sabato 3 febbraio 2018

Matteo Nocera, runner: Inizierò la stagione delle Ultra con la 6 ore della Reggia 2018

Matteo SIMONE

Aumentano sempre di più gli atleti runner che si dedicano alle ultramaratone, così come aumentano le gare di ultramaratone.

Nascono sempre nuovi campioni e le sfide diventano sempre più accese, ma si resta sempre amici nella condivisione dell’esperienza apprendendo l’un dall’altro e tornando a casa sempre con ricchezze interiori oltre che materiali quali medagli, coppe e trofei.
L’anno scorso Matteo si è affacciato al mondo delle ultramaratone, lui che veniva prima dal ciclismo e poi dal podismo, e il suo esordio ha ottenuto grande successo con alcune gare di 6 ore e poi anche 100 miglia e 24 ore. 

La giusta alchimia per raggiungere la performance sperimentando benessere


The Heart of Kenyan Running: Correte con noi in Kenya a ITEN, un viaggio unico di corsa, benessere, cultura e tradizioni nel cuore degli altipiani del Kenya.

I running camp in Kenya con partenza esclusiva dall’Italia organizzati dall’azienda di Aosta T.T.S.srl (Territorio Turismo Sport), in collaborazione con l’associazione sportiva Runningzen di Ignazio Antonacci e con Matteo Simone, psicologo dello Sport, vi offrono due settimane di sport, benessere, avventura, cultura e tradizione nel cuore del Kenya.

Pochi aspetti importanti da curare:

venerdì 2 febbraio 2018

Lelario Teresa, runner: Mi piace ascoltarmi (fiato, cuore, fatica, gambe)


Lo sport ti permette di sperimentarti, di metterti in gioco, di uscire fuori dalla zona di confort per apprendere sempre, per conoscerti meglio, per ascoltare te stesso come fatichi, come respiri, per ascoltare sensazioni corporee ed emozionarti.

Di seguito, Teresa racconta la sua esperienza di atleta rispondendo ad alcune mie domande.
Ti sei sentita campionessa nello sport almeno un giorno della tua vita?Campionessa beh oggi nella corsa amatoriale è una parola usata con leggerezza, con me è stata usata spesso da altri avendo vinto tanto e su tutti i fronti: 10km strada, 21 km strada, buon risultati nella 42 senza esagerata preparazione e vittorie anche nei trail ed ultra proprio perché come hanno detto altri ho una testa vincente ma io appunto non mi sono mai sentita tale per me i Campioni sono i miei idoli.” 

Lo sport diventerà la tua vera zona di comfort, fidati


Perché fare sport? Per uscire fuori dalla zona di confort. Per sperimentarsi, per mettersi in gioco, per fare selfie e filmati, per raccontare, incontrare, confrontarsi, per vestirsi a colori e sperimentare freddo e caldo, per prendere treni di squadre diverse, per apprendere dalla scuola dalla vita, questo è lo sport che vogliamo, di tutti e per tutti, senza età e con ogni modalità

Sali in carrozza, la carrozza dello Sport, fatti trasportare e coinvolgere, contribuisci a spingere la carrozza con la tua volontà e le tue forze, segui un coach o un atleta più esperto o diventa il coach di te stesso, non aspettare il momento migliore, non rimandare, è ora il momento, all'inizio può bastare anche un solo minuto al giorno, il resto viene da sé, non vorrai più scendere dal treno dello Sport sperimentando sempre più benessere e performance, inviterai sempre più gente. Lo sport diventerà la tua vera zona di comfort, fidati.

giovedì 1 febbraio 2018

Marco Vitalini: La testa, la voglia di correre mi ha portato oltre! 10 km in 30’54”

Matteo Simone

Pole pole, step by step, si arriva sempre più in alto, si fa sempre meglio, apprendendo un po’ per volta dalla scuola dello sport per diventare sempre più performanti e sperimentando benessere allo stesso tempo.

Di seguito, Marco Vitalini racconta la sua esperienza di atleta rispondendo ad alcune mie domande.
Ti sei sentito campione nello sport almeno un giorno della tua vita?Tutte le volte che riesco a migliorarmi anche di un solo secondo!
Qual è stato il tuo percorso per diventare un Atleta?E’ stato tutto molto casuale! Giocavo a calcio ed il mio sogno era quello di diventare un calciatore, però….non correvo! Finite le scuole superiori la scelta di fare il servizio civile, di trovarmi a lavorare nello stesso ufficio di un’Atleta (Samia) e di conoscere suo marito (Fabio, il mio primo allenatore). Due persone che mi hanno permesso con la loro passione di conoscere il mondo dell’atletica e di muovere i miei primi passi di corsa, le prime gare….da lì una crescita graduale fino ad oggi, fisica e mentale…14 anni di corsa! 

“The Heart of Kenyan Running”: Due settimane di sport, benessere, cultura

a unique journey through running, wellness and culture in the heartlands of Kenya
un viaggio unico di corsa, benessere, cultura e tradizioni nel cuore degli altipiani del Kenya


GLI UNICI RUNNING CAMP IN KENYA CON PARTENZE DALL’ITALIA !!!

Tutti i partecipanti, compresi gli accompagnatori o familiari dei runners, avranno la possibilità di soggiornare e allenarsi in quota, sui meravigliosi altipiani della Great Rift Valley, una delle regioni più affascinanti del Kenya, e di correre o passeggiare sui percorsi battuti quotidianamente dai leggendari campioni Keniani, i più forti corridori per eccellenza, in particolare nelle discipline della corsa su strada.

Gianluca Achille: La corsa rende liberi, fa stare bene corpo e mente

Matteo Simone  - 21163@tiscali.it

Lo sport come da così toglie, bisogna fare attenzione per strada e per sentieri a non infortunarsi, bisogna sapersi monitorare per ascoltare il proprio corpo per capire quello che si può fare e quali possono essere i propri limiti personali, comprendere se c’è qualche dolore da considerare e correre ai ripari con massaggi, fisioterapia e accortezze varie.

Di seguito, Achille racconta la sua esperienza rispondendo ad alcune mie domande un po’ di tempo fa.
Ti sei sentito campione nello sport almeno un giorno della tua vita?Campione direi di no, mi sono sentito molto soddisfatto tante volte e qualche volta ho avuto la sensazione di essere, come dire, passato al livello “superiore” (una volta lessi da qualche parte che fino ai 5min/km fai jogging, sotto sei un runner, ecco, io sono un runner, mi sono detto). Un altro episodio è legato alla maratona di Roma quando passando a via flaminia sentii uno steward dire ad un altro che chi passava in quel momento era ancora tra gli atleti forti.

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