lunedì 1 agosto 2016

Carlo Ascoli, ultrarunner: Ho iniziato a correre a 18 anni perché pesavo 100kg

Matteo Simone 

Non ha perso tempo Carlo, si è subito reso conto che non poteva continuare con il suo stile di vita e quindi dalla fase contemplativa dell’autoconsapevolezza è passato alla fase dell’azione con la corsa al parco già all’età di 18 anni, entrando in una fase chiamata del mantenimento, cioè il continuare nel suo intento di stile di vita corretto teso al benessere e così chilometri dopo chilometri, incontrando sempre gente che gli dava consigli è arrivato ad essere un atleta di ottimo livello soprattutto nelle lunghe distanze di corse a piedi di 100km centrando alcune volte il podio. Ora si racconta attraverso un questionario teso ad approfondire questo mondo e strano, bizzarro, ma anche interessante e fantastico degli ultrarunner.
Ti sei sentito campione nello sport almeno un giorno della tua vita?Campione mai, sono stato felicissimo quando sono salito sul podio di qualche gara di ultramaratona.” 
Qual è stato il tuo percorso per diventare un Atleta?Ho iniziato a correre a 18 anni al parco per dimagrire perché pesavo 100kg. Nel 2003 ho fatto la Stracittadina di Roma e a ottobre la prima gara ufficiale è stata la 10km della Garbatella.”

Un parco o una strada a disposizione per camminare, correre o allenarti, se vuoi, la trovi sempre, e poi si può provare a correre partecipando ad una gara non competitiva o stracittadina, il passo successivo alle gare competitive viene da sé, quindi l’appetito si trasferisce dal cibo allo sport, l’importante è trovare un giusto equilibrio.
Quali sono i fattori che hanno contribuito al tuo benessere o alla tua performance?Correre ti fa sicuramente sentire più in forma. L’ambiente che ti circonda quando corri, gli altri atleti spesso ti danno quella gioia che contribuisce a farti stare meglio durante la vita di tutti i giorni.”

La condivisione degli allenamenti di corsa è piacevole, c’è sempre qualche aneddoto strano e bizzarro da raccontare, imprese da condividere ed anche cene e pizzate come si usa fare con gli amici della società di ultrarunner Atletica villa de Sanctis di cui in parte Carlo anche fa parte.
Quale alimentazione segui prima, durante e dopo una gara? Usi farmaci, integratori?Non sono molto attento all'alimentazione prima, durante o dopo. In famiglia mi hanno sempre insegnato ad avere un'alimentazione salutare, ero arrivato a pesare 100 kg perché facevo poco movimento. Certe volte cerco di mangiare alimenti che mi possano aiutare a migliorare la mia performance sportiva. Utilizzo un integratore a base di ferro (sideral oro) per contrastare la mia bassa ferritina."

C’è un mondo dietro l’atleta, tante persone che sostengono e supportano, che condividono una passione ritenuta importante.
Nello sport chi ha contribuito al tuo benessere o alla tua performance?Mia madre mi ha permesso di correre in questi anni, la mia ragazza mi ha sempre supportato. Poi tantissima gente che frequento nel mondo del podismo, però sarebbe ingiusto citare uno e non citare tanti altri. Parlo giusto di Ivan Cudin perché mi fornisce le schede di allenamento ed è stato colui che sicuramente mi ha fatto migliorare.”

In realtà Carlo ed Ivan hanno qualcosa che li accomuna, una certa riservatezza, umiltà, modestia, e questo fa di loro veri campioni non solo nello sport ma anche nella vita quotidiana.
Qual è stata la gara della tua vita, dove hai dato il meglio di te o dove hai sperimentato le emozioni più belle?La 100 km delle Alpi 2012 dove ho fatto il mio personale (8ore e 5 minuti) e dove sono salito la prima volta sul podio in una gara del genere (3°). Ho avuto tante fortune in quella gara: Ho corso lunghi tratti di quella gara insieme alla grandissima Monica Casiraghi, ad un altro grande come Nerino Paoletti arrivandogli appena dietro e subito dopo di me c’era un altro fortissimo atleta come Marco Lombardi agli inizi. Ciliegina sulla torta all’arrivo della gara chi mi mette la medaglia al collo? Giorgio Calcaterra. Cosa deve chiedere di più un’ultramaratoneta? Pensare che 6 anni prima esordivo nella 100 km del Passatore con oltre 13 ore.”

Mi fa ben sperare Carlo, anch’io tre anni fa esordivo al Passatore con 12h28’ quindi se seguo le orme di Carlo e mi faccio allenare da Ivan, tra tre anni potrei salire sul podio di una 100km, ma scherzi a parte un conto è la teoria ed un altro conto è la pratica, va bene lo sport anche senza podi, certo se viene tanto meglio, si è più felici.
Qual è una tua esperienza che ti possa dare la convinzione che ce la puoi fare?La 100 km delle Alpi 2013. Parto con una fortissima dermatite atopica su grandissima parte del mio corpo, i piedi sono quelli messi peggio, arrivo alla fine con 8 ore e 20 minuti confermando il 3° posto dell’anno precedente. Mi sono detto ‘se ce l’ho fatta oggi ce la farò sempre’.”

Questo è il vantaggio delle gare di endurance, quando superi crisi, imprevisti, difficoltà, ti rafforzi e ti ritieni in grado di affrontare qualsiasi cosa sia nello sport che nella vita, endurance scuola di vita.
Cosa pensano familiari e amici della tua attività sportiva?Sanno che a me piace e condividono la mia passione.” 
Ti va di descrivere un episodio curioso o divertente della tua attività sportiva?Durante il mio primo Passatore ero in compagnia di Claudio Cavalagli che  mi ha accompagnato fin sotto il traguardo. Eravamo compagni di squadra e lui aveva già fatto quella gara. I cartelli che indicavano i ristori erano gialli ed io verso gli ultimi 10-20 km di gara vedendo un cartello stradale giallo gli dissi: ‘a Clà c’è il ristoro là più avanti’. Ogni volta che lo incontro lo ringrazio di avermi scortato passo passo in quella gara e ridiamo per la mia ‘allucinazione’.”

E’ vero tanti atleti di endurance hanno allucinazioni, un ultraciclista mi raccontava che vedeva la linea bianca della strada trasformarsi in serpente, un altro atleta mi raccontava che a volte aveva allucinazioni ma qualche gara era interamente un’allucinazione, quindi bisogna essere molto preparati dal punto di vista mentale per affrontare questo tipo di gara, capire come tornare alla realtà, come distrarsi e come fare attenzione, un sano equilibrio, un autoipnosi lucida.
Cosa hai scoperto del tuo carattere nel praticare sport?Difficilmente mollo, l’ho sempre avuto e la corsa l’ha fatto emergere di più.” 
Quali capacità, risorse, caratteristiche, qualità hai dimostrato di possedere?Riesco a sopportare non solo la fatica dell’allenamento o gara, ma certe volte anche altre situazioni di disagio come caldo, dermatite e qualche volta qualche piccolo dolore.”
Che significa per te partecipare ad una gara sportiva?Incontrare altra gente che condivide la mia stessa passione e verificare la mia condizione durante la preparazione di una gara futura o la gara stessa che avevo programmato.” 
Hai sperimentato l’esperienza del limite nelle tue gare?Del limite mai. Forse qualche volta ho terminato con crampi ma sono comunque arrivato al traguardo.”
Quali sono o sono state le sensazioni che sperimenti facendo sport: pregara, in gara, post gara?La domanda potrebbe sintetizzarsi dentro di me così: Correrò, corro, ho corso. Nel bene o nel male sono sempre felice perché farò, faccio e ho fatto una cosa che mi piace tantissimo.” 
Quale è stata la gara più estrema o più difficile?È stata la già citata 100 km delle Alpi del 2013.”
Quali sono le difficoltà, i rischi? A cosa devi fare attenzione nel tuo sport? Abitando a Roma trovo spesso difficoltà ad allenarmi. Roma ha tantissime aree verdi ma a me piace correre da una parte all’altra della città. Spesso parto da Ponte Marconi e arrivo a Battistini, qualche volta fino a Casalotti dove abito e a parte la pista ciclabile sul Tevere e quella di Monte Mario mi trovo a correre nel traffico. Devo stare molto attento alle macchine ma soprattutto negli ultimi 2 anni alle buche del manto stradale che mi hanno provocato bruttissime storte.”
Quali condizioni fisiche o ambientali  ti hanno indotto a fare una prestazione non ottimale?Le alte temperature e la dermatite che mi accompagna fin da bambino, spesso incidono sulla mia prestazione.” Cosa ti ha fatto mollare o cosa ti fa continuare a fare sport?Il mio motto è: ‘c’è chi vive di corsa, io correndo vivo’.”
La pratica dell’ultramaratona mette di fronte a ostacoli, crisi, difficoltà, criticità ma bisogna sempre essere pronti a scavalcare tutto, a essere resilienti nonostante tutto.
Come hai superato eventuali crisi, sconfitte, infortuni?Esteriormente con l’aiuto di fisioterapisti di fiducia e lasciando al corpo il tempo di guarire. Interiormente con la mia forza interiore e la fede. Sono molto religioso, c’è un canto che spesso ascolto in chiesa e che mi ha sempre accompagnato nella mia vita sportiva. Il testo ad un certo punto dice ‘Nella tua parola io camminerò, finché avrò respiro, fino a quando tu vorrai’.” 
Quale può essere un messaggio rivolto ai ragazzi per avvicinarsi allo sport?Il mio messaggio sarebbe lungo ma può sintetizzarsi in poche parole. Mi rivolgerei a tutti i ragazzi, anche a quelli che purtroppo fanno uso di sostanze stupefacenti o abuso di alcool. Direi brutalmente: ‘Se volete sballarvi, sbronzarvi, farvi o semplicemente trovare delle emozioni indimenticabili, correte!’ Mi piacerebbe che tutti i ragazzi provassero almeno una volta l’emozione di una corsa.”

Carlo Ascoli è una persona molto sensibile e consapevole, e rende il mondo dello sport molto pulito e autentico annullando qualsiasi aspetto negativo che a volte ci può essere.
C’è stato il rischio di incorrere nel doping nella tua carriera sportiva?Mai. Oltre all'etica sportiva l'uso di doping è anche un rischio salutare. Sebbene da piccolo ho utilizzato tantissimo cortisone (crema) per contrastare la mia dermatite atopica, quando ho iniziato a fare attività sportiva ho smesso, sia perché non volevo qualcosa che mi avrebbe in qualche modo avvantaggiato (anche se sulle creme non vi era mai il simbolo doping), sia perché l'abuso di cortisone spesso può avere un effetto nocivo sulle ossa. In questi anni spesso ho dovuto affrontare eczemi su gran parte del corpo cercando di sopportarli e utilizzando prodotti naturali." 
Quale può essere un messaggio per sconsigliare l’uso del doping?Io la vedo così, se facessi uso di doping non potrei più guardarmi allo specchio. Cerco di essere vero in tutto quello che faccio, il doping mi porterebbe ad essere falso.”
Ritieni utile lo psicologo dello sport? Per quali aspetti e fasi dell’attività sportiva?Penso di sì, potrebbe riuscire a far superare ad alcuni atleti ansie e crisi di panico. Ad altri potrebbe aiutarli a credere maggiormente nelle proprie possibilità, a superare dei limiti anche mentali.” 
Se potessi tornare indietro cosa faresti o non faresti?Forse avrei iniziato a praticare atletica leggera fin da bambino. Credendo in un disegno divino farei tutto quello che ho fatto fino ad  ora compreso gli errori.

Nella mente dell’ultramaratoneta ci sono tanti dubbi sull’esito della prestazione, soprattutto se in passato si è sperimentato performance salendo sul podio di gare importanti e difficili, ma bisogna sempre essere umili e onesti con se stessi e con gli altri e mettersi sempre in gioco con le risorse e possibilità residue del momento presente.
Quali sono i sogni che hai realizzato e quali quelli da realizzare?Il mio sogno è poter correre come un mio ex compagno di squadra Ugo Marchionni. Ugo è del 1935 e per 22 volte ha terminato la 100 km del Passatore. Pensare che dal 2005 ha saltato soltanto l’edizione 2010.”
Obiettivi imminenti? Obiettivi imminenti è tornare a fare le ultra in maniera continuativa, infatti i miei tempi si riferiscono a 3-4 anni fa. A causa del manto stradale ho subito negli ultimi 2 anni infortuni (storte) ai piedi. Cercherò di tornare, poi quello che verrà verrà, l'importante è correre sempre divertendosi. Mi piacerebbe anche diventare una guida sportiva, però non riesco mai a sapere dove posso rivolgermi per allenarmi. Iniziando a correre tardi mi porto dietro alcuni errori, come quello di muovere un po' troppo le braccia, quindi prima di accompagnare un atleta (per esempio ipovedente) ad una gara, mi piacerebbe allenarmi con quella persona per non penalizzarla a causa di questo mio difetto."

Ringrazio Carlo per la sua disponibilità e sensibilità .
Questo è il sorprendente, bizzarro, straordinario mondo degli ultrarunner, incontri, saluti, abbracci, condivisione dell’esperienza. 
Un’intervista a Carlo Ascoli è riportata nel libro “Maratoneti e ultrarunner. Aspetti psicologici di una sfida”, Edizioni Psiconline.

Matteo SIMONE 
380-4337230 - 21163@tiscali.it 
Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR 

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