Matteo SIMONE
Incontro reciproco di conoscenza dell’altro ed autoconoscenza che può portare benessere e continuità nella relazione che viene ricercata e voluta oppure può restare una semplice relazione dovuta a situazioni contingenti quali lavorative.
Gli aspetti principali che spingono ad
intrattenere relazioni con l’altro possono essere l’attrazione per l’aspetto
sessuale e quindi un interesse a conoscere e corteggiare per cercare di
instaurare una relazione dove ci sia un incontro anche dal punto di vista
sensuale, erotico e sessuale. Ma non
solo, la motivazione può essere data dal ricercare una persona che possa
trovarsi in sintonia rispetto alle menti e al pensare della vita quotidiana o
idealizzata ma anche nel dare e ricevere semplici attenzioni, nel prendersi
cura dell’altro, nell’essere attento all’altro come modo di scambiarsi piccoli
aiuti reciproci e sentire, sperimentare la presenza dell’altro e la presenza di
se stessi per l’altro.
Qualcosa di diverso rispetto alla relazione con l’altro
dello stesso sesso che si riduce a volte nel semplice vedersi, incontrarsi
parlarsi, ma limitarsi all’essenziale, al formale, al non dire tutto, al non
scoprirsi.
L’incontro di un uomo con la donna è una
ricerca di scoperte di un altro mondo, altre visioni, altri modi di fare, altri
corpi. E’ un confondersi con l’altro ma restando se stessi, è un percepire
l’altro, è un prendere dall’altro ma allo stesso tempo è anche farsi scoprire,
dare all’altro proprie conoscenze, propri punti di vista.
A volte le relazioni giungono ad un
termine per diversi motivi, si esaurisce la spinta propulsiva verso l’altro, si
conosce dell’altro aspetti che non si condividono, che non si riesce ad
accettare, oppure si ha voglia di cambiamento.
Può capitare che l’altro diventi
soffocante, pressante, limitante, la relazione diventa troppo legame stretto ed
invadente ed allora è importante essere in contatto con i propri bisogni le
proprie esigenze, è importante rispettarsi e decidere di diminuire la frequenza
della relazione.
A volte si investe troppo nell’altro,
l’altro diventa un faro, un punto di riferimento, un investimento esclusivo,
senza l’altro non ci si sente più in vita, solo l’altro ti vede, vedi solo
l’altro, l’altro fa tanto per te e tu fai tanto per l’altro, c’è una specie di
perdersi nell’altro, ti senti nutrito giornalmente dall’altro, ti senti
accudito giornalmente dall’altro.
C’è solo l’altro e pensi che ci sarà per
sempre. Ed allora se l’altro ammette, dichiara di non voler esserci più, non
puoi più pensare una vita senza l’altro e quindi puoi pensare a volte che
l’altro ti abbia fatto un giuramento a vita di esserti vicino solo per te e
quindi se senti che non viene rispettato questo giuramento è come se entri in
un’altra dimensione fuori dalla realtà e dalla tua personalità e senti di
poterti permettere di annullare l’altro
ferendolo, offendendolo, ammazzandolo. Perché era solo per te e per nessuno.
Il genitore, il famigliare, l’amico
intanto può essere presente accanto alla persona sofferente per una storia
finita, per una relazione che volge al termine, può mostrare la massima
comprensione e la disponibilità ad ascoltare. Sarebbe meglio non esprimere
giudizi del tipo meglio così, lo sapevo che andava a finire così, tu meriti di
meglio, non poteva continuare avanti così, ecc. Meglio sarebbe stare accanto alla
persona senza per forza fare qualcosa. Importante consolidare la propria
presenza e l’interesse per la persona in questione.
Nel mondo del lavoro è essenziale la
buona qualità delle relazioni tra collaboratori, la relazione può essere
arricchente ed a volte risolutiva per entrambi, si arriva ad una sorta di
completamento di competenze, ad uno scambio di pareri e richiesta di
suggerimenti reciproci. La presenza dell’altro è importante quale confronto e
arricchimento di aspetti che non si sente padroni. L’altro può intervenire per
critiche positive, per apportare ricchezze, competenze utili al singolo o alla
relazione di collaborazione. E’ importante trovare momenti di incontro per
approfondire la conoscenza reciproca e confermare risorse individuali e
relazionali.
Può succedere che nelle relazioni ci
siano incomprensioni, conflitti, periodi di difficoltà relazionali. In questo
caso è importante, nel caso si ritenga la relazione fondamentale per il
proseguo dell’efficace attività lavorativa o per il proseguo di un’amicizia di
lunga durata o di una relazione affettiva, l’intervento di una figura
professionale che aiuti ad individuare eventuali aspetti sommersi che inficiano
la relazione o comunque può essere importante un lavoro
sull’autoconsapevolezza, cioè su cosa la persona voglia per se stessa o per la
relazione.
E’ importante una figura professionale che veda la coppia in
relazione con le sue modalità di relazionarsi ed è importante invitare le due
persone in relazione a vedere cosa avviene tra di loro in modo da poter
rendersi conto dei propri limiti o dei propri margini di eventuale termine
della relazione o cambiamento. Importante accompagnare anche le persone in
relazione alla chiusura di questa per potersi vedere senza l’altro in modo
sereno o in modo diverso.
Matteo SIMONE
Psicologo,
Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR
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