venerdì 9 febbraio 2018

Matteo Simone, psicologo e ultramaratoneta, racconta il suo stage in Kenya

(a cura di Stefano Severoni)

Sulle pagine di facebook immagini e brevi commenti sull’esperienza di Matteo Simone in Kenia nel mese di gennaio 2018. Com’è stata articolata la tua giornata in terra keniana? Raccontaci nel dettaglio.

La sera prima ci si organizzava per il giorno successivo, in genere appuntamento alle 6.30 con i pacer keniani per un allenamento a piccoli gruppi in base alla distanza e velocità, si correva in genere dai 12 ai 20 km, con ritmi dai più veloci e in progressioni per gli atleti più forti, mentre più lenti per me e altri e anche alcune donne che andavamo più piano. Si tornava, stretching, colazione e poi liberi a bordo piscina oppure passeggiate varie. Era prevista merenda sia nella mattinata che nel pomeriggio. Nel pomeriggio inoltre erano previste a volte sessioni di addominali a cura di Timo Limo o Richard, molto dure e faticose, soprattutto il motto di Richard era: «No pain no gain». Comunque insieme ci divertivamo anche ed erano presenti tanti campioni lì con noi. Altri pomeriggi facevamo tecnica di corsa e andature a cura di Timo Limo sulla pista in tartan di Lorna Kiplagat, oppure visite a scuole, incontri con allenatori di pomeriggio o sera, incontri e allenamenti con atleti di livello mondiali come Wilson Kipsang, che abbiamo incontrato nella palestra e ci ha chiesto se l’indomani mattina ci allenavamo insieme, e così è stato ha fatto: 5 minuti di ritardo, ma alle 6.35 si è presentato lui che ha 2h03’13” in maratona, con un altro atleta che ha di personale in maratona 2h07’. Inoltre erano previsti allenamenti nella pista di Tambach a 12 km di distanza dal nostro centro, una pista in terra battuta “calpestata” da tanti fenomeni keniani, e noi insieme a loro. Inoltre il fartlek del giovedì mattina alle 9.00 si partiva tutti insieme, eravamo centinaia, ma loro erano fortissimi, variazioni di ritmo sotto i 3’ al km. Inoltre erano previste visite a ospedali, artigianato locale, altri camp di atletica poveri e meno poveri.

Antonio Valente: Lo sport dà tantissimo, insegna a stare insieme e confrontarsi

 Matteo SIMONE 

Lo sport accresce capacità e competenza, diventa un insegnamento pratico di vita, insegna a stare con la gente, a condividere gioie e fatiche, a fare squadra,  a confrontarsi, a uscire fuori dalla zona di confort per trovarsi in situazioni da risolvere.

La pratica di una disciplina sportiva permette di conoscersi meglio, di scoprire qualità e limiti, incrementa autoconsapevolezza corporea, incrementa fiducia in se, sviluppa resilienza, aiuta a superare infortuni, crisi, sconfitte. Insegna a stare con la gente, avvicina persone, culture e mondi.
Di seguito, Antonio racconta la sua esperienza di atleta rispondendo ad alcune mie domande.

Matteo Villani, triathlon: Ironman 70.3 di Pescara è stata la gara più impegnativa


Lo sport permette di fare esperienze uniche come quelle della prima volta di una gara, la prima volta in mare, la prima volta tre discipline, non è facile né semplice gareggiare per la prima volta, sentirsi pronto, avere tutto sotto controllo, aver valutato tutti gli aspetti della gara dal pregara che comprende l’attrezzatura e il vestiario da sistemare, la partenza il corso della gara, le varie fasi importanti soprattutto per il triathlon che prevede dei cancelli, dei tempi massimi di percorrenza per ognuna delle tre specialità di sport.

Di seguito, Matteo racconta la sua esperienza di atleta rispondendo ad alcune mie domande.

Giuseppe Matteucci: Credo che la corsa sia proprio la metafora della vita

Matteo SIMONE

Lo sport permette di avvicinare persone, culture e mondi, permette di consolidare amicizie grazie agli allenamenti che si condividono e agli incontri che si fanno nelle gare.

Di seguito, Giuseppe racconta la sua esperienza di atleta rispondendo ad alcune mie domande.
Ti sei sentito campione nello sport almeno un giorno della tua vita?Si. Ogni volta che corro.”
Come hai scelto il tuo sport? Qual è stato il tuo percorso per diventare atleta?Ho iniziato correndo in palestra. Successivamente ho conosciuto un amico che ha rafforzato questa mia passione.
Nello sport quali sono fattori o persone hanno contribuito al tuo benessere e performance?Un ruolo fondamentale è svolto dalle persone e dalla gratuità delle emozioni che vivo in corsa.
La gara della tua vita dove hai sperimentato le emozioni più belle?La gara più bella è stata quella in cui le difficoltà si sono palesate e contestualmente ho riscoperto la determinazione nel superare le stesse.”

La condivisione di esperienze sportive avvicina persone e rafforza l'amicizia



La condivisione di esperienze sportive oltre l'ordinario avvicina persone e rafforza l'amicizia, ognuno può apprendere dall'altro, sostenere ed essere sostenuti. E' anche di questo che si nutre la Resilienza.
L’essenza della vita diventa lo sperimentare le proprie capacità personali, misurarsi con l’incerto, sfide continue per fare un viaggio interiore alla ricerca di se stessi, per conoscere le proprie possibilità e capacità di rialzarsi sempre quando si casca, ci si infortuna.
Lo sport diventa una palestra di vita, si impara a resistere ed andare avanti, lottare con il tempo cronologico ed atmosferico, con se stessi, con i conflitti interni, a volte sei tentato a fermarti, a recuperare, a riposare, a rinunciare. Importante è amare sempre se stessi, la vita, ed avere una elevata passione e forte motivazione in quello che si fa. Si impara a superare gli ostacoli, gli imprevisti e tollerare le sofferenze.

giovedì 8 febbraio 2018

Marinella Satta: Maratona di New York 2018, palleggiando con 2 palloni

Matteo SIMONE 

Il mondo dello sport a volte sembra bizzarro, soprattutto il mondo dei maratoneti e ultramaratoneti, si fanno delle cose impensabili da guinness dei primati come è solito fare la veterana delle ultramaratone Marinella Satta, che ha vestito la maglia della Nazionale Italiana di ultramaratona dopo aver militato a basket in età più giovane.

Di seguito, Marinella racconta la sua prossima gara che ha in mente di fare, rispondendo ad alcune mie domande.
Quale ritieni sia la tua prossima gara importante?Se tutto va bene, mi sono già iscritta alla 6gg del lago Balanton di maggio, alla 6 gg di Policoro e alla maratona di New York, palleggiando con 2 palloni.
Ti senti pronta? Hai in programma allenamenti o gare test per valutare lo stato di forma?In questo momento, non tanto pronta, visto che l'influenza di quest'anno mi ha debilitato.”

mercoledì 7 febbraio 2018

Raffaele Luciano: La mia prossima gara importante sarà la maratona di Roma


Con l’esperienza si diventa più maturi e consapevoli, si gestisce meglio la preparazione per il grande evento, la gara stessa e anche il post gara, si valuta l’accaduto e si tirano le somme per apprendere sempre dall’esperienza e portare a casa comunque qualcosa di importante.

Di seguito, Raffaele racconta le sue impressione circa la sua prossima gara importante, rispondendo ad alcune mie domande.

Quale ritieni sia la tua prossima gara importante? “La mia prossima gara importante sarà la maratona di Roma, la correrò per la 6^ volta, vorrei correrla evitando errori di gestione delle energie.”

Ti senti pronto? Hai in programma allenamenti o gare test per valutare lo stato di forma? “Mi sto allenando secondo programma, il test è la Pietro Menna Half Marathon, nella quale valuterò le mie condizioni e le mie sensazioni.”

Una bella gara nella terra di Barletta, dove i partecipanti verrano da tutt’Italia per apprezzare il percorso e soprattutto la splendida medaglia, so anche che parteciperà uun gruppo di alteti della società Sport Senza Frontiere di Roma, complimenti agli organizzatori La Barletta Sportiva e soprattutto al suo Presidente Enzo Cascella.

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