Mi consiglio principalmente con il mio allenatore e con i ragazzi del “Team Peggiori”
Matteo SIMONE
I prossimi Campionati Mondiali di trail running si svolgeranno a Penyagolosa (Spagna) il 12 maggio 2018, una gara di 85 Km (D+ 4000 mt).
La
FIDAL ha stabilito i seguenti Criteri di partecipazione: “Premesso che la formazione di una squadra completa, al femminile e al
maschile, èsubordinata alla possibilità di schierare Team sufficientemente
competitivi, saranno iscritti fino ad un massimo di 6 atleti/e gara, di cui 3
portano punteggio per la classifica a squadre. Le scelte degli/delle atleti/e
verranno fatte in base a: a) vincitori del Campionato Italiano Assoluto di
Trail Lungo 2017 (Lidia Mongelli, Stefano Fantuz); b) primi 3 classificati
della gara individuata come prova di selezione: Eco Trail Florence (80 km - D+ 2400 mt.) - 4
marzo 2018; c) scelta tecnica. La convocazione degli atleti sarà comunicata
entro il giorno 20 marzo 2018. La partecipazione alla manifestazione
èsubordinata alla verifica dello stato di salute dell’atleta e alla condivisione
della programmazione tecnico-agonistica fra l’atleta convocato, il suo tecnico
personale (laddove presente e tesserato) e la Direzione Tecnica. In particolare
modo, gli atleti convocati dovranno concordare nel dettaglio con la Direzione
Tecnica la partecipazione a manifestazioni agonistiche nel periodo che
intercorre tra la comunicazione della convocazione e l’appuntamento iridato.”
Quando si fa sport a un certo livello si
può ambire a vestire la maglia azzurra per rappresentare l’Italia in gare
prestigiose a livello internazionale e mondiale, in tal caso bisogna
pianificare e programmare bene sia gli allenamenti sia le gare intermedie, il
tutto finalizzato all’ottima forma il giorno importante della gara per far bene
per sé, per il proprio team e per la squadra Italia. Importante diventa un
lavoro accurato, ponderato e minuzioso di pianificazione e programmazioni di
obiettivi sfidanti, difficili ma raggiungibili coordinato con il proprio team e
soprattutto con il proprio allenatore che dovrebbe conoscere più di tutti il
proprio atleta: come si allena, come fatica, come sopporta i carichi di lavori,
come gestisce la gara dal punto di vista atletico e dal punto di vista mentale
soprattutto in gare dove ci può essere eventuale pressione da parte di
osservatori, fan, altri atleti eventualmente esclusi dalla rosa della
nazionale.
Di seguito, Stefano Fantuz, vincitore
del Campionato Italiano Assoluto di Trail Lungo 2017, racconta le sue impressioni e sensazioni rispondendo ad alcune
mie domande, un po’ di tempo fa..
Quale
ritieni sia la tua prossima gara importante? “Ci sono
diverse gare importanti a cui vorrei partecipare nella prossima stagione ed in
questi giorni sto definendo il calendario con il mio allenatore. C’è da dire
che ci sono in ballo le convocazioni per il prossimo mondiale trail in Spagna e potrebbe essere quella
la prossima gara importante, vedremo.”
Ti
senti pronto? Hai in programma allenamenti o gare test per valutare lo stato di
forma? “Ho da poco iniziato la preparazione per il 2018
dopo qualche settimana di pausa e lo stato di forma è ancora lontano, ma in
questo periodo è normale per me. Farò qualche test prima del Natale per
valutare lo stato di forma ed impostare i corretti allenamenti per il nuovo
anno.”
Si riparte sempre dal qui e ora, dal
momento presente per prendere la direzione che vogliamo per raggiungere mete e
obiettivi sfidanti ma raggiungibili e trasformare sogni in realtà con la
consapevolezza di quello che siamo, di quello che valiamo e abbiamo dimostrato
di valere.
Sensazioni, emozioni, pensieri prima
della prossima gara importante? “Per ora non ho particolari sensazioni o emozioni
essendo ancora lontani i primi trail
della prossima stagione. C’è solo il pensiero rivolto alla scelta delle gare ed
alla programmazione degli allenamenti perché da questi dipenderà il buon esito
della prossima stagione. E speriamo sia soddisfacente come quella appena
trascorsa.”
Si cerca di confermare il proprio stato
di forma, di continuare a sperimentare ottime sensazioni ed emozioni, cercando
di fare sempre meglio, di costruire sempre più performance incrementando un po’
per volta sempre più autoefficacia per fidarsi sempre più di se stessi e
affidarsi al proprio team che consiglia, suggerisce, e soprattutto sostiene e
supporta.
Quali
saranno le strategie di gara? “Ogni gara è una
storia a sé e la strategia la decido di volta in volta in base alla tipologia
di percorso, alla stagione, al meteo e agli avversari. La stessa gara con il
medesimo percorso può essere molto diversa da un anno all’altro e ci sono vari
fattori che possono entrare in gioco.”
Bisogna diventare manager di se stessi e
avere una visione focalizzata non solo su se stessi ma sul contesto di gara,
sui compagni di squadra, sui potenziali avversari per cercare di fare sempre
meglio e impegnarsi al massimo per raggiungere prestazioni individuali e di
squadra sempre più prestigiose.
Ti
consigli con un team? Famiglia, amici, figure professionali?
“Mi consiglio principalmente con il mio allenatore e con i ragazzi del “Team Peggiori” con i quali ho condiviso
molte gare e trasferte in questi ultimi anni. Oltre ad essere amici sono anche
le persone che dal punto di vista sportivo mi conoscono meglio quindi mi viene
naturale confrontarmi con loro e fino ad ora posso dire di aver avuto i
consiglieri migliori.”
Importante avere non solo un allenatore
di fiducia ma anche un team di riferimento che ti possa comprendere e nel quale
ci si possa confrontare e aver momenti di svago, divertimento, coccole e
distrazioni. Lo sport è individuale ma il gruppo serve per no sentirsi solo e
condividere sia la fatica che i successi, gioie, soddisfazioni e portare a casa
sempre qualcosa di importante oltre a podi, coppe e medaglie anche incontri e
momenti unici insieme.
E’
cambiato nel tempo il tuo modo di preparati a gare importanti?
“Certamente, all’inizio mi preparavo a sensazione e partecipavo a molte gare di
allenamento per arrivare a quelle importanti. Poi dopo diverse batoste,
delusioni ed infortuni ho imparato a gestirmi diversamente e nel modo che si
addice di più al mio corpo ed alla mia struttura fisica.”
Si impara sempre, le esperienze
diventano preziose sia di riuscita per incrementare l’autoefficacia, sia di
sconfitta o non riuscita per apprendere dagli errori.
Utilizzi
una preparazione mentale pre gara? “Prima della gara
cerco di fare in modo che non ci sia nulla che mi possa preoccupare o
distrarre, preparo tutti i materiali alla perfezione e con cura maniacale e
faccio altrettanto con lo studio del percorso e degli avversari. La
tranquillità mentale per me è già una garanzia per un condurre una buona gara.”
Ognuno usa i suoi metodi e tecniche,
avere tutto organizzato aiuta a tranquillizzarsi così come è importante
focalizzarsi e concentrarsi per il giorno e il momento importante della gara,
mettendo da parte il resto, immaginando di chiudere tutte le distrazioni in un
barattolo per riaprirlo a fine gara e potersi dedicare a resto dopo
l’esperienza di gara.
Coccole
e autoprotezione hanno posto nella tua preparazione o nel pre gara?
“Per queste cose c’è sempre posto, fanno bene ed aiutano a liberare la mente e
a scaricare le tensioni che si accumulano durante la stagione agonistica.”
Importanti i momenti di recupero,
riposo, per ricaricarsi e ritornare con rinnovato entusiasmo e nuove energie
per dedicarsi a un nuovo periodo di prestazioni atletiche importanti.
Hai
un tuo idolo, modello di riferimento, ti ispiri a qualcuno?
“Il trail runner che mi ha sempre
affascinato maggiormente è Tony Krupicka anche se devo dire che mi sono “buttato”
in questo sport dopo aver ascoltato la storia di Marco Olmo ad una
presentazione del suo libro “Il Corridore”. Sono personaggi totalmente
differenti ma nell’approcciarmi alla corsa traggo spesso ispirazione dalle loro
storie.”
Bello quello che trasmettono gli altri,
anche Stefano trasmette tanto a quelli che lo seguono e che leggono le sue
impressioni, soprattutto le foto in posti spettacolari tra montagne innevate
trasmettono la voglia di mettersi le scarpe e iniziare a correre per mete
sconosciute.
Ricordi
un’esperienza che ti dà la convinzione che ce la puoi fare nello sport o nella
vita? “C’è stata una gara che mi ha fatto capire
l’importanza di essere determinati nei momenti di difficoltà. Il Trail
Duerocche 2015, molto ambito dagli atleti della mia zona in cui partivo non di
certo tra i favoriti, dove sono riuscito a conquistare la prima posizione a
meno di 3km dal traguardo dopo 45 ad inseguire la testa della corsa che
sembrava irraggiungibile. In quell’occasione ho imparato che le gare finiscono
sulla linea del traguardo a non bisogna mollare in anticipo per nessun motivo
anche se la meta sembra inconquistabile. Come spesso accade lo sport si rivela
palestra di vita e credo possa essere un insegnamento applicabile a tutti gli ostacoli
della quotidianità.”
Spunti importanti quelli di Stefano,
bisogna sempre crederci fino alla fine, nello sport così come nella vita, a
volte sembra che il vincitore è già sulla carta e poi ti accorgi che quel
giorno hai una forma straordinaria e le motivazioni sono elevatissime, tutti ti
incitano e ti supportano e le energie escono dal fondo dell’anima, così come
nella vita a volte nei concorsi non si partecipa perché si sanno già i
vincitori e poi qualcuno ci prova e lo vince inaspettatamente, se hai una
passione vai fino in fondo senza paletti mentali.
C’è
una parola o una frase detta da qualcuno che ti aiuta ad affrontare la prossima
gara? “E’ una frase di Walter Bonatti, un alpinista del
passato le cui avventure mi hanno sempre affascinato. “Chi più in alto sale, più lontano vede. Chi più lontano vede, più a
lungo sogna”, una frase tanto semplice quanto profonda di significato. I
sogni alimentano la forza per affrontare le sfide più ardue e senza di essi non
esisterebbero grandi imprese o vette conquistate.”
Si parte dai sogni che diventano un
punto di arrivo provvisorio e poi si mobilitano le energie e le risorse per
raggiungere mete e sogni ambiti, lo spiego in un mio libro dal titolo ORA:
Obiettivi, Risorse, Autoefficacia per raggiungere obiettivi nella vita e nello
sport.
Quali
sono le capacità, caratteristiche, qualità che ti aiutano in gare importanti?
“Ho la testa dura e difficilmente mollo l’osso. Forse è questa la mia
caratteristica più importante, l’essere determinato e testardo fino ad ora mi
ha sempre aiutato nelle gare più impegnative. Anche l’essere molto paziente
credo sia una buona qualità, mi aiuta ad aspettare il momento migliore per dire
la mia senza avere la fretta che fa commettere errori.”
Caratteristiche importanti: determinazione
e perseveranza ma anche pazienza, attesa e gradualità.
Quale
può essere un messaggio rivolto agli organizzatori della prossima gara? “Qui
in Italia abbiamo molti organizzatori in gamba che non hanno bisogno di
consigli ma a quelli un po’ meno bravi mi sento di dire che nell’organizzare
una gara si dovrebbero mettere sempre al primo posto l’amore per questo sport
meraviglioso, per la montagna e l’avventura, senza pensare ai numeri o al “fare
cassa”. Credo che la buona riuscita di una manifestazione sia direttamente
proporzionale all’entusiasmo di chi la costruisce e realizza.”
Vero ogni persona la posto giusto, chi
organizza dovrebbe capire quello che andrebbe fatto, con chi ha a che fare,
quali possono essere le esigenze degli atleti e degli accompagnatori e fare
dello sport un’occasione non solo redditizia ma di benessere, aggregazione e
scoperta del territorio.
Ritieni
utile lo psicologo dello sport prima di una gara importante?
“Credo di sì, personalmente non ho mai provato ma la storia sportiva insegna
che ci sono diversi campioni del passato ma anche attuali che si affidano a uno psicologo dello sport prima di gare importanti o durante periodi di
allenamento intenso per liberare la mente e allontanare i pensieri che possono
intaccare il lavoro fisico svolto o la prestazione in gara.”
Vero, a volte abbiamo sabotatori interni
che ci vogliono ostacolare, bloccare, impedire di crederci e di far bene, si
tratterebbe di depotenziarli e di sostituirli con allenatori interni che fanno
il tifo, che al momento opportuno incoraggiano ad andare avanti più
forte e sicuro.
Un'intervista
a Stefano è riportata nel libro "Il piacere di correre oltre"
(Il piacere di correre oltre dal punto di vista di uno psicologo dello sport).
Sport & benessere 15 | ed. novembre 2022.
In linea di massima, la passione della corsa
permette alle persone di mettersi alla prova, di condurre un sano stile di
vita, di salire su un treno fatto di fatica e gioie, di relazioni, di mete e
obiettivi da costruire, di situazioni da sperimentare. Bisogna sviluppare
consapevolezza delle proprie risorse e capacità, ma anche dei propri limiti: è
necessario consolidare questi concetti per mantenere un buon equilibrio.
Nel
nuovo libro di Matteo Simone Il piacere di correre oltre, l’autore riprende la
sua consuetudine di parlarci di sport soprattutto attraverso il dialogo con gli
atleti.
Leggere il testo di Matteo Simone ci permette
di conoscere alcune dinamiche psicologiche che forse ignoriamo o per lo meno di
cui non siamo consapevoli. L’autore nota che ciascuno di noi, se lo vuole, può
riuscire a raggiungere i propri obiettivi nello sport come nella vita, e così
diventano più addomesticabili e gestibili, la fatica e la paura; al contempo si
rafforza la mente, si eleva l’autoefficacia personale e si sviluppa la
resilienza.
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