domenica 1 maggio 2016

Fabio Lettieri: Sono riuscito a vestire la maglia della mia nazionale, forse il sogno più grande

Matteo Simone 

Ho avuto modo di conoscere, tra i tanti runner, alcuni mezzofondisti e tra i tanti, quasi a fine carriera, Fabio Lettieri forse molto severo con se stesso e modesto, ma davvero un forte atleta, un po' tartassato da infortuni. 

Di seguito si racconta.
Ti sei sentito campione nello sport almeno un giorno della tua vita?Durante la mia carriera agonistica, non mi sono mai sentito campione, forse perché sono sempre stato molto critico nei confronti di quello che facevo, ma un atleta forte si.
Come ha contribuito lo sport al tuo benessere e quali fattori hanno contribuito alla tua performance?Sicuramente lo sport mi ha insegnato uno stile di vita. Mi ha insegnato a relazionarmi con la gente, e a conoscere la parte più profonda di me stesso. Ho imparato ad ascoltarmi, a sentire quello che il mio corpo mi diceva, in modo da riuscire a migliorarlo. Alla base dei risultati che ho ottenuto, ci sono state sicuramente le doti naturali che madre natura mi ha donato, ma a queste ho dovuto applicare sacrificio e testardaggine, che mi hanno aiutato a superare i momenti difficili.”

sabato 30 aprile 2016

Alessia Urbinati: Trovare la giusta strategia per far passare la palla oltre il muro

Matteo Simone 

Sport come metafora della vita per Alessia Urbinati, giocando a pallavolo se trovi davanti a te il muro devi capire come fare per andare oltre-

Di seguito approfondiamo la conoscenza di Alessia attraverso risposte ad alcune ime domande. 
Ti sei sentita campionessa nello sport almeno un giorno della tua vita?Pur non avendo giocato ad altissimi livelli mi è capitato almeno un giorno nella vita di essermi sentita una campionessa nel mio sport (la pallavolo). Durante il secondo set di una partita, la mia squadra e quella avversaria erano in una situazione di parità. Toccava a me andare alla battuta. Non nego che la paura di sbagliare era tanta, ma fortunatamente grazie a quella battuta sono riuscita a far guadagnare alla squadra il punto decisivo per vincere il set. 

venerdì 29 aprile 2016

Il talento senza un duro lavoro non ti porta lontano



Psicologo, Psicoterapeuta

 

Ci vuole convinzione, grinta, forza, determinazione per dedicarsi ad un periodo di preparazione atletica, in base agli obiettivi, può richiedere sacrifici enormi, rinunce, spese, difficoltà, rischi, infortuni e non tutti sono disposti a questi impegni.

Quindi, la cosa importante è decidere le priorità, gli obiettivi e impegnarsi per il raggiungimento, da soli è difficile, più è alto l’obiettivo, più sono le pretese, più è alto l’impegno, il costo in termini di soldi, di investimento di tempo.

Il talento non basta per raggiungere l’eccellenza, l’impegno è di rilevanza fondamentale.

 Lo dice Vincenzo Abbagnale in un intervista riportata su Ideasport: «Il talento conta molto, ma senza un duro lavoro non ti porta lontano. Di me penso che la natura qualcosa mi ha dato, ma tutto quello che ho conquistato in questo anno è stato frutto del lavoro svolto, che è fondamentale». (1)

Fissare obiettivi limitati, raggiungibili e progressivamente più ambiziosi è uno dei modi migliori per aumentare l'autoefficacia dell'atleta.

Franco Draicchio, runner: Siamo noi che dobbiamo far sì che i sogni si avverino


Seconda edizione della 6 ore de' Conti, organizzata dalla ASD Poditica Valmisa, sabato 2 luglio 2016 con partenza alle ore 18:00 per terminare alle ore 24:00.

Serra de Conti, incantevole borgo in provincia di Ancona, anche per quest’anno è stata confermata la collaborazione con le Grotte di Frasassi che metterà a disposizione di tutti gli iscritti un buono per visitare le grotte. Tutte le informazioni sul sito www.seioredeconti.it di seguito si racconta uno degli organizzatori Franco Draicchio.
Ti puoi definire ultramaratoneta?Credo di sì ormai alla soglia delle 111 maratone e ultra.”
Cosa significa per te essere ultramaratoneta?Per me essere ultramaratoneta non è solo percorrere una distanza superiore alla maratona ma riuscire a pensare di correre visto i miei 100 kg.”
Qual è stato il tuo percorso per diventare un ultramaratoneta?Sono partito correndo nel quartiere dove abitavo ma sentivo da subito il richiamo della maratona.”

giovedì 28 aprile 2016

Roberto Brunori: Ho realizzato il sogno di vincere un Campionato Italiano con record


L’anno 2015 ho partecipato alla mia prima gara di nuoto un 1.500, per molti una gara lunghissima, ma per me abituato alle utramaratone si trattava solamente di 60 vasche non avevo fretta, gli altri si e infatti quest’anno hanno eliminato questa gara lunghissima perchè ci ho impiegato 40’ mentre è stata vinta da Roberto Brunori in 18’ e lì che l’ho conosciuto ed ho scoperto che era un fenomeno di fama Mondiale. Leggiamo come si racconta.

Ti sei sentito campione nello sport almeno un giorno della tua vita?Mi sono sentito un campione ogni volta che ho stabilito un record Italiano, anche se di categoria, sensazione bellissima e indispensabile per continuare ad allenarsi con voglia e metodo.

Paolo Aiudi: Ho sofferto di più il viaggio in aereo di 2 ore, che percorrere i 490 km di corsa

Matteo SIMONE 21163@tiscali.it

Paolo Aiudi, come tanti ultrarunner, piano piano si appassiona alla corsa a piedi. Viene quasi rapito dalla corsa a piedi. Attraverso la corsa paolo sperimenta benessere, una sorta di autoterapia. Di seguito si racconta.

Qual è stato il tuo percorso per diventare ultramaratoneta?E' stato un percorso graduale che ho conosciuto e mi ha affascinato strada facendo.”
Cosa ti motiva ad essere ultramaratoneta?Il fascino di provare ogni volta esperienze nuove che mi fanno sentire bene fisicamente e mentalmente.”
Hai mai pensato di smettere di essere ultramaratoneta?A volte ci penso, ma rimando sempre a quando non so.
Cosa ti spinge a continuare a essere ultramaratoneta?Il motivo principale è di carattere personale. E cioè ne sento il bisogno in momenti particolari, ogni volta decido d partire per l'ennesima avventura-vacanza di circostanza e benessere mentale.

Paolo ha i suoi motivi, fa dei viaggi attraverso la corsa, gli serve per distrarsi, per allontanarsi, per incontrare se stesso.

martedì 26 aprile 2016

Fabio Fioravanti: alla soglia dei 49 anni ho scoperto il triathlon




 

 

Nel lontano settembre 1995 ho avuto modo di allenarmi un periodo con Fabio Fioravanti e Riccardo De Paolis, due campioni laziali dell’atletica leggera in quegli anni, e quello che mi ha aiutato è stato fare dei tratti di ripetute in allenamento con loro, ma non solo. 

Cosa succede in questi casi? Innanzitutto hai un riferimento, una consegna da rispettare, un’indicazione di persone esperte e competenti che non solo ti dicono quello che devi fare ma ti incoraggiano, si rendono disponibili a darti consigli.

Il risultato è che ti senti sicuro di quello che ti appresti a fare e quindi la mente è libera, devi solo impiegare sforzo fisico, energie dei muscoli, ed in più c’è un valore aggiunto che è il fatto di correre accanto a campioni e quindi fai una piccola esperienza da protagonista, da campioncino e puoi notare che effetto ti fa; in genere fa star bene, fa credere che un giorno potresti essere anche tu protagonista, potresti essere un riferimento per altri, e tutto ciò può portare ad un benessere psicofisico nel senso che fai un lavoro motorio che è compensato dallo sperimentarti auto-efficacia, sicuro di te in quel momento, in quei tratti di ripetute. 

Ed è giunto il giorno per parlarvi di una persona serena, umile, corretto, ma allo stesso tempo campione nello sport e nella vita.

Ti sei sentito campione nello sport almeno un giorno della tua vita o sempre un comune sportivo? “Mi sono sentito un campione ogni volta che ho concluso una gara o un grande allenamento perché ha sempre rappresentato il risultato di un grande sacrificio, soprattutto per chi pratica sport non da professionista.”

Ricordo alcuni allenamenti impegnativi di Fabio su è giù per delle scale con gradini alti per diversi piani.

Come ha contribuito lo sport al tuo benessere e quali sono i fattori che hanno contribuito al tuo benessere o alla tua performance? “Il benessere psicoficsico ottenuto dalla mia pratica sportiva ha contribuito notevolmente a migliorare le capacità decisionali nella vita quotidiana. I fattori che hanno contribuito al benessere e performance sono la passione verso tutte le attività che si svolgono nella natura ed anche le forti motivazioni agonistiche rafforzate dalle soddisfazioni sopraggiunnte.”

Lo vedevo sempre con il sorriso, rispettoso pronto a salutarti, a darti consigli, circondato da amici che gli volevano bene, era un leader per loro.

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