giovedì 4 agosto 2016

Liberato Pellecchia: Maratona di Berlino PB 2h14'28", esperienza fantastica, mi emoziono tuttora

Matteo Simone 

Lo sport rende felici ed avvicina persone, culture e mondi; promuove il benessere fisico e sociale e va inteso non solo come performance volta al raggiungimento di prestazioni eccellenti, ma anche come possibilità di superare i propri limiti, incentivo all’aggregazione sociale, strumento di prevenzione e promozione della salute. 
Molte persone attraverso l’attività sportiva sono riuscite a superare i propri limiti e a raggiungere importanti traguardi. Interessante la testimonianza di Liberato Pellecchia, un maratoneta che ha indossato la maglia azzurra.
In che modo lo sport ha contribuito al tuo benessere?Lo sport è uno stile di vita. Crea equilibrio tra mente e corpo.” 
Come hai scelto il tuo sport?La corsa mi rende libero.” 
Nel tuo sport quali sono le difficoltà e i rischi? A cosa devi fare attenzione? Quali abilità bisogna allenare?Il mio sport mi ha insegnato a superare rischi e difficoltà. Bisogna curare ogni minimo dettaglio e lavorare molto sulla mente.”

Lo sport forma e trasforma le persone, insegna a superare ostacoli, crisi e difficoltà, non si tratta solo di allenare il muscolo, ma attraverso lo sport si forgia il carattere, si struttura la personalità.

Ada Nardin e Matteo Briglia importano a Roma il programma Achilles

Psicologo, Psicoterapeuta

Ada Nardin e Matteo Briglia entrambi non vedenti hanno tanto da condividere e da insegnare, condividono la passione del baseball praticando questo sport in due città diverse, rispettivamente a Roma e a Milano e diventando talmente esperti ed innovativi da esportare le loro modalità ed il loro approccio a New York negli ultimi due anni.
Questi anni e la permanenza a new York gli hanno permesso di conoscere altre realtà tra le quali il programma Achilles International volto alla pratica dell’attività podistica di atleti con disabilità, ed allora si sono illuminati ed hanno pensato giustamente di importante queste buone prassi, queste best practice in Italia e precisamente in Roma trovando terreno fertile nella loro amica Ada Ammirata già runner da alcuni anni che diventa anche presidente della Sezione Achilles Roma.
Ada Ammirata a sua volta propone questo programma, questa interessante e coinvolgente attività agli amici runner dell’Atletica La Sbarra che sposano immediatamente il programma di Achilles International organizzando un Open Day presso il parco degli acquedotti dove in massa intervengono persone con disabilità ed aspiranti guide per sperimentare questa modalità di fare sport insieme, di condividere la camminata veloce e la corsa assieme.

L’Atletica La Sbarra è una squadra che favorisce l’inclusione e l’integrazione. Ci sono atleti fortissimi come D’Antone Giuseppe di 58 anni, che riesce a competere con i primi ed a vincere sempre la sua categoria di appartenenza, il fortissimo atleta del Marocco Abdel.
Inoltre fanno parte della squadra tanti amici di lunga data over 50 che continuano a divertirsi con lo sport, ci sono le nuove leve, ragazzi più giovani che stanno trovando pian piano la loro miglior condizione come Raffele Mastrolorenzo, nuove ragazze che osano anche fare maratone come Ambra, donne forti come Roberta Luttazzi, Stefania Gabrielli, Valentina Ferrari.
Ada Ammirata ha esordito come podista nella squadra Atletica La Sbarra un paio di anni fa, inoltre tra i nuovi acquisti vi è Stefano Severoni, molto presente, disponibile, entusiasta ed attento all’altro, sia persone che animali.

mercoledì 3 agosto 2016

ACHILLES INTERNATIONAL ROMA


STEFANO SEVERONI

 
  ACHILLES INTERNATIONAL Achilles International, sorto negli Stati Uniti, è il programma che in tutto il mondo consente di correre e camminare insieme, guida e non vedente/ipovedente. Tutti i gruppi all’interno e all’esterno degli Stati Uniti operano come affiliati dell’organizzazione Achilles Internazional. Ogni gruppo può trovare una varietà di modi per reclutare, diffondere e sostenersi. Tutti i gruppi sono amministrati secondo le stesse linee guida e tutti hanno la medesima missione: consentire alle persone con disabilità di partecipare all’attività atletica tradizionale al fine di promuovere la realizzazione personale, migliorare la stima di sé, diminuire le barriere e così vivere una vita appagante. L’esperienza con atleti non vedenti permette di scoprire cosa significa correre con una disabilità quale la mancanza della vista; ognuno si sperimenta come accompagnatore negli allenamenti e in gara, mettendo da parte qualsiasi forma di competizione estrema e dedicandosi all’altro con generosità.

GLI INCONTRI DELL’ASSOCIAZIONE ROMANA L’open day romano di Achilles International Roma c’è stato sabato 30 aprile 2016 alle 17:30 al Parco degli Acquedotti in Roma. Il promotore Matteo Simone ha sollecitato l’urgente aiuto di persone generose e disposte a dedicare tempo per allenarsi con atleti con problemi visivi. Tali atleti per partecipare a diverse attività agonistiche e amatoriali, necessitano di allenarsi e quindi essere accompagnati in queste attività da “guide sportive” ossia persone disponibili a indicargli il percorso, a porgergli un braccio, a fargli evitare buche e ostacoli. Nella prima uscita di sabato 30 aprile il gruppo si è riunito davanti alla chiesa di san Policarpo. I promotori dell’iniziativa hanno spiegato il programma e assegnato ai presenti il compito di guida. Non è tanto importante la prestazione sportiva, quanto l’essere riusciti a stare insieme correndo o camminando. La cordicella univa atleta e guida, in una simbolica unione per condividere fatica, ma anche gioia lungo lo sterrato del Parco degli Acquedotti, ove diversi romani erano lì per una passeggiata prima del pasto serale. E, assieme ai podisti, il simpatico cane guida fa sperimentare la preziosità dell’animale quali aiuto alle persone con disabilità. La presidente romana del gruppo è Ada Ammirata. Ella con il suo fido cane accanto ha reso noto che i prossimi incontri saranno a cadenza mensile.

Vincenzo Fargione: La difficoltà più grande è prendere coscienza degli anni che passano

Matteo SIMONE 
 

Bisogna farsene una ragione, gli anni passano, i treni passano, importante sintonizzarsi momento per momento su quello che c’è ora, su quello che si può fare ora, su ciò che piace al momento attuale ed è possibile in base alle nostre capacità che si possono sempre sviluppare con diverse modalità, senza trascurarne alcuna.

Di seguito Vincenzo (G.S. Bancari romani) ci racconta la sua esperienza ed il suo passaggio da sedentario autista a podista determinato e resiliente.

Franco Varesio: Le emozioni più belle? Ultra Trail Mont Blanc 2007 e Ironman Zurich 2010


Più è intensa l’attività fisica, più le competizioni sono prolungate nel tempo, più si tratta di sport di endurance e più le esperienze sono intense, ricche di emozioni. E’ l’esperienza di molti atleti di endurance, ultrarunnner, ironman, di seguito l’esperienza raccontata da Franco Varesio: Ti sei sentito campione nello sport almeno un giorno della tua vita o sempre un comune sportivo?Sempre un comune sportivo o meglio un grandissimo appassionato di sport.” Come ha contribuito lo sport al tuo benessere e performance? “Lo sport mi rilassa e mi diverte moltissimo, anche perché condivido questa passione con amici goliardici.


Ebbene sì, lo sport anche se può sembrare duro, pesante, stancante, diverte tanto se hai passione e diverte condividere la passione e gli aneddoti con gli amici che si trovano a sperimentare esperienze simili, di fatica, di crisi, di riuscita, aneddoti vari, visioni ma anche esperienze di finisher: Come hai scelto il tuo sport?La corsa per praticità, basta poco tempo per allenarsi, lo sci e il triathlon mi piacciono ancora di più ma praticarli richiede molto più tempo.”

martedì 2 agosto 2016

Gara della vita: campionati nazionali Giochi della Gioventù di “orienteering”



 

Le gare indimenticabili non sono solo quelle dove si vince, si sale sul podio o si ottiene la miglior prestazione; le gare indimenticabili sono anche quelle dove sperimenti la sconfitta ma ti rialzi continuando ad allenarti, ad andare avanti, allenandoti con metodo, con passione, impegno e determinazione. Di seguito l’esperienza di un atleta di pallanuoto.

Ti sei sentito campione nello sport almeno un giorno della tua vita? “Sicuramente si, soprattutto per migliorare la propria consapevolezza nonché attitudine alla sana competizione sportiva.”

Qual è stato il tuo percorso per diventare un Atleta? “Ho iniziato dai primi anni adolescenziali a praticare molteplici sport fino a sceglierne uno/due sui quali mi sono concentrato per ottenere le massime performance.”

Hai dovuto abbandonare uno sport a causa di una carriera scolastica o lavorativa? “Si mi è capitato durante il liceo, soprattutto negli ultimi anni di scuola a causa di un allenamento agonistico di pallanuoto troppo impegnativo nei tempi.”

Quali sono i fattori che hanno contribuito al tuo benessere o alla tua performance? “Sicuramente una stabilità nonché serenità familiare compensata anche dagli ottimi risultati sia nello sport che nello studio.”

ISTINTO O RAZIOCINIO? COME IMPOSTARE LA TABELLA DI ALLENAMENTO


STEFANO SEVERONI
 

 
  Probabilmente vi sarà capitato d’incontrare qualche atleta in un campo di atletica leggera, parco, villa, strada, ecc., concentrato a svolgere il proprio allenamento. Forse vi sarete chiesti se egli stava seguendo una tabella di allenamento oppure si affidava all’improvvisazione.

   Cercherò di analizzare come dev’essere impostata una tabella di allenamento in modo che sia funzionale all’atleta e alle distanze di gara cui intende partecipare. Agire d’istinto non è sempre sufficiente, affinché l’atleta possa rendere al meglio e preservarsi dagli infortuni.

   ETÀ Diverso è il caso di un adolescente da quello di un ultra quarantenne. Bisognerà considerare se l’atleta ha o meno alle spalle una preparazione atletica di base, magari pure in attività sportive differenti dalla corsa. In Italia si difetta di cultura sportiva, con la presenza di una vera e propria “cultura del pallone”. L’educazione fisica a scuola aiuta in modo relativo alla crescita della persona a livello fisico e anche mentale. Molto possono fare i genitori, ma spesso questi non possiedono le coordinate per sapere orientare razionalmente il proprio figlio/a.

   PESO CORPOREO Anche questo è un fattore importante da tenere in considerazione. Bisogna pensare, che con l’attività atletica il fisico acquista muscoli e perde grasso. Per chi è sovrappeso o addirittura obeso, l’allenamento inizialmente non prevederà un eccessivo chilometraggio, per non gravare su articolazioni, sollecitate oltremisura nel gesto motorio. La gradualità anche qui è principio cardine.

 

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