Mi sembrava di correre sulle nuvole con le gambe che andavano da sole
Matteo SIMONE 21163@tiscali.it
A volte si nasce predisposti per una data attività, caratteristica, sport e se si riesce capire cosa piace e quale può essere la propria passione che fa star bene fisicamente e mentalmente, si riescono a fare cose incredibili, sperimentando il cosiddetto flow, una sorta di trance che permette di fare cose eccezionali con facilità.
Di seguito, l’esperienza di Marina attraverso risposte ad alcune mie domande.
Qual è stato il tuo percorso nello sport? Iniziato con campestre ai Giochi della Gioventù nel ‘74, ripreso dai 17 anni con attività pallavolo e poi calcistica fino in serie C, iniziando a 26 anni, per caso, allenamenti di mezzofondo da sola e poi seguita da una società importante (Ina Primavera TO) con buoni risultati, in contemporanea con il calcio. La carriera calcistica l'ho finita in serie C, ma all'età di 51 anni ho giocato in un torneo importante di calcio a 5 e con la squadra, più giovane di me di parecchio, siamo arrivate in semifinale...💪😊 10 anni fa..
Cosa diresti a te stessa quando eri giovane? Alla me stessa giovane direi che ha scelto una attività che ha dato soddisfazione e benessere fisico e mentale distogliendo la mente dalle lusinghe distruttive dell'età, sentendo ancora adesso gli effetti benefici…
La pratica dello sport individuale e di squadra è molto utile per diventare persone sicure e socievoli nella vita quotidiana, da soli si riesce a consolidare forza, sicurezza resistenza fisica e mentale e in gruppo si riesce a confrontarsi con gli altri, capirsi, aiutarsi portare avanti obiettivi individuali e di gruppo.
Nello sport chi e cosa contribuisce al tuo benessere o performance? Il benessere nell'attività fisica è dato da chi ti dà fiducia e non ti ‘brucia’ pretendendo tutto subito. E una sana alimentazione mirata😉.
Per ogni cosa di vogliono i giusti tempi, le opportune fasi di avvicinamento, apprendimento, consolidamento e piano piano si costruisce benessere e performance apprendendo da ogni esperienza che sia di riuscita o di sconfitta.
La gara della tua vita dove hai sperimentato le emozioni più belle? Gara migliore: cross ai campionati italiani nel ‘92 a un minuto da Maura Viceconte, mia compagna di società e atleta fenomenale.
Avere in squadra una primatista italiana del calibro di Maura viceconte, da più forza e coraggio e insieme ci si sente più sicuri aiutandosi l’un l’altro portando avanti progetti e sogni da trasformare in realtà.
Maura Viceconte (Susa, 3 ottobre 1967 – Chiusa di San Michele, 10 febbraio 2019) è stata una maratoneta e mezzofondista italiana, primatista italiana dei 10000 metri piani. Fu bronzo nel 1998 nella maratona agli Europei di Budapest dietro la portoghese Manuela Machado (oro) e la russa Madina Biktagirowa (argento) e argento con la squadra italiana, nella stessa manifestazione valida per la Coppa Europa di maratona.
Ai Giochi Olimpici di Sydney nel 2000 chiuse dodicesima in 2h29’26”.
Record Nazionali: 10000 m in 31'05"57 (Paesi Bassi - Heusden, 5 agosto 2000) - attuale detentrice e Maratona: 2h23'47" (Vienna, 21 maggio 2000) - ex detentrice.
Cosa pensano familiari e amici della tua attività sportiva? I familiari allora erano solo sorelle e fratello che pensavano fossi un po' matta…😅 .
Cosa hai scoperto di te stessa praticando sport? Di me stessa ho scoperto che potevo superare molti limiti mentali e fisici, nonostante la stanchezza del lavoro...(pesante) e che mi sentivo bene.
Quali sensazioni sperimenti facendo sport (allenamento, pre-gara, gara, post-gara? In allenamento, quando non c'era dolore, mi sembrava di correre sulle nuvole con le gambe che andavano da sole. Nelle partite di calcio non mi stancavo mai (ala dx e capocannoniera).
Se la passione è forte si possono fare cose incredibili al di là dell’orario lavorativo e degli altri impegni quotidiani. Si trova il tempo, forze e risorse per allenarsi e gareggiare sperimentando sempre più benessere e ottenendo elevata performance.
La tua gara più estrema o più difficile? La gara più estrema è stato un cross in salita - discese ripide che mi ha fatto fermare a 30 mt dall'arrivo, che poi ho concluso in buon piazzamento.
Certe gare, soprattutto i cross, mettono a dura prova gli atleti e lì non conta solo sapere correre forte, veloce, a lungo ma saper gestire se stessi a 360° gradi, dal percorso, le sensazioni corporee, il respiro, avversari avanti e dietro.
Un tuo messaggio rivolto ai ragazzi per avvicinarli allo sport? Avendo due figli adolescenti, ho sempre, fin dall' infanzia, invogliato e quasi costretto a farli praticare sport, per il loro benessere. Il grande giocava a calcetto e studia Scienze Motorie😉.
Ritieni utile lo psicologo nello sport? Per quali aspetti e fasi? Lo psicologo sportivo è una figura che ai miei tempi mancava. È sicuramente fondamentale in certi casi, per motivare chi non ha fiducia nelle sue possibilità (mia figlia di 17 anni …es.).
Come hai superato eventuali crisi, sconfitte, infortuni? Crisi e sconfitte si superano ponendosi l'obiettivo di fare meglio la volta successiva, gli infortuni bisogna prevenirli ascoltando i segnali del nostro corpo (nonostante gli allenatori spingano…).
Allenare è davvero difficile, bisogna saper invitare a spingere ma confrontandosi sempre con l’atleta per evitare sovrallenamento e comprendere sempre le motivazioni dell’atleta nel continuare a praticare sport, a faticare, a scegliere lo sport rispetto ad altro che potrebbe distogliere.
Una frase o parola che ti aiuta nelle difficoltà? Quando si è in difficoltà o crisi durante le gare, a me personalmente, non aiutavano gli urli ‘isterici’ dell'allenatore/trice, ma piuttosto dare informazioni sul percorso rimanente per autoregolarsi.
Ti ispiri a qualcuno? Allora mi ispiravo ai grandi dell'atletica nazionale e ai calciatori (Torino) che ricoprivano il mio ruolo.
Cosa ti ha fatto mollare e/o cosa ti fa continuare a fare sport? Purtroppo, ho dovuto interrompere l'agonismo per problemi fisici e soprattutto per il lavoro … (operaia a turni…). 🙄Sto ancora lavorando…
Sogni realizzati e da realizzare? Prossimi obiettivi? Ho realizzato in età tardiva, 26 anni, la possibilità di fare atletica a livello alto, cosa che sognavo dall'età di 11 anni… ora, dopo aver corso blandamente nel triennio 17-19, vorrei correre di nuovo in pista (ho 60 anni) e continuare finché riesco.
Non c’è un'età per smettere, per iniziare, per riprendere, si è sempre in tempo per praticare uno sport a qualsiasi livello.
Matteo SIMONE
Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR
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