Maratona di NY 2005 |
Ornella Cadamuro, ex nazionale di corsa in montagna, vanta un 4° posto a squadra ai Campionati Mondiali di corsa in montagna.
Inoltre,
ha un personale in maratona di 2h39’36”, stabilito a Carpi il 23 ottobre 1994,
in occasione della 7^ edizione della Maratona d’Italia dove arrivò 3^ donna,
preceduta dalla britannica Goldsmith Sally 2h38’32” e Viola Simona 2h36’07”.
Di
seguito approfondiamo la conoscenza di Ornella attraverso alcune mie domande.
Qual
è stato il tuo percorso nello sport? Ho iniziato a fare atletica a 12 anni nella velocità
(80, 100, 200 e 400m) e mi sono fermata a 17 per problemi fisici. Ho ripreso a
24 anni dopo il matrimonio con Luigino, sempre con la velocità ma sono passata
quasi subito a gare di mezzofondo (compresa la corsa in montagna perché
richiesta dalla squadra di allora) quasi tutte su strada (5000, 10000, mezza
maratona e maratona); ho concluso con l’attività agonistica nel 2008 per
problemi fisici.
Ornella
ha fatto parte della Nazionale italiana di corsa in montagna rappresentando
l'Italia all’8^ edizione dei Campionati del mondo di corsa in montagna, il 30
agosto 1992 in Val di Susa con le amiche di squadra: Antonella Molinari, Maria
Grazia Roberti, Giuliana Savaris, ottenendo un 4° posto di squadra.
Con Gianni Poli Cortina-Dobbiaco 2006 |
Cosa
pensano familiari e amici della tua attività sportiva? Mio marito mi supporta al 100% e
tutta la famiglia è orgogliosa di me.
Importante
essere sereni e avere familiari e amici che sostengono e supportano.
La
tua gara più estrema o più difficile? Ovviamente la maratona.
La
gara della tua vita dove hai sperimentato le emozioni più belle? Vincere la maratona ci Cesano
Boscone nel 1993 all’ esordio sulla distanza.
Il
7 Novembre 1993, Ornella vinse la maratona a Cesano Boscone con l’ottimo crono
di 2h41’11”.
Che
significato ha per te un podio o vittoria? Aver raggiunto l’obiettivo che mi ero prefissato per
quella gara e capire che sono anche bravina.
Ogni
gara è una prova finale, un test, un risultato dopo un congruo periodo di
preparazione adeguata e capire se si è lavorato bene.
A
cosa ti è servito lo sport per la tua vita quotidiana? A superare i momenti brutti che
non sono mancati (nel 1991 ho avuto un gravissimo problema di salute superato
grazie all’ atletica anche perché il medico che mi ha operato e curato era un
ex grande dell’atletica).
Hai
sperimentato il limite in allenamento o gara? In allenamento mai in gara si, più volte.
La
partecipazione alle gare e il confronto con gli avversari spingono a dare il
massimo per l’ottima riuscita della gara, spingendosi oltre quanto si immagina
di poterlo fare.
Sensazioni
e pensieri in allenamento e gara (pre, durante, post)? In allenamento niente di
particolare: bisogna rispettare il programma. In gara: oggi vado tranquilla
oppure mi accontenterò di un piazzamento, alla fine mi accontento sempre del
risultato.
Cosa
ti spingeva a fare sport e cosa ti ha fatto mollare? Mi è sempre piaciuta l’atletica
e ho mollato quando ho capito che il problema al piede era irrimediabile.
Come
hai superato eventuali crisi, sconfitte, infortuni? Le crisi sono passate da sole,
per gli infortuni ho quasi sempre trovato la soluzione con le persone giuste
(medici, fisioterapisti,...).
Un
tuo messaggio rivolto ai ragazzi per avvicinarli allo sport? Fate lo sport che vi piace, non
quello che piace ai genitori; l’atletica deve piacervi perché i guadagni sono
miseri.
Lo
sport richiede tanto sacrificio e quindi alla base c’è tanta passione per poter
dedicare tempo e denaro per abbigliamento, attrezzature, trasferte.
Ritieni
utile lo psicologo nello sport? Per quali aspetti e fasi? Ai miei tempi non se ne parlava
ma probabilmente serve specialmente quando non raggiungi quello che ti eri
prefissato.
Sogni
realizzati e incompiuti? Eventuali obiettivi nella vita? Ho una bella famiglia, una bella
casa, per ora anche un bel nipotino, direi che posso essere contenta. Nello
sport ho fatto meglio di quanto mi aspettassi quando ho iniziato; quindi, sono
super contenta dei miei risultati; unica delusione non aver fatto un po' meglio
nella maratona (puntavo a 2h36’ e credo che con un po' più di fortuna e aiuto
del mio allenatore avrei potuto farlo).
Una
frase o parola che ti aiutava nelle difficoltà e a vincere? Nelle gare lunghe pensavo al mio
giro di riscaldamento (5 km) prima delle ripetute e mi dicevo ‘dai ancora un
giro di riscaldamento ed è finita’.
L’allenamento
paga sempre e in gara aiuta a ricordare i sacrifici fatti, il lavoro
propedeutico eseguito e quindi si tratta di fare quello che si sa fare, che si
è imparato in allenamento, che si è simulato a sufficienza in allenamento.
Ti
ispiravi a qualcuno?
Sinceramente non ho mai pensato ad altri atleti.
Quali
erano gli allenamenti più importanti? Erano i lavori programmati con il mio allenatore:
ripetute e lunghi per la maratona.
Il
pane quotidiano per preparare la maratona è sempre stato allenamenti lunghi e
tante ripetute, tantissime ripetute corte e tante ripetute lunghe, per arrivare
pronti il giorno della gara dopo ver lavorato duramente alcuni mesi precedenti.
Quali
alimenti preferivi?
Nessuno in particolare (forse i dolci).
Cosa
c'era e c'è oltre l'atletica? La famiglia ovviamente, poi amo la musica ascoltata bene
(intendo con un buon impianto hi-fi) e la pittura, con mio marito abbiamo
riempito la casa di quadri.
Matteo
SIMONE
380-4337230 - 21163@tiscali.it
Psicologo,
Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR
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