiuta ad avere uno stile di vita più sano; insegna a gioire per il semplice
fatto di praticarlo, insegna il
sacrificio e la passione necessarie per raggiungere gli obiettivi, crea
amicizie, ci aiuta a dare il giusto peso, dunque a meglio gestire le
frustrazioni (es. di una partita persa e/o prestazione mediocre), ci fa sentire
‘vivi’, energici, sereni e felici. Ma soprattutto lo sport, quello sano,
insegna a rispettare l’altro. Nei benefici
aggiungo la resilienza e tanti amici; toglie kg in eccesso, tossine, ansia,
isolamento sociale, scarsa autostima, sfiducia.
Ritieni utile lo psicologo nello
sport? Singolarmente lo psicologo è un aiuto per l’atleta per la
gestione dell’attività sia nel momento ‘positivo’
che nelle situazioni sportivamente critiche: gestione dello stress e dell’ansia
oltre a poter essere un vero e proprio motivatore. Ovviamente per il gruppo la
figura dello psicologo può tra le tante cose agevolare la formazione di un
gruppo coeso nella sua totalità.
Sogni realizzati e da realizzare?
Prossimi obiettivi? Ogni gara è un sogno che si
realizza. Prossimi obiettivi: 12 h di Venezia, 9 Colli, supermaratona
dell’Etna, Pistoia/Abetone, 100km Extreme del vulcano e poi…Spartathlon.
Tante
gare impegnative e sfidanti ma soprattutto la Spartathlon che non è per tutti
ma bisogna arrivarci preparati superando gare di difficoltà intermedia.
Che significato ha per te
partecipare alla Spartathlon? Non lo so! Posso dirle che quando ho
compilato la candidatura tremavo. Quando ho saputo di essere nella lista? D’impeto , gioia … poi sono subito sceso con
i piedi per terra, perché li devono stare: allenamenti, ora veramente
impegnativi, sacrificio e pensiero positivo. Non mi vergogno a dire che a volte
sento però il peso dell’importanza della manifestazione e di dover rappresentare
il Team Italia, insieme a quelli che so essere grandi ultramaratoneti. Io ho la
consapevolezza di essere un amatore delle ultramaratone, ma so anche che
Spartathlon la sogno da quando ho saputo della sua esistenza, dunque cercherò
di non riservare nulla di ciò che posso dare per far si che questo sogno possa
diventare una bella realtà.
La Spartathlon, una gara di ultramaratona di 246km che tanti ultrarunner
vorrebbero correre e richiede allenamenti mirati molto impegnativi, con tanti
cancelli orari da superare e rappresentando l’Italia con altri amici
ultrarunner.
Come la preparerai e chi ti aiuterà?
Su questo sono davvero fortunato. Dal punto di vista
dell’allenamento ho il mio coach/amico Antonio Recupero che mi sta preparando
con serietà, affetto e costanza; dal punto di vista medico Tony Di Mauro, che
mi coccola da sempre. Poi chiamerò tutti i miei amici che l’hanno già corsa per
far tesoro dei loro consigli. L’assistenza alla gara invece è un grande punto
interrogativo poiché legato a un aspetto puramente economico; mi piacerebbe
avere al mio fianco Maurizio Gugliotta, che mi ha accompagnato con affetto
fraterno nelle due uniche gare corse con l’assistenza. Proprio ieri con mia gioia
si è offerto anche il mio ‘socio di
strada’ Dino Margiotta. Per me averli
vicino sarebbe fantastico. Staremo a vedere.
Una
gara considerata estrema che richiede l’aiuto e il sostegno di amici e figure
professionali per arrivare ben preparato alla partenza e possibilmente anche
essere sostenuto durante l’intera durata della gara che richiede un tempo massimo
di 36 ore.
1) Correre le ultramaratone comporta un grande sacrificio
soprattutto in termini di preparazione, dunque se non si è atleti
professionisti bisogna pianificare bene i tempi al fine di non sostituire la
vostra vita con l’ultramaratona;
2) affidatevi a persone esperte (tecnico, medico) poiché
improvvisare gare molto lunghe non è una idea brillante;
3) divertitevi.
Non
bisogna sottovalutare nulla e curare ogni dettaglio per far bene nelle
ultramaratone continuando a sperimentare benessere e performance.
Matteo SIMONE
Psicologo,
Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR
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