Matteo Simone
A volte si cerca di cambiare stile di vita, per esempio si arriva alla consapevolezza che il fumo tutto sommato può nuocere alla salute e allora può capitare di incontrare la corsa che all’inizio può sembrare faticosa, noiosa ma poi gli allenamenti e le gare diventano come ciliegie l’una tira l’altra.
Di seguito l’esperienza dell’ultrarunner Enrico Mandile.
Qual è stato il tuo percorso per diventare atleta? “Gradualmente, prima come
alternativa al fumo, dopo come piacere.”
Quali fattori hanno contribuito al tuo
benessere o performance? “Non avendo mai praticato la corsa, ho scoperto
un mondo nuovo. Le lunghe distanze sono arrivate poco dopo quando ho iniziato
gradualmente ad aumentarle.”
La gradualità è fondamentale per innamorarsi di
qualcosa come può essere anche un’attività fisica come la corsa.
Quale
alimentazione segui prima, durante e dopo una gara? Usi farmaci, integratori? “Uso soltanto
delle maltodestrine tre giorni prima per far il carico di carboidrati. Non
utilizzo nessun integratore, non seguo nessuna alimentazione particolare se non
mangiare normalmente moltissima frutta e verdura (ma non sono vegetariano). In
gara mangio di tutto (viste anche le lunghissime distanze percorse).”
Nelle
lunghe distanze ho sperimentato anch’io che si può mangiare di tutto, anzi più
è varia l’alimentazione e meglio è, l’organismo sa più di noi di cosa ha
bisogno e quindi variare tanto, i ritmi sono più lenti ed il sangue può
affluire in parte ai muscoli, in parte all’intestino.
Nello sport chi ha contribuito al tuo benessere o performance? “Nessuno. Mi autogestisco in tutto, il bello è farcela da
soli!”.
La gara della tua vita, dove hai dato
il meglio di te o dove hai sperimentato le emozioni più belle? “Probabilmente
la più dura, la 100miglia del Magredi.”
La Magredi Mountain Trail è una gara di ultra trail di 160,5 km e D+ 7.200 mt di dislivello positivo con partenza ed arrivo a Vivaro (PN). Il tempo massimo della competizione è di 45 ore. Enrico l’ha portata a termine tra il 2 e il 4 ottobre 2015 in 42h14’53”.
A volte più dura è la lotta e più grande è il
trionfo, stabilire un obiettivo difficile e stimolante ma raggiungibile ti
aiuta a darti da fare ed allenarti bene per trasformare il tuo sogno in realtà,
e quando ci riesci si cambia, si ha qualcosa in più dentro di sé, sono
sensazioni da provare e sperimentare.
Quale tua esperienza ti può dare la
convinzione di potercela fare? “L’aver superato senza problemi un gravissimo
infortunio ad una mano senza mai perdere l’ottimismo.”
Cosa pensano familiari e amici della tua
attività sportiva? “Pensano che io sia pazzo, l’unica che mi incita e apprezza
è mia moglie (psicologa anche lei!)”.
Sicuramente la moglie psicologa incita Enrico per
poi esercitarsi nel provare curarlo, per provare a riportarlo ad una vita
ordinaria accettata dalla maggior parte delle persone, ma il rischio è che
anche lei si faccia contagiare in questo mondo ultrarunner e ultraterreno
bizzarro ma interessante.
Ti va di descrivere un episodio curioso o
divertente della tua attività sportiva? “Un giorno mentre correvo con le cuffie
per la musica ho sentito uno strano rumore, mi sono girato ed avevo un caprone
che mi rincorreva da almeno 5 minuti…recentemente siamo stati attaccati da un
tacchino domestico di nome Tachiboy che passeggiava con la padrona sul
percorso!”.
Ecco perché vietano le cuffie non tanto perché la
musica è stimolante ma perché quando si fa qualcosa bisogna metterci tanta
attenzione, focalizzarsi sul gesto atletico, su ciò che ti circonda sulle
proprie sensazioni corporee.
Quali capacità, risorse,
caratteristiche, qualità hai dimostrato di possedere? “Ho scoperto quello
che da piccolo pensavo di non possedere, la resistenza fisica. Ho una soglia
del dolore altissima e la testa molto dura che mi permette di superare le crisi
che man mano di presentano.”
L’ultracorsa è un catalizzatore di conoscenza
personale, nell’arco della vita si fa esperienza e si impara da ciò, si impara
ad affrontare persone e situazioni, la corsa prolungata ti fa incontrare fin
da subito molte problematiche che possono accadere nel corso di una lunga vita,
diventa un workshop esperienziale da poter trarre molti insegnamenti con poca
teoria e con tanta pratica.
Che significa per te partecipare ad una gara
sportiva? “Una sfida mista a piacere.”
Hai sperimentato l’esperienza del limite nelle tue
gare? “Si, dopo due notti insonni.”
Quali sensazioni sperimenti facendo sport: pre-gara, in gara, post-gara? “Nel pre-gara sono
generalmente molto concentrato, in gara alterno momenti di puro piacere ad
altri di sofferenza, nel post gara sto benone per aver concluso la corsa.”
Il Grand Raid du Cro-Magnon (Cro) è un ultratrail di 115km km e circa 5500 m di dislivello in salita che si svolge fra Limone Piemonte (CN) e Cap d'Ail (Francia). Enrico l’ha portato a termine il 9 luglio 2016 in 28h06’31”.
A cosa devi
fare attenzione nel tuo sport? “Devo dosare le forze per non rischiare
di dovermi ritirare, devo mangiare e bere costantemente facendo attenzione a
non crear problemi allo stomaco.”
Quali condizioni fisiche o ambientali ti hanno indotto a fare una prestazione non ottimale? “Il caldo torrido
che soffro in modo particolare.”
Cosa ti ha fatto mollare o cosa ti fa continuare a fare
sport? “Ho mollato una sola volta e l’ho rimpianto per un anno. Pensavo alla
famiglia a casa e ho perso la concentrazione per continuare.”
Come hai superato eventuali crisi, sconfitte,
infortuni? “Stando fermo il più possibile, dando così il tempo al fisico di
poter recuperare.”
Un messaggio rivolto ai ragazzi
per avvicinarli allo sport? “Lo sport come scuola di vita. Chi fa sport,
soprattutto a livello amatoriale, vive di sani principi.”
C’è stato il rischio di incorrere nel doping? “No mai.”
Ritieni utile la figura dello psicologo dello
sport? Per quali aspetti e in quali fasi? “Si,
probabilmente ad alti livelli.”
Se potessi tornare indietro cosa faresti o non
faresti? “Non inizierei più a fumare.”
Sogni realizzati e da realizzare? “Ogni nuova gara è un sogno. Spero di poter aiutare la
gente meno fortunata di noi raccogliendo fondi tramite le corse.”
Molto sensibile Enrico, sono tanti i corridori e soprattutto gli
ultrarunner che corrono per beneficienza raccogliendo soldi per i più disagiati.
Matteo SIMONE
Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR
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