Matteo Simone
Pole pole, step by step, si arriva sempre più in alto, si fa sempre meglio, apprendendo un po’ per volta dalla scuola dello sport per diventare sempre più performanti e sperimentando benessere allo stesso tempo.
Di seguito, Marco Vitalini racconta la sua
esperienza di atleta rispondendo ad alcune mie domande.
Ti sei sentito
campione nello sport almeno un giorno della tua vita? “Tutte le volte che riesco a migliorarmi anche di un solo
secondo!”
Qual è stato il
tuo percorso per diventare un Atleta? “E’ stato tutto molto casuale! Giocavo a calcio ed il mio
sogno era quello di diventare un calciatore, però….non correvo! Finite le
scuole superiori la scelta di fare il servizio civile, di trovarmi a lavorare
nello stesso ufficio di un’Atleta (Samia) e di conoscere suo marito (Fabio, il
mio primo allenatore). Due persone che mi hanno permesso con la loro passione
di conoscere il mondo dell’atletica e di muovere i miei primi passi di corsa,
le prime gare….da lì una crescita graduale fino ad oggi, fisica e mentale…14
anni di corsa!”
Bella testimonianza, prima o poi lo
incontri qualcuno che coinvolge, che ti fa scoprire una passione e se scatta la
molla allora ci si mette di impegno per sperimentare sensazioni bellissime e
uniche e per fare sempre meglio apprendendo sempre da errori e sconfitte così
come da vittorie e prestazioni eccellenti che vanno memorizzate nel cuore,
nella mente e nella pelle per restare sempre con noi.
Quali sono i
fattori che hanno contribuito al tuo benessere o alla tua performance? “Essendo molto timido e introverso, il fatto di condividere
con altre persone allenamenti, gare, trasferte, serate mi hanno permesso di
migliorarmi, confrontarmi, acquistare fiducia e consapevolezza nei miei mezzi e
nel contempo crescere gradualmente dal punto di vista atletico e ottenere
delle belle soddisfazioni personali.”
Ho potuto apprezzare la buona compagnia di
Marco in uno stage running così come la sua disponibilità a essere presente e
disponibile in caso di bisogno da parte di un amico.
Nello sport chi
ha contribuito al tuo benessere o alla tua performance? “In un modo o nell’altro, tutte le persone che sono entrate
in contatto con me mi hanno lasciato qualcosa di positivo che nelle diverse
situazioni che mi si presentano, tornano utili!”
Ho potuto notare come Marco apprende le
cose utili e che servono per lui da utilizzare al momento del bisogno, e la
vita è fatta di incontri e confronti, di viaggi e di momenti presenti dove si
tratta di mettersi in gioco, sperimentare, uscire fuori dalla zona di confort e
apprendere sempre dall’esperienza, portando a casa sempre qualcosa di utile e
importante.
Qual è stata la
gara della vita, dove hai dato il meglio di te? “La gara della mia vita è stata la Tuttadritta del 2017, ho
corso i 10 km in 30’54” e ho centrato il minimo per i Campionati Italiani
Assoluti, cosa che non mi era mai riuscita in passato e tutto ciò solo ed
esclusivamente grazie a un approccio mentale diverso! L’allenamento e il
kilometraggio settimanale era inferiore a quello che ero abituato a fare dieci
anni prima, per cui gli anni erano dieci in più ma la testa e la voglia di
correre mi hanno portato oltre!”
A volte i limiti sono mentali, se lasci
stare la razionalità e tutti i conteggi, vedrai che cuore, mente e corpo
possono fare delle cose straordinarie, il motore diventa la passione, la voglia
di correre che ti fa fare cose incredibili.
Quale è stata
la tua gara più difficile? “Non ricordo una
gara difficile, cerco di adattarmi il più possibile alla situazione del momento
che è per tutti uguale. Siamo tutti in mezzo a una strada! Quando metto il
pettorale riesco sempre a dare il meglio di me stesso e alla fine della
giornata son sempre molto soddisfatto!”
Il momento presente è sempre quello dove
bisogna darsi da fare, dove bisogna capire come si può fare del proprio meglio,
come gestire qualsiasi cosa allenamento o gara o incontro relazionale o
giornata familiare o di lavoro, momento per momento si valuta il da farsi, ci
si monitora e si agisce.
Una tua
esperienza che ti può dare la convinzione di potercela fare? “Durante tutto l’anno, il riuscire a sostenere e far bene
allenamenti e gare nei giorni in cui magari non tutto è andato per il verso
giusto (attività lavorativa, vita personale, impegni) mi da grande forza e
convinzione! Se lo fai quando non va bene….quando tutto gira per il verso
giusto sei un leone!”
A volte bisogna adattarsi per crescere,
maturare, diventare resilienti e riuscire al meglio nei momenti importanti, no
gain no pain, se ti adatti, se fatichi, se resiste e persisti, significa che
fai un buon investimento per il futuro, sarai più forte e sicuro, sarai più
propenso ad affrontare situazioni critiche, avverse e difficili, saprai che sei
capace perché lo hai già sperimentato altre volte.
Quali sensazioni sperimenti facendo sport (pre-gara, in gara, post-gara? “Lo sport e gli
allenamenti quotidiani mi rilassano anche se sono impegnativi. Quando so di dover
gareggiare scatta qualcosa che mi fa andare sempre molto più forte che in
allenamento. Nel pre-gara generalmente sento la tensione ma so che gioca un
ruolo positivo su di me, mi farà andar forte. Durante la gara cerco di stare il
più rilassato possibile e per me ogni gara ha una storia a se….non penso mai alla
tattica, sono molto istintivo, quando sento che devo andare vado! Nel dopo gara
mi rilasso e mi godo tutto il contorno, si mangia e si beve e si socializza!
Pronto per la prossima!”
E’ una ruota come la vita, ci si allena e
ci si prepara per il giorno della gara, si è un o’ tesi e un po’ sicuri, ci si
conosce bene, al momento dello start si va fluidi e sicuri e poi si sperimenta
tanto in gara, leggerezza, forza, agilità il flow, ti accorgi che tutto fila
liscio e che riesci a fare cose grandiose e se a volte qualcosa non va, akuna
matata, non c’è problema, la prossima ci rifacciamo, no panic.
Quali sono le
difficoltà e i rischi? A cosa devi fare attenzione nel tuo sport? “Per me lo sport non è difficoltà, rischio o attenzione.
Quando corro non penso e lascio correre tutta l’energia che ho in corpo!
Arrivo a casa sempre soddisfatto!”
A volte lo sport come la corsa diventa una
terapia, diventa un mondo parallelo a quello familiare e lavorativo, dove si è
con se stessi o con gli amici che coltivano la stessa passione, ci si distende,
ci si relaziona su chilometri e tempi, su gare e allenamenti, si lascia a casa
un po’ di zavorre e tensioni e si elaborano anche eventi spiacevoli accaduti
durante la giornata.
Quali condizioni fisiche o ambientali ti hanno indotto a fare una prestazione non
ottimale? “Non essendo molto
forte muscolarmente faccio più fatica nelle corse campestri soprattutto quelle
in cui c’è tanto fango dopo giorni di pioggia! A questo proposito ricordo una 5
mulini del 2008, corsa dopo 3 giorni di pioggia battente, 10 km di agonia! Ma
la soddisfazione di aver corso con Elyud Kipchoge e Zersenay Tadese non me la
toglierà più nessuno! Fango freddo e fatica ripagati alla grande!”
No pain no gain, quando si superano moneti
difficili in condizioni avverse poi si può fare tutto, in memoria restano
ricordi di riuscita, di superamento, incrementa autoefficacia e resilienza,
così come incrementa la consapevolezza delle proprie capacità e limiti.
Cosa ti fa
continuare a fare sport? “Lo sport ti
migliora la vita e non puoi smettere di fare una cosa che fai con il cuore!
Riesco a rinunciare allo sport senza farne un dramma quando ci sono cose
prioritarie ma so che mi rende sereno (con me stesso e con gli altri) e non
potrei farne a meno!”
A volte si mette in conto uno stop per
infortunio o per altre priorità, importante è sapersi organizzare, essere
pazienti, cavalcare l’onda del cambiamento che ti porta a raggiungere mete e
obiettivi trasformando sogni in realtà con quello che c’è in quel momento
seguendo direzioni importanti dettate dal cuore e dalla testa e il corpo ti
segue.
Come hai
superato eventuali crisi, sconfitte, infortuni? “Sono di natura una persona positiva per cui cerco di trarre
subito la parte positiva dal momento negativo: la crisi è temporanea, passa e
ci fornisce un elemento per gestire e affrontare al meglio la prossima. La
sconfitta è un’esperienza vincente, per migliorarmi guardo sempre la qualità
migliore del mio avversario. Gli infortuni sono un messaggio: 'Hai bisogno di
riposo, tra poco si riparte!', 'La pazienza è la virtù del mezzofondista!'
Ho potuto apprezzare questa mentalità
positiva e paziente di Marco, riesce a farsene una ragione se c’è qualcosa che
non va, a comprendere che a volte è meglio saper aspettare e ripartire poi alla
grande con fame di allenamenti e gare sempre più convinti e con entusiasmo.
Un messaggio rivolto ai ragazzi per avvicinarli allo sport? “Divertitevi e fatelo col cuore, vi migliorerà la vita!”
C’è stato il
rischio di incorrere nel doping nella tua carriera sportiva? “Mai! Per me lo sport è benessere psicofisico e abbiamo
una macchina perfetta per poterlo fare, dobbiamo solo guidarla nella giusta
direzione! Quando c’è un po' più di stanchezza del solito o non si riesce a
seguire il programma perché troppo pesante, si recupera riposando, mangiando
bene, rilassandosi e parlandone con le persone che ci stanno vicine!”
Vero, il percorso di un atleta è molto
difficile, ma diventa importante allenarsi, nutrirsi, riposarsi e relazionarsi,
coccole a autoprotezione devono far parte della giornata di un atleta, così come
una buona amicizia o un bel gruppo di amici per socializzare.
Un messaggio per sconsigliare l’uso del doping? “Ragazzi, potete mentire al mondo ma mai alla vostra
coscienza!”
Familiari e amici cosa dicono circa il tuo sport? “Mio padre è il mio primo tifoso, quando può mi segue in
tutte le gare. Mia mamma invece gioca un ruolo fondamentale perché mi aiuta a
mantenere il giusto equilibrio sia quando le cose girano per il verso giusto
che quando non vanno come dovrebbero. I miei amici con cui condivido
allenamenti, trasferte, gare, serate mi appoggiano e mi aiutano!”
L’atleta non è solo, ha alle spalle persone
e team che supportano, consigliano, sostengono.
Cosa hai
scoperto di te stesso nel praticare attività fisica? “Un miglioramento continuo nelle relazioni con le persone
che ho incontrato e che incontro basato sul rispetto e la condivisione. Ho
imparato a conoscere e gestire il mio fisico sapendo quello che gli posso
chiedere e quello che mi può dare, spostando l’asticella poco per volta di anno
in anno e a regolarla in base al momento…un miglioramento della gestione di
tutti i contrattempi che possono capitare, trovando sempre la soluzione
migliore.”
Lo sport abbate muri e barriere culturali e
generazionali, avvicina persone, culture e ondi, diventa una palestra di vita
dove poter apprendere da se stessi in relazione a fatica da sostenere e
obiettivi da raggiungere e apprendendo anche dagli altri con cui ci si
confronta.
Riesci a immaginare una vita senza sport? “No! Lo sport mi rende sereno e mi ha migliorato la vita
con gli altri per cui non potrei farne a meno! E’ gioia!”
Hai mai pensato
per infortuni o altro di smettere di essere atleta? “Ho sempre vissuto gli infortuni come un messaggio che ti
manda il tuo corpo: “Hai bisogno di riposo e di staccare la spina!” per cui lo
ascolto fin quando non mi manda questo altro messaggio: “sei pronto a
ripartire!”
La vita, come lo sport è un ciclo, bisogna
sentire il proprio corpo, le proprie esigenze, i propri bisogni, poi diventa
importante mobilitare le energie necessarie per soddisfare i propri bisogni,
goderne di quello che si riesce a fare e che ci fa star bene e poi godersi la
fase del recupero, del ritiro in attesa di nuovi bisogni ed esigenze per
mettersi di nuovo all’opera e ripartire con entusiasmo alla grande.
Ritieni utile lo psicologo dello sport? Per quali aspetti e in quali fasi? “Dalla mia esperienza tutti gli sportivi nel corso della
loro carriera vivono momenti di euforia, sconforto, motivazione e
demotivazione, partenze e pause, infortuni e periodi di massima forma. Non
sempre nel momento in cui viviamo queste fasi riusciamo a mantenere il giusto
equilibrio, per cui ben venga un aiuto esterno da parte di un professionista
che può aiutarci a condurre la nostra mente e il nostro corpo!”
A volte lo psicologo dello sport diventa
uno stabilizzatore dell’umore senza farmaci, una modalità per riportarti alla
quiete dopo un’euforia e un entusiasmo esagerato così come un’opportunità per
riportarti alla serenità dopo una sconfitta o infortunio non accolto bene che
ti rende troppo triste.
Prossimi obiettivi? Sogni realizzati e da realizzare? “Gli obiettivi son quelli di migliorare di un secondo i
miei personal best sui 1.500 – 3.000 – 5.000 – 10.000 – mezza maratona e
debuttare in maratona! Quest’anno nel mese di gennaio ho realizzato un sogno
datato 10 anni, partecipando ad uno stage di corsa a Iten nella Rift Valley,
la culla dei campioni. Causa un infortunio, son riuscito a godermi questa
esperienza da turista e meno da corridore per cui il mio prossimo sogno da
realizzare è quello di tornarci da Atleta!”
C’ero anch’io, esperienza unica e ricca dal
punto di vista emotivo e atletico, dice bene Marco 1 secondo per volta, passo
passo, pole pole, step by step, senza panico e godendosi allenamenti e gare,
così come le amicizie durante il percorso.
Davvero una bella testimonianza che
trasmette lo sport sano, quello sport che vogliamo fatto di fatica e di
raggiungimento di obiettivi, quello sport che fa star bene, che ti fa crescere.
Un'intervista a Marco è riportata nel libro "Il piacere di correre oltre". Sport & benessere 15 | ed. novembre 2022.
Nel nuovo libro di Matteo Simone Il piacere di correre oltre, l’autore riprende la sua consuetudine di parlarci di sport soprattutto attraverso il dialogo con gli atleti. Leggere il testo di Matteo Simone ci permette di conoscere alcune dinamiche psicologiche che forse ignoriamo o per lo meno di cui non siamo consapevoli. L’autore nota che ciascuno di noi, se lo vuole, può riuscire a raggiungere i propri obiettivi nello sport come nella vita, e così diventano più addomesticabili e gestibili, la fatica e la paura; al contempo si rafforza la mente, si eleva l’autoefficacia personale e si sviluppa la resilienza.
Matteo SIMONE 380-4337230 - 21163@tiscali.it
Psicologo, Psicoterapeuta, Terapeuta EMDR
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