domenica 31 agosto 2014

Cosa significa Doping


In un’intervista a cura di Massimiliano di Montigny alla maratoneta Nazionale Anna INCERTI, alla domanda: “Cosa significa per te Doping?”, così risponde Anna: “Significa essere il primo dei perdenti; significa non avere abbastanza autostima da affrontarsi; significa non avere il fegato di provare ad affrontare una sfida; significa aver paura di tutto; significa il non rispetto delle regole. Ho sempre disprezzato chi ha avuto sentenze di positività per un motivo ancor più serio: come può una persona non rispettare il proprio corpo per soldi, quando guardandoti in giro, ci sono persone che hanno malattie drammatiche… e queste non domandano i farmaci per correre più forte…”

È già stato scritto molto sull’argomento e l’obiettivo del mio testo: “Doping. Il cancro dello sport” è quello di riassumere le conoscenze più attuali della ricerca scientifica.

Il lavoro inizia con l’analisi storica e l’esame delle caratteristiche di queste sostanze. Si passa, quindi, a considerare la reale diffusione nel mondo dello sport, gli effetti nocivi di questi farmaci e le motivazioni che stanno alla base di questo fenomeno. Tali motivazioni spaziano dalla ricerca di un miglioramento delle prestazioni sportive, agli aspetti puramente estetici e di riduzione di grasso nei bodybuilders.

La considerazione che si deve fare è che oggi nella gara sportiva si è arrivati a un agonismo così spinto, a interessi economici così grossi che l’atleta cerca ogni mezzo per migliorare la sua prestazione. Anzi, l’atleta riporta di sentirsi “costretto” a fare questo perché i tifosi pretendono risultati, i giornali criticano le scarse prestazioni e gli allenatori spingono affinché venga raggiunto un rendimento sempre maggiore.

La capacità di ricominciare dopo essere caduti


Nella vita ciò che conta è la capacità di ricominciare dopo essere caduti

José Mujica (Presidente della Repubblica dell’Uruguay)

 

 

L’infortunio rappresenta un evento destabilizzante l’equilibrio psicologico dello sportivo; un cattivo adattamento all’infortunio può comportare la comparsa di sensazioni di rabbia e impotenza, sbalzi di umore, sensi di colpa, pensieri depressivi, con la conseguente compromissione delle relazioni famigliari, interpersonali.

L’atleta può individuare eventali criticità che lo abbiano portato all’infortunio, può valutare, studiare cosa può focalizzare la sua attenzione per evitare successivi infortuni, ridefinire le priorità che si era prefissato prima dell’incidente, allargare i suoi interessi anche ad ambiti non sportivi, continuando, contestualmente a mantenere i contatti con il suo mondo sportivo, l’allenatore e la squadra, accettare le emozioni negative legate all’infortunio, in attesa di riprendersi la sua identità di sportivo.

L’atleta vincente riesce a trovare la determinazione, la calma, lo spirito di sacrificio per ricominciare dopo ogni stop prolungato, dopo ogni sconfitta.

Importanti sono la meditazione, la visualizzazione, il lavorare sull’autoefficacia, esercizi di rilassamento.

giovedì 7 agosto 2014

Bisogna essere prima campioni nella vita, poi sul campo




Brunella, 46 anni, che nel 2006 ha subito l’amputazione della gamba sinistra in seguito al morbo di Buerger, una forma di vasculite che colpisce le arterie piccole e medie; la patologia degenerativa ostruisce i vasi sanguigni, portando alla necrosi dei tessuti, racconta in un intervista riportata sulla rivista SuperAbile INAIL (1) : Chiedevo non solo di poter camminare e guidare, ritrovando l’autonomia, ma anche di cavalcare nuovamente. Dal giorno in cui risale a cavallo, Brunella non si ferma più, inizia a partecipare a spettacoli equestri e a gare di monta western nella disciplina sportiva del reining (lavorare di redini), diventado nel 2010 campionessa regionale con i normodotati.

Successivamente arriva sul gradino più alto del podio regionale nel dressage paralimpico, gara in cui cavallo e cavaliere compiono figure armoniose in uno spazio rettangolare. Lo scorso anno fino vince l’argento  Campionati italiani di para-dressage.
 Anche la gamba destra è compromessa dalla malattia «Non posso stare né troppo seduta, né troppo in piedi», aggiunge. Ogni tre mesi deve fare il day hospital, ma tutto questo non la blocca.


Potere della mente, determinazione, istinto, esperienza

Matteo SIMONE 

El corazón del hombre, un verdadero corazón de hombre, es esa flor que constantemente se incendia y reverdece (Il cuore dell’uomo, un vero cuore di uomo, è   quel fiore che costantemente si incendia e rifiorisce) Félix Luis Viera

Ex maratoneta, Salvo Campanella 40 anni, una moglie, due figli, è vivo per miracolo. Il 2 luglio del 2012 è precipitato da sette metri di altezza, nel cantiere dove lavorava. 
Racconta in un intervista riportata sulla rivista SuperAbile INAIL (Roma, Agosto Settembre 2014, Numero 8-9, pp. 48- 49)«Cosa ho provato dopo l’incidente? Mi sono fatto una risata. Intanto sono rimasto vivo, e poi poteva andare peggio».

Gambling - Percorso di Auto-Aiuto. Manuale per persone con dipendenza da gioco d’azzardo

 Pubblicato il nuovo manuale realizzato dal Dipartimento Politiche Antidroga della Presidenza del Consiglio dei Ministri dal titolo “Gambling - Percorso di Auto-Aiuto. Manuale per persone con dipendenza da gioco d’azzardo”.
Oltre ad un inquadramento generale del problema, attraverso il manuale si intende fornire strumenti di autovalutazione, di riflessione e di presa di coscienza per comprendere se si ha effettivamente un problema con il gioco, che cosa succede quando si gioca, quali sono i motivi che spingono a giocare e a ricadere nel problema.
Vengono inoltre delineate alcune strategie di tipo cognitivo-comportamentale per interrompere definitivamente il gioco d’azzardo. Nel testo si evidenzia inoltre l’importanza di un contemporaneo supporto psicoterapico esterno per chi cerca di interrompere il proprio comportamento di gioco promuovendo e incentivando il ricorso ai servizi sanitari competenti. A tal scopo vengono forniti indirizzi di vari centri di trattamento e di fondazioni e associazioni antiusura disponibili sul territorio Italiano.

martedì 5 agosto 2014

La corrida: una tortura legalizzata inflitta al toro

Domenica 10 agosto alle ore 15.00 a Torino presso Piazza Castello ci sarà un Incontro per salutare la partenza del BASTA CORRIDA TOUR 2014.
BFP (Bike for Pets) è un progetto nato nell'ottobre del 2011 e ha avuto il suo battesimo ad agosto del 2012.
Ha percorso 2200 km lungo le strade di Italia, Francia e Spagna per sensibilizzare l'opinione pubblica la stampa e tutti coloro che non erano ancora a conoscenza di cosa sia veramente la corrida e di cosa accada nelle perreras spagnole.
L’11 agosto BFP, che nel mentre è divenuto il più empatico BfA (Bike for Animals) riattaccherà la spina e tornerà in quei luoghi dove due anni prima assieme agli attivisti francesi e spagnoli ha urlato il suo NO alle violenze sugli animali alla vergogna della corrida e allo sterminio delle perreras.
Di seguito riporto alcune notizie relative a quello che succede agli animali prima di entrare nelle arene e durante la corrida. (1)

Trovare dentro di noi la giusta strada, le giuste motivazioni per perseguire un obiettivo

In un intervista su Sport di più magazinedi Gennaio/Febbraio 2013 è riportata un’intervista a Fabrizio Macchi, un atleta che all’età di 13  gli viene diagnosticato un: osteosarcoma al ginocchio sinistro che gli causa l’amputazione della gamba sinistra e, successivamente, l’asportazione del lobo inferiore del polmone destro per via di una metastasi. Fabrizio, uscito dall’ospedale, inizia ad impegnarsi seriamente con l’attività fisioterapica e di riabilitazione, ma soprattutto si butta nello sport e in tutto ciò che può aiutarlo a recuperare le forze.
Lo sport dove ha raccolto i maggiori successi è il ciclismo: 27 titoli italiani, il record dell’ora disabili (38 km 574m), un bronzo alle Paralimpiadi di Atene nel 2004 nella gara ad inseguimento su pista, 6 medaglie ai Campionati Europei (3 argento e 3 bronzo) e 11 medaglie ai Mondiali (2 ori 5 argenti e 4 bronzi).
Fabrizio Macchi racconta come si può superare ogni ostacolo e diventare campioni nello sport: “Non esiste una vera e propria ricetta per diventare campioni, ma esistono delle capacità che ognuno di noi possiede che concorrono per diventare campioni, bisogna trovarle. Ecco questo è il segreto: trovare dentro di noi la giusta strada, le giuste motivazioni per perseguire un obiettivo che ci porti ad essere campioni nella nostra vita. Nel mio caso la malattia ha avuto un ruolo fondamentale per trovare in me le motivazioni per riemergere e trovare la strada per costruirmi una seconda vita. Le doti sportive non te le regala nessuno. La mente poi fa la differenza. La mente la puoi allenare lavorando con tenacia e voglia di arrivare sempre più  lontano, mettendosi in discussione per migliorare ogni nano secondo. La forza dell’uomo sta proprio lì nel perseverare l’obiettivo fino in fondo. Le cose che rendono importanti la nostra vita sono amore, rispetto e dedizione, cosi si riesce ad essere orgogliosi di noi stessi realizzando i propri sogni”. (2)

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