domenica 21 settembre 2014

Supportare l’allenatore e gli atleti

Dott. Matteo Simone

Ogni atleta desidera essere rinforzato per la qualità della sua prestazione più che per la vittoria.

L’allenatore dovrebbe conoscere le sue potenzialità, i suoi punti di forza e di debolezza, dovrebbe costruire un progetto di obiettivi raggiungibili, stimolanti, da rivalutare all’occasione, dare feedback adeguati, spiegare le sedute di allenamento, l’importanza del gesto sportivo, il significato, raccontare aneddoti, far parte della storia sportiva degli atleti, condividere momenti di gioia e sofferenza, di vincite e di sconfitte, essere disposto ad ammettere di aver fatto un errore, di aver preteso, di aver sottovalutato, di non aver considerato.
L’allenatore può intervenire sull’autoefficacia attraverso la programmazione di sedute di allenamento che favoriscano esperienze di superamento graduale e progressivo degli ostacoli e delle difficoltà. 
Deve conoscere le abilità dei propri atleti e con questa conoscenza costruire un programma di preparazione che si basi su obiettivi concreti e reali. 
Fissare obiettivi limitati, raggiungibili e progressivamente più ambiziosi è uno dei modi migliori per aumentare l’autoefficacia dell’atleta.
L’allenatore sportivo dovrebbe essere organizzato in modo da soddisfare il maggior numero delle motivazioni espresse dagli atleti. Compito del tecnico è dare un obiettivo all’atleta che sia impegnativo e nel contempo raggiungibile. L’identificazione degli obiettivi è uno dei punti chiave per stimolare la motivazione e migliorare le prestazioni.
Requisiti e qualità fondamentali dell’allenatore sono considerati, la passione, la capacità di relazionarsi, di avere una personalità equilibrata, una sufficiente autostima e di essere propensi all’ascolto.
Come dovrebbe comportarsi un bravo allenatore? Sicuramente dovrebbe manifestare interessamento e vicinanza, apprezzamento, fiducia e incoraggiamento, aiuto per risolvere le difficoltà, concorrere alla formazione di un buon senso di auto-efficacia e di autostima.
Un bravo allenatore dovrebbe arrivare all’allenamento carico di entusiasmo; trasmettere sicurezza, affetto, accoglienza, serenità, dovrebbe essere munito di enorme pazienza; non dovrebbe rimproverare ma, al contrario, incoraggiare e motivare; rinforzare i comportamenti positivi.
E’ una figura sbagliata quando: ha bisogno di far vedere chi è che comanda; possiede tutte le idee e le soluzioni e rifiuta quelle degli atleti perché ha paura che intacchino la sua autorità.
Quali sono gli allenatori preferiti: quelli che trasmettono sensazioni positive, rinforzano la prestazione, incoraggiano dopo un errore, danno indicazioni tecniche dopo un errore, sono organizzati, preparati e competenti, utilizzano uno stile autorevole (né autoritario né del lasciar fare).
E’ importante sottolineare i comportamenti positivi con i rinforzi come la propria approvazione: "Bravo”, "Bene" e valorizzare ogni progresso per aumentare l’autostima.
L’Automonitoraggio del tecnico: tenere un diario nel quale annotare le proprie riflessioni sugli allenamenti, risulterà un valido strumento per trattenere per iscritto quanto è stato svolto.
Dopo  ogni seduta di allenamento dovrebbe chiedersi:
Come l'ho programmata? Gli obiettivi sono stati raggiunti? Come erano i miei presupposti personali (serenità, voglia di allenare) prima di iniziare? Che cosa mi ha messo in difficoltà? Come ho affrontato i problemi che si sono presentati? Quanto positivi sono stati i miei interventi?  Quanto ho contribuito al miglioramento della vita di gruppo e dei rapporti interpersonali?
L’allenatore ha una grande importanza nello sviluppare le motivazioni giuste: graduando le prove con le quali l’atleta deve cimentarsi, trovare le ragioni convincenti per mettere l’atleta ogni volta alla prova, negoziando il raggiungimento di mete sufficientemente (ma non esageratamente) difficili, monitorando i progressi dell’atleta, insegnando a trarre lezioni dagli insuccessi.
Allenatore è colui che guida gli individui e il gruppo da essi composto fino al raggiungimento degli obiettivi. Deve dimostrare non solo di essere dotato di una serie di competenze tecniche e tattiche, ma anche di saper gestire lo stress causato da situazioni a volte difficili da gestire.

Allenare è guidare insieme persone con diverse esperienze, talenti, interessi, incoraggiandole ad assumere la responsabilità del loro ruolo, portandole ad un continuo miglioramento…” 
(Tom Peters e Nancy Austin)

Per essere un buon allenatore è importante sviluppare abilità relazionali.
L’allenatore è il punto di riferimento, è lui che prende le decisioni, che si assume le responsabilità di eventuali errori, risponde dei risultati conseguiti: quando una stagione sta andando male, il primo a pagare è il mister che viene esonerato.
Il primo passo da compiere allora sarà proprio cercare di conquistarsi la stima e il rispetto dei suoi atleti. Senza una forte coesione e una totale collaborazione tra i membri della squadra, non si potrà mai ottenere alcun risultato importante.
Il mister non è solo colui che insegna; affinché egli possa rimanere sempre aggiornato e in costante progresso deve avere la voglia di apprendere. Essere consapevoli del fatto che c’è sempre qualcosa da imparare da ogni persona e da ogni situazione è il punto di partenza per chi vuole toccare l’eccellenza.

Dott. Matteo Simone 
380-4337230 - 21163@tiscali.it 
Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR 

 

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