Matteo SIMONE
Bisogna farsene una ragione, gli anni passano, i treni passano, importante sintonizzarsi momento per momento su quello che c’è ora, su quello che si può fare ora, su ciò che piace al momento attuale ed è possibile in base alle nostre capacità che si possono sempre sviluppare con diverse modalità, senza trascurarne alcuna.
Di seguito Vincenzo (G.S. Bancari romani) ci racconta la sua esperienza ed il suo passaggio da sedentario autista a podista determinato e resiliente.
Ti sei sentito
campione nello sport almeno un giorno della tua vita o sempre un comune sportivo?
“Qualcosa più di un comune sportivo ma campione no, è un aggettivo troppo
impegnativo!”
Come contribuisce lo sport al tuo benessere e performance? “Lo
sport è parte integrante della mia giornata, sapere che posso ritagliarmi uno
spazio per correre mi fa stare bene in tutte le altre attività che svolgo e
l’amore e la passione che gli dedico determinano la mia performance.”
Come hai scelto
il tuo sport? “E’ lei che ha scelto me! Il mio lavoro
di autista era troppo sedentario, avevo 25 anni e cominciavo a sentirmi
pesante; l’equazione è semplice se consideri che abitavo vicino alle Tre
Fontane.”
A volte se non sei tu a darti una mossa
c’è qualcos’altro che ci pensa che può essere un amico, un’occasione, una
circostanza, un campo di atletica vicino casa che ti chiama, ti invita a
svegliarti, a cambiare, c’è sempre qualcuno o qualcosa pronto a darti una
chance, una nuova opportunità, importante è cogliere i segnali, il resto viene
da solo.
Nella tua
disciplina quali difficoltà si incontrano? “La difficoltà
più grande è prendere coscienza degli anni che passano e dover modificare le
proprie ambizioni.”
Il 15 febbraio 2015, a Terni, Vincenzo ha corso la 5^ Mezza Maratona di San Valentino in 1h22'54".
In
effetti lo psicologo o lo psicoterapeuta aiuta ad
aiutarsi, aiuta a essere più consapevoli, a osservare meglio, a sentirsi di
più, a vedere delle vie, delle strade da poter intraprendere, il resto tocca al
paziente, cliente ,utente, atleta.
Quale
alimentazione segui prima, durante e dopo una gara? “La sera prima di una gara
generalmente pasta o riso con verdure e un po’ di carne bianca; colazione con
fette biscottate, miele o marmellata, caffè, oppure una barretta con
maltodestrine o gel; dopo mi concedo qualche strappo (cioccolata oppure una
birra) oltre agli immancabili carboidrati questa volta con più proteine.”
Quali condizioni fisiche o ambientali ti hanno indotto a fare una
prestazione non ottimale? “Sicuramente il caldo umido!”
Cosa ti ha fatto
mollare o cosa ti fa continuare a fare sport? “Finche’ la salute mi assiste non
mi so immaginare senza lo sport. Ormai è uno stile di vita.”
Chi ha
contribuito al tuo benessere nello sport o alla tua performance? “Sicuramente la mia compagna con la quale condividiamo appassionatamente
questo sport.”
Come è cambiata la tua vita familiare e lavorativa nell’aver intrapreso un’attività sportiva? “Nel lavoro gestisco meglio lo stress che è enorme guidando l’autobus in una città come Roma; in famiglia altrettanto bene; è molto importante condividere la stessa passione.”
Come dico sempre “togheter is much
better”, insieme è molto meglio, condividere lo sport con amici e soprattutto
con un partner facilita le cose e rende più sereni, la complicità aumenta il
benessere e di conseguenza la performance.
La gara della tua vita, dove hai dato il
meglio di te o hai sperimentato le emozioni più belle? “Ricordo perfettamente le sensazioni di assoluto controllo del ritmo, di
fatica gestita alla grande, di padronanza a 360 di tutto ciò che riguardava la
mia azione di corsa…fantastico stato di grazia che è coinciso con i miei best
time nella maratona e mezza. Purtroppo è impossibile programmare questo stato
di forma emozionante nonostante provi ad eseguire gli stessi allenamenti.”
Anche se non si può programmare è
possibile allenare allo stato di flow, ci sono professionisti psicologi dello
sport che aiutano in ciò, che riescono a farti sperimentare attraverso
visualizzazioni, immaginazioni o anche ipnosi l’eventuale peak performance con
annessi e connessi, con le sensazioni, e tutto ciò che potrebbe avvenire nella
tua miglio prestazione, anticipando mentalmente i tuoi gesti, la tua fatica e
cercando di individuare momenti o capacità da potenziare, da allenare
maggiormente. Comunque è già importante sperimentare occasionalmente lo stato
di grazia chiamato anche flow, dove non comprendi come possa essere accaduto ma
vai liscio come l’olio al traguardo velocemente ed inaspettatamente.
Quale tua esperienza ti può dare la convinzione di potercela fare nello sport o nella vita? “Quando
hai la consapevolezza di poter vincere il disagio, gestire le crisi e
sopportare la fatica perché sai che è uno stato mentale e poi passa o si
attenua, niente ti è precluso nella vita.”
Tutto quello che sperimenti di riuscire nello sport
ti da la forza, la convinzione che anche nelle altre aree della tua vita ci
puoi riuscire se comprendi bene la situazione e trovi le giuste maniere per
risolvere.
Quali capacità, risorse, caratteristiche,
qualità hai dimostrato di possedere? “Serenità, autocontrollo, consapevolezza, sapermi ascoltare, rispetto
dell’avversario, progressione di ritmo; (scritto in ordine casuale).”
Vincenzo si è
formato attraverso la pratica della corsa, ha sperimentato una crescita
personale, e questo aiuta nello sport al benessere ed alla performance, è uno
scambio reciproco, lui si da per la corsa, e la corsa ricambia come crescita,
come una sorta di terapia.
Quali meccanismi psicologici ti aiutano nello sport? “L’introspezione
psicologica, il sapermi ascoltare sono per me fondamentali.”
La corsa diventa il confidente di
Vincenzo, il suo posto sicuro, il suo rifugio per elaborare situazioni,
pensieri e situazioni. Una medicina naturale, delle pillole a costo zero con
autoprescrizione e senza effetti collaterali.
Cosa pensano familiari e amici
della tua attività sportiva ?
“Ammirano la mia costanza quotidiana da 25 anni.”
Un episodio curioso o divertente della tua attività sportiva? “In occasione di una mezza maratona a Terni, avevo un problema alle
corde vocali che mi impediva di parlare normalmente, ero piuttosto malandato ma
ho deciso comunque di correre. Ho fatto una buona gara, ma ignoravo il
piazzamento così mi avvicino al tavolo delle premiazioni e provo a chiedere
come mi ero classificato per ritirare eventualmente il premio. Avevo un sibilo
di voce e l’addetto si stava indispettendo perché non riusciva a capirmi e
vedendomi in quelle condizioni mi ha pregato di allontanarmi perché il 5° della
mia categoria (M50) aveva corso addirittura in 1h26’, ‘e il primo?’, chiedo
con un filo di voce; si mette a ridere e mi fa: ‘1h22’, mi batto il petto e
gli faccio presente che sono io! La sua smorfia di imbarazzo e di incredulità
è stato il premio più bello!”.
Cosa hai
scoperto del tuo carattere nel praticare attività fisica? “Che non mi
intimoriscono le difficoltà.”
Quali sono le
tue sensazioni pre gara, in gara, post gara? ”Nell’ordine: tensione,
concentrazione, appagamento.”
Hai dovuto scegliere nella tua vita di
prendere o lasciare uno sport a causa di una carriera scolastica o lavorativa?
“Lasciare no, forse modificare gli allenamenti.”
Che
consiglio daresti a chi deve fare scelte
importanti nello sport? “Di usare cuore e razionalità.”
C’è stato il rischio di incorrere nel
doping? Un messaggio per sconsigliarne l’uso? “Mai. Nessun presunto campione ne è mai uscito indenne, il doping prima
o poi ti presenta il conto, e se non è la vita, ti toglie come minimo la dignità.”
Riesci a immaginare una vita senza sport? “Assolutamente no!”
Come hai superato eventuali crisi,
sconfitte, infortuni? “Analizzando e pianificando con criterio una soluzione.”
Ritieni
utile la figura dello psicologo nello sport? “Sicuramente una figura professionale che
aiuti a risolvere eventuali debolezze psicologiche in individui che manifestano
un approccio sbagliato alla disciplina sportiva è molto utile; tuttavia sono
dell’idea che non si debba creare una dipendenza dallo psicologo, cioè
quest’ultimo debba insegnare all’atleta come uscire dal disagio; questa è
crescita secondo me.”
In psicologia dell’emergenza si
usa parlare anche di crescita post traumatica, lavorando sui fattori che
incrementano la resilienza, per non subire il trauma, per non bloccarsi, ma
elaborare ed uscirne fuori più forti di prima.
Un tuo messaggio rivolto ai ragazzi per avvicinarli a questo sport fatto
di fatica, impegno, sudore, sofferenze? “Che sudi, soffri e fatichi per un’ora,
ma poi godi, gioisci e stai bene per le restanti 23 ore!”
Questo è un
buon messaggio, si tratta di investire in benessere, puoi faticare ma poi la
fatica diventa redditizia, ti dura a lungo, ed è importante dare l’esempio da
parte dei più grandi, genitori, educatori, insegnati, facciamo assieme,
fatichiamo assieme, facciamo sport assieme, ci stanchiamo, ci sporchiamo ma
“togheter is much better”. E’ una modalità, una cultura da esportare nelle
squadre, nei team, nelle aziende per fare coesione, per condividere obiettivi e
finalità assieme, capi e dipendenti, insegnanti ed allievi, genitori e figli.
Finora ha fatto tanto Vincenzo,
tanta strada, tante sensazioni ed emozioni, tanta crescita, tanti podi ed è sempre un piacere incontrarlo.
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Anche altri amici hanno aderito al progetto del 17 marzo 2024 correndo la maratona individualmente o in staffette e raccogliendo fondi per i progetti a favore dei bambini in condizioni svantaggiate, tra loro: Andrea Miro, Emma Caputo, Michele Fiale, Cinzia Febi, Laura Ligia, Massimo Castellano, Gianni Guarnera.
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Matteo SIMONE
Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR
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