E’ libro tecnico ma anche divulgativo,
per: atleti professionisti ed a livello amatoriale, praticanti sport
individuali o di squadra; psicologi, studenti di psicologia, tecnici e staff
medico di società sportive, famigliari di sportivi.
Argomenti trattati nel libro sono la psicologia
dello sport, la psicoterapia della Gestalt, la psicologia dell’emergenza,
l’EMDR, l’incontro con l’altro, la maratona, il doping.
Sono trattate le
difficoltà, disagi dell’atleta che possono essere di natura emotiva, di
attivazione ottimale, di bassa autostima, possono riguardare pensieri
disturbanti, le difficoltà possono anche essere relazionali, relativi ad una
figura professionale che gravita attorno al mondo dell’atleta.
Essendo maratoneta non potevo non
parlare di maratona, un obiettivo che va maturando nel corso degli anni, ci si
arriva a step, ma c’è differenza tra amatori ed assoluti, per entrambi è
importante la gradualità, l’impegno, lì’adattamento progressivo, quindi si
passa dai 10 km, si passa per la mezza maratona per giungere alla maratona.
Vengono
illustrati l’approccio, le metodiche e le tecniche per l’ncremento della
performance sportiva e per il migliorare della prestazione anche attraverso
l’EMDR“Eye Movement Desensitization and Reprocessing”.
Mi
permetto anche di dare suggerimenti circa la preparazione atletica
a pag. 39: “È indispensabile fare progetti credibili a se stessi, un ottimo
punto di partenza è credere di essere in grado di fare qualcosa, perché ci si
sente di esserlo, perché si è sperimentato gradualmente dei miglioramenti.
Bisogna capire come impiegare le proprie risorse, su chi si può puntare, su chi si fare affidamento.
Bisogna sapersi monitorare nel corso del tempo, sapersi testare o farsi testare, saper svoltare al momento opportuno, se cambiano gli interessi, le esigenze, gli obiettivi, le situazioni.
Nella preparazione atletica è importante considerare la preparazione fisica, la preparazione nutrizionale, la preparazione mentale.”
Bisogna capire come impiegare le proprie risorse, su chi si può puntare, su chi si fare affidamento.
Bisogna sapersi monitorare nel corso del tempo, sapersi testare o farsi testare, saper svoltare al momento opportuno, se cambiano gli interessi, le esigenze, gli obiettivi, le situazioni.
Nella preparazione atletica è importante considerare la preparazione fisica, la preparazione nutrizionale, la preparazione mentale.”
Nel testo si parla di incontro di
professionalità, di mondi, l’atleta porta il mondo dello sport fatto di sudori,
delusioni, infortuni, incoraggiamenti, rinunce, pressioni, lo psicologo porta
il mondo psicologico teorico esperienziale e quindi il relazionarsi,
l’accogliere, l’invitare l’altro, il contatto, il dialogo, le metafore.
Quando si parla di psicologia dello
sport si parla di diversi incontri dello psicologo con la squadra, con
l’atleta, con il team, con un famigliare e quindi hanno valore il rispetto,
l’interessamento, la fiducia, la scoperta nell’altro, negli altri e in se
stessi. Questo avviene in uno spazio di manovra abitabile dai diversi attori in
campo dove può avvenire, si può sperimentare un contatto, un dialogo, un espressione/comunicazione
di esigenze, difficoltà, perplessità, disagi.
La risoluzione di quest’ultimi può
essere proposta attraverso un lavoro, un porre l’attenzione sulla
consapevolezza, responsabilità, il riconoscimento di priorità, gli
investimenti, il definire gli obiettivi, il cercare le risorse disponibili e
quelle da potenziare.
La visualizzazione può essere utile per
diversi motivi, ad esempio nell’individuare un posto sicuro, sperimentato già o
immaginario dove la persona ritiene di trovarsi in una condizione di serenità,
di sicurezza, di tranquillità e qui può rifugiarsi quando ne sente la
necessità, il bisogno, per recuperare le energie, le risorse per affrontare una
situazione complessa, difficile che richiede una preparazione attenta e
completa. La visualizzazione può essere usata come forma di allenamento
ideomotorio, si può visualizzare, immaginare l’esecuzione di un gesto atletico
cercando di utilizzare tutti i sensi, uditivo, tattile, visivo, olfattivo ed
osservare cosa accade, dove c’è l’intoppo, dove avviene la difficoltà, l’errore
e questo per cercare di correggere e superare la difficoltà. La visualizzazione
può essere usata anche come anticipazione della prestazione, per sperimentare
sicurezza nel compiere la prestazione, in modo che poi nella realtà ci si senta
più sicuri nell’esecuzione della prestazione, della performance.
Si considerano gli obiettivi, le
priorità. Obiettivi di chi? Dell’atleta, della squadra. Quanto è importante lo
sport nella tua vita? Cosa sei disposto a fare o a rinunciare per raggiungere i
tuoi obiettivi?
La psicologia dello sport prevede anche
un lavoro sulla corretta gestione dello stress che può comportare problemi in
allenamento, quando i carichi di lavoro sono o sembrano eccesivi, o non si
riesce a rispettare i programmi di allenamento o ci si sente inferiori rispetto
agli altri amici di allenamento; lo stesso può riguardare anche la gara, la
condotta di gara, il pre-gara, si può avere il timore di non riuscire, si può
non credere sulle proprie capacità, si possono temere troppo gli avversari, si
può essere troppo convinti di non riuscire, di riavere un infortunio; lo stress
può anche essere relativo ai famigliari, ai componenti del team che possono
avere pretese, possono fare pressione, possono non apprezzare, possono non
premiare; lo stress può riguardare anche la gestione del successo, di quello
che ne deriva, controlli antidoping, intrusione dei mass-media, contatti
eccessivi degli sponsor, degli amici, delle richieste di conferma della
prestazione; lo stress può riguardare il post carriera, il sentirsi finiti,
l’elaborare la fine di un mondo accogliente, sostenente, di ricchezze, di
agevolazioni, ci si può sentire non essere in grado di investire in altro.
Un
capitolo è dedicato alla psicoterapia della Gestalt di cui sono specializzato,
trattasi di un approccio fenomenologico, esistenziale, è un approccio diretto,
immediato con la persona, informale, non necessita obbligatoriamente di un
setting, quindi si può lavorare direttamente sui campi di allenamento, di gara,
pone attenzione alla consapevolezza, alla responsabilità individuale.
Un testo che parla di sport e psicologia non può
trascurare il fenomeno DOPING,
l’atleta fa continuamente delle scelte e rinunce, decide sui recuperi tra un
allenamento ed un altro, fa dei lavori sempre più sostenuti ed a volte fa uso
di sostanze, integratori proibiti per eccellere, per vincere nelle prestazioni
sportive ma anche adolescenti fanno uso di doping per migliorare il loro
aspetto esteriore.
Un capitolo è dedicato alla psicologia d’emergenza, descrivo l’esperienza come psicologo
dell’emergenza in Abruzzo. Anche nello sport si lavora in emergenza, può
capitare che l’atleta voglia risolvere un problema nell’immediato e quindi come
succede in emergenza è importante documentarsi, essere disponibili, essere
presenti, normalizzare eventualmente un problema, un fastidio, una
preoccupazione, e non ultimo è importante la costruzione di reti, il
collegamento delle figure professionali.
Matteo SIMONE
Psicologo,
Psicoterapeuta, Terapeuta EMDR
Nessun commento:
Posta un commento